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Atalanta prima e sola dopo 58 anni. E non è un fuoco di paglia

Adesso, lassù c’è solo la Dea. Cinquantotto anni sono stati molto lunghi da passare, ma questa Atalanta leader unica della Serie A, ha poco a che vedere con l’estemporanea impresa datata 20 settembre 1964. Allora era la seconda giornata di campionato, una concomitante serie di risultati negativi delle altre squadre permise alla formazione allenata dall’indimenticabile Ferruccio Valcareggi di guadagnare il primato solitario. Non durò e l’evento non si ripetè più. Sino al 5 settembre 2022: due a zero al Monza, Dea in fuga dopo cinque giornate, staccando di due lunghezze Napoli e Milan, di tre Udinese e Roma. Siamo solo all’inizio e a Bergamo nessuno si monta la testa, eppure, dopo le prime sei stagioni gasperiniane dell’Età dell’Oro, la settima si annuncia particolarmente intrigante. Cinque partite, 4 vittorie, 1 pareggio, 9 gol segnati, 2 soli subiti. Soprattutto, rispetto alla squadra che negli anni scorsi attaccava a testa bassa, procedendo a ritmi forsennati, molto sta cambiando. Gasperini ha sempre ripetuto che la difesa a tre non sia mai stata un dogma, anche se vi ha costruito molta parte delle sue fortuna, così a Monza si è presentato a quattro. Nei primi 360 secondi i brianzoli hanno sfiorato per due volte il gol, ma, grazie a Musso, tornato sui livelli eccellenti di Udine, l’Atalanta non si è scomposta. Ha ragionato e ha vinto da grande squadra: cinica nel primo tempo, solida a centrocampo, molto più precisa rispetto all’ultimo campionato, lesta a colpire nella ripresa. Non è un caso che a sbloccare il risultato sia stato il primo gol in A di Rasmus Højlind, 19 anni, nazionale danese Under 21, all’esordio da titolare, micidiale nello sfruttare la prima occasione utile per fulminare Di Gregorio. Højliund indossa la maglia n.17 e 17 sono stati i milioni investiti dall’Atalanta sull’ex Sturm Graz che si aggiungono agli altri 83 milioni investiti in entrata dalla società dei Percassi e di Pagliuca. Mai, in passato, il club bergamasco era stato protagonista di un simile mercato, forte di un’invidiata e invidiabile solidità finanziaria (sei utili consecutivi di bilancio; quarto fatturato della Serie A nella passata stagione, stadio e centro sportivo di proprietà, attuale valore della rosa che sfiora i 400 milioni di euro). Cinque giornate sono poche per sapere come andrà a finire. Fattore non trascurabile, rispetto alle rivali, sino a metà novembre l’Atalanta giocherà sei partite in meno, non essendo impegnata nelle coppe europee. Occhio, questo non è un fuoco di paglia.

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Fonte: http://www.tuttosport.com/rss/calcio/serie-a


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