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    Sacchi: “Milan, Diaz ha trovato la posizione giusta. L’errore del Napoli? Innervosirsi”

    L’ex ct: a San Siro si sono visti per un tempo ritmo e velocità di livello europeo, le possibilità sono ancora al 50%. Inter, nessun dubbio sul valore tecnico. Ma a livello caratteriale… Ritmo e velocità da Champions, Milan e Napoli hanno disputato un primo tempo di livello europeo e questo è il primo aspetto da sottolineare perché in Serie A non siamo abituati a partite tanto intense. All’inizio il dominio della squadra di Spalletti è stato evidente: ha creato diverse opportunità ed è stato molto bravo Maignan. Il Milan, però, ha saputo resistere e ripartire. E in una di queste ripartenze ha costruito il gol del vantaggio. LEGGI TUTTO

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    Lecce, la super Primavera spiegata da Corvino: “Perché prendo giovani stranieri e non italiani”

    Il responsabile dell’area tecnica dei salentini, primi a +7 nel campionato Primavera, ha parlato anche della mancanza di giovani nelle big, delle difficoltà dei talenti italiani e delle strategie delle grandi squadre che, spesso, trascurano i settori giovanili Seduto sulla sua poltrona, Pantaleo è vestito di scuro. Davanti a lui, c’è una scrivania: la guardi per un po’, ti risulta difficile decifrarne il colore. Il suo mondo e le sue ambizioni sono racchiusi in quei due metri quadrati, ricoperti di fascicoli e faldoni, con su scritti i nomi delle varie formazioni. Under 16, Under 17, Under 18 e, infine… la Primavera. È il fiore all’occhiello del Lecce targato Saverio Sticchi Damiani. Da sempre attento alla sostenibilità del progetto giallorosso, il presidente ha trovato in Corvino il suo alleato ideale. Nel giro di pochi mesi, la prima squadra potrebbe schierare tre o quattro calciatori cresciuti nella “cantera” salentina. Le qualità non mancano, il campo parla chiaro. Il Lecce è primo in classifica nel campionato di Primavera 1, con sette punti di distacco sulle inseguitrici. Nella squadra di Coppitelli, però, ci sono ben venti stranieri… LEGGI TUTTO

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    Specialisti in panchina: ecco gli allenatori “da campionato” e quelli “da coppa”

    Inzaghi guru delle partite “dentro-fuori”. Poi c’è chi dà il meglio sull’intera stagione. Radiografia dei tecnici di gridoIl paragone con il ciclismo viene facile: ci sono corridori adatti per il Giro, per il Tour o per la Vuelta, cioè gare che si sviluppano nell’arco di tre settimane, e altri che si adattano meglio alle “classiche”, un colpo e via, la Sanremo o la Roubaix, il Fiandre o il Lombardia. LEGGI TUTTO

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    Il Bastoni 2.0 è anche maestro di assist: il rinnovo è sempre più urgente per l'Inter

    Il difensore ha indirizzato il destino del quarto di finale contro il Benfica favorendo entrambi i gol nerazzurri: la sua centralità nel progetto è evidente e il club vuole scongiurare un altro caso SkriniarAll’inizio Alessandro Bastoni era soprattutto un prodigio della difesa, poi ci ha aggiunto l’impostazione e i lanci lunghi. Adesso pure i cross dalla fascia sono entrati nel suo repertorio e a provarlo sulla propria pelle è stato il Benfica, messo al tappeto da due diaboliche traiettorie mancine di un 23enne che ogni giorno di più aumenta il suo status a livello mondiale, tra Inter e Nazionale. LEGGI TUTTO

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    Un uomo in meno, un’idea in più. E Zaccheroni fa la rivoluzione col 3-4-3

    Rosso a Genaux contro la Juve di Lippi: l’Udinese ora toglie una punta, pensano tutti. E invece no. Il suo tecnico si ricorda di Zeman, dell’Ajax e del WM e sorprende tutti C’è un giorno preciso in cui la lampadina si accende e tutt’attorno, sopra e sotto, si fa luce. È il 13 aprile del 1997, una domenica. Allo Stadio delle Alpi di Torino va in scena la sfida tra la Juventus di Marcello Lippi, prima in classifica, e l’Udinese di Alberto Zaccheroni. Dopo tre minuti l’arbitro Bettin di Padova estrae il cartellino rosso e caccia il terzino dei friulani Genaux. A quel punto che fare? LEGGI TUTTO

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    Un dollaro al giorno, il campo militare, le lacrime alla Masia: alle origini di Onana

    Gli inizi con la Eto’o Foundation in Camerun, poi l’occasione Barcellona dopo un torneo vinto in Spagna a 11 anni. Il racconto di chi ha visto crescere il portiere che ha blindato la porta dell’InterUn pallone calciato oltre il filo spinato interrompe la marcia dei militari. Lo raccoglie un uomo in mimetica, con gli anfibi e i nastrini sul petto: “Chi è stato?”, grida. Dall’altra parte del muro un gruppo di bambini ride a crepapelle. Indicano tutti André: “È colpa sua”. L’unico ad avere la divisa di un altro colore. Gli altri hanno le maglie rosse, lui ce l’ha verde fluorescente. “L’hai fatto ancora, adesso ci odieranno”, dice il piccolo Fabrice al compagno dalla mira poco precisa. È il portiere della squadra, ma non indossa mai i guanti ed è sempre in mezzo al campo. LEGGI TUTTO

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    Orlandini: “Fiorentina, meglio la Coppa Italia. E servirebbe un Graziani”

    L’ex mediano della Viola tra ieri e oggi: “lo scudetto del 1982? La rete di Ciccio a Cagliari era regolare come quella di Turone dell’anno prima”Andrea Orlandini, classe ’48, “figlio” di San Frediano, fiorentino nell’anima, viola di crescita e di carriera (oltre a quattro stagioni al Napoli), mediano elegante e interventista, uno dei Cavalieri che fecero quasi l’impresa. Quasi. “Ho appena finito di perdere a carte, accidenti, dimmi pure…”. LEGGI TUTTO