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    Angelo Di Livio, che ricordi ha del Tudor calciatore?

    “Ci siamo incrociati per un anno. Era il suo primo, era il mio ultimo. Igor era molto giovane, proprio all’inizio. Poi è diventato un bel difensore”.

    Colpito da qualcosa in particolare?

    “Mi è sempre piaciuta la sua umiltà, appunto. Lui è entrato in uno spogliatoio di figure importanti. L’ha fatto in punta di piedi, con rispetto”.

    Di Livio su Tudor allenatore

    E da allenatore?

    “Mi piace. Mi sembra concreto. E mi pare pure sia entrato nella mentalità della Juventus».

    Cioè?

    “Non necessariamente un grande gioco, ma devono arrivare i risultati”.

    Il primo l’ha portato: la qualificazione in Champions.

    “Sì, quel quarto posto è stato determinante per tanti motivi. Adesso si parte da zero. Ed è consapevole di dover fare risultato, altrimenti la Juve non ti aspetta. Non l’ha mai fatto con nessuno e con lui non farebbe certo un’eccezione”.

    Dal punto di vista tattico, cosa pensa del suo lavoro con gli esterni offensivi?

    “Si è adeguato a quello che aveva a disposizione. Il suo sistema di gioco prevede due giocatori alle spalle della punta, e ha messo gli esterni lì. Ne aveva molti”.

    Scelta giusta?

    “Ah, quello lo diranno i risultati. Può sicuramente cambiare. E mi auguro che qualcuno in quel ruolo possa dargli una mano”.

    Tipo?

    “Beh, Koopmeiners. Non è stato all’altezza. Tocca far vedere quanto valga. Poi Douglas, anche se ho sentito che può partire. E bisogna capire la situazione di Dusan Vlahovic. Non è una squadra priva di qualità”.

    Sul mercato della Juve

    Acquistare Conceiçao era la mossa da fare?

    “Assolutamente sì, Conceiçao a tratti si è caricato la squadra sulle spalle. È un giocatore vivace, veloce, salta l’uomo. Non ce ne sono tanti così e può fare la differenza”.

    E Sancho? Le piacerebbe?

    “Ha gol e dribbling, potrebbe avere tanti assist nelle gambe e può giocare alle spalle del’attaccante. Sulla carta può sostituire Nico Gonzalez”.

    Già, Nico Gonzalez. Si aspettava queste difficoltà?

    “Ho visto: può essere ceduto. Ma la Juve è esattamente questa roba qui: se non dimostri, rischi di essere risucchiato dalla corrente. E di perdere il posto”.

    Anche Alberto Costa può essere venduto. Sarebbe d’accordo con la cessione?

    “A me, Alberto Costa, piace pure. Non solo: può ancora crescere, ha davvero tutto per fare l’esterno. Ha una bella corsa, ha un bel piede. Dipende poi da cosa vai a prendere dopo”.

    Quale profilo?

    “Non faccio nomi, ma magari ne prendono uno più pronto. A quel punto avrebbe senso privarsene. Qualcosa di più interessante potrebbe aiutare e non poco la Juve”. LEGGI TUTTO

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    Napoli, Kevin De Bruyne si presenta: la conferenza stampa

    “I primi tre motivi per cui ho scelto Napoli? Dal punto di vista della competitività è il posto migliore per me, hp la possibilità di dimostrare le mie qualità. Il Napoli è campione d’Italia, ha mostrato tutte le sue qualità. Cambia molto rispetto all’Inghilterra, ma anche questo mi rende molto entusiasta. Ho voglia e qualità per essere competitivo a questo livello. Cambia il clima rispetto all’Inghilterra e volevo dimostrare di poter giocare al più alto livello. Quando Manna è venuto a mostrarmi il progetto sono rimasto entusiasta, credo che Napoli sia stata la miglior scelta per me”. Kevin De Bruyne mette subito le cose in chiaro, e avverte gli scettici: la voglia di stupire c’è e sarà la guida per tutto il prossimo campionato.

    E sulla Serie A il belga spende delle belle parole: “Ci sono tante squadre con tanta qualità in questo campionato, ma il nostro obiettivo è fare bene su tutti i fronti. Speriamo di piazzarci il più alto possibile in campionato e fare un bel percorso. Devo vedere come adattarmi alla squadra, a Napoli cambia parecchio rispetto a quello a cui ero abituato al Manchester City. È una nuova esperienza per me, ad alto livello, e ne sono entusiasta. Sono appena arrivato e ho il tempo per adattarmi, sono molto sereno”.

    Kevin De Bruyne su Lukaku e il numero 10

    Quanto è stato importante il ruolo svolto da Romelu Lukaku (amico e compagno di Nazionale) nell’accettare la proposta del Napoli? “Ho chiamato sia Lukaku che Mertens per avere le loro opinioni su città e squadra. Mi hanno dato informazioni, ma è stata alla fine una mia decisione, presa insieme alla mia famiglia. Romelu è rimasto molto contento quando ha saputo che sarei venuto qui. Lo conosco da quando avevamo 13 anni, è un’amicizia stretta, abbiamo anche convissuto al Chelsea per 2-3 mesi quando eravamo a Londra. Conosco Romelu, è qualcuno che conosce già l’allenatore e la squadra, ma ripeto che è stata una mia decisione al 100% e non ho rimpianti”.

    Ai più non è passato inosservato il numero 10 indossato dal belga in allenamento. La stessa sorpresa che ha provato anche De Bruyne: “Sono rimasto un po’ sorpreso a dir la verità perché sapevo che il numero di Maradona fosse stato ritirato. È stato un bel gesto da parte della società. Ma non credo che mi dia più responsabilità, anche perché quanto si gioca in una grande squadra come il Napoli la pressione c’è già. Qui si vuole vincere e la pressione c’è, il numero non cambia nulla. Maradona è una leggenda, ha fatto la storia, ne sono orgoglioso ma io sono De Bruyne e voglio essere me stesso. Voglio fare belle prestazioni per dare gioia ai tifosi”.

    E sulle ragioni della “scelta napoletana”: “È stata la prima volta nella mia carriera in cui mi sono trovato in una situazione del genere, è la prima volta che passo a parametro zero in un’altra società. Man mano che avanzava il tempo durante la scorsa stagione, cominciavo a sentirmi stressato. Il Napoli ha presentato il suo progetto, così come altre società. Questo progetto è molto diverso in merito a stile di vita e competitività rispetto a ciò a cui ero abituato. Napoli è stata la scelta migliore per me. Qui è tutto diverso, c’è il sole, ma io sono un calciatore e voglio essere competitivo e performante, voglio dimostrare di poter essere così, voglio dimostrare le mie qualità, devo ancora dimostrare quello di cui sono capace”.

    Su Conte e le differenze con Guardiola

    De Bruyne sulle differenze tra Conte e Guardiola: “Non ho parlato ancora molto con l’allenatore, abbiamo fatto un paio di sedute in campo in cui ci siamo parlati, ma in campo. Lo conosco perché ha allenato Chelsea e Tottenham in Premier, anche se allora giocava a cinque ed è diverso rispetto al nostro modulo attuale. So che è molto tattico. Il fatto che un allenatore di questo calibro, uno tra i migliori degli ultimi dieci anni, è un gran bel segno. Credo di poter imparare tanto con lui, ma finora abbiamo fatto solo due sedute. Ora mi sto guardando intorno, vedo cosa fa la squadra. Credo che a inizio campionato sarò pronto, sfrutto questo tempo per vedere come funziona la squadra, come lavorano allenatore e staff, in 5-6 settimane sarò pronto”.

    E sul “peso” di Conte nella scelta: “Aiuta sicuramente la presenza di un allenatore così. È bello poter lavorare con lui. Ho lavorato con Guardiola 9 anni, ma poi ho lavorato anche con altri ottimi allenatori prima. Ogni allenatore ha il proprio stile. Tutti gli allenatori più bravi siano fenomenali dal punto di vista tattico, sono un po’ pazzi, un po’ come noi giocatori. Non credo che la squadra venga costruita attorno a me. Io posso dare il mio contributo con la mia esperienza, ma sostanzialmente sono qui per aiutare la squadra a crescere. Darò il 100%, ci saranno tante partite e servirà il contributo di tutti”. LEGGI TUTTO