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    Cosmi: “Napoli ancora favorito. I trequartisti? L’ultimo è stato Morfeo…”

    Il tecnico 23 anni fa fece tornare grande il Perugia, ora non molla: “In pensione non ci vado. Il calcio dei miei tempi è irripetibile, oggi mi piace il City ma non mi fa battere il cuore”

    V entitrè anni fa, nell’estate del 2000, mentre l’Italia si dimenava al ritmo di “Vamos a bailar esta vida nueva”, la Serie A accoglieva l’esordiente Serse Cosmi alla guida del Perugia. Oggi, dopo l’ultima esperienza a Rijeka (Croazia), Serse aspetta e si rilassa guardando il Tour de France, “il mio idolo Pogacar va come un treno. Mi entusiasma come mi entusiasmava Pantani. Con loro di scontato c’è una cosa sola: attaccano sempre”. LEGGI TUTTO

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    Cuadrado criptico sul futuro: “Ronaldo non vuole portarmi in Arabia”

    Intervenuto ai microfoni di As, l’ormai ex esterno della Juve, Juan Cuadrado, ha rilasciato delle dichiarazioni sia sul suo passato in bianconero, sia su quello che sarà il suo imminente futuro. SULLA JUVE – ‘Mi sento molto orgoglioso. Forse, qualcuno sta iniziado a rendersi contro di quello che è ho fatto davvero alla Juventus: 8 anni giocando su larga scala, semplicemente ringrazio Dio. Lo sognavo, ma non pensavo che sarebbe stato così, trascorrere così tanto tempo lì e giocare ad alto livello’.SUI COLOMBIANI – ‘Spero che i futuri giocatori colombiani che andranno lì possano superare tutto questo. Che siano i prossimi colombiani alla Juventus, al Milan e possano lasciare un’eredità. Mi riempie di orgoglio aver vissuto tutto questo’.  SUL FUTURO – “Sono molto tranquillo, sto pensando bene a cosa è meglio, chiedendo aiuto a Dio. Qui c’è il mio agente Andrey Martínez che era in Europa ed è appena arrivato per parlare delle varie situazioni. Ovviamente ci sono opzioni e andremo ad analizzare qual è la migliore”.SULL’ARABIA – ‘Futuro in Arabia? In questo momento ho ancora molta passione, mi piace competere. La panita (CR7 ndr.) è laggiù, ma non vuole portarmi’.NAZIONALE – ‘Ho ancora passione, forza, mi sento bene. Sarebbe una bella sfida, un traguardo. Se Dio mi darà la forza per esserci, da parte mia darò il 150% per essere nelle migliori condizioni e lascerò decidere allo staff tecnico’.  Carica altri LEGGI TUTTO

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    Parma: Partipilo può far dimenticare Vazquez

    TORINO – Ci sarà anche il Parma nella lotta per la A diretta? Le ultime mosse fatte dal club di Kyle Krause fanno pensare che chissà, potrebbe essere la volta buona per riconquistare quella massima serie persa nel 2021. Le basi si sono messe col non semplice rinnovo dell’allenatore Pecchia. L’ex vice di Benitez alla fine della passata stagione era un po’ sfiduciato e nicchiava sulla possibilità di rinnovare il contratto fino al 2025, come poi in realtà accaduto. C’era di mezzo il mercato, ovviamente. I tanti gioielli del Parma erano (e sono) ambiti non solo dalla A ma da mezza Europa, Pecchia chiedeva delle garanzie che evidentemente ha ottenuto al momento del rinnovo. Tiene poi banco il dilemma Buffon: si ritira o no? Intanto non è stato convocato per il ritiro, ufficialmente per un permesso. Ma al di là del forte impatto mediatico che potrebbe avere il suo addio anticipato di un anno al calcio giocato, quello sulle sorti della squadra sarebbe ridotto: nella passata stagione, Buffon e Chichizola si sono alternati quasi equamente fra i pali del Parma e se si vanno a vedere i numeri del due, l’argentino è andato meglio del 45enne Gigi, dunque non sarebbe un problema rilevarlo, Chichizola di fatto è già il titolare ed è uno dei migliori portieri della B. Quello che ha lasciato un po’ perplessi, è il mancato rinnovo del Mudo Vazquez, 25 gol nelle sue due stagioni al Parma, giocando quasi ovunque (trequartista, falso nueve, mediano), un contributo che non sarà semplice da surrogare. Poi però, a far capire come il Parma quest’anno vada tenuto d’occhio, c’è stato il colpo Partipilo, probabilmente il più pesante di questa prima fase del mercato di B. Anthony Partipilo, classe 1994, una decina abbondante di anni fa veniva associato ad Antonio Cassano. Giocatori diversi, anche caratterialmente. Ma accumunati dal fatto di essere entrambi baresi, i più grandi talenti sfornati dal vivaio dei galletti negli ultimi decenni. Eppure Partipilo nella sua città non è mai riuscito a sfondare. Nel 2016 rescindeva il contratto col Bari e meditava seriamente di ritirarsi a soli 22 anni. E invece no, il ragazzo si metteva ai remi e si faceva un nome in C con buoni numeri per Bisceglie e Virtus Francavilla. La svolta nel 2019, quando approda alla Ternana di Bandecchi. Partipilo diventa l’uomo in più nella promozione degli umbri in B del 2021, a suon di record. Seguono le due annate deludenti nella categoria con gli umbri, lui però, si mette in mostra per la tecnica superiore, il dribbling e la rapidità con cui parte largo per accentrarsi ed essere letale. Già la scorsa stagione poteva sbarcare in A, lo voleva il Lecce ma all’epoca Bandecchi chiedeva la luna e intanto gli prolungava il contratto. Quest’anno invece, alla Ternana, nell’ambito di un delicato cambio di proprietà,  tira aria di saldi da fine stagione, bravo il Parma ad approfittarne, portandosi a casa, con appena 1.5 milioni, un elemento che in B può fare la differenza (e magari far dimenticare anche Vazquez). L’arrivo di Partipilo fa pensare che il Parma stia cambiando nella scelta dei giocatori da acquistare. La gestione Krause ha portato, perlopiù, giovani talenti internazionali in rampa di lancio. Strategia che può portare ottime plusvalenze (vedi Oosterwolde ceduto a gennaio al Fenerbahce a peso d’oro) ma che per la riconquista della A, finora non sta pagando. Però la squadra è in crescita. Nel 2021 retrocedeva dalla A al termine di un’annata sconcertante. L’anno successivo partiva in B come la squadra da battere, la panchina passava da Maresca a Iachini senza che il Parma mai lottasse neanche per i playoff, chiuse al 12° posto. Nell’ultima annata Pecchia, con una rosa di fatto analoga, è riuscito a dare la sua impronta, la squadra ha chiuso quarta e la A è sfuggita in maniera beffarda in semifinale playoff col Cagliari poi promosso. Certo, si poteva fare di più, il Parma ha trovato la continuità della grande squadra solo negli ultimi due mesi di campionato. Ma almeno, rispetto alla precedente disastrosa annata, è stata in lizza per la A quasi fino all’ultimo. La base per riprovarci, insomma, c’è. Un anno fa c’erano solo le macerie di due stagioni fallimentari. Pecchia comunque, ha riportato il Parma in alto senza disporre di un vero, affidabile, centravanti di ruolo (e infatti perlopiù ha dovuto farlo Vazquez). Ora c’è il tempo per risolvere anche questo grosso problema mentre si tratta la risoluzione dell’oneroso contratto di Inglese che nel ruolo partiva forte un anno fa, salvo poi smarrirsi. E chissà che alla fine, a guidare l’attacco emiliano, possa esserci Coda, reduce da due promozioni in A di fila  con Lecce e Genoa, 52 gol segnati nelle sue ultime tre stagioni di B. Il Parma ci lavora, non è semplice arrivare a lui, il contratto che lo lega al Genoa non è facilmente sostenibile per una squadra di B. Ma se dovesse arrivare, si confermerebbe il cambio di strategia del Parma. Non più prevalenza di giovani talenti che talvolta danno l’impressione di giocare più per se stessi che per la squadra. Ma con Partipilo e magari Coda, elementi che la B l’affrontano, come dicono i loro numeri, con tutt’altro piglio, quello che ci vuole per condurre un campionato al vertice. LEGGI TUTTO

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    Il genio, l’arte, la semplicità: Luis raccontato a chi non l’ha visto

    Gli veniva naturale stoppare il pallone, alzare la testa, intuire lo scatto di Jair o di Mazzola, e recapitargli il pallone con una fiondata secca che era una sentenza: storia di un calciatore che ha fatto le imprese più difficili a suon di cose semplici

    Nell’estate del 1962, mentre tutti ballavano sulle spiagge d’Italia al ritmo di “Quando quando quando”, i tifosi interisti s’interrogavano perplessi sotto gli ombrelloni e si chiedevano se l’avvento del Mago Herrera, giunto due anni prima, fosse davvero la medicina adatta per guarire il popolo nerazzurro, ora umiliato dallo scudetto appena conquistato dal Milan del Paròn Rocco. Il presidentissimo Angelo Moratti spendeva e spandeva, ma i risultati non si vedevano. Don Helenio era sbarcato nel nostro campionato con la presunzione di imporre il proprio gioco, di giocare all’attacco, di fare un calcio spettacolare, e così alla gente era stato venduto il prodotto, neanche fosse una scatola di biscotti, salvo poi rendersi conto che quello stile di gioco non era in linea con la storia italiana.  LEGGI TUTTO

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    Sacchi: tutti a caccia dei bomber, ma senza gioco non servono

    È innegabile l’importanza dei centravanti, ma serve una manovra che sappia coinvolgerli: l’esempio di Guardiola

    Secondo una consuetudine che si è consolidata nel corso dei decenni, appena parte il mercato scatta la corsa agli attaccanti. Grandi o meno grandi che siano. È una specie di regola non scritta alla quale il mondo del calcio si attiene: acquistare il centravanti, magari forte, è un fiore all’occhiello da esibire ai tifosi. L’esercizio, va detto subito, è assolutamente legittimo e dunque fanno benissimo i club a inseguire questo o quello per rinforzarsi. L’Inter va all’assalto di Lukaku, il Milan cerca la punta centrale, la Roma pure, e anche all’estero ci si muove. Operazioni che, se fatte rispettando i bilanci, sono condivisibili, ma mi preme sottolineare un aspetto non marginale del discorso: d’accordo, comprare l’attaccante è importante, ma ancora più importante è avere un gioco d’attacco che metta questo elemento nelle migliori condizioni per fare gol. Già, perché spesso noi italiani ci dimentichiamo che il calcio è un gioco collettivo e che in una squadra ci sono undici uomini e che tutti devono (dovrebbero) contribuire a costruire la manovra, ad arginare quella avversaria, a creare emozioni e a generare spettacolo.  LEGGI TUTTO

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    Lotito: “Scudetto alla Lazio, perché no? Milinkovic lo terrei, ma…”

    Parla il presidente biancoceleste, dopo il secondo posto dell’anno scorso: “Io a differenza di altri non devo cedere per comprare. Con Sarri c’è armonia, ma decido io e firmo io”

    Un’intervista con Claudio Lotito è sempre una piccola avventura tra telefoni che squillano (e ai quali risponde, sempre), toni della voce che si alzano, risposte che vanno dove vuole lui. È così da quando è presidente della Lazio, diciannove anni fa, e ora ai mille impegni ha aggiunto quello di senatore.  LEGGI TUTTO

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    Dal raduno alle interviste pre-partita: più visibilità per Franco Baresi

    Lo storico capitano del Milan avrà un ruolo più attivo nel nuovo assetto societario rossonero, non solo in chiave di ambasciatore del club

    Il Milan domani si radunerà a Milanello e molto probabilmente Franco Baresi ci sarà, come un tempo. Baresi è rimasto vice-presidente onorario ma nella prossima stagione sarà più visibile, in un certo modo allargherà le sue competenze.

     Il Milan progetta di affidargli alcune delle interviste pre-partita, i brevi botta e risposta con Dazn o Sky che vedono protagonisti allenatori e dirigenti. Non solo, Baresi sarà più spesso a Milanello e il suo ruolo non sarà più soltanto da ambasciatore del club (brand ambassador). Naturalmente molto si spiega con il cambio in dirigenza. Il licenziamento di Paolo Maldini e l’addio a Ricky Massara hanno suggerito una redistribuzione dei compiti, con diversi dirigenti più protagonisti. Baresi non sarà club manager e certo non parlerà quotidianamente ai calciatori ma comparirà più spesso davanti alle telecamere e agli eventi.  L’idea del Milan, chiara: affidargli il ruolo di simbolo del milanismo nella nuova gestione. LEGGI TUTTO

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    L’Inter aspetta Bisseck: martedì a Milano per le visite. Sarà il terzo acquisto nerazzurro

    Il tedesco è atteso il giorno prima della conferenza stampa di Marotta e Inzaghi per test fisici e firma

    Un briciolo di dubbio ancora c’è ma tutto porta a pensare che martedì sarà il giorno dello sbarco di Yann Bisseck a Milano. Il difensore, che è stato acquistato pagando in due rate la clausola da 7 milioni che ha con l’Aarhus, è reduce dalla precoce eliminazione della Germania dall’Europeo Under 21 e adesso è in vacanza, ma non vede l’ora di iniziare la sua avventura professionale. La Serie A è una grande sfida per lui: sa che dovrà imparare molte cose ed è pronto a farlo. Il primo step però sono le visite mediche e la firma sul contratto che lo farà diventare il terzo acquisto stagionale dopo Thuram e Frattesi.  LEGGI TUTTO