consigliato per te

  • in

    Bologna, sette vite e un volto solo

    Niente ferma il Bologna. Infortuni a raffica, rigori sbagliati, avversari che non mollano mai. Questo è un Bologna dalle sette vite (e sette vittorie) e da un solo volto. Quello della vittoria. La forza di una squadra è costituita da valori tecnici, tempra fisica e certezze. Il Bologna sa che questa stagione può aprire dimensioni senza confini. Le attuali protagoniste della serie A non sono prime donne, non c’&egrav LEGGI TUTTO

  • in

    Contestazione Lazio, ma cosa c’entra la squadra?

    Chissà se andrà a buon fine, ma se così sarà dovremmo togliere quell’aggettivo. Perché uno dei criteri di ogni manifestazione dovrebbe essere quello di non danneggiare soggetti terzi, figuriamoci poi se questi rappresentano addirittura coloro ai quali i manifestanti dovrebbero rivolgere il proprio affetto. Chiarisco. L’ultima, enorme gaffe di Lotito riguarda il divieto alla nipote di Vincenzo Paparelli di entrare in campo per ric LEGGI TUTTO

  • in

    Vanoli e Spalletti, il lavoro è tanto

    Unisciti alla Community
    Accedi o registrati per dire la tua sugli argomenti che più ti interessano e vivere tutti i servizi di Corriere dello Sport–STADIO”.
    Completa il tuo profilo per essere sempre aggiornato su notizie, eventi, offerte e tutto ciò che fa vibrare il mondo dello sport.ACCEDIUtilizza il tuo account social o inserisci le credenziali scelteGoogleFacebookTwitter AppleoppureNon hai ancora un account? Registratio entra con DISQUS LEGGI TUTTO

  • in

    Conte si è ripreso il Napoli L’Atalanta riparta da Scamacca

    Dopo giorni e giorni inquieti, seguiti alla sfuriata bolognese, alla settimana di distacco dalla squadra, alle congetture sul suo futuro,Conte si è ripreso il Napoli. La vittoria sull’Atalanta per i Campioni d’Italia vale doppio in questa fase così importante della loro stagione, attesi come sono martedì dal Qarabag in Champions e dall’appuntamento con la Roma il 30 novembre all’Olimpico. Per contro, l’Atalanta ha capito sulla LEGGI TUTTO

  • in

    Spalletti scuote la Juve: “Dobbiamo alzare il livello”

    21:05

    La Juve non sfonda, Fiorentina ancora senza vittoria

    La Juve non sfonda, Fiorentina ancora senza vittoria: al Franchi finisce pari. Bianconeri in vantaggio con Kostic a fine primo tempo, nella ripresa arriva il gol di Mandragora. Inutile il forcing finale della squadra di Spalletti. LEGGI IL COMMENTO

    20:51

    Spalletti: “Pochi minuti per Openda e David? Ha ragione lei”

    Spalletti in conferenza stampa: “Pochi minuti per Openda e David? Ha ragione lei, li ho fatti entrare tardi. Ha ragione lei”.

    20:46

    Spalletti: “Abbiamo fatto troppo poco. Non dobbiamo vincere, vogliamo vincere”

    Spalletti in conferenza stampa: “Non dobbiamo vincere, vogliamo vincere. C’è una presa di coscienza della squadra. Abbiamo fatto troppo poco. Yildiz? Abbiamo insistito troppo con un gioco perimetrale, non siamo riusciti a scovarlo, a pescarlo con delle imbucate. Nel secondo tempo c’è stato più movimento, più sbattersi dietro a quello che deve essere il ritmo della partita. Qualche spazio in più si è creato, abbiamo fatto girare la palla con qualità superiore. E abbiamo trovato Yildiz decentrandolo un po’ di più la sinistra. Ma poco, lo stesso. Per arrivare in fondo devo trovare diciotto, venti titolari. Anche in Champions qualcosa andrò a cambiarla dando fiducia ai giocatori che ho. La prima dote di un allenatore è fargli sentire che gli vuoi bene. E se non li fai giocare è difficile che lo sentano”.

    20:42

    Spalletti: “Continuando a fare gli stessi errori raccogliamo gli stessi risultati”

    Spalletti in conferenza stampa: “Siamo sotto al livello di calcio che dobbiamo esibire, è inutile aggrapparci agli episodi. Stiamo continuando a fare gli stessi errori e, di conseguenza, raccogliamo gli stessi risultati. O si cambia qualcosa o non si migliora. La cosa che mi fa ben sperare è aver visto la squadra abbattuta”.

    20:38

    Fiorentina-Juve, Spalletti: “Gioco interrotto per i cori contro Vlahovic? Bisogna farla finita”

    Spalletti a Dazn: “I cori contro Vlahovic? Più gli vanno addosso, più risponde in maniera positiva. Da un punto di vista sociale dobbiamo farla finita di usare gli stadi per cose che non hanno senso nello sport. Più ci si mette a capirlo e più andiamo a imbruttire quello che è lo sport più bello del mondo. Senza calcio sarebbe una vita più triste, ma dobbiamo migliorare anche in questo”.

    20:37

    Spalletti: “Abbiamo trovato troppo poco Yildiz”

    Spalletti a Dazn: “Yildiz lo abbiamo trovato troppo poco. Bisogna alzare quello che è il nostro livello. Nel primo tempo ha giocato più accentrato, nel secondo più sul centro sinistra, ma è chiaro che lo dobbiamo trovare di più. Dobbiamo andare a verticalizzare un po’ di più”.

    20:35

    Spalletti dopo Fiorentina-Juve: “Bisogna assolutamente alzare il livello”

    Spalletti a Dazn: “Siamo stati troppo scolastici nel primo tempo, abbiamo fatto degli errori che da un punto di vista di qualità non possiamo fare. Il nostro livello deve essere superiore a quello che abbiamo fatto vedere. Dobbiamo alzare il livello di tutti per venire su campi insidiosi come quello della Fiorentina a vincere. La Fiorentina aveva voglia di vincere, è sotto livello per il suo valore, Vanoli sa dare una carica emotiva importante. Ha passione e attitudine a far correre e lottare i calciatori. Ma anche noi siamo stati scelti per far dare di più. Dobbiamo assolutamente alzare il livello. Come ambizione bisogna avere la lotta per lo scudetto, non lo scudetto. Penso di riuscire a far dare di più rispetto a oggi. Il silenzio al rientro nello spogliatoio, mi evidenzia che anche loro non sono contenti della prestazione. Mi fa piacere. Bisogna scendere in campo e giocare un calcio differente. Siamo quello che facciamo vedere”.

    20:30

    Gioco interrotto durante Fiorentina-Juve per cori a Vlahovic

    Gioco interrotto durante Fiorentina-Juve per cori a Vlahovic: cosa ha detto l’arbitro a Ranieri e il gesto ai tifosi. Succede tutto dopo il rigore prima fischiato all’attaccante serbo, grande ex della gara, e poi revocato dopo revisione al Var. LEGGI TUTTO

    20:20

    Serie A, risultati e calendario

    Risultati e calendario della Serie A aggiornati dopo Fiorentina-Juve 1-1. CONSULTA RISULTATI E CALENDARIO

    20:13

    Serie A, come cambia la classifica dopo Fiorentina-Juve

    Come cambia la classifica di Serie A dopo Fiorentina-Juve 1-1. CONSULTA LA CLASSIFICA

    20:05

    Fiorentina-Juve 1-1, a breve Spalletti live

    Si è appena conclusa Fiorentina-Juve allo stadio Franchi: 1-1 tra i viola e i bianconeri nella gara valida per la dodicesima giornata di Serie A. In gol Kostic al 50′ del primo tempo e Mandragora al 3′ della ripresa. A breve il commento di Luciano Spalletti.

    Stadio Franchi – Firenze LEGGI TUTTO

  • in

    Inter-Milan d’oro: le due rose valgono oltre un miliardo

    MILANO – Ducentoventidue milioni. È la differenza di valore delle rose di Inter e Milan, secondo la quotazioni e i dati di Transfermarkt. Novantasette milioni, invece, è la differenza di costo dei due organici. Solo che la bilancia è ribaltata. La squadra nerazzurra, infatti, vale molto di più, ma è anche costata parecchio meno. È la fotografia di quanto accaduto negli ultimi anni, con l’eccezione dell’ultima estate. Viale Liberazione, mossa dalla necessità di sistemare i conti, senza contare i cordoni chiusi di Suning, ha dovuto condurre sessioni di mercato a costo zero, se non in attivo. Ciò non ha impedito, però, al trio Marotta-Ausilio-Baccin di costruire squadre altamente competitive, di conquistare trofei e pure di valorizzare i propri asset, ovvero i calciatori.

    Inter-Milan, strategie differenti

    Il Milan si è mosso in maniera diversa. Sfruttando un bilancio in attivo ormai da 3 anni, infatti, via Aldo Rossi non si è mai risparmiata negli investimenti. Nemmeno la scorsa estate c’è stato un cambio di rotta, nonostante la mancata qualificazione in Champions. È stato possibile per l’eccellente capacità di vendere i propri giocatori. Sono stati fatti sacrifici, vedi Theo Hernandez ad esempio, ma sempre ottenendo il massimo possibile per i forzieri rossoneri, basti pensare a Thiaw ceduto al Newcastle per una quarantina di milioni, dopo averlo acquistato per appena 6. La conseguenza è stata che, di stagione in stagione, il Diavolo è andato incontro a corposi stravolgimenti dell’organico. O, addirittura, a vere e proprie rivoluzioni, come nell’ultima estate. La valorizzazione dei nuovi elementi avverrà più avanti – ora siamo ad un +22% – a differenza dell’Inter, che invece ha un nutrito zoccolo duro e che ha realizzato un clamoroso +141,2%.  

    Al netto del flop dello scorso anno, il Milan è sempre riuscito a restare ai vertici. Nel 2022 ha conquistato lo scudetto, nella scorsa stagione una Supercoppa, ma la sensazione costante è stata quella di ricominciare quasi dopo ogni annata. Insomma, Inter e Milan sono stati simboli diametralmente opposti: di continuità per la sponda nerazzurra, di cambiamento per quella rossonera.

    Inter-Milan, si punta sui giovani

    A proposito della scorsa estate, c’è da dire che le linee guida che avevano caratterizzato i due club negli anni precedenti, hanno iniziato in qualche maniera a sovrapporsi. L’Inter, tanto per cominciare, ha abbandonato la strada degli svincolati, con cui aveva abbattuto il costo dei cartellini, puntando però in diverse occasioni su profili chilometrati, comunque di grande rendimento. L’ultima campagna acquisti, tornata ad essere dispendiosa grazie all’exploit dei ricavi che ha permesso di registrare il primo utile della storia, ha portato a Chivu elementi giovani e di prospettiva (unica eccezione Akanji), da far crescere e valorizzare internamente. È stata la filosofia rossonera dall’insediamento di Elliott prima e RedBird poi. Con un cambio di rotta, però, avvenuto proprio al termine dell’ultima annata: il primo innesto, infatti, è stato uno svincolato, addirittura quarantenne, come Modric, 40 anni, che ha immediatamente portato esperienza e mentalità. E uno degli ultimi, il 30enne Rabiot, una sorta di usato più che sicuro. Nel frattempo, si è anche alzata l’asticella del limite per il costo dei cartellini: non più 20-25 milioni, ma anche 35-40, come per Jashari e Nkunku. Era inevitabile per ridurre il margine di incertezza.  

    Di contro, l’Inter ha imboccato esattamente la prima strada rossonera, forse perché Oaktree è un fondo esattamente come RedBird. Così tutti i nuovi innesti non sono stati pagati non oltre i 25 milioni. C’era margine per un’eccezione, ma tra Lookman e Koné, alla fine, non si è fatto nulla. E allora chissà che questi numeri, tutti sbilanciati dalla parte nerazzurra, non si riequilibrino in futuro. Del resto, anche la prossima estate l’Inter dovrà investire per sostituire tutta una serie di “grandi vecchi”. Anche in questo senso, una risposta la darà il derby di domani sera.  LEGGI TUTTO

  • in

    Caos arbitri, l’Aia è morta e va subito ricostruita

    Doverosa premessa: la comunicazione di conclusione delle indagini notificata dalla Procura Federale al presidente dell’AIA, Antonio Zappi, non è una sentenza di condanna. Il massimo dirigente arbitrale, infatti, avrà modo, nel pieno rispetto del fondamentale diritto di difesa che gli deve essere riconosciuto, con i tempi e le scansioni del procedimento sportivo, di esporre tutti gli argomenti a propria difesa. Il dato che, però, emerge, alla luce dalle contestazioni mosse dal rappresentante dell’accusa Figc, il Consigliere di Stato, Giuseppe Chinè, appare raccapricciante e, al tempo stesso, in grado di mettere in ginocchio l’organizzazione dei fischietti di vertice, la loro governance e la stessa sopravvivenza di un modello. Modello che, a prescindere dalla cronaca attuale, si è rivelato, non infrequentemente, obsoleto, permeabile e in balia di soggetti spregiudicati le cui condotte hanno, anche in un recente passato, cagio-nato enormi danni reputazionali e di credibilità al sistema. La posta in palio è altissima. I custodi delle regole sul campo sono i primi a dover dimostrare equilibrio, imparzialità e garantire un principio fondamentale, ovvero quello di democrazia interna. Tale precetto vale ancor di più se riferito alle figure apicali dell’Associazione, in primis il presidente. Secondo il Dott. Giuseppe Chinè, magistrato di comprovata esperienza e di indiscutibile terzietà, Antonio Zappi avrebbe violato i doveri fondamentali dell’ordinamento sportivo, parliamo di lealtà, correttezza e probità, cardini irrinunciabili dell’autonomia e del corretto funzionamento dell’AIA, oltre ad una serie di norme regola-mentari poste a presidio della stessa.

    Esercitare pressioni per indurre alle dimissioni Organi tecnici nazionali, promettere ruoli e cariche in cambio della rinuncia oltre che compensazioni economiche di pari livello, queste, in sintesi, le accuse mosse a Zappi, rappresentano, ove dimostrate, la negazione di valori su cui si fondano l’essenza e l’esistenza della più figura insostituibile del calcio, al pari di ogni altro sport. Chi non ricorda le tristi gesta di Rosario D’Onofrio, accusato, nel 2022, di avere svolto le funzioni di procuratore arbitrale, recandosi liberamente a Roma, allorquando era agli arresti domiciliari per traffico internazionale di droga, reato per cui è stato condannato, in primo grado, dal Tribunale di Milano, a 5 anni e 8 mesi di reclusione? Chi non ricorda, nell’annus horribilis del calcio italiano, il 2006, il presidente, Tullio Lanese, i designatori della Serie A, Bergamo e Pairetto, il direttore di gara designato per i Mondiali, Massimo De Santis, colpiti, in sede sportiva, da inibizioni di medio-lungo periodo? Lo scandalo, l’ennesimo, deflagrato in questi giorni, ferma la presunzione di non colpevolezza, appare, almeno a chi scrive, molto simile, purtroppo, quanto a opacità, antidoverosità e portata lesiva della reputazione dell’Istituzione, a quelle appena descritte. A brevissimo conosceremo gli sviluppi dell’indagine, in particolare se il presidente AIA sarà sottoposto al giudizio disciplinare del Tribunale Federale Nazionale, iniziativa di cui, allo stato, la Procura Figc sembra convinta oppure se il caso verrà archiviato.

    Certo è che, in ipotesi di affermazione di responsabilità e conseguente condanna, indipendentemente dall’entità della sanzione, Antonio Zappi, salvo dimissioni preventive e spontanee, sarà costretto a la-sciare la carica di massimo rappresentante associativo degli arbitri. Il commissariamento si rivelerebbe inevitabile e il momento, in attesa di nuove elezioni, potrebbe essere propizio per affrontare il tema di una riforma (già avvenuta, lo ricordiamo, per ciò che attiene alla giu-stizia arbitrale, dopo il caso D’Onofrio, con eliminazione degli organi domestici AIA), della gestione dei fischietti chiamati a dirigere i campionati di vertice. Creare una struttura tecnica sganciata dall’AIA, dalle dinamiche politiche, elettorali ed associative che spesse volte ne hanno compromesso, a tacer d’altro, la funzionalità, da costituire presso la Figc e sotto il controllo di questa, integra uno spunto di riflessione e una base di partenza. Gli arbitri di eccellenza, l’elite della direzione sportiva, dipenderebbero dalla Federazione, senza più dover fare i conti con un mondo in cui essere figlio d’arte, avere un parente nell’organigramma dirigenziale o appartenere ad una Sezione piuttosto che ad un’altra possano costituire una scorciatoia o il lasciapassare per traguardi altrimenti immeritati.

    Arbitrare è tremendamente difficile, importantissimo è il ruolo di chi applica le regole in campo, senza direttori credibili, super partes ed estranei a qualsivoglia condizionamento, il movimento è destinato all’implosione ma lo è anche se i dirigenti dell’AIA, i designatori ed i vertici associativi non sono e non si dimostrano, all’interno ed all’esterno, al di sopra delle parti, senza macchia e portabandiera di principi quali, lo ripetiamo, la lealtà, la correttezza e la probità. I modelli da seguire non mancano, anche se lontani sono i tempi in cui Concetto Lo Bello, Giulio Campanati, Cesare Gussoni, Luigi Agnolin e anche il mio Amico, Roberto Armienti, soldato di provincia ar-bitrale bolognese, conferivano lustro alla categoria e trasmettevano fulgidi esempi di virtù e spirito di servizio. Certamente, quanto è sotto gli occhi di tutti non consente di rimandare oltremodo la più profonda delle valutazioni circa la riorganizzazione di un settore nevralgico, nell’ambito del quale il calcio sente, e da tempo, la necessità di profonde riforme, con restituzione dei gradi di dignità, onore e rispettabilità che esso merita. LEGGI TUTTO

  • in

    Ora il Venezia non può sbagliare gara 

    Il Venezia (che ha gli stessi punti del Palermo) è 5° in classifica a -6 dalla promozione diretta (cioè dal Modena secondo) e a -7 dal Monza capolista. Un po’ pochino, considerato che i lagunari di Stroppa dovevano essere i principali favoriti per la promozione in A, subito dopo i rosanero di Inzaghi. Per carità, ci sono ancora due terzi di campionato da giocare e tutto può succedere, viste anche le grandi potenzialità della rosa v LEGGI TUTTO