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Allegri se la gode ma la rivoluzione non è ancora finita

Come fa a non godersela, Massimiliano Allegri? Poteva essere una settimana d’inferno, senza Dybala e Morata, con il Chelsea campione d’Europa e i pericolosi spigoli del derby contro Juric, si è trasformata in una settimana trionfale, con due successi di agonismo e sacrificio che hanno restituito un’identità morale alla squadra. La Juventus svagata di inizio campionato è diventata una Juventus spietata, che si difende bassa con disinvoltura anche contro i campioni d’Europa rinforzati da Lukaku.

«E’ la Juventus di Allegri», si dice, con riferimento all’atteggiamento difensivo della squadra e ai due 1-0, risultato da sempre celebrato dal tecnico livornese, che infatti si gode, e tanto, anche quello. Ma non è ancora la sua Juventus, per lo meno non è la Juventus che lo soddisfa ancora del tutto.

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Le fondamenta della Juve di Allegri

Queste, nei suoi piani, sono le fondamenta della sua Juventus, una squadra che non può concedere un gol agli avversari per venti partite di seguito e che se va in vantaggio deve saperlo difendere contro qualunque avversario, mantenendo concentrazione e attenzione. «Sia per 10 minuti o per 70’», ha spiegato venerdì, sgomberando il campo dall’ipotesi che la sua Juventus sia una squadra che tatticamente si comporta come contro il Chelsea. La sua Juventus, quella che ha in mente, è una squadra che deve saper giocare anche in quel modo, ma non solo in quel modo.

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