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    Roma salvata da Shomurodov in Giappone: in gol anche Zaniolo e Ibanez

    TOKYO (Giappone) – La Roma di José Mourinho evita in extremis la sconfitta al National Olympic Stadium di Tokyo con lo Yokohama F-Marinos nella seconda amichevole di preparazione in vista della ripresa del campionato, in programma il prossimo 3 gennaio. I padroni di casa sbloccano il risultato con Eduardo dopo appena 9′ e raddoppiano in chiusura di primo tempo grazie alla sfortunata autorete di Svilar. A tenere in vita i giallorossi ci pensa Zaniolo, subentrato a Matic durante l’intervallo, ma la sua rete siglata al 69′ è vanificata tre minuti più tardi da Matsubara. L’incredibile rimonta capitolina nel finale fissa il punteggio sul definitivo 3-3: accorcia Ibanez all’84’, pareggia Shomurodov – anche lui gettato nella mischia dallo Special One ad inizio secondo tempo al posto di uno spento Abraham – al 92′. LEGGI TUTTO

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    Benitez: “La Juventus risalirà. Allegri è bravo. A Spalletti ho detto che…”

    TORINO – Rafa Benitez è stato l’ospite più gettonato nel “post convegno” sulle seconde squadre allo Juventus Stadium: ghiotta l’occasione di avere a disposizione un tecnico esperto come lui, conoscitore profondo del calcio europeo che ha allenato nei maggiori campionati europei e che nel proprio palmares da tecnico vanta anche una Champions League conquistata con il Liverpool e due Europa League. In Italia ha legato il suo nome a una breve parentesi (sei mesi non fortunato) con l’Inter, ma soprattutto al Napoli dove De Laurentiis gli aveva affidato il compito di “internazionalizzare” il livello tecnico e l’abitudine mentale della squadra. Nello specifico, poi, la sua presenza al convegno ha ricoperto un significato particolare perché conosce benissimo la realtà delle seconde squadre in Spagna per aver iniziato in quella del Real Madrid sia come giocatore sia come allenatore. «Ho giocato dieci anni nel settore giovanile del Real Madrid. Non ero un giocatore del livello Real, ma ho avuto un infortunio prima di andare in seconda squadra che mi ha ostacolato. Mi mandano in prestito e mi perdo. Era tutto diverso, ho perso la struttura della società. Poi entro nel settore giovanile come allenatore, ho sentito questo con un ruolo diverso. I calciatori di livello hanno un valore per la società, andavano in Liga prima in prestito e poi comprati. Come calciatore vuoi rimanere nella struttura della società perché altrove altrimenti si perdono».  Esperienza diversa in Inghilterra…«Ho avuto la fortuna di andare anche in Inghilterra, come manager, ma io nella mia testa ero allenatore. Arrivo nella squadra riserve, ma nessuno aveva il livello adatto. Io parlo di fare un campionato Under 21. Le piccole città volevano rimanere in Championship. Adesso hanno fatto l’Under 23 per i giocatori giovani e gli infortunati che devono ritrovare la forma. Non penso che questo sia il modello. Per un giocatore fare troppi cambi è difficile».  Qual è il modello migliore?«In base alla mia esperienza il modello spagnolo va abbastanza bene, il livello è più alto e i giocatori hanno le strutture per lavorare. Il livello Under 19 non va bene, è troppo basso. Se parliamo dell’idea, la seconda squadra è molto interessante. Real e Juventus ok, le altre hanno bisogno di tempo. Come farlo? Cosa vostra (ride ndr). L’altro giorno guardavo una foto del Castilla (la seconda squadra del Real, ndr), il 90% ha giocato nella Liga e molti nel Real».  Quindi condivide il progetto della Juventus?«Con questa Next Gen i giocatori vogliono continuare nella stessa società, hanno più possibilità di arrivare in Serie A o nella Liga. E’ molto positivo per i giovani e per il livello del calcio in generale».Guarda la galleryLa Juventus 2023-24 con il 4-3-3: tutti gli obiettivi 

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    Torino, per Rossi servono 10 milioni

    In questi giorni Davide Vagnati sta letteralmente allargando gli orizzonti: il direttore tecnico granata, fresco di rinnovo sottoposto da Cairo e controfirmato dall’ex dirigente della Spal è in Qatar per seguire il Mondiale. Così da verificare dal vivo la possibilità di reperire un portiere di riserva – Berisha è in partenza – o magari un laterale di centrocampo, un interno che ripercorra le orme di Pobega, un trequartista se non un attaccante centrale. Per quest’ultimo ruolo un giocatore è piuttosto vicino, ma per giugno e non per l’immediato: il Toro ha posato gli occhi e quindi avviato la trattativa per Nzola, centravanti anche dell’Angola in scadenza con lo Spezia nel 2023. Per gennaio una soluzione può essere rappresentata da Shomurodov, detto che anche Joao Pedro può essere una soluzione utile per infoltire la trequarti come il reparto offensivo strettamente connesso agli attaccanti centrali.Sullo stesso argomentoJoao Pedro: voglia di Juric. Torino, operazione rinforziTorino

    Diego Rossi: l’ultimo nome per la trequarti

    Proprio per la trequarti l’ultimo nome emerso è quello di Diego Rossi, minuta ma rapida e incisiva ala da modulo a tre in avanti che, come Joao Pedro, gioca nel Fenerbahce. Là dove è approdato nel 2021 e dopo aver deliziato con il Los Angeles. La serie continua di reti messe a segno nella Mls (43 in 101 gare della stagione regolare) gli hanno spalancato le porte della Nazionale uruguaiana: 4 presenze e un gol, ma niente Qatar per un problema fisico. Un peccato, per un giocatore che da marzo scorso era entrato in pianta stabile nel giro della Celeste. Della quale, al netto dell’infortunio patito, sta diventando un protagonista grazie a numeri che confermano, anzi migliorano il trend avuto al primo anno in un campionato europeo. Nella passata stagione Rossi aveva collezionato 31 partite in Super Lig, con 6 reti e la bellezza di 9 assist, mentre nella Coppa nazionale e in Europa League i gettoni di presenza erano stati rispettivamente 2 e 6. Prima dello stop, nel massimo torneo turco in corso era invece sceso in campo in 12 occasioni realizzando 3 reti. Due gli assist: stesso servizio nelle 4 gare europee, mentre in 4 partite di Coppa turca ha sfornato già 3 passaggi vincenti.

    Sullo stesso argomentoPraet pronto a tagliarsi l’ingaggio per tornare al TorinoCalciomercato Torino

    I costi di Rossi e la pista Praet

    Numeri frutto di buone prestazioni che, oltre ad attirargli sempre più strette le attenzioni di Diego Alonso, ct dell’Uruguay, gli hanno fatto mantenere un certo appeal con conseguenti prezzi legati all’operazione non certo da saldo. L’entourage del giocatore fa sapere che per il cartellino servono non meno di 10 milioni di euro. Tuttavia il Fenerbahce, con cui ha il contratto fino al 2025, non vuole privarsene, e visto pure che una tal cifra a gennaio ha un peso specifico notevole, la trattativa potrà procedere lungo i binari di un prestito. Con diritto di riscatto in favore della società di Istanbul. Rossi è indubbiamente una possibilità importante, da vagliare anche sfruttando il fatto che il tecnico portoghese dei turchi, Jorge Jesus, propone uno schieramento a due punte non esattamente congeniale a Rossi. Il quale, soprattutto negli Stati Uniti, ha anche agito da attaccante centrale, come da trequartista dietro le punte, ma che sa in particolare esaltare le sue qualità partendo dalla corsia. Da dove ha naturale predisposizione nel saltare l’uomo e creare superiorità numerica. Una dote che, sposata alla cattiveria sotto porta evidenziata dai numeri sopra snocciolati, rendono Rossi un elemento che potrebbe rivelarsi molto prezioso, per il Toro. Che intanto si ritrova quest’oggi evidenziando proprio una certa carenza sugli esterni offensivi: Vlasic è al Mondiale con la Croazia, Radonjic sta rappresentando la Serbia. Buon per il tecnico granata che, al Filadelfia, ci sarà un Miranchuk che ha voglia di diventare un autentico valore aggiunto nella seconda parte del campionato (dopo la rete al Monza e quella molto importante segnata al Milan). Con Karamoh e Seck che anche potranno essere impiegati per costruire il tridente alle spalle di Pellegri e Sanabria. Scrivendo di trequartisti è poi obbligatorio tornare su Praet, ribadendo che il primo obiettivo resta il ritorno del belga. Con il giocatore la strada è in discesa, visto che il jolly del Leicester si è reso disponibile ad abbassarsi lo stipendio di un milione, per oliare un’operazione che terrà banco anche nel mese di gennaio. Più in salita è invece la via che porta al sì del club inglese. La distanza tra l’ipotesi di offerta e la richiesta più o meno ufficiale è ampia. Il Toro gira tra i 4 e i 5 milioni, il Leicester non deroga dalla richiesta di 9. Da corrispondere magari attraverso la stipula di un diritto con obbligo di riscatto. Aumentando da una parte, abbassandosi dall’altra, si può pensare a una via intermedia, ma pure a un Cairo obbligato a spendere almeno 7 milioni, per il cartellino di Praet
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    Milan, nuovo allarme per Kjaer: ancora problemi alla coscia destra

    La panchina di Simon Kjaer nella partitissima di sabato della Danimarca con la Francia e le successive dichiarazioni del difensore e del ct Hjulmand hanno accesso un campanello di allarme in casa Milan. «Eravamo a conoscenza del fatto che non poteva scendere in campo e non sappiamo se potrà farlo mercoledì contro l’Australia – ha spiegato il tecnico della Danimarca -: sente ancora un fastidio». Dove? Al flessore della coscia destra, ovvero il punto dove Kjaer si è infortunato il primo ottobre contro l’Empoli, problema che l’ha costretto a uno stop di circa venti giorni. Quando è rientrato, il difensore – che era tornato il 30 agosto dopo uno stop di circa otto mesi per la lesione del legamento crociato del ginocchio sinistro – è stato poi gestito da Pioli che lo ha schierato solamente in quattro delle sette gare giocate dal Milan dal 22 ottobre fino alla sosta. «Non mi sento a mio agio in panchina, devo essere onesto e dirlo – ha dichiarato il 33enne danese -. Allo stesso tempo però devo dire che è stata presa una decisione giusta. La coscia non è stata all’altezza, per lo meno non per tutti i 90 minuti contro la Tunisia. Ora devo tenere sotto controllo questo problema».

    Appresione in casa Milan

    Al Milan conoscono la situazione, ma è ovvio che ci sia un po’ di apprensione nel caso in cui Kjaer dovesse farsi nuovamente male. E’ vero che Kalulu e Tomori sono ormai stati scelti come coppia titolare, ma la squadra rossonera quando Kjaer è rimasto in campo nelle nove gare di questo inizio di stagione (623 minuti), ha subito solamente una rete, il 10 settembre a Marassi contro la Sampdoria, a dimostrazione di quanto l’ex giocatore di Palermo, Roma e Atalanta sia un elemento fondamentale per gli equilibri difensivi. Per gestire al meglio Kjaer, Pioli nelle ultime gare di campionato, considerando anche le assenze di Calabria e Florenzi sulla destra che hanno “spinto” Kalulu sulla fascia, ha dato spazio al giovane Thiaw, apparso già a suo agio nella retroguardia rossonera ed è probabile che l’Under 21 tedesco, a prescindere dalla condizione di Kjaer, aumenti il suo minutaggio anche nel 2023.
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    Inter, Robinson o Sosa se parte Gosens

    C’è Antonee Robinson al centro dei pensieri dell’Inter. La notizia di Tuttosport è stata confermata ieri dal Sun. Piero Ausilio ha promosso a pieni voti l’esterno sinistro del Fulham che gioca negli Stati Uniti ma ha passaporto inglese e che, nel gennaio 2020, era già del Milan. Il suo passaggio in prestito dal Wigan venne congelato a causa di un problema cardiaco, risolto poi grazie a un intervento chirurgico. Guaio superato e Robinson ha confermato pure al Mondiale il perché, ai tempi, aveva stregato Paolo Maldini, uno che, di esterni sinistri se ne intende. A rendere interessante l’operazione, il fatto che il Fulham, in assenza di rinnovo, sarà costretto a vendere l’esterno in estate, essendo il suo contratto in scadenza nel giugno 2024. Il club londinese valuta il cartellino 20 milioni ma le condizioni, tra qualche mese, potrebbero anche essere decisamente più favorevoli. L’Inter sta ragionando in ottica estiva anche perché devono crearsi le giuste condizioni per una cessione di Gosens. In pratica, il tedesco deve chiedere di essere ceduto e, contestualmente, deve arrivare un’offerta da non meno di 20-25 milioni. Il tutto può anche succedere, anche se risulta difficile pensare che l’Inter possa incassare tanti soldi da un giocatore che ha fatto pochissimo nella prima parte di stagione perdendo pure il treno per il Mondiale. Detto questo Ausilio, come giusto che sia, deve farsi trovare pronto e, oltre a Robinson, tiene sempre bene al centro del mirino Borna Sosa. Il fatto che a inizio novembre il croato abbia cambiato procuratore (lasciando Fali Ramadani per entrare nella scuderia di Jonathan Barnett) denota come il croato a 25 anni, li compirà il 21 gennaio, voglia fare il grande salto.

    Su Sosa pure l’Atalanta

    Già a fine agosto l’Inter aveva individuato lui come sostituto di Gosens quando sembrava poter decollare la trattativa, poi rivelatasi un fuoco fatuo, con il Bayer Leverkusen. Lo Stoccarda non aveva fatto un prezzo amichevole, valutando il cartellino 25 milioni (dopo aver rifiutato un’offerta da 18 da parte dell’Atalanta) mentre Ausilio – prima di battere ritirata visto il mancato incastro col Bayer per Gosens – contava di spuntarla con una formula comunque economicamente vantaggiosa (un prestito oneroso con diritto di riscatto). La situazione potrebbe riproporsi a gennaio in fotocopia: sul croato c’è ancora l’Atalanta e potrebbe tornare pure l’Inter se si dovesse muovere qualcosa per Gosens. Per quanto riguarda Robinson, difficile che il Fulham accetti un prestito oneroso con diritto di riscatto, a meno che l’americano non prolunghi di un altro anno il contratto in scadenza nel 2024.
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    Milan-Liverpool, Benitez e Galliani a confronto sulle finali Champions di Istanbul e Atene

    La coppia che ha portato il Monza in Serie A per la prima volta nella storia, ritorna da avversaria a San Siro dove in rossonero ha portato trofei e tantissimi fuoriclasse sono entrati nella leggenda del Milan. Non tutti però sono tra quelli che sono costati di più: ecco quali sono i colpi più onerosi dell’era Berlusconi-Galliani nei loro oltre 30 anni rossoneri
    MILAN-MONZA LIVE

    15) MARIO BALOTELLI – 20 MILIONI

    Stagione: 2012/13
    Provenienza: Manchester City

    14) STEPHAN EL SHAARAWY – 20.3 MILIONI

    Stagione: 2011/12
    Provenienza: Genoa

    12) ANDREA BERTOLACCI – 21 MILIONI

    Stagione: 2015/16
    Provenienza: Roma LEGGI TUTTO

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    La Juve di oggi e di domani: summit tra Allegri e la dirigenza, ecco di cosa si parlerà

    TORINO – Undici juventini in giro sui campi di calcio di Doha e dintorni per il Mondiale, altri in vacanza, qualcuno che ha staccato solo per un attimo: Manuel Locatelli, per esempio, non ha preso voli diretti all’altra parte del mondo, si è semplicemente rilassato per un attimo con la sua dolce metà nell’attesa di un lieto evento da condividere e poi è filato dritto sui prati della Continassa e di Vinovo, per alternare allenamenti in solitaria a sedute in compagnia della Next Gen. E Massimiliano Allegri? Beh, il tecnico almeno una toccata e fuga nella sua Livorno se l’è concessa per poi lasciarsi andare a un mini-periodo di ferie. Tutto tranquillo? Mica tanto, ché questo è il tempo di riunirsi in conclave. Tema mercato, non noccioline. Caccia a un terzino, innanzitutto.
    Novità in corsia
    Detto che i contatti con la dirigenza bianconera sono pressoché quotidiani, Allegri e il ds Federico Cherubini assieme ai suoi più stretti collaboratori andranno dritti al sodo. Per la serie: il momento è quello che è, la Juve non può né vuole darsi a un investimento mostruoso come gli 80 milioni con bonus, promessi e pagati, alla Fiorentina per Dusan Vlahovic. Fatti due conti, insomma, la premessa è chiarissima e non cambia: c’è bisogno di un vice di Juan Cuadrado, che magari in prospettiva sostituisca il colombiano in scadenza di contratto a fine giugno 2023, fermo restando che anche Alex Sandro, altro “quasi svincolato”, è in odore di partenza. Dalla sede non si chiudono le porte a nuovi ingressi né per la corsia destra né per quella sinistra, ma è il caso di operare con il bilancino del farmacista perché sgarrare non si può. I nomi non mancano: vedi il danese Joakim Maehle, classe ’97, che l’Atalanta non regala ma neppure ipervaluta, o il 2000 ivoriano Wilfried Singo legato al Toro fino al 2024. Non esattamente un intoccabile, insomma. Più “stagionato” il ’95 spagnolo Alvaro Odriozola, anche lui tutt’altro che blindato al Real Madrid, molto meno lo è un quasi coetaneo di Singo: lo svedese Emil Holm, anni 22, futura plusvalenza garantita per lo Spezia.
    Non solo Wes in uscita
    Profili variegati, ma tutti – più o meno – a buon mercato e almeno uno di questi da considerare in entrata alla Continassa, visto che Allegri non ci sente: vuole, fortissimamente vuole, un terzino bravo in entrambe le fasi, comunque capace di spingere, sgusciare negli spazi, creare superiorità. Così come diventa prioritario, ma per giugno, l’ingaggio di un difensore centrale mancino: qualcuno ha sentito parlare del 2000 polacco Jakub Kiwior? Ma certamente, anche perché pure lui, gradito a tutti i top club di casa nostra, frutterà al club ligure un gustoso guadagno rispetto a quanto è stato pagato: due milioni e spiccioli. Un nome caldo nell’orbita juventina, impegnato al Mondiale, è quello del 2002 Josko Gvardiol: sarebbe lui il vero colpo a sensazione, ma potrebbe arrivare a Torino solo in cambio di una cessione eccellente. Ecco perché nel vertice imminente tra Allegri e gli uomini mercato bianconeri si faranno anche i nomi di chi, in caso di offerta interessante, può partire da subito, perfino a gennaio. L’indiziato numero 1 è chi può fruttare un buon introito, all’anagrafe Weston McKennie, ma attenzione alle manovre attorno ad Adrien Rabiot. Il francese non partirà ora, però il suo futuro può decidersi nell’arco delle prossime settimane. Nicolò Zaniolo e Sergej Milinkovic-Savic? Costano, tuttavia interessano parecchio, sempre di più, e anche nel loro caso c’è bisogno di cessioni corpose nonché di risparmi sugli ingaggi: Angel Di Maria e Leandro Paredes, in questo senso, son più fuori che dentro i piani Juve.
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    Torino: da domani si lavora al Filadelfia

    TORINO – Da domani il Toro torna a lavorare al Filadelfia dopo le due settimane di vacanza concesse da Ivan Juric, la seconda delle quali per altro trascorsa con un lavoro personalizzato in versione smart working. Ovviamente non ci saranno i cinque giocatori impegnati nel Mondiale (Rodriguez, Vlasic, Lukic, Milinkovic-Savic e Radonjic) e mancherà anche Schuurs, che si è infortunato alla spalla contro la Sampdoria e spera di rientrare per la ripresa del campionato. Non sono ancora in grado di allenarsi con i compagni Aina (lesione miotendinea del bicipite femorale sinistro) e Pellegri (distorsione alla caviglia sinistra contro il Bologna). Le sedute al Fila proseguiranno fino al 6 dicembre: il giorno successivo il Toro partirà per il ritiro di San Pedro del Pinatar, vicino a Murcia, in Spagna, dove sono previste due amichevoli:  il 10 alla Pinatar Arena Football Center di Murcia contro l’Espanyol, sedicesimo nella Liga, e il 16 nello stesso stadio contro l’Almeria, tredicesimo. Poi il lavoro continuerà al Filadelfia con altri due test, entrambi contro neopromosse, le stesse che il Toro ha battuto nelle prime due trasferte della stagione per 2-1: il 23 granata in campo al Grande Torino contro la Cremonese e poi il 28 a Monzello contro il Monza. Iscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO