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Nagelsmann: “Non so se riscatteremo Schick. Werner? Ha qualche pensiero…”

La vittoria esterna contro il Colonia rilancia il Lipsia, anche se i pareggi casalinghi contro il Friburgo e l’Hertha lasciano la squadra di Nagelsmann lontana dal Bayern capolista. L’obiettivo dei Tori Rossi, però, resta la qualificazione in Champions League, tutt’altro che certa vista la concorrenza. Lipsia, Borussia Dortmund, Bayer Leverkusen e Borussia Mönchengladbach, quattro squadre per tre posti. E qualificarsi di nuovo per l’Europa che conta è un must, come hanno spiegato al tecnico dalla dirigenza. Il trentaduenne, però, è consapevole del suo compito. E in una lunga intervista alla Bild parla di alcuni calciatori che interessano la Serie A, ma anche di come spera di essere considerato…una brava persona!

SCHICK – La Champions come obiettivo, ma anche come condizione necessaria per rafforzarsi. Eppure la qualificazione potrebbe non bastare e i giocatori in prestito con diritto di riscatto, come Schick e Angelino, non sono poi così certi della permanenza a Lipsia. “Penso che alla fine saremo tra le prime quattro. Ma anche in quel caso non è che possiamo semplicemente riscattare i due calciatori. Perché anche se entriamo in Champions League, non possiamo buttare i soldi come capita, abbiamo un piano di budget molto rigoroso. Se non vendiamo un giocatore, non saremo in grado di acquistarne altri. E questa è una cosa che il pubblico fa fatica a capire”.

WERNER – Il primo nome per le cessioni è ovviamente quello di Werner. Che è al centro delle trame di mercato e che quindi è ovviamente un po’ distratto… “Timo è di buon umore, si sente bene e si allena bene. Non ho l’impressione che la cosa gli pesi molto. Ma è un ragazzo giovane e di certo a casa con sua moglie medita se restare qui o cambiare squadra. Se ti poni la domanda, sei sempre un po  lontano con la mente, per me è stato lo stesso quando ho deciso di lasciare l’Hoffenheim. Ma non sarebbe umano se la situazione non lo toccasse per niente. Non ho mai avuto un giocatore a cui non importava niente del suo futuro, anche perchè credo che con un atteggiamento del genere non si arrivi molto lontano. Quindi bisogna permettergli di avere qualche pensiero”.

NAGELSMANN – Dal punto di vista personale, Nagelsmann spiega come il lockdown sia stato complicato per uno come lui, abituato a fare parecchia attività fisica. “Durante l’ultima settimana di quarantena prima della prima partita, ho corso nel centro sportivo con i miei assistenti. E non posso andare in bicicletta in questo momento perché me l’hanno rubata”. Per fortuna c’era la TV, con “The Last Dance”. E la serie sui Chicago Bulls ha lasciato un insegnamento importante al tedesco. “Quando vedo che Jordan è sempre stato il primo ad arrivare ad allenarsi nella palestra vuota, mi è ancora più chiaro che anche se sei una stella devi lavorare sodo. Jordan era ossessionato dalla vittoria. Lo sono anche io. Devi solo stare attento a restare umano. Per me è importante che un giorno in un documentario almeno tre persone su dieci affermino che Nagelsmann non era solo un pazzo, ma anche una brava persona”.


Fonte: http://www.gazzetta.it/rss/serie-a.xml


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