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    De Ketelaere, crisi senza fine. Ma il Milan non lo molla e punta tutto sulla prossima stagione

    L’ingresso all’Olimpico è stato per l’ennesima volta fiacco, con l’aggravante dell’errore sul gol della Roma (e un rischio sul pari rossonero). Tifosi stufi, il club però lo terrà a MilanelloC’è chi prova ad annacquare il disagio della situazione con l’ironia: “De Ketelaere riesce a sconfiggere anche le leggi della statistica e delle probabilità, non gliene riesce una nemmeno per sbaglio”. E chi è molto più netto: “A questo punto della stagione basta. Esperimenti finiti”. L’ingresso di Charles all’Olimpico non è decisamente passato inosservato e, ancora una volta, il contesto è negativo. Anche perché effettivamente, arrivati a un mese dalla fine della stagione, quando i punti pesano come blocchi di granito, un atteggiamento poco consono – diciamo così – può costare carissimo. LEGGI TUTTO

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    Il capitano Di Lorenzo e l’azzurro che tutta Napoli oggi indosserà per la festa

    La città non ha bisogno dell’armocromia: sfoggerà i colori di sempre. Pelé entra nel dizionario, ma con Maradona non vale Da giorni se ne dicono di tutti i colori. Nel senso dell’armocromia, parola che ha fatto irruzione nel dibattito politico e di costume, da quando Elly Schlein, nuova segretaria del Partito Democratico, ha chiesto consiglio a un’amica, esperta di immagine. LEGGI TUTTO

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    Ranieri e il Cagliari, sarebbe l’ora di svoltare

    TORINO – La 35ª giornata di Serie B si apre oggi con due anticipi, fischio d’inizio alle 16.15 (poi, domani 1° Maggio, tutte le altre gare). Oggi però, occhio alla partita della Unipol Domus, col Cagliari che ospita la Ternana. Entrambe le squadre vivono un momento particolare. I sardi, dall’arrivo a gennaio di Sir Claudio Ranieri, indubbiamente hanno trovato una quadratura che prima, con Liverani, mancava. Però il Cagliari, che in estate era considerata la seconda favorita dopo il Genoa per la A, resta ancora al di sotto delle attese d’inizio stagione, a Ranieri manca la svolta definitiva riuscita invece a Gilardino col Genoa. Per carità, con Sir Claudio la squadra si è rimessa in carreggiata, passando dall’11° posto alla zona playoff. Ma per il passo che stanno tenendo i sardi negli ultimi tempi, non è ancora scontato che il Cagliari possa disputare gli spareggi per la promozione: al momento il Casteddu è sesto, a +4 su Modena e Palermo, le prime squadre fuori dalla zona playoff. Provare a scalzare il Sudtirol dal quarto posto (che assieme al terzo consente ai playoff di saltare il turno preliminare e di scendere in campo dalle semifinali) non appare semplice: gli altoatesini hanno 5 punti di margine, è vero che non corrono più come fino a un mese fa ma l’unico punto che hanno conquistato nelle ultime tre uscite, lo hanno raccolto lo scorso turno in casa della capolista Frosinone. Insomma, fino a non troppo tempo fa Ranieri parlava ancora di A diretta ma il quadro attuale della situazione è ben diverso, qui innanzitutto c’è da mettere in sicurezza il piazzamento playoff e mantenere il 6° posto consentirebbe di disputare il turno preliminare in casa, potendo giocare quasi per due risultati: in caso di parità al 90’, il regolamento dei playoff prevede che al 1° turno si disputino anche i supplementari e se la parità perdura, al 120’ passa la squadra di casa, in virtù del miglior piazzamento in campionato. Resta il fatto che, per non correre rischi nelle ultime giornate, il Cagliari deve cambiare passo già da oggi: non vince da 4 partite, nelle quali ha raccolto 3 pari e il ko dell’ultimo turno a Parma, con gli emiliani che grazie a quella vittoria sono ben più indiziati dei sardi nel provare ad insidiare il Sudtirol quarto. Oggi poi, mancherà ancora Mancosu e si sa quanto sia determinante il suo contributo perché è quello di un giocatore che gioca (anche) per la sua gente, i migliori risultati il Cagliari li ha fatti quando ha potuto averlo in grande spolvero. Sull’altro fronte, ci sarà una Ternana ferita per il tonfo dell’ultima uscita, l’1-4 rimediato dal Venezia che ha mandato su tutte le furie patron Bandecchi: squadra in silenzio stampa, può parlare solo lui che ha utilizzato parole di fuoco per il tecnico Lucarelli, inoltre per giugno ha già annunciato una sorta di rifondazione perché in effetti appare esaurito il ciclo della squadra che nel 2021 riconquistava la B a suon di record. Ma, come ha ammonito Ranieri, guai a sottovalutare gli umbri, per almeno due ragioni. Innanzitutto perché un pensierino ai playoff possono ancora farlo: l’8° posto della Reggina è attaccabile, sia perché il distacco è di soli 3 punti, sia per i problemi giudiziari dei calabresi, già puniti con un -3 e che a breve potrebbero subire altre penalizzazioni. E poi perché se la Ternana è in giornata, può mettere sotto chiunque, non va dimenticato che alla 9ª giornata le Fere erano state capaci di issarsi in testa da sole, grazie a 5 vittorie di fila. Quel clima lì, però, a Terni è evaporato da tempo. L’altra sfida di oggi è un incrocio salvezza che mette i brividi, Spal-Perugia. I padroni di casa oggi sarebbero retrocessi, sono sì penultimi ma ancora vivi, visto che non perdono da 4 giornate, nelle quali la squadra di Massimo Oddo ha messo insieme 6 punti. Vincendo oggi, scavalcherebbero in classifica gli umbri e salirebbero a quota 37, a fine turno potrebbero ritrovarsi in zona playout. Il Perugia di Fabrizio Castori se la passa peggio. Nell’ultima uscita, in casa col Cosenza, non è andato oltre lo 0-0, mancando la vittoria in uno scontro diretto che poteva dare un altro volto al fondo classifica. Prima di quel pari, gli umbri avevano collezionato 3 ko di fila che hanno prodotto la pesante situazione attuale (oggi il Perugia disputerebbe i playout col Cittadella). Nel complesso, da entrambe le squadre era lecito attendersi di più: la Spal in estate aveva fatto un mercato importante e nutriva qualche ambizione; il Perugia veniva dal sorprendente piazzamento playoff della scorsa annata. Ma in una B così competitiva, qualcuno fatalmente deve steccare. Però ci sono ancora 12 punti in palio, un’enormità: anche se inizia a essere tardi, entrambe possono ancora trovare il cambio di passo decisivo. LEGGI TUTTO

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    Boeri: “Spalletti ha costruito un sogno”. Veronesi: “Napoli, squadra perfetta”

    Dall’archistar nerazzurro allo scrittore tifoso bianconero, sono tutti d’accordo: “Che bravi gli azzurri, hanno davvero meritato questo trionfo”Cieri, Conticello, Piccioni, Stoppini30 aprile
    – MilanoSarà uno scudetto meritato, straordinario, per una città di cui è difficile non innamorarsi. Sono legato da antica amicizia a Luciano Spalletti, che ha casa al Bosco Verticale: è un uomo limpido e trasparente. Con lui si discute di tutto, non solo di calcio: parliamo anche di architettura e di piante, una sua passione. Non mi stupisce questo suo successo, a Milano è arrivato in un momento difficile, ma ha creato le fondamenta per i successori. Ha avuto grandi intuizioni, come quella di Brozovic regista. Napoli, poi, è un luogo eccezionale, di grande attese e di esplosioni di vita: ci voleva proprio uno come lui per trionfare. Il suo è sempre un apporto maieutico, da maestro, da costruttore di sogni. Rispetto ai miei interisti, i suoi ragazzi napoletani hanno avuto in campionato più “cazzimma”, intesa anche come voglia di metterla dentro. Il simbolo è lo strabiliante Kim: non pensavo si potesse trovare un difensore di questo livello, in un circuito secondario e a prezzi “normali”. E, personalmente, sarò sempre legato a questa città: a fine Anni 90 abbattemmo il muro che divideva piazza Municipio dalla Stazione Marittima. Mare e città si riabbracciavano dopo secoli. Da nerazzurro nostalgico e un po’ autolesionista, tiferò sempre anche la Roma di Mourinho, ma sono contento sia finita così. Se non deve essere Inter, allora meglio che sia Napoli. LEGGI TUTTO

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    Lacrime, errori, panchine: Fagioli e l’ora della risalita, c’è la Juve da riprendersi

    La giornata no col Sassuolo e quella col Napoli, la difesa di Allegri e poi i suoi appunti, un ruolo al centro della Juve e poi molto meno campo: viaggio nel complesso momento del centrocampista. Anche se non c’entrano solo le valutazioni individuali Non è banale per Nicolò Fagioli ritrovare la maglia da titolare col Bologna. Nulla di paragonabile alle secche di inizio stagione, cominciata toccando il campo solo in quattro delle prime sedici partite, 59 minuti da metà agosto a quasi tutto ottobre, riuscendo poi a riscrivere la storia della propria stagione con un finale in crescendo prima della pausa del Mondiale, premiato dall’aver tenuto duro e dall’essersi poi fatto trovare pronto. Questa è un’altra fase della crescita, non quella dell’affermazione ma della conferma. Più in particolare del confronto con l’errore. In termini di accettazione, e di reazione. LEGGI TUTTO