consigliato per te

  • in

    Caos arbitri, l’Aia è morta e va subito ricostruita

    Doverosa premessa: la comunicazione di conclusione delle indagini notificata dalla Procura Federale al presidente dell’AIA, Antonio Zappi, non è una sentenza di condanna. Il massimo dirigente arbitrale, infatti, avrà modo, nel pieno rispetto del fondamentale diritto di difesa che gli deve essere riconosciuto, con i tempi e le scansioni del procedimento sportivo, di esporre tutti gli argomenti a propria difesa. Il dato che, però, emerge, alla luce dalle contestazioni mosse dal rappresentante dell’accusa Figc, il Consigliere di Stato, Giuseppe Chinè, appare raccapricciante e, al tempo stesso, in grado di mettere in ginocchio l’organizzazione dei fischietti di vertice, la loro governance e la stessa sopravvivenza di un modello. Modello che, a prescindere dalla cronaca attuale, si è rivelato, non infrequentemente, obsoleto, permeabile e in balia di soggetti spregiudicati le cui condotte hanno, anche in un recente passato, cagio-nato enormi danni reputazionali e di credibilità al sistema. La posta in palio è altissima. I custodi delle regole sul campo sono i primi a dover dimostrare equilibrio, imparzialità e garantire un principio fondamentale, ovvero quello di democrazia interna. Tale precetto vale ancor di più se riferito alle figure apicali dell’Associazione, in primis il presidente. Secondo il Dott. Giuseppe Chinè, magistrato di comprovata esperienza e di indiscutibile terzietà, Antonio Zappi avrebbe violato i doveri fondamentali dell’ordinamento sportivo, parliamo di lealtà, correttezza e probità, cardini irrinunciabili dell’autonomia e del corretto funzionamento dell’AIA, oltre ad una serie di norme regola-mentari poste a presidio della stessa.

    Esercitare pressioni per indurre alle dimissioni Organi tecnici nazionali, promettere ruoli e cariche in cambio della rinuncia oltre che compensazioni economiche di pari livello, queste, in sintesi, le accuse mosse a Zappi, rappresentano, ove dimostrate, la negazione di valori su cui si fondano l’essenza e l’esistenza della più figura insostituibile del calcio, al pari di ogni altro sport. Chi non ricorda le tristi gesta di Rosario D’Onofrio, accusato, nel 2022, di avere svolto le funzioni di procuratore arbitrale, recandosi liberamente a Roma, allorquando era agli arresti domiciliari per traffico internazionale di droga, reato per cui è stato condannato, in primo grado, dal Tribunale di Milano, a 5 anni e 8 mesi di reclusione? Chi non ricorda, nell’annus horribilis del calcio italiano, il 2006, il presidente, Tullio Lanese, i designatori della Serie A, Bergamo e Pairetto, il direttore di gara designato per i Mondiali, Massimo De Santis, colpiti, in sede sportiva, da inibizioni di medio-lungo periodo? Lo scandalo, l’ennesimo, deflagrato in questi giorni, ferma la presunzione di non colpevolezza, appare, almeno a chi scrive, molto simile, purtroppo, quanto a opacità, antidoverosità e portata lesiva della reputazione dell’Istituzione, a quelle appena descritte. A brevissimo conosceremo gli sviluppi dell’indagine, in particolare se il presidente AIA sarà sottoposto al giudizio disciplinare del Tribunale Federale Nazionale, iniziativa di cui, allo stato, la Procura Figc sembra convinta oppure se il caso verrà archiviato.

    Certo è che, in ipotesi di affermazione di responsabilità e conseguente condanna, indipendentemente dall’entità della sanzione, Antonio Zappi, salvo dimissioni preventive e spontanee, sarà costretto a la-sciare la carica di massimo rappresentante associativo degli arbitri. Il commissariamento si rivelerebbe inevitabile e il momento, in attesa di nuove elezioni, potrebbe essere propizio per affrontare il tema di una riforma (già avvenuta, lo ricordiamo, per ciò che attiene alla giu-stizia arbitrale, dopo il caso D’Onofrio, con eliminazione degli organi domestici AIA), della gestione dei fischietti chiamati a dirigere i campionati di vertice. Creare una struttura tecnica sganciata dall’AIA, dalle dinamiche politiche, elettorali ed associative che spesse volte ne hanno compromesso, a tacer d’altro, la funzionalità, da costituire presso la Figc e sotto il controllo di questa, integra uno spunto di riflessione e una base di partenza. Gli arbitri di eccellenza, l’elite della direzione sportiva, dipenderebbero dalla Federazione, senza più dover fare i conti con un mondo in cui essere figlio d’arte, avere un parente nell’organigramma dirigenziale o appartenere ad una Sezione piuttosto che ad un’altra possano costituire una scorciatoia o il lasciapassare per traguardi altrimenti immeritati.

    Arbitrare è tremendamente difficile, importantissimo è il ruolo di chi applica le regole in campo, senza direttori credibili, super partes ed estranei a qualsivoglia condizionamento, il movimento è destinato all’implosione ma lo è anche se i dirigenti dell’AIA, i designatori ed i vertici associativi non sono e non si dimostrano, all’interno ed all’esterno, al di sopra delle parti, senza macchia e portabandiera di principi quali, lo ripetiamo, la lealtà, la correttezza e la probità. I modelli da seguire non mancano, anche se lontani sono i tempi in cui Concetto Lo Bello, Giulio Campanati, Cesare Gussoni, Luigi Agnolin e anche il mio Amico, Roberto Armienti, soldato di provincia ar-bitrale bolognese, conferivano lustro alla categoria e trasmettevano fulgidi esempi di virtù e spirito di servizio. Certamente, quanto è sotto gli occhi di tutti non consente di rimandare oltremodo la più profonda delle valutazioni circa la riorganizzazione di un settore nevralgico, nell’ambito del quale il calcio sente, e da tempo, la necessità di profonde riforme, con restituzione dei gradi di dignità, onore e rispettabilità che esso merita. LEGGI TUTTO

  • in

    Ora il Venezia non può sbagliare gara 

    Il Venezia (che ha gli stessi punti del Palermo) è 5° in classifica a -6 dalla promozione diretta (cioè dal Modena secondo) e a -7 dal Monza capolista. Un po’ pochino, considerato che i lagunari di Stroppa dovevano essere i principali favoriti per la promozione in A, subito dopo i rosanero di Inzaghi. Per carità, ci sono ancora due terzi di campionato da giocare e tutto può succedere, viste anche le grandi potenzialità della rosa v LEGGI TUTTO

  • in

    C’è il Papu Gomez finalmente: sabato l’esordio col Padova

    Innanzitutto incrociamo le dita, vista com’è andata l’ultima volta, col debutto rinviato per un infortunio muscolare. Ma stavolta, con ogni probabilità, dovremmo esserci: sabato, fischio d’inizio alle 17:15, il gran derby Padova-Venezia sarà nobilitato dalla presenza del Papu Gomez, Campione del Mondo in carica con l’Argentina che ripartirà dalla Serie B, dal Padova di Andreoletti, neopromossa che potrebbe rivelarsi rampante. Gi&agr LEGGI TUTTO

  • in

    Guida alla 13ª giornata di Serie B: Palermo e Samp, vietato sbagliare. Il clou è Monza-Cesena

    Catanzaro-Pescara, venerdì ore 20.30

    Il Catanzaro di Aquilani è arrivato alla sosta col ko di Empoli (1-0), stop che ha interrotto la striscia di tre vittorie di fila (su Palermo, Mantova e Venezia), successi coi quali si pensava che i calabresi potessero ambire ai playoff. Per carità, l’8° posto dista comunque un solo punto. Ma, in un campionato ancor più equilibrato del solito, non sarà semplice imporsi se si replicano prove incolori come quella di Empoli. Nel Pescara invece, fa il suo esordio su una panchina di Serie B l’allenatore Giorgio Gorgone, 49 anni, ex centrocampista, subentrato il 12 novembre al posto dell’esonerato Vivarini. Trova una squadra che oggi sarebbe in C e zeppa di problemi. Ma Gorgone sa cosa vuol dire navigare in acque tempestose. Nella scorsa stagione, in C, nonostante un’infinità di guai societari, era riuscito a salvare la Lucchese, vincendo il playout col Sestri Levante e con la società che pochi giorni dopo spariva dal professionismo. Insomma, dopo l’impresa coi rossoneri toscani, a Pescara arriverà il bis? Dura, ma non impossibile.

    Avellino-Empoli, sabato ore 15

    Il 9 novembre l’Avellino di Biancolino incassava un pesante 3-0 a Cesena, risultato che ha un po’ ridimensionato gli irpini, anche se rimangono la migliore delle quattro squadre provenienti dalla C. Restiamo dell’avviso che l’Avellino a fine stagione un posto ai playoff possa ottenerlo, magari con la spinta che potrebbe arrivare da Tutino, finora frenato da problemi fisici ma che se dovesse tornare ad essere il bomber dei tempi d’oro, può essere una manna per tutta l’Irpinia. L’Empoli invece, da 5 giornate sotto la guida di Dionisi, sta iniziando a ingranare, vista l’importante vittoria ottenuta nell’ultima uscita sul Catanzaro (1-0), primo successo firmato dal tecnico di Piancastagnaio. Col sostituto di Pagliuca, l’Empoli ha ottenuto 5 punti in 5 partite: è ancora poco per le ambizioni della piazza toscana. Ma l’importante è vedere la squadra che cresce, anche se sarebbe stato meglio, a inizio stagione, non considerarla per la promozione in A: si sarebbe potuto lavorare più tranquilli e secondo le potenzialità della rosa. Che non sembrano sconfinate.

    Carrarese-Reggiana, sabato ore 15

    La Carrarese di Calabro è al 10° posto. Sta cioé replicando lo scorso sorprendente campionato, quando tutti pronosticavano l’immediato ritorno in C degli apuani e invece alla fine arrivò un’agevole permanenza in B. Certo, l’ultima prova prima della sosta, l’1-1 a Bolzano col Sudtirol, non è stata una prova delle più convincenti: la Carrarese s’è trovata in superiorità numerica già al 14’ (rosso a Merkaj), è passata in vantaggio col rigore di Schiavi ma soltanto 3’ dopo gli altoatesini firmavano il pari. Non un bel segnale, per una squadra che in superiorità numerica era già stata battuta in casa dall’Avellino. La Reggiana di Dionigi invece, in rapporto ai propri mezzi, è una delle più belle realtà della B: è all’8° posto, cioé oggi farebbe i playoff. L’ultima uscita, lo 0-0 interno con l’Entella, soffrendo un po’ troppo i liguri, magari non è stata una delle prove più edificanti. Ma intanto la Regia ha 4 punti di margine sulla zona playout: niente male, viste le attese che c’erano a inizio stagione sulla squadra.

    Entella-Palermo, sabato ore 15

    Più che onorevole il campionato dell’Entella di Chiappella, al 14° posto, +2 sulla zona playout, piazzamento ottenuto con risultati importanti, anche se sono giunti soprattutto in casa: 12 dei 14 punti che hanno i chiavaresi sono arrivati dal fortino del Sannazzari. E ora un’altra partita di prestigio, contro la presunta corazzata di Inzaghi, quel Palermo che in estate era considerato la prima favorita per la promozione e che invece nell’ultimo mese ha perso non pochi colpi: ora i siciliani sono sesti, a -6 dalla zona promozione diretta, situazione nata dalle tre sconfitte rimediate dai rosanero nelle ultime quattro gare. Insomma, o Inzaghi svolta a Chiavari oppure a Palermo inizierebbero a danzare i fantasmi delle precedenti annate, quando il Palermo a inizio stagione era puntualmente tra le favorite e altrettanto puntualmente la squadra falliva. Anche se, probabilmente, nelle iperboli del calciomercato estivo, il valore del Palermo è stato sopravvalutato.

    Padova-Venezia, sabato ore 17.15

    Derby veneto che si preannuncia gustoso. Il Padova di Andreoletti sta facendo il campionato che ci si attendeva, con una squadra in grado di guadagnarsi la permanenza nella categoria, e magari anche qualcosa di più. Specie se il Papu Gomez dovesse far sentire assai il suo contributo: l’argentino, dopo due anni di squalifica per doping, poteva rientrare già a fine ottobre ma un problema fisico lo ha tenuto ancora ai box. Ora, dopo una settimana di allenamenti in gruppo, questo attesissimo derby dovrebbe essere l’occasione giusta per rivederlo finalmente in campo, probabilmente nel secondo tempo. E il Venezia di Stroppa? Ha gli stessi punti del Palermo, 19, con la vetta del Monza a -7 e la zona promozione diretta a -6. Prima della sosta è arrivata la convincente vittoria sulla Samp (3-1) ma prima ancora avevano pesato le tre sconfitte già incassate (da Cesena in casa e da Catanzaro e Carrarese in trasferta) che rendono la classifica non in linea con le premesse d’inizio stagione, quando in teoria il Venezia doveva essere secondo solo al Palermo. Ma siamo solo a un terzo di campionato, gli arancioneroverdi di Stroppa hanno tutti i mezzi per venire fuori alla distanza.

    Bari-Frosinone, sabato ore 19.30

    Il Bari di Fabio Caserta mostra interessanti segnali di crescita: imbattuto da tre gare, nelle quali ha raccolto 7 punti, a ciò si aggiungono le tre vittorie ottenute al San Nicola nelle ultime tre uscite casalinghe. Insomma, dopo un avvio di stagione horror (ma ci voleva tempo, la squadra è stata totalmente rifondata), il Bari avrebbe le carte in regola per risalire ancora la classifica che, per il peso dei rovesci delle prime giornate, è ancora bruttina (+1 sui playout). Ma la strada intrapresa negli ultimi tempi lascia ben sperare. Il Frosinone di Massimiliano Alvini invece, sbarcherà al San Nicola per cercare di capire che cosa potrà fare da grande. I ciociari sono quarti in classifica, a -3 dal 2° posto, cioé dalla zona promozione diretta. La squadra è una delle più belle da vedersi in B, fin dalla prima giornata. Ora c’è da capire se questo Frosinone, peraltro falcidiato da tanti infortuni, è in grado di fare l’ultimo salto di qualità e dunque impostare un campionato da promozione, come accadde, a sorpresa, nel 2022/23. Stavolta però, la sorpresa sarebbe ancora più grossa, se si pensa che la scorsa stagione il Frosinone avrebbe dovuto chiudere l’annata al playout con la Salernitana e invece si ritrovò salvo in B per il caso del Brescia.

    Mantova-Spezia, domenica ore 15

    Chissà, forse la sosta non è caduta a fagiolo per il Mantova di Possanzini che era arrivato alla pausa con le ali ai piedi: due vittorie di fila, entrambe firmate dall’attaccante Ruocco, con le quali i lombardi hanno lasciato l’ultimo posto e agganciato la zona playout. Ora arriva la sfida salvezza con lo Spezia, partita davvero da brividi, punti pesantissimi per la permanenza in B. Lo Spezia dalla scorsa giornata è sotto la guida di Roberto Donadoni, tornato in panchina dopo 5 anni, ripescato dal presidente dei liguri, Charlie Stillitano, che quasi 30 anni fa l’aveva assunto come giocatore per il calcio Usa, al termine della sua esperienza come ala del Milan. All’esordio con Donadoni, lo Spezia ha fatto 1-1 in casa col Bari, risultato non disprezzabile, visto che gli aquilotti hanno giocato in 10 più di metà partita. Insomma, può essere una buona base di partenza per risalire la classifica, visto che oggi lo Spezia sarebbe in C. E in questo senso, la trasferta di Mantova può dire molto sullo Spezia che verrà. Magari evitandosi il solito cartellino rosso che ha segnato troppe partite dei liguri in questo campionato.

    Modena-Sudtirol, domenica ore 15

    Occasione ghiotta per il Modena di Sottil: mettere sotto il Sudtirol di Castori vorrebbe dire riprendersi in 1° posto e mettere un po’ di pressione alla capolista Monza che scenderà in campo soltanto alla fine di questa partita. Modena che è andato alla sosta col 2-2 raccolto a Frosinone in extremis (ma meritato), partita che ha detto come entrambe le squadre hanno i mezzi per durare nei quartieri alti fino a primavera. Chissà invece, se la sosta avrà fatto bene al Sudtirol che oggi giocherebbe il playout col Mantova. Gli altoatesini di Castori vengono da due pareggi di fila ma il dato che più conta è l’assenza di vittorie, il Sudtirol non fa 3 punti dal 27 settembre (3-1 alla Reggiana). Magari la sfida del Braglia non è l’ideale per svoltare, fatto sta che il Sudtirol è su una brutta china e senza un cambio di passo la classifica a breve potrebbe farsi ancor più pesante.

    Monza-Cesena, domenica ore 17.15

    Il match clou della giornata. Il Monza di Bianco è andato in testa prima della sosta grazie alla sesta vittoria consecutiva, a Pescara, uno 0-2 che ha portato anche la firma di un talento assoluto come Colpani che all’Adriatico ha battuto il primo colpo stagionale con una rete meravigliosa, da vedere e rivedere (5 difensori avversari fatti fuori prima di concludere superbamente a rete). Insomma, il Monza balbettante delle prime giornate, quello che perdeva ad Avellino o in casa col Padova, è ormai un lontano ricordo. Al punto che ora ci si chiede se i brianzoli saranno in grado di ripetere l’assolo che fece un anno fa il Sassuolo, andando in A dominando la categoria. Ma occhio al Cesena. I romagnoli di Mignani sono la squadra più forte in trasferta, dove vantano già ben 5 vittorie (a Pescara, a Marassi con la Samp, a Venezia, a La Spezia e a Bolzano col Sudtirol), un rendimento stratosferico al punto che, se il Cesena non avesse fallito un po’ troppe partite interne (ma negli ultimi tempi al Manuzzi le cose vanno meglio), oggi si parlerebbe del dominio del Cesena sulla B, non di quello possibile del Monza. Ecco, per capire quanto può essere forte lo squadrone brianzolo, forse proprio il Cesena può dirlo più di tutti.

    Sampdoria-Juve Stabia, lunedì ore 20.30

    Ennesima sfida che la Samp non può fallire, ma l’impegno, per quel che i blucerchiati (non) stanno facendo vedere, non è dei più semplici. Dopo il tonfo di Venezia e l’ultimo posto in solitaria, non ci sono più alibi per il Doria. Nel clan blucerchiato si guarda al mercato di gennaio come la chiave fondamentale per risollevare la squadra. Possibile che fin dai primi giorni di trattative arrivino nomi di peso, tanto più che la sosta invernale sarà più corta del solito (a gennaio si tornerà in campo già il 10). Ma la verità è che quasi sempre il mercato di riparazione lo si fa con la classifica in mano. E se quella dei blucerchiati dovesse ulteriormente peggiorare (già ora i playout sono a -4 e la salvezza diretta a -6), non sarà semplice portare a Genova calciatori decisivi, quelli che non sono arrivati in estate, quando è stata varata una squadra incompleta e più debole di quella che nella scorsa stagione era retrocessa in C, prima che arrivasse “l’aiutino” dal Brescia. E occhio alla Juve Stabia di Abate che sbarcherà a Marassi per fare un figurone. Il club campano è al 7° posto e può ulteriormente migliorare il piazzamento playoff, dovendo recuperare – il 4 dicembre – la sfida interna col Bari. Juve Stabia che non ha minimamente risentito dell’amministrazione giudiziaria varata un mese fa per bonificare il club dalle società di servizio allo stadio di Castellammare in odore di camorra. Anzi, a ben vedere, dallo scoppio del caso, la squadra di Abate sembra cresciuta, segno che il problema societario non aveva ricadute sul settore sportivo e probabilmente è stato circoscritto per tempo. LEGGI TUTTO

  • in

    AG4IN, il film sul quarto scudetto del Napoli sarà trasmesso dopo Napoli-Atalanta

    La 12ª giornata di campionato

    Da sabato 22 a lunedì 24 novembre, in scena la dodicesima giornata della stagione. Sabato alle 20.45 si parte con il big match Napoli-Atalanta (Sky Sport Uno, Sky Sport Calcio, Sky Sport 251 e Sky Sport 4K). Domenica alle 18, sarà la volta di Lazio-Lecce (Sky Sport Calcio, Sky Sport 251 e Sky Sport 4K); mentre lunedì, alle 18.30, toccherà a Torino-Como (Sky Sport Uno, Sky Sport Calcio e Sky Sport 251).

    AG4IN – Sabato al termine di Napoli-Atalanta da non perdere “AG4IN – Il film del quarto scudetto del Napoli”

    Dopo il grande successo nelle sale al debutto cinematografico di settembre, il documentario diretto da Giuseppe Marco Albano e prodotto da Filmauro arriva su Sky e in streaming su NOW per far rivivere ai tifosi partenopei la straordinaria stagione che ha portato alla vittoria del quarto tricolore azzurro, tra immagini già nella storia del club partenopeo, interviste, retroscena e momenti chiave. Un viaggio esclusivo nel cuore del Napoli campione d’Italia, che mostra dall’interno come il gruppo capitanato da Antonio Conte, tra sacrificio e orgoglio, sia riuscito a superare ogni ostacolo fino al trionfo del 23 maggio 2025. Appuntamento alle 22.45 su Sky Sport Uno, Sky Documentaries e Sky Cinema Due. Disponibile anche on demand.

    Studi e volti di Sky Sport

    Sky fornirà una copertura totale della stagione grazie alla sua squadra editoriale con pre e postpartita di tutte le sfide, gli studi e le rubriche dedicate. Venerdì sera si parte alle 23 con Friday Night, il programma condotto da Fabio Tavelli e Rachele Sangiuliano che saranno in compagnia di Massimo Marianella e Giancarlo Marocchi. Sabato pomeriggio analisi e commenti affidati a La Casa dello Sport – Day, dalle 14 con Mario Giunta insieme a Riccardo Gentile e Marco Bucciantini. Pre e postpartita dalle 20 e dalle 22.40 affidato a Saturday Night, con Giorgia Cenni in compagnia di Paolo Condò, Fabio Quagliarella, Stefano Borghi e Luca Marchegiani in collegamento da Napoli. 

    Domenica si riparte a mezzogiorno con La Casa dello Sport – Day condotto da Sara Benci, con Angelo Carotenuto e Michele Padovano ospiti in studio. Alle 15.30 spazio a Sky Sunday Football, con Leo Di Bello, Fernando Orsi, Marco Nosotti e Maurizio Compagnoni. Durante i match delle 20.45 nuovo appuntamento con Campo Aperto, con gli aggiornamenti live dai campi di gioco con Leo Di Bello in compagnia di Paolo Assogna, Luca Marchetti e Dario Massara. 

    Pre e postpatita affidato a Sky Calcio Club, il programma condotto da Fabio Caressa. Compongono la tavola rotonda Beppe Bergomi, Luca Marchegiani, Paolo Di Canio, Alessandro Costacurta e Marco Bucciantini. Lunedì, dalle 18 e dalle 20.30 sarà il momento di Speciale Campo Aperto, con Leo Di Bello in compagnia di Federico Zancan, Riccardo Montolivo e Massimo Gobbi in collegamento da Torino. Dalle 22.45 appuntamento con L’Originale. Alessandro Bonan sarà in compagnia di Veronica Baldaccini, Luca Gotti, Riccardo Montolivo, Gianfranco Teotino, Fayna e Gianluca Di Marzio.

    Inoltre, tutte e 10 le partite di ogni turno di Serie A saranno visibili nei bar, hotel e altri locali pubblici, con abbonamento Sky Business, sempre con la competenza e la qualità del commento della squadra di Sky Sport. LEGGI TUTTO

  • in

    Cristante l’ultimo degli antidivi

    Ci sono giocatori che la Curva sopporta e l’allenatore supporta: sino a quando, almeno, gli estremi non si mescolano. Sono cognomi da album Panini, nomi che scivolano alla lettura delle formazioni e si agitano prigionieri tra le scariche dello speaker. Invece no: saranno loro a farci prigionieri. Bryan Cristante ha 30 anni ed è uno di questi. Sbuffi di Milan, toccata e fuga al BenficaAbbonati per continuare a leggere- oppure -sottoscrivi l’abbonamento pagando con GoogleABBONATI CON LEGGI TUTTO

  • in

    Momenti di Conte

    Unisciti alla Community
    Accedi o registrati per dire la tua sugli argomenti che più ti interessano e vivere tutti i servizi di Corriere dello Sport–STADIO”.
    Completa il tuo profilo per essere sempre aggiornato su notizie, eventi, offerte e tutto ciò che fa vibrare il mondo dello sport.ACCEDIUtilizza il tuo account social o inserisci le credenziali scelteGoogleFacebookTwitter AppleoppureNon hai ancora un account? Registratio entra con DISQUS LEGGI TUTTO

  • in

    Andrea Ranocchia incorona Chivu: “Parla come Mourinho, è perfetto per l’Inter”

    “No, grazie (ride, ndr). In questo momento sono impegnato in tv, collaboro con l’Inter fuori dal campo e va bene così. Non sono pronto, né ho quella passione che potrebbe spingermi a rimettermi in discussione. Almeno non adesso. Più avanti, chissà”.

    Bisseck centrale può rivelarsi una grande intuizione?

    “Diciamo che c’è una base, può lavorarci sicuramente. Questo ragazzo mi piace molto, per caratteristiche è un profilo internazionale. Può affermarsi anche in quel ruolo”.

    Da Pavard ad Akanji l’upgrade è stato più importante del previsto.

    “Ricordiamoci che viene fuori dalla scuola di Guardiola. Un allenatore di grande profilo come Pep ti fa crescere tantissimo, ti dà un bagaglio che porti con te sempre. Ma il vero vantaggio l’Inter l’ha trovato altrove”.

    Dove?

    “In attacco. Passare da Taremi e Arnautovic a Pio e Bonny ti dà un vantaggio importante. Lo si è visto durante l’assenza di Thuram, che ha recuperato in tutta tranquillità. L’anno scorso non sarebbe stato così”.

    Le pressioni su Esposito sono sproporzionate?

    “In Italia subito nascono i paragoni con i grandi del passato, funziona così. Anche qui però torna utile la sensibilità di Cristian: finora è stato bravissimo a gestirlo e lo sarà anche in futuro. Fece lo stesso con me: avevo poca esperienza quando arrivai a Milano, ma i suoi consigli mi aiutarono a superare il trauma del grande salto”.

    Lautaro rideva di più quando c’era lei?

    “Da come pressa, lotta ed esulta fa capire quanta fame abbia. Lauti è un giocatore internazionale, è un simbolo di una squadra che vuole sempre vincere e raggiungere obiettivi. Ho sentito ciò che è stato detto, ma è un suo modo di vivere le partite. È un bravissimo ragazzo, fuori dal campo ride eccome. Quando deve fare il suo dovere, il sorriso non gli serve granché. L’ambizione è il suo vero punto di forza: per questo continua a battere record. Non si accontenta mai”.

    Frattesi riuscirà a ritagliarsi spazio in questa Inter?

    “Normale che in nerazzurro la concorrenza sia tanta e agguerrita. Ma stiamo parlando di una squadra che ha basi solide e che continuerà a primeggiare, per cui spero per lui e per il club che questo matrimonio possa continuare. Le partite sono tantissime, credo che Chivu troverà spazio anche per lui. Ha caratteristiche che possono tornare sicuramente utili. Deve lavorare per farsi trovare pronto”. LEGGI TUTTO