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    Next Gen Juve in rampa di lancio: chi sono i nuovi Miretti e Fagioli

    Sulla gestione dei giovani nella Juve c’è stato un cambio di rotta netto. Per Allegri sono adesso pedine fondamentali dello scacchiere, con una certa priorità sulla scala di preferenza. Dopo Miretti e Fagioli, tra i più impiegati della rosa, e ancora Iling, Soulé e Barrenechea, chi sono i prossimi giovani che possono affacciarsi in prima squadra da qui alla fine della stagione? Ecco alcune candidature. LEGGI TUTTO

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    Cessione da 11 milioni o ala del futuro? Iling stupisce, la Juve riflette

    Il 2003 inglese continua a fare onde anche in nazionale e piace alle big in patria, ma i bianconeri l’hanno blindato fino al 2025 e ci puntano. Tutti gli scenari Le ultime prestazioni esaltanti in nazionale di Iling Jr non sono poi così straordinarie. L’esterno mancino sta vivendo una stagione positiva, la doppietta contro la Germania Under 20 è solo un promemoria su ciò che ha messo su la Juve negli ultimi tre anni, da quando l’esterno inglese ha scelto di proseguire a Torino la sua carriera dopo aver fatto tutta la trafila giovanile al Chelsea. Il classe 2003 è cresciuto molto tra Under 17 e Primavera soprattutto, il salto di qualità lo ha fatto però in Next Gen, quando si è ritrovato a giocare con gli adulti. LEGGI TUTTO

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    Capitano con la Spagna, panchinaro all'Atletico: Morata, il bomber sempre in bilico

    Con la Norvegia indosserà la fascia in quanto giocatore con più presenze nella Roja, con Simeone trova poco spazio: il paradosso di Alvaro, che ora strizza di nuovo l’occhio alla Serie ADal nostro corrispondente Filippo Maria Ricci
    @filippomricci
    25 marzo
    – madrid Panchinaro nell’Atletico Madrid, capitano in nazionale. Il momento attuale di Alvaro Morata se vogliamo rispecchia un po’ tutta la sua vita calcistica, sempre sospeso tra gloria e frustrazione, trionfo e delusione. Il madrileno è passato due volte per la Juventus, due volte per il Madrid e due volte per l’Atletico. LEGGI TUTTO

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    Griezmann in gol coi capelli viola! La top 10 dei calciatori con le acconciature più folli

    Un Piccolo Diavolo dalla testa fucsia, difficile che non si noti in campo. Eppure, nonostante si muova praticamente da evidenziatore sul raccordo fra centrocampo e attacco, ha seminato il panico contro l’Olanda: avvia e conclude l’azione dell’1-0 all’alba del match con un sinistro piazzato che non lascia scampo agli Orange. E poi la solita prova da leone in mediana. Un aiuto prezioso anche per i telecronisti: se vedi saltare di testa un puntino simile ad una melanzana, è per forza lui… LEGGI TUTTO

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    Stramaccioni: “Da Nesta a Retegui, vi spiego perché non produciamo più campioni”

    Parla l’ultimo tecnico italiano capace di vincere la Champions League giovanile: “Servono le seconde squadre, stop ai play out in Primavera e torniamo a insegnare calcio ai ragazzini. Altro che possesso palla e pressing” Andrea Stramaccioni è l’unico tecnico italiano ad aver vinto la NextGen Series, la Champions League dei giovani poi trasformata dalla Uefa in Youth League, quando ancora lavorava con il settore giovanile dell’Inter. Nella stagione 2011-12, pochi giorni prima di sostituire Claudio Ranieri sulla panchina della prima squadra, Strama ha guidato la Primavera nerazzurra al successo (dopo i calci di rigore) contro l’Ajax e, anche se da allora in poi è passato nel calcio dei grandi, ha una vasta esperienza di giovani, di come si allenano e si fanno crescere. LEGGI TUTTO

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    Altalena Parma ma i playoff sono a un punto

    TORINO – Un campionato sulle montagne russe, eppure il Parma, a otto giornate dalla fine, è sempre lì, a un punto dall’8° posto, cioé dalla zona playoff. Però, per come sta andando la stagione, c’è da mangiarsi le mani. Un dato che riassume tutto: il Parma di Pecchia ha fatto 10 punti su 12 con le prime due della classifica, Frosinone e Genoa, eppure rischia di non disputare gli spareggi promozione, reduce com’è dalla bruciante sconfitta di Como (2-0) nel turno prima della sosta. Perché finora l’annata è stata un’altalena impazzita, molto spesso a una vittoria di prestigio è seguita una caduta con una delle piccole, a cui il Parma ha fornito una marea di punti. Dunque ben venga la sosta, anche se la società di Krause è quella che dona più giocatori alle nazionali di tutta la B, ben 8 e così Pecchia perde la possibilità di reimpostare il lavoro a ranghi completi. Eppure, i mezzi tecnici non mancherebbero. Il Parma la scorsa estate era considerata la terza favorita nella lotta per la A, dopo Genoa e Cagliari. La società ha affrontato la stagione con molta prudenza, niente proclami, il flop della precedente annata, chiusa al 12° posto quando il Parma veniva considerato la prima favorita, ha indotto a volare bassi. Però, paragonare la scorsa annata all’attuale, come s’inizia a fare, non ha senso. Nella passata stagione il Parma non lottò mai per i playoff che rimasero sempre piuttosto lontani. Quest’anno la squadra è lì, con le solite enormi potenzialità che faticano a tradursi sul campo, ma ancora con la possibilità di dare un senso alla stagione, fattore che nello scorso campionato s’era smarrito presto. Un Parma dove i veterani Buffon e soprattutto Vazquez stanno facendo la loro parte, e anche qualcosa di più, col Mudo che dove lo metti (mediano, trequartista, falso nueve) lascia sempre il segno, a dispetto dei suoi 34 anni compiuti il 22 febbraio. Ma serve ancora uno scatto in più da parte di un gruppo dove il talento abbonda. Non va dimenticato che al mercato di gennaio Krause ha fatto la maggiore plusvalenza dell’ultima sessione cedendo per 7.5 milioni il terzino l’olandese Jayden Oosterwolde ai turchi del Fenerbahce, operazione poco pubblicizzata ma che dà l’idea di che gioielleria siano gli emiliani. Il problema è trovare gli stimoli quando si gioca a Cosenza, ad esempio, per citare uno dei ko più difficili da digerire. Perché poi sarebbe la stessa squadra che a gennaio stava per eliminare l’Inter (a San Siro), dalla Coppa Italia. Negli ultimi tempi, anche l’operato di Pecchia è finito nel mirino della critica. Era stato scelto la scorsa estate dopo la promozione ottenuta con la Cremonese, facendo crescere una squadra giovane, come lo è il Parma. Pareva insomma l’uomo giusto e non è detto che ancora lo sia. Pesa però, nell’economia del campionato, soprattutto l’assenza di una prima punta da doppia cifra. A inizio stagione era partito molto bene Inglese, sembrava tornato ai livelli dei tempi d’oro della Serie A. Poi s’è inceppato e altri centravanti non si sono imposti, verificato che Charpentier non era il giocatore apprezzato un anno fa a Frosinone (su di lui però, da anni pesa l’incognita delle sue condizioni fisiche). Ma al netto di questo problema non da poco, è il modo corretto di approcciare alla B che soprattutto manca. Eppure, nulla è compromesso. Alla ripresa del 1° aprile, il Parma ospiterà il Palermo, la squadra che ha scalzato gli emiliani dalla’8° posto dopo l’ultimo turno: aggiudicarsi quel che è a tutti gli effetti uno spareggio per disputare i playoff vorrebbe dire cambiare la prospettiva della stagione. Sempre che non sia un pesce d’aprile e all’uscita successiva non si ricada nei soliti errori. LEGGI TUTTO