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I 10 migliori momenti dai Mondiali U20

Nel 2013 la Francia poteva contare su una squadra di alto livello, in cui, oltre a Pogba, spiccavano Thauvin, Kondogbia, Digne, Veretout, Umtiti e Zouma, il più giovane tra i convocati francesi. La stella era però Pogba, che pur segnando un solo gol su rigore vinse il premio di miglior giocatore, dominando il centrocampo in coppia con Kondogbia, occupandosi più del compagno di fare da collegamento con gli attaccanti. Sicuramente è una forzatura dire che il trionfo a livello Under-20 del 2013 ha preparato il terreno per il titolo mondiale vinto in Russia un anno fa, ma ben quattro giocatori campioni del mondo U-20 nel 2013, ovvero Pogba, Umtiti, Thauvin e Areola, hanno fatto parte della rosa che ha vinto il Mondiale cinque anni dopo.

Il sorprendente Ghana del 2009

Il Ghana è la nazione africana che vanta i migliori risultati ai Mondiali U-20, avendo collezionato due secondi posti, all’esordio nel 1993 e poi nel 2001, un terzo posto nel 2013 e una semifinale nel 1997. Il punto più alto è però ovviamente la vittoria del 2009, in cui a mettersi in mostra fu soprattutto Dominic Adiyiah, capocannoniere con 8 gol e miglior giocatore del torneo. Il successo al Mondiale U-20 gli fece strappare un ingaggio dal Milan, col quale però non ha nemmeno esordito, e presto Adiyiah rivelò di essere piuttosto lontano dal tipo di talento lasciato immaginare durante il Mondiale. Di recente è finito a giocare in Thailandia, ma nel 2010 fu uno dei campioni del mondo U-20 a entrare nella rosa del Ghana per i Mondiali in Sudafrica, in cui le “Stelle nere” si spinsero fino ai quarti. Adiyiah ebbe un ruolo marginale, un contributo più importante lo diedero invece il terzino destro Inkoom, il difensore centrale Mensah e la vera stella della squadra, André Ayew. Il trionfo del 2009 del Ghana è il primo e finora unico titolo di una nazione africana ai Mondiali U-20.

La talentuosa Iugoslavia del 1987

Nonostante lo scarso supporto dei club e l’assenza di diversi giocatori per il servizio militare, nel 1987 la selezione U-20 iugoslava era particolarmente ricca di talento. C’era ad esempio Mijatovic, autore nel 1998 del gol decisivo per il Real Madrid nella finale di Champions League contro la Juventus. A dominare fu però soprattutto la parte croata della squadra, la più determinante per la conquista del titolo mondiale. Suker fu il secondo miglior marcatore con 6 gol, Prosinecki fu premiato come miglior giocatore, Boban brillò a centrocampo e in finale segnò il gol del vantaggio della Iugoslavia e il rigore decisivo dopo l’1-1 con cui si erano chiusi i tempi supplementari. Suker, Prosinecki e Boban, oltre a Stimac e Jarni fecero poi parte del gruppo croato che nel 1998 arrivò terzo ai Mondiali.

La generazione d’oro portoghese

Due anni dopo il successo del 1989, il Portogallo si ripeté nel torneo organizzato in casa nel 1991, vinto in finale ai rigori contro il Brasile davanti a 127 mila spettatori, il record di presenze per una partita dei Mondiali U-20. I campioni del mondo del 1991 in Portogallo erano considerati la generazione d’oro: ne facevano parte João Pinto e il portiere Brassard, gli unici due giocatori presenti sia nel 1989 che nel 1991 e, insieme ad Agüero, gli unici campioni del mondo U-20 per due edizioni consecutive, ma soprattutto Luís Figo, che giocava col numero 3, e Rui Costa, che sulle spalle aveva invece il 5. A essere premiato come miglior giocatore del torneo fu però Emílio Peixe, la cui carriera è stata decisamente meno luminosa di quella dei suoi due compagni.


Fonte: http://sport.sky.it/rss/sport_calcio-estero_bundesliga.xml


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