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    Miroslav Mihajlovic, figlio di Sinisa, diventa allenatore: “Da lassù mi guarderai e mi darai forza”

    Il 23enne ha conseguito dalla Figc il patentino Uefa C, il primo livello disponibile per chi intende allenare

    Giovani Mihajlovic crescono lavorativamente. Dove? Nel calcio, naturalmente. Miroslav, figlio di Sinisa, ha pubblicato una storia su Instagram in cui mostra con orgoglio di avere conseguito dalla Figc il patentino Uefa C, il primo livello disponibile per chi comincia ad allenare: ora potrà allenare qualsiasi categoria giovanile ad eccezione della Primavera, in attesa di passare allo step successivo. 

    Il percorso—  Miroslav a gennaio è entrato nello staff tecnico della società romana dell’Urbetevere come collaboratore delle giovanili. Il 23enne, uno dei sei figli di Sinisa, ha già avuto esperienze nel calcio giocando nelle giovanili della Lazio, nel Tor di Quinto e per un breve periodo nella Primavera della Samp prima di dedicarsi agli studi. Ma senza mai abbandonare la passione per il calcio che oggi lo porta a cercare di intraprendere il percorso (difficile) di allenatore. 

    Nel nome del padre—  La scelta di intraprendere la carriera di allenatore, ha riportato alla mente le parole pronunciate proprio da Miroslav nelle ore immediatamente successive alla morte di Sinisa: “Caro papà, sei e sarai sempre il mio orgoglio e la mia fonte di ispirazione. Cercherò in tutti i modi di renderti orgoglioso perché da lassù mi guarderai e mi darai forza come hai sempre fatto”.  LEGGI TUTTO

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    Lo sport prima dello sport: la storia di Bentegodi, il visionario veronese

    Formazione classica, studi in medicina ed una semplice idea: rendere lo sport accessibile a tutti. Nato a Verona il 25 aprile del 1818, è morto sempre nella città scaligera esattamente 150 anni fa, il 9 agosto del 1873

    Uno che ebbe ragione con un paio di secoli di anticipo, come se avesse saputo in partenza che le sue idee e la loro portata rivoluzionaria avrebbero impiegato tanto, troppo tempo per essere messe in pratica. Lo comprendiamo bene oggi, perché siamo in grado di misurare la distanza ancora da colmare tra i suoi progetti e ciò che ancora manca alla loro realizzazione definitiva. Il fatto è che un precursore, quando è così tanto anticipatario nelle sue intuizioni, rischia di passare per visionario, col risultato che i fatti gli danno ragione soltanto quando il tempo trascorso ha superato l’epoca e gli individui che per primi le ascoltarono. Abbiamo già usato il passato remoto in un paio di occasioni, il che paradossalmente serve a dare la misura della modernità delle concezioni di un grande italiano, di quando l’Italia era di là da venire ma esisteva nell’identità nazionale percepita da quelli come lu. Troppo presto dimenticato, nato a Verona quando il Veneto era ancora sotto l’Aquila bicipite dell’Austria – Ungheria, il cui nome viene ricordato spesso in realtà, ma soltanto per ragioni indirette legate al calcio, uno di quegli sport che lui non fece in tempo a vedere e a promuovere. LEGGI TUTTO

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    Juve, sei cose che Allegri ha cambiato rispetto all’anno scorso

    Parola d’ordine: cambiamento. Lo chiese tra le righe anche l’ad della Juventus, Maurizio Scanavino, nel confermare la fiducia del club a Max Allegri. Nessun dubbio sulla permanenza del tecnico livornese, ok, ma a patto che qualcosa cambiasse pure lui rispetto alle ultime stagioni. E di cose, dopo appena un mese dall’inizio della stagione, ne sono già cambiate molte. Anche se la controprova dovrà pur sempre arrivare dal campo nelle prossime gare ufficiali in programma. Andiamo a vedere alcuni aspetti che spiccano già dal nuovo progetto tecnico. LEGGI TUTTO

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    Da Capitan America a Capitan Milan: così Pulisic ha conquistato Pioli

    Capacità di interpretare più ruoli e traino commerciale negli Usa – con numeri record -, dove è il volto calcistico più noto: Christian fa felice il mondo rossonero sotto tutti gli aspetti

    Il “movente”? Assolutamente e inequivocabilmente sportivo. Christian Pulisic è un attore che fa felice chi lo dirige perché sa interpretare più ruoli. Sulla base di partenza, insomma, non ci sono dubbi: l’americano è sbarcato a Milanello grazie alle sue caratteristiche tecniche. Poi, però, c’è un altro gradevolissimo risvolto della medaglia, che riguarda le dinamiche extra campo. Qualcosa che – molto parzialmente – riporta la memoria all’arrivo di Honda. Solo che nove anni fa Keisuke, considerando l’intera esperienza rossonera, portò probabilmente un contributo maggiore al Milan in termini di visibilità “aziendale” – era l’indiscusso eroe nazionale calcistico in patria -, rispetto a quello sul campo. Ecco, nel caso di Christian, tutto viaggia a braccetto. Pioli è contento, Cardinale anche. LEGGI TUTTO

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    Inter, Lautaro si ferma: niente test a Salisburgo, ma domenica a Ferrara ci sarà

    Una scelta conservativa che non desta preoccupazione allo staff medico nerazzurro. Il Toro si riposerà, starà con la famiglia prima di tornare al lavoro

    Lautaro non parte per Salisburgo e salta l’amichevole di oggi, in programma alle 19 alla Red Bull Arena. Per il capitano dell’Inter si tratta di un sovraccarico muscolare, un piccolo intoppo avuto ieri in allenamento: oggi è arrivata la decisione di lasciare fermo l’argentino. Una scelta conservativa, dunque, che non deve destare preoccupazione per l’inizio del campionato con il Monza a San Siro sabato 19 agosto: Lautaro infatti sarà regolarmente in campo anche nell’amichevole di domenica a Ferrara contro gli albanesi dell’Egnatia.

    LAVORO DURO—  Dopo la tournée in Giappone, gli allenamenti proposti da Inzaghi e dal suo staff sono stati duri, con carichi importanti per arrivare pronti all’inizio del campionato. E anche in Asia il lavoro è stato piuttosto pesante. Ecco che per Lautaro – diventato padre per la seconda volta poche ore fa, con la nascita del secondogenito Theo – non si tratta di nulla che possa destare preoccupazione, ma appunto solo di un sovraccarico dopo le fatiche estive: il Toro si riposerà, starà con la famiglia prima di tornare al lavoro e puntare al Monza. Tra dieci giorni, Lautaro sarà al suo posto, al centro dell’attacco con tanto di fascia al braccio. E contro il Salisburgo, Inzaghi potrà vedere se davanti c’è vita senza il Toro. In attesa che dal mercato arrivi la prima punta. LEGGI TUTTO

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    Quando Mourinho attaccava la Roma

    Oggi è l’alfiere dei tifosi ma i tempi dell’Inter, non le mandava a dire. Scudetto e trofei contesi, polemiche a distanza. Una rivalità che infiammò per 2 anni il calcio italiano

    D a un paio d’anni il suo slogan è: “Daje Roma”. Prima invece era: “Daje (addosso) alla Roma”. Succedeva qualche anno fa, quando la Roma era un’avversaria e José Mourinho – dalla panchina dell’Inter – la guardava di sbieco, riservandole come da catalogo ampie dosi di veleno, provocazioni e stoccate, in una visione manichea della vita in cui il Bene sta da una sola parte (la sua) e il Male dall’altra. E tra le grandi forze dell’Impero del Male all’epoca c’era anche la Roma.  LEGGI TUTTO

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    Cinquant’anni di Pippo Inzaghi: dieci cose che non sai su di lui

    Il primo guizzo arriva sui banchi. Il diciottenne Pippo, futuro ragioniere, sta per dare l’esame della maturità. Ha dichiarato spesso che senza i suoi genitori non avrebbe mai preso il diploma. “Prima lo studio, poi il calcio”, dicevano. E Pippo posava il pallone accanto al divano. Non è mai stato rimandato. Anche grazie a un “gol di rapina” nel giorno del tema. Inzaghi si scrive “Zante” sul polso. Il luogo di nascita di Ugo Foscolo. Promosso. LEGGI TUTTO

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    La Juve punta Amrabat: costa 25 milioni più bonus, ecco come può arrivare

    Sfumati Milinkovic e Kessie, il marocchino della Fiorentina è in cima alla lista di Giuntoli. Prima però bisogna cedere 

    Il nome nuovo in cima alla lista della Juventus è quello di Sofyan Amrabat. Sfumati Milinkovic Savic e Kessié, che sembravano a un passo da Torino fino ai blitz dell’Arabia Saudita, Giuntoli e Manna hanno individuato nel centrocampista della Fiorentina l’innesto che Allegri vuole a tutti i costi. Il tecnico ha chiesto un giocatore di sostanza, che possa fare la differenza lì in mezzo con la sua fisicità. L’identikit si sposa bene con le caratteristiche del marocchino, sul qualche c’è anche il Manchester United. 

    ipotesi—  Amrabat resterebbe volentieri in Serie A: l’ipotesi Juve lo scalda. Ma la Fiorentina per lui avanza la richiesta di 25 milioni più bonus: cifra importante, che per i bianconeri potrebbe non essere fuori portata solo grazie a delle cessioni. Non solo quella di Zakaria, ormai promesso sposo del Monaco (prestito con obbligo di riscatto, operazione complessiva tra i 18 e i 20 milioni), ma verosimilmente anche lo scambio Lukaku-Vlahovic, che – anche grazie al conguaglio in favore dei bianconeri – andrebbe a liberare risorse da rimettere sul mercato, oltre a realizzare un grosso risparmio. Serve prudenza in questi giorni ma anche la giusta potenza di fuoco: l’inizio del campionato si avvicina e Allegri vuole garanzie, quelle che Pogba – ancora al lavoro per mettersi a disposizione – per il momento non è in grado di fornire. LEGGI TUTTO