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    Sarri e la Juve, storia di un matrimonio… infelice e vincente

    Mercato, compromessi, passi indietro velatamente minacciati e tanto altro ancora concorsero affinché l’avventura del tecnico toscano in bianconero durasse solo un anno Tra Maurizio Sarri e il mondo Juve non è mai scattata la scintilla. I motivi sono diversi. La scelta del club di sollevare dall’incarico l’allenatore e il suo staff al termine della prima stagione in bianconero fu solo l’effetto di una convivenza tormentata, snervante, probabilmente appesantita anche dal Covid e dai suoi effetti. LEGGI TUTTO

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    Il divorzio Potter-Chelsea riavvicina Lukaku all'Inter. Decisivo il fattore Conte

    Il destino del belga dipende da cosa succederà da qui a fine stagione a nerazzurri e blues. Big Rom non vorrebbe tornare in Inghilterra, ma molto dipenderà da chi siederà sulle due panchine Romelu Lukaku al centro del palcoscenico, attorno a lui scenari che cambiano in continuazione e che influiscono sulla trama. Il belga ha un imperativo, da qui a fine stagione: diventare protagonista in nerazzurro e provare a costruirsi il futuro che maggiormente desidera, anche se non dipenderà solamente da lui. Inter e Chelsea sono due realtà difficili da decifrare in ottica futura, a partire dal rebus su chi sarà l’allenatore delle due squadre il prossimo anno fino arrivare ai risultati sportivi – e dunque economici – che possono spalancare nuovi scenari o imporre decisioni drastiche. LEGGI TUTTO

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    La truffa dell’oro nero che nemmeno Baggio riuscì a dribblare

    Robi fu una delle vittime di una coppia di presunti banchieri genovesi: promettevano soldi facili investendo nelle miniere del Perù. A Baggio portarono via 7 miliardi, ma non fu l’unico a cadere nella trappola Lunedì 24 febbraio 1997 — alle 9.30 della mattina — Roberto Baggio entra nella caserma delle Fiamme Gialle di Forlì, accompagnato dal suo manager Vittorio Petrone. Il campione, all’epoca in forza al Milan, scende dalla Uno Bianca della Finanza, saluta i tifosi che — a decine, oltre i cancelli della caserma — lo stanno aspettando da un paio d’ore. LEGGI TUTTO

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    Inter, quanto hai fatto all'Allianz non può bastare. Ora serve una svolta

    Aver giocato appena meglio della Juventus non può essere una consolazione. Per la corsa Champions i nerazzurri devono cambiare passo. Da subito Non c’è dubbio che a far notizia sia stata l’assurda rissa finale, con interisti e juventini a fronteggiarsi con quella grinta che invece si era vista di meno in campo. Però la “notizia” di quella gazzarra finale, con le offese, le risposte, le esultanze e i relativi faccia a faccia, ha finito per far scivolare in secondo piano lo spettacolo calcistico, che non è stato sicuramente esaltante. LEGGI TUTTO

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    Lo spot di Juve-Inter: razzismo, risse, noia. L'Europa è lontana

    Gli insulti a Lukaku, la scazzottata finale, gioco sotto ritmo e senza qualità: non è così che conquistiamo estimatori all’esteroMartedì sera all’Allianz Stadium di Torino è mancato soltanto il ciak di un regista. Per il resto, è stato girato uno spot perfetto. Un capolavoro di marketing al contrario: “Perché è bene evitare il calcio italiano”. Il messaggio è stato impeccabile. Non mancava nulla, concentrato in una sola notte il peggio che potevamo offrire. A cominciare dallo schifo del razzismo. Volti deformati dall’odio che ululano “buuu” e urlano “scimmia!” a Lukaku che ha una mano alla fronte e un dito sulle labbra. LEGGI TUTTO

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    Genoa, Martinez è il miglior portiere della B

    TORINO – Non ci sono più dubbi: il miglior portiere della Serie B è lo spagnolo Josep Martinez: e chi l’avrebbe detto a inizio stagione? L’1 luglio 2022 era sbarcato al Genoa e il popolo rossoblù s’era subito diviso in due fazioni. Da una parte gli entusiasti per il fatto che arrivasse, seppur in prestito, un giocatore del Lipsia, con una presenza nella nazionale spagnola. Dall’altra i difensori del suo collega di reparto, il croato Adrian Semper, 24enne come lui, di proprietà Genoa, considerato una garanzia in B visti gli ottimi campionati disputati nel Chievo. Il partito pro Semper poi, faceva notare che Martinez aveva raggiunto la nazionale spagnola soltanto per il covid, che aveva falcidiato le Furie Rosse poco prima di un’uscita, obbligando a giocare con l’Under 21 promossa in blocco, Martinez compreso. Inoltre, andava considerato il fatto che lo spagnolo, in due stagioni di Bundesliga al Lipsia, non aveva quasi mai giocato, era insomma il portiere di riserva, normale avere qualche dubbio. E le prime giornate stavano dando ragione al partito pro Semper. Martinez mostrava tutta la ruggine di chi è rimasto a lungo in panchina, spesso insicuro, non solo nelle uscite. Ma Blessin lo schierava titolare e il fatto che insistesse nel dargli fiducia, contribuiva a fargli perdere consensi fra i tifosi, anche se l’esonero di dicembre sarebbe arrivato per altri motivi, perché la squadra non lo seguiva più. Tuttavia, lo stesso Blessin già a fine ottobre, dalla gara interna col Brescia, promuoveva Semper: prima per un’indisponibilità di Martinez, poi il croato restava a tutti gli effetti il titolare. Finché si arriva all’ultima giornata d’andata, a Santo Stefano, quando il Genoa è di scena a Bari e con Gilardino in panchina la squadra ha svoltato. Semper alla vigilia finisce a letto con l’influenza. Che colpisce anche Martinez, il quale però sta un po’ meglio e va in campo: il Genoa vince 2-1 anche grazie a una paratona nel finale di Martinez. Che da quel giorno è rimasto titolare, mettendo insieme grandi prestazioni, un crescendo irresistibile, culminate venerdì scorso nella vittoria sulla Reggina, arrivata grazie a una sua strepitosa parata all’ultimo minuto del recupero, uno splendido colpo di reni a sventare un velenoso pallonetto di Canotto che pareva già in rete. A fine gara, tutta Marassi era per Martinez, quell’intervento è stato decisivo quanto il gol-partita di Coda e offre numeri notevoli all’imbattibilità del Genoa. I ragazzi di Gilardino non solo vincono da quattro partite di fila ma non incassano gol da 574’, anche perché Martinez non sbaglia un colpo. Certo, davanti a lui, il trio difensivo Bari-Vogliacco-Dragusin concede poco o nulla. Ma le poche volte che Martinez è chiamato in causa, la risposta è sempre impeccabile. Al punto che il Genoa, dall’arrivo di Gilardino, non ha ancora incassato un gol al Ferraris, 858’ d’imbattibilità (numero che va condiviso con Semper, titolare nelle vittorie senza subire reti con Sudtirol e Frosinone). Resta il fatto che nel frattempo Martinez ha conquistato tutti e la rivalità con Semper d’inizio stagione è sepolta. Non è mai semplice avere due portieri potenzialmente titolari ma alla lunga al Genoa sta pagando, anche perché il Gila ha plasmato un gruppo di ferro, fattore che facilita le cose. Come ha lasciato intendere lo stesso Martinez, dopo la vittoria sulla Reggina. “Stiamo lavorando di squadra e molto bene, sia in difesa sia in attacco e dobbiamo continuare così – ha raccontato in un ottimo italiano -. A volte non va tutto per il verso giusto, ma il mister ha cambiato l’atmosfera intorno alla squadra. Ora siamo compatti e si vede partita dopo partita. I tifosi? Non ho mai visto un pubblico così nella mia vita, sono troppo importanti per noi quando giochiamo in casa”. Già, la mitica Gradinata Nord, oltre a saper trascinare la squadra, storicamente è molto esigente in fatto di portieri, non è facile passare il suo esame, ne sanno qualcosa tanti illustri portieri della storia rossoblù, anche loro faticarono prima di diventare idoli. Però, se ora a Marassi e dintorni sono tutti pazzi per Martinez, vuol proprio dire che il ragazzo ci sa fare. LEGGI TUTTO

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    Savicevic: “Il Milan può eliminare il Napoli. Ma in campionato era meglio l'1-0”

    Il Genio sui quarti Champions: “Dopo il poker al Maradona per i rossoneri si fa più dura. Gli azzurri avranno tanta carica, anche se restano battibili”Dal nostro inviato Fabio Licari6 aprile
    – Lisbona (Portogallo)“Boskov aveva ragione, per il Milan era meglio vincere 1-0…”. Dejan “Genio” Savicevic ha sempre l’aria di chi ai Congressi Uefa deve vestire in giacca e cravatta per obblighi d’etichetta, ma in questi panni si sente un po’ stretto e preferirebbe indossare una maglietta e partire in dribbling. Maglietta a strisce rossonere, s’intende. LEGGI TUTTO