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    Firenze, nella corsa al sindaco spunta l’idea di Batistuta candidato

    La suggestione dell’opposizione di centro-destra. Ma resta un nodo: con la sola cittadinanza argentina al momento non è candidabile

    Gabriel Omar Batistuta candidato sindaco di Firenze. È l’idea dell’opposizione di centro-destra del capoluogo toscano in vista della corsa a Palazzo Vecchio. Sulla scia di Damiano Tommasi, ex giocatore della Roma e attuale sindaco di Verona, ma anche di Giovanni Galli, candidato nel 2009 ancora per il centro-destra fiorentino (e battuto al ballottaggio da Matteo Renzi). Contatti avviati e riserbo massimo, scrive oggi il quotidiano La Nazione, ma per il bomber classe 1969 di Reconquista resta il nodo della cittadinanza: essendo argentino, in questo momento non è candidabile.  

    le reazioni—  Primi commenti già in mattinata sull’ipotesi: “Un grande centroavanti che per la Fiorentina e per Firenze ha fatto tantissimo. Ho letto sui giornali che qualcuno, non so chi, si può essere avvicinato a lui – ha detto Marco Stella, coordinatore regionale di Forza Italia -. Io credo che la sfida per Firenze meriti rispetto, con i coordinatori regionali ci siamo già incontrati quattro volte, abbiamo pianificato un percorso che ci porterà all’individuazione dei candidati che non è quello di stare sui giornali. Io l’ho letto stamani, ma non ho letto dichiarazioni di nessuno che si è intestato quella candidatura”. E ancora: “I nomi credibili sono quelli sui quali ci si confronta, si condivide la scelta, sono quelli che alla città possono dare una prospettiva sui contenuti. Io penso che Firenze meriti rispetto da parte del centrodestra e candidature che siano credibili”. LEGGI TUTTO

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    Juve alla ricerca dell’erede di Pogba: perché piacciono Diarra e Koné. E c’è anche Kamara…

    Il piano è crescere in casa il centrocampista del futuro: la Signora guarda oltre la soluzione interna rappresentata da Nonge. A partire dal ragazzo del 2004 dello Strasburgo, che poteva essere già a Torino

    Il piano studi della Juventus prevede un fitto monitoraggio su un centrocampista che possa essere di riferimento grazie alla sua fisicità. Il riferimento è Paul Pogba: ambizioso, sì, ma alla base del ragionamento c’è proprio la volontà di costruire un reparto che possa valorizzare tutte le altre caratteristiche già in casa. Il futuro del centrocampo bianconero passa soprattutto dalla crescita di qualche giovane che sta continuando a fare esperienza: da Miretti a Fagioli, alla Continassa credono di avere la strada spianata nei prossimi anni. Anche se qualcosa manca ancora: l’erede del Polpo non ha ancora una definizione chiara, servono alternative da pescare sul mercato. Tre nomi sulla lista, che però – va chiarito – non è chiusa.  LEGGI TUTTO

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    Due anelli e almeno 70mila spettatori: come sarà il nuovo stadio del Milan

    Sfumato il progetto di abbattere il Meazza (c’è il vincolo della Soprintendenza) e di costruire insieme una nuova casa, i rossoneri hanno intrapreso la strada che porta San Donato

    Avevano iniziato insieme, da cugini affettuosi che ritenevano opportuno condividere un progetto affascinante e allo stesso tempo dispendioso. Un progetto che prevedeva di edificare insieme un nuovo stadio di proprietà, a pochi passi dal Meazza. Una strada obbligata per aumentare i ricavi ed essere competitivi ai massimi livelli in Europa. Poi la strada da complicata si è fatta tortuosa. Curve e ostacoli ad ogni accenno di passi in avanti. Fin quando il Milan si è sganciato, decidendo di proseguire il cammino da solo. Cambia il contesto, ma non cambiano le esigenze: Inter e Diavolo hanno una necessità vitale di poter contare su un impianto proprio. E così sarà, anche perché nel frattempo la Soprintendenza ha certificato che San Siro non si può abbattere. Vediamo a che punto siamo. LEGGI TUTTO

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    Vicino al Forum e alla metro: come sarà il nuovo stadio dell’Inter

    I nerazzurri hanno firmato un accordo con Bastogi per un diritto di esclusiva fino al 30 aprile 2024 sullo studio di fattibilità. Il progetto non prevede la costruzione di attività commerciali

    La mossa del Milan di andare per conto proprio, e di costruirsi una casa tutta a tinte rossonere, non ha colto di sorpresa l’Inter che aveva fiutato l’aria.  LEGGI TUTTO

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    Non solo Rabiot: Juve, è l’ora dei rinnovi. Il futuro di 7 big

    Chiuso il mercato, la Juve prova a fare la differenza sui rinnovi di contratto. Ci sono otto giocatori che potrebbero allungare il proprio accordo per ridursi l’ingaggio, al fine di generare un risparmio immediato per il club, o per garantire alla società di poter fare mercato nelle prossime sessioni. Alla Continassa hanno già avviato diversi dialoghi per venirne a capo in tempi utili, entro l’autunno. LEGGI TUTTO

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    Corsi: “Spalletti studiava tanto, ora insegna calcio con una passione totale”

    Il presidente lo scelse per la panchina del suo Empoli nel 1995: “Luciano era curioso e aveva un’intelligenza di gran lunga superiore alla media”

    Dal nostro inviato Andrea Elefante
    6 settembre

    – firenze

    Luciano ha un anno e mezzo più di Fabrizio, ma a 18 anni, quando andavano a mangiare la pizza da Emilio perché era l’unico aperto all’uscita dalla discoteca, era come essere coetanei. Di più, come fratelli: «Luciano sapeva cose di me che non sapeva neanche mio fratello». Poi ci si mise di mezzo il calcio e fu Fabrizio (Corsi), che a trent’anni faceva già il presidente, a scegliere Luciano (Spalletti) come allenatore dell’Empoli. Il magico mondo dove il c.t. si è formato. Che ha un segreto preciso, ha detto sabato: si chiama Corsi, «perché capisce di calcio e di uomini». «Questo vale per tutti gli imprenditori, anche se io sono più che altro un artigiano. Il mio babbo diceva che la dote più importante per chi guida un’azienda è saper scegliere le persone» LEGGI TUTTO

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    Delusione Mou, sorpresa Lecce, Milano che sogna e Napoli… La Serie A alla 1ª sosta

    Milano Capitale, Milan e Inter insieme al comando. L’Inter un’unghia davanti per miglior differenza reti: 8 gol fatti e 0 subiti. Sabato 16 settembre il derby darà una prima risposta alla grande domanda: chi è la più forte? Squadre diverse, quasi opposte, per principi di gioco. Il Milan cerca di imporsi, occupa la metà campo avversaria, usa la forza di Loftus-Cheek, il senso di Reijnders per la geometria e la trigonometria. L’Inter onora il suo simbolo, il Biscione. Si ritrae come un serpente, attira l’avversario verso di sé e sprizza veleno, sia sulle fasce, specie a sinistra con Dimarco, sia per vie centrali. Il gigantismo del Milan contro il pragmatismo laser dell’Inter. A naso, sarà un gran derby. LEGGI TUTTO

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    Adani sferza Allegri: “Io non dirò mai certe cose”

    RCS MediaGroup S.p.A.Via Angelo Rizzoli, 8 – 20132 Milano.Copyright 2023 © Tutti i diritti riservati. CF, Partita I.V.A. e Iscrizione al Registro delle Imprese di Milano n.12086540155. R.E.A. di Milano: 1524326 Capitale sociale € 270.000.000,00 ISSN 2499-3093 LEGGI TUTTO