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Juve-Chelsea, le chiavi tattiche del match di Champions

Non sarà una partita facile per la Juventus quella contro i campioni uscenti. Il Chelsea di Tuchel ha mantenuto i pregi della scorsa stagione e a una base solida ha aggiunto, come noto, Romelu Lukaku, l’uomo giusto per compensare la più grande lacuna della scorsa stagione, cioè la capacità di convertire le occasioni da gol. Dall’inizio del campionato, i Blues hanno vinto tutte le partite, tranne un pareggio con il Liverpool e la sconfitta di sabato pomeriggio contro il Manchester City.

Come lo scorso anno, il Chelsea occupa il campo con una struttura bassa composta dai 3 difensori e i 2 mediani, a garantire stabilità al possesso iniziale, coadiuvati da 5 giocatori più avanzati. Le piccole modifiche nelle posizioni dei giocatori possono riguardare l’abbassamento di uno dei centrocampisti in maniera più o meno stabile, o la disposizione dei tre giocatori offensivi, soprattutto quando si tratta di pressare alto.

Eppure, anche all’interno di una struttura così definita, il Chelsea è rimasta una squadra sostanzialmente imprevedibile nello sviluppo del gioco. Ovvero: anche se tutti gli avversari ne conoscono punti di forza e punti deboli della squadra di Tuchel, fanno molta difficoltà a contrastarli. Questo non solo per la qualità degli interpreti, ma anche per il lavoro dell’allenatore sulle scelte dei suoi giocatori.  

La Juventus al contrario non arriva con una squadra stabile e apparentemente inscalfibile, ma in questo inizio di stagione non ha avuto un percorso univoco dal punto di vista tattico-strategico. Nelle ultime partite Allegri sembra aver trovato qualche certezza in più, ma questo non cambia la sensazione che il Chelsea sia un avversario particolarmente temibile per poter mettere nuovamente a nudo alcune delle incongruenze mostrate sin qui. Quel che è certo è che finora la Juventus non ha ancora incontrato una squadra forte come il Chelsea.

Le varie soluzioni del Chelsea in possesso

Il primo problema della Juventus sarà quello di organizzare una difesa efficace. I Blues possono risalire il campo in molti modi. Il primo è di aggirare la pressione alta, potendo scegliere, in base alla struttura avversaria, il modo in cui portare avanti il pallone. Se l’avversario occupa il centro del campo, marcando stretti i due mediani, il Chelsea può avanzare con i due centrali laterali (tipicamente Rudiger), sfruttando così un sovraccarico laterale con il mediano, l’esterno e la punta esterna (che avanzano di pari passo).

Se invece l’avversario concede meno spazio sui corridoi interni, puntando su una difesa più di reparto, magari a media altezza, il Chelsea può contare sulla straordinaria capacità di posizionamento dei suoi centrocampisti alle spalle della prima linea di pressione, oltre alla possibilità di creare un sovrannumero attraverso gli abbassamenti di un trequartista. 

A Rimanere fisso il riferimento laterale, dove Marcos Alonso e Reece James (infortunatosi contro il City), occupano costantemente l’ampiezza in maniera molto aggressiva. Il cambio di campo è un’arma rapida che il Chelsea ha per spostare in avanti il baricentro, ma che diventa più difficoltoso se il palleggio viene ben chiuso dall’avversario sulla fascia.

Sembra superfluo ricordarlo, ma l’altro modo che ha il Chelsea per risalire il campo è ribaltando velocemente l’azione grazie alla potenza in campo aperto di giocatori come Lukaku, Havertz e Werner. Per questa ragione, anche se nell’ultima partita contro il City la scelta di rimanere bassi non ha pagato, il Chelsea rimane una squadra pericolosa anche quando non gestisce la maggioranza dei possessi della partita. È probabile che nelle difficoltà contro il City abbia inciso anche la scelta di infoltire il centrocampo rinunciando a una punta, circostanza che magari non si ripresenterà contro i bianconeri (ma che aveva pagato, a gara in corso, contro il Tottenham). Nell’eventualità che il Chelsea opti per una partita di controllo difensivo e ripartenze, è fondamentale la qualità delle marcature preventive, e potrebbe essere un’occasione di rivedere Lukaku contro Chiellini in circostanze simili a quelle di Belgio-Italia degli scorsi europei.

Le possibilità difensive della Juventus

È probabile però che la Juventus non sia in grado di imporre il contesto di gioco attraverso il possesso e, al contrario, opterà per lasciare il pallone al Chelsea difendendo in maniera posizionale. In campionato la squadra di Allegri si è dimostrata lontano dalla sua forma difensiva migliore e, nonostante la volontà di limitare i rischi, non ha mancato di concedere grosse occasioni agli avversari. Abbiamo visto le possibili alternative per risalire il campo del Chelsea, per cui sarà molto delicata la strategia posizionale che verrà scelta.

Nel caso in cui la Juventus decidesse di utilizzare le due punte come “schermo” per i due mediani, non uscendo direttamente sui tre centrali – scenario abbastanza probabile – occorrerà comunque una buona reattività sia nell’accorciare in avanti centralmente con i centrocampisti, perché a Jorginho e compagni basta un attimo per farsi trovare, sia nello scivolamento laterale.

Come abbiamo visto, la possibilità di progressione attraverso i centrali esterni della difesa a tre è un’arma che il Chelsea utilizza, più che per la qualità creativa dei suoi difensori, per alzarsi collettivamente insieme a tutto il blocco laterale, e sfruttando rapidamente una serie di passaggi corti per arrivare in profondità. Sarebbe quindi fondamentale accorciare velocemente senza farsi attirare eccessivamente dalla conduzione del difensore, e fare attenzione ai tagli in profondità di Lukaku, con i difensori pronti ad assorbire o a giocarsi il fuorigioco.

Da questo punto di vista l’assenza di Mount sarà un vantaggio per la Juventus. L’inglese è il giocatore del Chelsea più abile ad abbassarsi nei mezzi spazi per ricevere e mettere in difficoltà le due linee da 4 dietro alle due punte.  Lo spazio tra gli esterni e i mediani potrebbe essere una delle zone in cui il Chelsea tenterà di risalire il campo, soprattutto quello sulla loro destra (e quindi alla sinistra della Juventus, tra Rabiot e il centrocampista di parte).

Se difendere contro la varietà di alternative del Chelsea sarà molto difficile, la Juventus potrebbe cercare di fare male all’avversario grazie alle transizioni offensive una volta recuperata palla, soprattutto se dovesse schierare Chiesa. Ma questa possibilità potrebbe ingolosire la squadra e spingerla ad abbassarsi troppo. Al contrario sarà importante per la Juventus mantenere un certo equilibrio difensivo, senza farsi schiacciare troppo dalle sfuriate col pallone del Chelsea e riuscendo a tenere dei riferimenti più avanzati per la ripartenza, che comunque non sarà semplice contro i tre difensori di Tuchel che sono molto abili in campo aperto. Un piccolo vantaggio per i bianconeri potrebbe essere – da questo punto di vista – l’assenza improvvisa di Kanté, risultato positivo al Covid. Sempre parlando di assenze, alla Juventus mancheranno Morata e Dybala, e se Kean e Kulusevski (che potrebbero essere i sostituti) sono altrettanto abili nell’attaccare su un campo grande, è vero che hanno molta meno esperienza in partite importanti come questa. 

Se, e quando, la Juventus dovesse riuscire a consolidare il possesso e invadere la metà campo avversaria, è probabile che cercherà principalmente di sfondare sulle fasce, sia per evitare di avere a che fare con la difesa posizionale del Chelsea, molto efficace al centro, sia perché la Juventus non sembra particolarmente incline a muovere il gioco verso l’esterno per poi cercare la soluzione decisiva nelle zone centrali.


Fonte: http://sport.sky.it/rss/sport_calcio_champions-league.xml

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