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    Guida alla 13ª giornata di Serie B: Palermo e Samp, vietato sbagliare. Il clou è Monza-Cesena

    Catanzaro-Pescara, venerdì ore 20.30

    Il Catanzaro di Aquilani è arrivato alla sosta col ko di Empoli (1-0), stop che ha interrotto la striscia di tre vittorie di fila (su Palermo, Mantova e Venezia), successi coi quali si pensava che i calabresi potessero ambire ai playoff. Per carità, l’8° posto dista comunque un solo punto. Ma, in un campionato ancor più equilibrato del solito, non sarà semplice imporsi se si replicano prove incolori come quella di Empoli. Nel Pescara invece, fa il suo esordio su una panchina di Serie B l’allenatore Giorgio Gorgone, 49 anni, ex centrocampista, subentrato il 12 novembre al posto dell’esonerato Vivarini. Trova una squadra che oggi sarebbe in C e zeppa di problemi. Ma Gorgone sa cosa vuol dire navigare in acque tempestose. Nella scorsa stagione, in C, nonostante un’infinità di guai societari, era riuscito a salvare la Lucchese, vincendo il playout col Sestri Levante e con la società che pochi giorni dopo spariva dal professionismo. Insomma, dopo l’impresa coi rossoneri toscani, a Pescara arriverà il bis? Dura, ma non impossibile.

    Avellino-Empoli, sabato ore 15

    Il 9 novembre l’Avellino di Biancolino incassava un pesante 3-0 a Cesena, risultato che ha un po’ ridimensionato gli irpini, anche se rimangono la migliore delle quattro squadre provenienti dalla C. Restiamo dell’avviso che l’Avellino a fine stagione un posto ai playoff possa ottenerlo, magari con la spinta che potrebbe arrivare da Tutino, finora frenato da problemi fisici ma che se dovesse tornare ad essere il bomber dei tempi d’oro, può essere una manna per tutta l’Irpinia. L’Empoli invece, da 5 giornate sotto la guida di Dionisi, sta iniziando a ingranare, vista l’importante vittoria ottenuta nell’ultima uscita sul Catanzaro (1-0), primo successo firmato dal tecnico di Piancastagnaio. Col sostituto di Pagliuca, l’Empoli ha ottenuto 5 punti in 5 partite: è ancora poco per le ambizioni della piazza toscana. Ma l’importante è vedere la squadra che cresce, anche se sarebbe stato meglio, a inizio stagione, non considerarla per la promozione in A: si sarebbe potuto lavorare più tranquilli e secondo le potenzialità della rosa. Che non sembrano sconfinate.

    Carrarese-Reggiana, sabato ore 15

    La Carrarese di Calabro è al 10° posto. Sta cioé replicando lo scorso sorprendente campionato, quando tutti pronosticavano l’immediato ritorno in C degli apuani e invece alla fine arrivò un’agevole permanenza in B. Certo, l’ultima prova prima della sosta, l’1-1 a Bolzano col Sudtirol, non è stata una prova delle più convincenti: la Carrarese s’è trovata in superiorità numerica già al 14’ (rosso a Merkaj), è passata in vantaggio col rigore di Schiavi ma soltanto 3’ dopo gli altoatesini firmavano il pari. Non un bel segnale, per una squadra che in superiorità numerica era già stata battuta in casa dall’Avellino. La Reggiana di Dionigi invece, in rapporto ai propri mezzi, è una delle più belle realtà della B: è all’8° posto, cioé oggi farebbe i playoff. L’ultima uscita, lo 0-0 interno con l’Entella, soffrendo un po’ troppo i liguri, magari non è stata una delle prove più edificanti. Ma intanto la Regia ha 4 punti di margine sulla zona playout: niente male, viste le attese che c’erano a inizio stagione sulla squadra.

    Entella-Palermo, sabato ore 15

    Più che onorevole il campionato dell’Entella di Chiappella, al 14° posto, +2 sulla zona playout, piazzamento ottenuto con risultati importanti, anche se sono giunti soprattutto in casa: 12 dei 14 punti che hanno i chiavaresi sono arrivati dal fortino del Sannazzari. E ora un’altra partita di prestigio, contro la presunta corazzata di Inzaghi, quel Palermo che in estate era considerato la prima favorita per la promozione e che invece nell’ultimo mese ha perso non pochi colpi: ora i siciliani sono sesti, a -6 dalla zona promozione diretta, situazione nata dalle tre sconfitte rimediate dai rosanero nelle ultime quattro gare. Insomma, o Inzaghi svolta a Chiavari oppure a Palermo inizierebbero a danzare i fantasmi delle precedenti annate, quando il Palermo a inizio stagione era puntualmente tra le favorite e altrettanto puntualmente la squadra falliva. Anche se, probabilmente, nelle iperboli del calciomercato estivo, il valore del Palermo è stato sopravvalutato.

    Padova-Venezia, sabato ore 17.15

    Derby veneto che si preannuncia gustoso. Il Padova di Andreoletti sta facendo il campionato che ci si attendeva, con una squadra in grado di guadagnarsi la permanenza nella categoria, e magari anche qualcosa di più. Specie se il Papu Gomez dovesse far sentire assai il suo contributo: l’argentino, dopo due anni di squalifica per doping, poteva rientrare già a fine ottobre ma un problema fisico lo ha tenuto ancora ai box. Ora, dopo una settimana di allenamenti in gruppo, questo attesissimo derby dovrebbe essere l’occasione giusta per rivederlo finalmente in campo, probabilmente nel secondo tempo. E il Venezia di Stroppa? Ha gli stessi punti del Palermo, 19, con la vetta del Monza a -7 e la zona promozione diretta a -6. Prima della sosta è arrivata la convincente vittoria sulla Samp (3-1) ma prima ancora avevano pesato le tre sconfitte già incassate (da Cesena in casa e da Catanzaro e Carrarese in trasferta) che rendono la classifica non in linea con le premesse d’inizio stagione, quando in teoria il Venezia doveva essere secondo solo al Palermo. Ma siamo solo a un terzo di campionato, gli arancioneroverdi di Stroppa hanno tutti i mezzi per venire fuori alla distanza.

    Bari-Frosinone, sabato ore 19.30

    Il Bari di Fabio Caserta mostra interessanti segnali di crescita: imbattuto da tre gare, nelle quali ha raccolto 7 punti, a ciò si aggiungono le tre vittorie ottenute al San Nicola nelle ultime tre uscite casalinghe. Insomma, dopo un avvio di stagione horror (ma ci voleva tempo, la squadra è stata totalmente rifondata), il Bari avrebbe le carte in regola per risalire ancora la classifica che, per il peso dei rovesci delle prime giornate, è ancora bruttina (+1 sui playout). Ma la strada intrapresa negli ultimi tempi lascia ben sperare. Il Frosinone di Massimiliano Alvini invece, sbarcherà al San Nicola per cercare di capire che cosa potrà fare da grande. I ciociari sono quarti in classifica, a -3 dal 2° posto, cioé dalla zona promozione diretta. La squadra è una delle più belle da vedersi in B, fin dalla prima giornata. Ora c’è da capire se questo Frosinone, peraltro falcidiato da tanti infortuni, è in grado di fare l’ultimo salto di qualità e dunque impostare un campionato da promozione, come accadde, a sorpresa, nel 2022/23. Stavolta però, la sorpresa sarebbe ancora più grossa, se si pensa che la scorsa stagione il Frosinone avrebbe dovuto chiudere l’annata al playout con la Salernitana e invece si ritrovò salvo in B per il caso del Brescia.

    Mantova-Spezia, domenica ore 15

    Chissà, forse la sosta non è caduta a fagiolo per il Mantova di Possanzini che era arrivato alla pausa con le ali ai piedi: due vittorie di fila, entrambe firmate dall’attaccante Ruocco, con le quali i lombardi hanno lasciato l’ultimo posto e agganciato la zona playout. Ora arriva la sfida salvezza con lo Spezia, partita davvero da brividi, punti pesantissimi per la permanenza in B. Lo Spezia dalla scorsa giornata è sotto la guida di Roberto Donadoni, tornato in panchina dopo 5 anni, ripescato dal presidente dei liguri, Charlie Stillitano, che quasi 30 anni fa l’aveva assunto come giocatore per il calcio Usa, al termine della sua esperienza come ala del Milan. All’esordio con Donadoni, lo Spezia ha fatto 1-1 in casa col Bari, risultato non disprezzabile, visto che gli aquilotti hanno giocato in 10 più di metà partita. Insomma, può essere una buona base di partenza per risalire la classifica, visto che oggi lo Spezia sarebbe in C. E in questo senso, la trasferta di Mantova può dire molto sullo Spezia che verrà. Magari evitandosi il solito cartellino rosso che ha segnato troppe partite dei liguri in questo campionato.

    Modena-Sudtirol, domenica ore 15

    Occasione ghiotta per il Modena di Sottil: mettere sotto il Sudtirol di Castori vorrebbe dire riprendersi in 1° posto e mettere un po’ di pressione alla capolista Monza che scenderà in campo soltanto alla fine di questa partita. Modena che è andato alla sosta col 2-2 raccolto a Frosinone in extremis (ma meritato), partita che ha detto come entrambe le squadre hanno i mezzi per durare nei quartieri alti fino a primavera. Chissà invece, se la sosta avrà fatto bene al Sudtirol che oggi giocherebbe il playout col Mantova. Gli altoatesini di Castori vengono da due pareggi di fila ma il dato che più conta è l’assenza di vittorie, il Sudtirol non fa 3 punti dal 27 settembre (3-1 alla Reggiana). Magari la sfida del Braglia non è l’ideale per svoltare, fatto sta che il Sudtirol è su una brutta china e senza un cambio di passo la classifica a breve potrebbe farsi ancor più pesante.

    Monza-Cesena, domenica ore 17.15

    Il match clou della giornata. Il Monza di Bianco è andato in testa prima della sosta grazie alla sesta vittoria consecutiva, a Pescara, uno 0-2 che ha portato anche la firma di un talento assoluto come Colpani che all’Adriatico ha battuto il primo colpo stagionale con una rete meravigliosa, da vedere e rivedere (5 difensori avversari fatti fuori prima di concludere superbamente a rete). Insomma, il Monza balbettante delle prime giornate, quello che perdeva ad Avellino o in casa col Padova, è ormai un lontano ricordo. Al punto che ora ci si chiede se i brianzoli saranno in grado di ripetere l’assolo che fece un anno fa il Sassuolo, andando in A dominando la categoria. Ma occhio al Cesena. I romagnoli di Mignani sono la squadra più forte in trasferta, dove vantano già ben 5 vittorie (a Pescara, a Marassi con la Samp, a Venezia, a La Spezia e a Bolzano col Sudtirol), un rendimento stratosferico al punto che, se il Cesena non avesse fallito un po’ troppe partite interne (ma negli ultimi tempi al Manuzzi le cose vanno meglio), oggi si parlerebbe del dominio del Cesena sulla B, non di quello possibile del Monza. Ecco, per capire quanto può essere forte lo squadrone brianzolo, forse proprio il Cesena può dirlo più di tutti.

    Sampdoria-Juve Stabia, lunedì ore 20.30

    Ennesima sfida che la Samp non può fallire, ma l’impegno, per quel che i blucerchiati (non) stanno facendo vedere, non è dei più semplici. Dopo il tonfo di Venezia e l’ultimo posto in solitaria, non ci sono più alibi per il Doria. Nel clan blucerchiato si guarda al mercato di gennaio come la chiave fondamentale per risollevare la squadra. Possibile che fin dai primi giorni di trattative arrivino nomi di peso, tanto più che la sosta invernale sarà più corta del solito (a gennaio si tornerà in campo già il 10). Ma la verità è che quasi sempre il mercato di riparazione lo si fa con la classifica in mano. E se quella dei blucerchiati dovesse ulteriormente peggiorare (già ora i playout sono a -4 e la salvezza diretta a -6), non sarà semplice portare a Genova calciatori decisivi, quelli che non sono arrivati in estate, quando è stata varata una squadra incompleta e più debole di quella che nella scorsa stagione era retrocessa in C, prima che arrivasse “l’aiutino” dal Brescia. E occhio alla Juve Stabia di Abate che sbarcherà a Marassi per fare un figurone. Il club campano è al 7° posto e può ulteriormente migliorare il piazzamento playoff, dovendo recuperare – il 4 dicembre – la sfida interna col Bari. Juve Stabia che non ha minimamente risentito dell’amministrazione giudiziaria varata un mese fa per bonificare il club dalle società di servizio allo stadio di Castellammare in odore di camorra. Anzi, a ben vedere, dallo scoppio del caso, la squadra di Abate sembra cresciuta, segno che il problema societario non aveva ricadute sul settore sportivo e probabilmente è stato circoscritto per tempo. LEGGI TUTTO

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    AG4IN, il film sul quarto scudetto del Napoli sarà trasmesso dopo Napoli-Atalanta

    La 12ª giornata di campionato

    Da sabato 22 a lunedì 24 novembre, in scena la dodicesima giornata della stagione. Sabato alle 20.45 si parte con il big match Napoli-Atalanta (Sky Sport Uno, Sky Sport Calcio, Sky Sport 251 e Sky Sport 4K). Domenica alle 18, sarà la volta di Lazio-Lecce (Sky Sport Calcio, Sky Sport 251 e Sky Sport 4K); mentre lunedì, alle 18.30, toccherà a Torino-Como (Sky Sport Uno, Sky Sport Calcio e Sky Sport 251).

    AG4IN – Sabato al termine di Napoli-Atalanta da non perdere “AG4IN – Il film del quarto scudetto del Napoli”

    Dopo il grande successo nelle sale al debutto cinematografico di settembre, il documentario diretto da Giuseppe Marco Albano e prodotto da Filmauro arriva su Sky e in streaming su NOW per far rivivere ai tifosi partenopei la straordinaria stagione che ha portato alla vittoria del quarto tricolore azzurro, tra immagini già nella storia del club partenopeo, interviste, retroscena e momenti chiave. Un viaggio esclusivo nel cuore del Napoli campione d’Italia, che mostra dall’interno come il gruppo capitanato da Antonio Conte, tra sacrificio e orgoglio, sia riuscito a superare ogni ostacolo fino al trionfo del 23 maggio 2025. Appuntamento alle 22.45 su Sky Sport Uno, Sky Documentaries e Sky Cinema Due. Disponibile anche on demand.

    Studi e volti di Sky Sport

    Sky fornirà una copertura totale della stagione grazie alla sua squadra editoriale con pre e postpartita di tutte le sfide, gli studi e le rubriche dedicate. Venerdì sera si parte alle 23 con Friday Night, il programma condotto da Fabio Tavelli e Rachele Sangiuliano che saranno in compagnia di Massimo Marianella e Giancarlo Marocchi. Sabato pomeriggio analisi e commenti affidati a La Casa dello Sport – Day, dalle 14 con Mario Giunta insieme a Riccardo Gentile e Marco Bucciantini. Pre e postpartita dalle 20 e dalle 22.40 affidato a Saturday Night, con Giorgia Cenni in compagnia di Paolo Condò, Fabio Quagliarella, Stefano Borghi e Luca Marchegiani in collegamento da Napoli. 

    Domenica si riparte a mezzogiorno con La Casa dello Sport – Day condotto da Sara Benci, con Angelo Carotenuto e Michele Padovano ospiti in studio. Alle 15.30 spazio a Sky Sunday Football, con Leo Di Bello, Fernando Orsi, Marco Nosotti e Maurizio Compagnoni. Durante i match delle 20.45 nuovo appuntamento con Campo Aperto, con gli aggiornamenti live dai campi di gioco con Leo Di Bello in compagnia di Paolo Assogna, Luca Marchetti e Dario Massara. 

    Pre e postpatita affidato a Sky Calcio Club, il programma condotto da Fabio Caressa. Compongono la tavola rotonda Beppe Bergomi, Luca Marchegiani, Paolo Di Canio, Alessandro Costacurta e Marco Bucciantini. Lunedì, dalle 18 e dalle 20.30 sarà il momento di Speciale Campo Aperto, con Leo Di Bello in compagnia di Federico Zancan, Riccardo Montolivo e Massimo Gobbi in collegamento da Torino. Dalle 22.45 appuntamento con L’Originale. Alessandro Bonan sarà in compagnia di Veronica Baldaccini, Luca Gotti, Riccardo Montolivo, Gianfranco Teotino, Fayna e Gianluca Di Marzio.

    Inoltre, tutte e 10 le partite di ogni turno di Serie A saranno visibili nei bar, hotel e altri locali pubblici, con abbonamento Sky Business, sempre con la competenza e la qualità del commento della squadra di Sky Sport. LEGGI TUTTO

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    Cristante l’ultimo degli antidivi

    Ci sono giocatori che la Curva sopporta e l’allenatore supporta: sino a quando, almeno, gli estremi non si mescolano. Sono cognomi da album Panini, nomi che scivolano alla lettura delle formazioni e si agitano prigionieri tra le scariche dello speaker. Invece no: saranno loro a farci prigionieri. Bryan Cristante ha 30 anni ed è uno di questi. Sbuffi di Milan, toccata e fuga al BenficaAbbonati per continuare a leggere- oppure -sottoscrivi l’abbonamento pagando con GoogleABBONATI CON LEGGI TUTTO

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    Momenti di Conte

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    Andrea Ranocchia incorona Chivu: “Parla come Mourinho, è perfetto per l’Inter”

    “No, grazie (ride, ndr). In questo momento sono impegnato in tv, collaboro con l’Inter fuori dal campo e va bene così. Non sono pronto, né ho quella passione che potrebbe spingermi a rimettermi in discussione. Almeno non adesso. Più avanti, chissà”.

    Bisseck centrale può rivelarsi una grande intuizione?

    “Diciamo che c’è una base, può lavorarci sicuramente. Questo ragazzo mi piace molto, per caratteristiche è un profilo internazionale. Può affermarsi anche in quel ruolo”.

    Da Pavard ad Akanji l’upgrade è stato più importante del previsto.

    “Ricordiamoci che viene fuori dalla scuola di Guardiola. Un allenatore di grande profilo come Pep ti fa crescere tantissimo, ti dà un bagaglio che porti con te sempre. Ma il vero vantaggio l’Inter l’ha trovato altrove”.

    Dove?

    “In attacco. Passare da Taremi e Arnautovic a Pio e Bonny ti dà un vantaggio importante. Lo si è visto durante l’assenza di Thuram, che ha recuperato in tutta tranquillità. L’anno scorso non sarebbe stato così”.

    Le pressioni su Esposito sono sproporzionate?

    “In Italia subito nascono i paragoni con i grandi del passato, funziona così. Anche qui però torna utile la sensibilità di Cristian: finora è stato bravissimo a gestirlo e lo sarà anche in futuro. Fece lo stesso con me: avevo poca esperienza quando arrivai a Milano, ma i suoi consigli mi aiutarono a superare il trauma del grande salto”.

    Lautaro rideva di più quando c’era lei?

    “Da come pressa, lotta ed esulta fa capire quanta fame abbia. Lauti è un giocatore internazionale, è un simbolo di una squadra che vuole sempre vincere e raggiungere obiettivi. Ho sentito ciò che è stato detto, ma è un suo modo di vivere le partite. È un bravissimo ragazzo, fuori dal campo ride eccome. Quando deve fare il suo dovere, il sorriso non gli serve granché. L’ambizione è il suo vero punto di forza: per questo continua a battere record. Non si accontenta mai”.

    Frattesi riuscirà a ritagliarsi spazio in questa Inter?

    “Normale che in nerazzurro la concorrenza sia tanta e agguerrita. Ma stiamo parlando di una squadra che ha basi solide e che continuerà a primeggiare, per cui spero per lui e per il club che questo matrimonio possa continuare. Le partite sono tantissime, credo che Chivu troverà spazio anche per lui. Ha caratteristiche che possono tornare sicuramente utili. Deve lavorare per farsi trovare pronto”. LEGGI TUTTO

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    Gasperini, uno shock salutare per la Roma: il ritratto di un eroe classico insensibile alle moine

    Sappiamo tutti, non come andrà a finire, ma come sta andando, e pazienza se dovesse finire. L’Antipatico sta facendo strage di cuori e non sembra la favola di Cappuccetto Rosso. Altro che cotta di stagione. Detto tra noi: siamo alle porte del miracolo, se non del cielo! La Roma oggi è prima lassù, sgambettando là davanti con uno struggente mosquito, il tenero Baldanzi, e una non meno struggente lastra di marmo, il non meno tenero Dovbyk. Due inoffensivi, per quanto chiamati a offendere, per gentilezza d’animo prima ancora che per limiti tecnici. 

    Cioè, vuoi dire che Gasperini alla Roma sta esagerando, più di quanto abbia esagerato a Bergamo? Beh, già che te lo chiedi vuol dire tanto. Oggi è così, e siccome conta solo l’oggi, qualcuno, centinaia di migliaia, sono autorizzati a esultare (e sognare, chiosa Gasp). Preso atto dello scudetto già vinto, in attesa di quello eventuale onirico, la domanda è un’altra: stiamo forse scoprendo un Gasperini che non sapevamo? Una diversa accezione del Gasp più che mai esclamativo? Io dico di sì e ci provo a dirlo. Il suo segreto. 

    Ogni uomo ha un segreto inconfessabile. Un segreto che nasconde anche a sé stesso. Perché troppo disturbante o perché troppo faticoso da decifrare. Negli allenatori di calcio il concetto è ancora più vero. Nella maggioranza, miracolati normodotati che si coricano la notte ringraziando Gesù Bambino o l’Emiro d’Arabia, a volte entrambi, e pizzicandosi a sangue per convincersi che è tutto vero. «Sono davvero io costui che imbarca ogni mese bonifici da paura per farneticare teorie astruse e strepitare amenità motivazionali a ragazzini più ricchi di me?». I più intelligenti e onesti di loro sanno bene che la loro fortuna dipende solo in modesta percentuale da se stessi. I buoni calciatori, sono loro che ti fanno vincere. Tutti gli altri maghi da panchina convivono (bene) con il loro (modesto) senso di colpa, confessano la loro inadeguatezza dando fuori di matto una volta a settimana, gesticolando come ossessi, scaraventando giacche e cappotti, meglio se a favore di telecamere. 

    Le eccezioni confermano la regola. Sono i Carismatici di diverse matrici. Gente che si farebbe probabilmente notare anche senza un pallone tra i piedi. Il più semplice da raccontare è Jose Mourinho, il suo Ego lo spiega e lo esaurisce, lo esalta o lo affonda. Pep Guardiola è in fondo del suo genere. Un narciso super intelligente. Meno sfrontato, trovando probabilmente inelegante l’esagerare con la prima persona. Antonio Conte, lui sì molto estremo. Un figlio del Salento, etnicamente e storicamente votato al furore («Io non accompagno i morti» è roba forte, eccesso puro). Luciano Spalletti è un bipolare quasi impossibile da maneggiare, ti affascina o ti deprime. Carlo Ancelotti è speciale. La sua semplicità è forgiata nel tungsteno, la sua bonomia ha qualcosa di micidiale, nel senso della determinazione. Un carro armato di marzapane. 

    E poi c’è Gian Piero Gasperini. Meglio dire, Gasperini a Roma. Lui, forse, è il più interessante da raccontare. Un grandissimo allenatore. Senza un ego smodato, non perseguitato da un’intelligenza imbarazzante, esente da patologie manifeste, non interessato a mostrarsi benevolo per nascondere la sua natura di ferro. Lui è quello che è. E sa essere quello che è senza mai confondersi, senza perdere mai la bussola o la battuta, senza mai sprecare un aggettivo, un gemito o un sorriso. Essenziale e implacabile. Dice quello che deve dire, non una parola di più. Come la colt di Gary Cooper in Mezzogiorno di fuoco o quella di Harrison Ford alias Indiana Jones. Niente spari superflui, ma solo quelli che uccidono. Nessuna concessione alla platea. Lo spettacolo non serve se non è crudele. Un eroe classico da vecchia frontiera, antipatico quando è necessario esserlo, simpatico solo se non nuoce all’impresa. Se apre la porta di un saloon sai che succederà sempre qualcosa. 

    Uno shock salutare, uno come Gasp, nella città che da Nerone a Petrolini reclama lo show piacione, il circo e l’applauso. Lui se ne frega delle moine. Lui è applicato a tempo pieno. Lui studia il suo calcio e i suoi calciatori come studia le sue vigne, senza sentimenti superflui. Ma il palato è fine, la dedizione totale. Il non essere fuorviato da esuberanze di ego, manie, simpatie e antipatie, lo aiuta a cogliere il massimo da quello che ha. E a prendere il meglio da quello che non ha. Tantissime le imprese che lo raccontano tra Genoa, Atalanta e ora Roma. Ne scelgo una, Sculli al Genoa. Lo cancella come modesto attaccante e lo reinventa come fondamentale stallone da portare in tutte le scorribande del suo calcio da trincea, dove vivi o muori. Ma sapendo che non vai mai allo scontro davvero da solo. Intorno a te, la solidarietà è assoluta. Se tu vai a vivere o morire a sinistra, c’è qualcosa che vive o muore a destra, dove lo sguardo non arriva, perché non ha bisogno di arrivare. 

    Da lui non arrivano mai calciatori conclamati. Troppo facile. Arrivano, piuttosto, calciatori che, senza di lui, non lo sarebbero mai stati. Un esempio tra i tanti? Josip Ilicic all’Atalanta. Un talento lunatico e irritante che diventa il calciatore più decisivo del calcio italiano. Devi solo seguirlo, il Gasp. Se sopravvivi, lui ti fa vivere. Da re. E scoprire che il pallone può diventare pazza gioia. Soulé, Pellegrini, Celik, Wesley, N’Dicka e compagni lo stanno scoprendo, Cristante e Mancini lo stanno riscoprendo. L’andare ebbri negli spazi, ma lucidi nell’essenza. Sapere sempre quello che devi fare. 

    Un Gasperini che non ha più nemmeno bisogno del tempo. Uno come lui, si diceva, gli devi dare tempo, quello che gli serve per plasmare, se non vuoi prenderne solo il peggio, cioè il caos. La sua Roma (merito anche del fondamentale passaggio di Ranieri) ha conosciuto giorni di mediocrità, ma mai un giorno di caos. E ora sembra libera anche dalla mediocrità.  LEGGI TUTTO

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    Bari rinato con Moncini-Gytkjaer  

    A inizio campionato, Bari e Samp erano le “grandi malate” della B. Ma nelle ultime giornate i pugliesi hanno cambiato marcia, non perdono da 3 partite in cui hanno raccolto 7 punti (tanti quanti ne ha in tutto la Samp ultima) e possono provare a impostare un campionato diverso, lontano dalle sabbie mobili della classifica. Certo, con una squadra rifondata da zero e con un tecnico nuovo come Fabio Caserta, era prevedbile una partenza al rallentatore. La piazza poi, anche se LEGGI TUTTO

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    Modena: che fenomeno! La Samp deve svegliarsi

    La squadra rivelazioneA un solo punto dal Monza che forse dominerà la B come il Sassuolo della scorsa annata, il Modena di Sottil è la più bella sorpresa del campionato: 2° posto e zona promozione diretta senza effetti speciali e con tanto buon senso. Cedendo in estate la stella Palumbo ma costruendo una squadra solidissima (un solo ko nel derby di Reggio Emilia, nessuno ha perso così poco), dove Sottil si sta prende LEGGI TUTTO