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    Kvara come Robin Hood: così Kvicha si è ripreso il Napoli

    Il 77 georgiano è finalmente tornato: con il Verona si è rivisto il Kvaratskhelia dell’anno scorso. E adesso non si deve fermare

    La fede al dito dopo il recente matrimonio e tante frecce ancora da scoccare che restano custodite nelle sua faretra per i prossimi impegni, a partire da quello di domani in Champions: Kvicha Kvaratskhelia si sta prendendo il Napoli sulle spalle e lo sta facendo con la maturità che gli viene richiesta in questa che deve essere l’annata della sua consacrazione.

    IL NUOVO… CALAIÒ—  La doppietta di Verona è servita al Napoli per ridestarsi e anche a Kvara per tornare a sentirsi leader tecnico della squadra nel momento più importante – fin qui – della stagione. Il feeling con il gol che sembrava essere svanito all’improvviso non è invece mutato anche se non si può chiedere a un esterno d’attacco di essere sempre costante in fase realizzativa. Però Kvara ha ritrovato la via della rete anche con la sua nazionale e non ha intenzione di fermarsi. Anzi, la nuova esultanza – che ha creato non poche polemiche al Bentegodi – ha intenzione di mostrarla molto spesso al pubblico di fede azzurra che in quel gesto alla Robin Hood rivede il modo in cui manifestava la sua gioia dopo il gol l’arciere Emanuele Calaiò.

    senza osi—  Epoche diverse, stessa maglia azzurra che “pesa” specie sulle spalle di un ragazzo giovane come il georgiano, al quale però le responsabilità sembrano addirittura giovare. Già perché anche nella passata stagione quando si è infortunato Osimhen il rendimento di Kvara è stato eccellente, come se volesse in qualche modo far pesare meno l’assenza del nigeriano. Kvara a Berlino potrebbe trovare Simeone come riferimento offensivo ma anche l’intesa con l’argentino – come quella con Raspadori – è già collaudata. Del resto, chi non vorrebbe Kvara al proprio fianco? LEGGI TUTTO

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    Stirpe: “Peccato per il risultato di ieri”

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    “Fagioli? Ha gomme sgonfie, non bucate”: parla il medico che lo ha in cura

    Il dottor Jarre: “Gli ho raccontato di Rossi, che aveva scommesso commettendo in più un illecito sportivo. Eppure, dopo la squalifica, ha fatto in tempo a vincere un Mondiale da assoluto protagonista”

    Da quarantacinque giorni – e per almeno il prossimo anno – l’allenatore di Nicolò Fagioli non sarà solo Massimiliano Allegri, ma anche Paolo Jarre. Nessun master a Coverciano, ma 40 anni di esperienza nel campo delle patologie delle dipendenze. Alcol, psicofarmaci, tabacco, gioco d’azzardo. “Da quando sono in pensione – racconta il 69enne psicoterapeuta piemontese, fino a due anni e mezzo fa direttore del dipartimento dipendenze dell’Asl To 3 dalla periferia ovest di Torino fino al confine con la Francia – mi occupo principalmente di supervisione dei progetti e, formazione in giro per l’Italia. Per Fagioli, ho fatto uno strappo alla regola. Seguo Nicolò da un mese e mezzo: ci vediamo due volte a settimana”.  LEGGI TUTTO

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    Un bel weekend in casa Zanetti: Javier festeggia sia la vittoria dell’Inter contro il Torino che la tripletta del figlio Tomas, classe 2012. Il terzo gol ricorda tantissimo quello segnato dal papà nella finale di Coppa Uefa 1998, vinta 3-0 contro la Lazio. (Instagram @paula.dlf) LEGGI TUTTO

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    Il capitano dell’Italia che qui vinse il Mondiale 2006 tra passato e presente: “Domani in Champions contro l’Union la squadra di Garcia è favorita. Un altro scudetto? Io ci credo sempre”

    La “bambina”iil prossimo luglio diventa maggiorenne. Ma come ogni papà premuroso i bambini restano tali, nel tempo. Anche se parliamo di un trofeo, la Coppa del Mondo: quella sollevata da Fabio Cannavaro a Berlino il 9 luglio del 2006, chiamata “bambina”ddagli azzurri campioni sin dal primo momento in cui hanno potuto accarezzarla. In quell’Olympiastadion teatro dell’impresa, domani sera giocano altri azzurri in cerca di gloria: i campioni d’Italia.  LEGGI TUTTO