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Lazio, Sarri: “Dimarco a terra, ma è stata l'Inter che ha continuato”

ROMA – Applaude la sua Lazio, Maurizio Sarri. Inter battuta 3-1 all’Olimpico e presi tre punti importantissimi in ottica classifica. Il tecnico, nel post partita ai microfoni di Dazn, ha detto la sua sul match dell’Olimpico e non solo: “Io fin dall’inizio ho visto una bella Lazio. Siamo andati sotto, ma abbiamo avuto le nostre occasioni. L’ho detto ai ragazzi, se restiamo in partita non perdiamo mai. E dopo l’episodio l’abbiamo ribaltata. Dimarco? Era a terra e il pallone ce l’aveva l’Inter. Chi doveva mettere fuori il pallone erano loro. Sono andati alla conclusione, hanno legittimato tutto e volevano continuare a giocare. Scene che si vedono solo in Italia, in Premier prosegue anche la squadra che ha l’uomo a terra”.

Sarri e l’analisi della sua Lazio

“Luiz Felipe mi ha detto che stava salutando Correa, hanno giocato insieme per diverso tempo. Non volevano litigare. Fraintendimento clamoroso. Felipe Anderson è stato aggredito. Io sono stato squalificato in passato, contro di lui mi aspettavo il cartellino rosso. Basic titolare? Una scelta per trovare solidità. Il dinamismo e il fisico ci fanno comodo. Così si fanno le fondamenta e sopra possiamo costruire tanta roba. Ho preferito lui per intensità e fisicità. Luis Alberto è un giocatore importante che ci tornerò non comodo, ma di più. Lui ha caratteristiche e quel modo di giocare che portano a qualche calo. Gli mancano accelerazioni forti, ma nei test dimostra che può viaggiare su altre intensità. Ad un certo punto abbiamo subito l’ampiezza. In quegli spazi i loro centrocampisti potevano cambiare campo. Serviva accorciare quello spazio e togliergli il tempo. Felipe Anderson e Pedro? Hanno fatto bene anche stasera. Pedro lo sappiamo, si conosce a fondo e ha un talento straordinario. Felipe è un potenziale craque, ma ha avuto alti e bassi. Bisogna tenerlo verso l’alto e cancellare i bassi, che probabilmente sono solo mentali. Quei vuoti sono di origine mentale. Lui per tecnica e fisico è straordinario, con pochi eguali. Se mi diverto? Sono allenatore da campo, mi diverto a far migliorare i giocatori. Giocando ogni tre giorni, per tre settimane, inutile migliorare un calciatore. Sta diventando un lavoro diverso e a me piace meno”.

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Fonte: http://www.tuttosport.com/rss/calcio/serie-a

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