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Juventus-Dybala: chi ha ragione? Ecco i fatti per decidere (e votare)

TORINOChi ha ragione: Dybala o la dirigenza della Juventus? Ammesso che esista la ragione e il torto in questa vicenda, per affrontare un’analisi vale la pena stabilire gli elementi oggettivi.

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L’inizio

La trattativa del contratto di Paulo Dybala è iniziata nell’autunno del 2020, quattordici mesi fa. La dirigenza della Juventus era rappresentata da Fabio Partici, ora al Tottenham. E l’offerta sul tavolo era di 10 milioni di euro netti a stagione, a fronte di una richiesta, da parte di Dybala di oltre 12 milioni netti. Fu proprio in quel periodo che il presidente Andrea Agnelli, confermando la centralità di Dybala nel futuro della Juventus, disse: «La nostra è una proposta che lo pone tra i primi venti giocatori più pagati in Europa. Stiamo aspettando serenamente una sua risposta, la cosa più importante è che risponda sul campo. Tutti insieme vorremmo diventasse uno dei primi cinque giocatori in Europa, lui ancora non lo è lo sa».

I dubbi della Juve

Dal dicembre del 2020, quando Agnelli aveva pronunciato quella frase, Paulo Dybala non è diventato uno dei primi cinque giocatori del mondo. Vittima di infortuni e ricadute, ha giocato 34 partite delle 62 disputate dalla Juventus e segnato 13 gol. Più specificatamente il rendimento di Dybala nelle ultime tre stagioni è il seguente, stagione 2019-20 con Sarri: 47 gare, 17 gol; 2020-21 con Pirlo: 21 gare, 10 gol; 2021-22 con Allegri (finora) 21 gare 10 gol. Ma al netto dei numeri, ciò che spesso la società ha imputato a Dybala nelle ultime stagioni è la mancanza nelle partite più difficili o importanti della stagione, come quelle costate l’eliminazione dalle ultime Champions, per esempio (assente all’andata e al ritorno con il Porto; presente ma non incisivo all’andata con il Lione e infortunatosi al ritorno; assente all’andata con l’Ajax, presente ma non incisivo nella gara di ritorno). In questa stagione, Paulo Dybala ha segnato 7 gol in campionato, che gli garantiscono il 15° posto nella classifica cannonieri, al pari di Pedro della Lazio (che guadagna 3,8 milioni netti a stagione).

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L’accordo di ottobre

La Juventus, che nel frattempo ha cambiato i suoi vertici, ha ricominciato la trattativa per il rinnovo del contratto alla fine della scorsa stagione. Curiosamente, la crisi economica ha mutato la base della negoziazione: la Juventus ha offerto meno dei 10 che offriva a dicembre 2020, Dybala chiedeva 10. Così, dopo una serie di incontri estivi, a ottobre ha raggiunto un’intesa di massima sulla base di un complesso accordo, nel quale i bonus hanno un ruolo decisivo. Dybala avrebbe uno stipendio da circa 8 milioni di euro più 2 milioni legati al rendimento sul campo. Perché, a quel punto, l’accordo non è stato firmato? Per varie ragioni. Primo: Jorge Antun, amico della famiglia Dybala, che ha trattato per lui, non è un agente e deve mettersi in regola con la burocrazia italiana per poter rappresentare legalmente Paulo e intascare le commissioni. Secondo: il contratto è passato attraverso una lunga fase di analisi da parte degli avvocati proprio in virtù della complessità dei bonus.

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Il contenimento dei costi

Nel frattempo, la Juventus ha varato e compiuto l’aumento di capitale da 400 milioni di euro, al quale è legato un piano di sviluppo e una strategia precisa di contenimento dei costi. La parola d’ordine è: sostenibilità. Cosa c’entra con il contratto di Dybala? Molto. Perché non è un mistero che il nuovo amministratore delegato bianconero, Maurizio Arrivabene si è chiesto se quelle cifre corrispondevano al reale impatto che Dybala aveva in campo, insomma se quel contratto è da considerarsi “sostenibile“. E, senza una firma che lo rende definitivo, forse ha anche iniziato a ragionare sull’opportunità di modificarlo (ma non sono mai state fatte altre offerte al ribasso). È un destino comune agli altri giocatori in scadenza (Cuadrado, Bernardeschi e De Sciglio, per i quali tuttavia le cifre sono diverse e la situazione è meno tesa) e fa parte dell’esigenza di pesare con attenzione ogni costo del club, proprio nell’ottica di riportare quell’equilibrio finanziario perso con la pandemia e alcune mosse di mercato particolarmente dispendiose. Tutto è rinviato a febbraio (ma non è da escludere che si sfori a marzo). Cosa cambia? Non moltissimo, ma il club potrebbe avere idee più chiare sulla qualificazione Champions e sulle prestazioni di Dybala nel frattempo.

Le ragioni di Dybala

E si arriva, dunque, alle ragioni di Dybala che, dopo aver raggiunto un accordo in ottobre, lo vede in pericolo dopo le ultime dichiarazioni di Arrivabene che, va specificato, non ha mai messo in discussione l’accordo, ma ha solo punzecchiato il campione con precisi riferimenti al fatto di doversi «meritare» certi ingaggi. È da tre stagioni che Dybala si sente messo in discussione dalla società: nell’estate del 2019 era stato al centro del tentativo di scambio con Lukaku (fallito proprio per il no di Paulo allo United); poi era spuntato il Tottenham di Pochettino (che lo avrebbe fortemente voluto) e la Juventus aveva volentieri ascoltato le proposte, ritenendole poi inadeguate sotto il profilo economico. Se da una parte la Juventus dichiara la centralità di Dybala nel progetto, dall’altra ha preso in seria considerazione la sua cessione e nutre dei dubbi sull’opportunità di concedergli un contratto da top player, alla luce delle ultime discontinue prestazioni. Ma una stretta di mano rimane una stretta di mano e il dubbio che possa essere disattesa (ma la Juventus non ha mai riformulato nuove offerte al ribasso finora) agita l’animo del giocatore e del suo entourage.

Il gesto

Da qui la rabbia di Dybala e il plateale gesto di ieri sera dopo il gol segnato contro l’Udinese. Un gesto che ha diviso i tifosi, molti dei quali non hanno preso bene la non esultanza e quello sguardo truce rivolto alla tribuna della dirigenza. Dybala, evidentemente percepisce un clima ostile intorno a sé, ma va puntualizzato che, dall’estate del 2015 a oggi, ha guadagnato 73,1 milioni di euro lordi (38,7 netti) in sei stagioni e mezza. Che sono comunque parecchi soldi. Il dilemma, che nella testa di ogni tifoso va risolto, è se sono abbastanza per digerire qualche punzecchiatura o no.


Fonte: http://www.tuttosport.com/rss/calcio/serie-a


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