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    Milan-Liverpool, Benitez e Galliani a confronto sulle finali Champions di Istanbul e Atene

    La coppia che ha portato il Monza in Serie A per la prima volta nella storia, ritorna da avversaria a San Siro dove in rossonero ha portato trofei e tantissimi fuoriclasse sono entrati nella leggenda del Milan. Non tutti però sono tra quelli che sono costati di più: ecco quali sono i colpi più onerosi dell’era Berlusconi-Galliani nei loro oltre 30 anni rossoneri
    MILAN-MONZA LIVE

    15) MARIO BALOTELLI – 20 MILIONI

    Stagione: 2012/13
    Provenienza: Manchester City

    14) STEPHAN EL SHAARAWY – 20.3 MILIONI

    Stagione: 2011/12
    Provenienza: Genoa

    12) ANDREA BERTOLACCI – 21 MILIONI

    Stagione: 2015/16
    Provenienza: Roma LEGGI TUTTO

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    La Juve di oggi e di domani: summit tra Allegri e la dirigenza, ecco di cosa si parlerà

    TORINO – Undici juventini in giro sui campi di calcio di Doha e dintorni per il Mondiale, altri in vacanza, qualcuno che ha staccato solo per un attimo: Manuel Locatelli, per esempio, non ha preso voli diretti all’altra parte del mondo, si è semplicemente rilassato per un attimo con la sua dolce metà nell’attesa di un lieto evento da condividere e poi è filato dritto sui prati della Continassa e di Vinovo, per alternare allenamenti in solitaria a sedute in compagnia della Next Gen. E Massimiliano Allegri? Beh, il tecnico almeno una toccata e fuga nella sua Livorno se l’è concessa per poi lasciarsi andare a un mini-periodo di ferie. Tutto tranquillo? Mica tanto, ché questo è il tempo di riunirsi in conclave. Tema mercato, non noccioline. Caccia a un terzino, innanzitutto.
    Novità in corsia
    Detto che i contatti con la dirigenza bianconera sono pressoché quotidiani, Allegri e il ds Federico Cherubini assieme ai suoi più stretti collaboratori andranno dritti al sodo. Per la serie: il momento è quello che è, la Juve non può né vuole darsi a un investimento mostruoso come gli 80 milioni con bonus, promessi e pagati, alla Fiorentina per Dusan Vlahovic. Fatti due conti, insomma, la premessa è chiarissima e non cambia: c’è bisogno di un vice di Juan Cuadrado, che magari in prospettiva sostituisca il colombiano in scadenza di contratto a fine giugno 2023, fermo restando che anche Alex Sandro, altro “quasi svincolato”, è in odore di partenza. Dalla sede non si chiudono le porte a nuovi ingressi né per la corsia destra né per quella sinistra, ma è il caso di operare con il bilancino del farmacista perché sgarrare non si può. I nomi non mancano: vedi il danese Joakim Maehle, classe ’97, che l’Atalanta non regala ma neppure ipervaluta, o il 2000 ivoriano Wilfried Singo legato al Toro fino al 2024. Non esattamente un intoccabile, insomma. Più “stagionato” il ’95 spagnolo Alvaro Odriozola, anche lui tutt’altro che blindato al Real Madrid, molto meno lo è un quasi coetaneo di Singo: lo svedese Emil Holm, anni 22, futura plusvalenza garantita per lo Spezia.
    Non solo Wes in uscita
    Profili variegati, ma tutti – più o meno – a buon mercato e almeno uno di questi da considerare in entrata alla Continassa, visto che Allegri non ci sente: vuole, fortissimamente vuole, un terzino bravo in entrambe le fasi, comunque capace di spingere, sgusciare negli spazi, creare superiorità. Così come diventa prioritario, ma per giugno, l’ingaggio di un difensore centrale mancino: qualcuno ha sentito parlare del 2000 polacco Jakub Kiwior? Ma certamente, anche perché pure lui, gradito a tutti i top club di casa nostra, frutterà al club ligure un gustoso guadagno rispetto a quanto è stato pagato: due milioni e spiccioli. Un nome caldo nell’orbita juventina, impegnato al Mondiale, è quello del 2002 Josko Gvardiol: sarebbe lui il vero colpo a sensazione, ma potrebbe arrivare a Torino solo in cambio di una cessione eccellente. Ecco perché nel vertice imminente tra Allegri e gli uomini mercato bianconeri si faranno anche i nomi di chi, in caso di offerta interessante, può partire da subito, perfino a gennaio. L’indiziato numero 1 è chi può fruttare un buon introito, all’anagrafe Weston McKennie, ma attenzione alle manovre attorno ad Adrien Rabiot. Il francese non partirà ora, però il suo futuro può decidersi nell’arco delle prossime settimane. Nicolò Zaniolo e Sergej Milinkovic-Savic? Costano, tuttavia interessano parecchio, sempre di più, e anche nel loro caso c’è bisogno di cessioni corpose nonché di risparmi sugli ingaggi: Angel Di Maria e Leandro Paredes, in questo senso, son più fuori che dentro i piani Juve.
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    Torino: da domani si lavora al Filadelfia

    TORINO – Da domani il Toro torna a lavorare al Filadelfia dopo le due settimane di vacanza concesse da Ivan Juric, la seconda delle quali per altro trascorsa con un lavoro personalizzato in versione smart working. Ovviamente non ci saranno i cinque giocatori impegnati nel Mondiale (Rodriguez, Vlasic, Lukic, Milinkovic-Savic e Radonjic) e mancherà anche Schuurs, che si è infortunato alla spalla contro la Sampdoria e spera di rientrare per la ripresa del campionato. Non sono ancora in grado di allenarsi con i compagni Aina (lesione miotendinea del bicipite femorale sinistro) e Pellegri (distorsione alla caviglia sinistra contro il Bologna). Le sedute al Fila proseguiranno fino al 6 dicembre: il giorno successivo il Toro partirà per il ritiro di San Pedro del Pinatar, vicino a Murcia, in Spagna, dove sono previste due amichevoli:  il 10 alla Pinatar Arena Football Center di Murcia contro l’Espanyol, sedicesimo nella Liga, e il 16 nello stesso stadio contro l’Almeria, tredicesimo. Poi il lavoro continuerà al Filadelfia con altri due test, entrambi contro neopromosse, le stesse che il Toro ha battuto nelle prime due trasferte della stagione per 2-1: il 23 granata in campo al Grande Torino contro la Cremonese e poi il 28 a Monzello contro il Monza. Iscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Praet pronto a tagliarsi l’ingaggio per tornare al Torino

    TORINO – Per Ivan Juric questo e altro. Che poi, detta così, è fin riduttivo, per quanto la presenza del tecnico sia fondamentale per il dipanarsi delle nuove trattative per Dennis Praet, sulla cresta dell’onda delle sue volontà. Per cui è meglio scrivere: per il Toro questo e altro. Perché Praet si è trovato a suo agio nella scorsa stagione a 360 gradi: protagonista in campo sulla spinta di una stima tanto conclamata quanto ripetutamente declinata dal tecnico croato, ottimi legami con i compagni, un buon rapporto con i vertici societari e una sintonia crescente anche con il mondo della tifoseria, ripensando a quanti applausi ha ricevuto Dennis nelle sue 23 partite di campionato. Non sempre e non tutte brillanti, d’accordo. Ma la qualità delle sue giocate, il suo estro e il suo senso tattico lo hanno portato più volte ad accendere la luce alle (e sulle) manovre della squadra: ben oltre le 2 reti e gli altrettanti assist-gol firmati. «Per me è insostituibile, tecnicamente è il giocatore di maggior qualità che ho e nessuno è bravo come lui a mantenere i raccordi tra il centrocampo e l’attacco»: copyright Juric 2021-’22.

    Un profilo di nuovo attuale

    Il belga, e questo si sa, si è scritto, si è ripetuto in queste ultime due settimane, è pronto a battere di nuovo i pugni sul tavolo del Leicester per riuscire una buona volta a liberarsi. A fine agosto la sua lotta finì nel nulla, si concluse con un pugno di mosche per l’intreccio “colposo” di due club distanti nel fatturato, ma anche nel balletto delle offerte e delle richieste. Troppo poco offrì il Toro, troppo continuarono a chiedere gli inglesi. Adesso ci risiamo: dopo mesi senza storia (Leicester nelle parti basse della classifica, Praet quasi sempre in panca con appena 2 presenze da titolare e 5 comparsate nei secondi tempi) e a fronte dei nuovi contatti tra Juric, Vagnati e il trequartista belga, il profilo di Dennis torna d’attualità per gennaio. E gli inglesi hanno già limato la cifra richiesta: ora sono scesi a 9 milioni di euro (8 più bonus come minimo, si può immaginare al momento), continuando a non prendere in considerazione un prestito con diritto di riscatto (nel caso, sì a un obbligo di acquisto non condizionato, invece).  

    Le cifre dell’accordo

    Ordunque, 9 milioni: questa è la cifra dispensata a quei procuratori e intermediari che hanno bussato per capire (in azione anche il Bologna, il Sassuolo e la Samp, che però non può andare oltre a un prestito con diritto, dati i guai societari e la crisi economica che attraversa). Emerge, ora, una disponibilità di Praet a favorire la ricerca di un accordo pure mettendoci del suo. E non poco. Anche perché il Torino non è disposto a raggiungere le cifre a oggi fatte baluginare dagli inglesi, valuta assai meno il belga proprio in considerazione della sua condizione ai margini. E tanto più avendo Dennis il contratto in scadenza già nel 2024, senza alcuna ipotesi di rinnovo. Nelle chiacchierate telefoniche più recenti con Vagnati, prima che il dt partisse per il Qatar, Praet ha dato la disponibilità ad abbassarsi decisamente l’ingaggio a costo di rimetterci parecchi soldi, così da venire incontro alle esigenze del Torino: che a gennaio cercherà un’intesa non solo con gli inglesi, ma anche col giocatore per sostituire il suo attuale contratto con uno tutto nuovo, vergato con l’inchiostro di Cairo.  

    La telenovela continua

    La durata al momento pianificata è di 3 anni e mezzo: dunque sino al giugno del 2026. In Inghilterra, “traducendo” la sterlina, Praet guadagna grossomodo 2,5 milioni netti di euro a stagione. Il Torino, però, vuole stare ben sotto quota 2. Più vicino a 1,5. Il belga ha compreso le problematiche che limitano il raggio d’azione di Vagnati. E si è detto disposto a scendere sotto i 2, anche se a tutto c’è un limite: uno sconto sino a 1,9 milioni netti a stagione, fors’anche 1,8 è nelle sue corde. Significa, da gennaio a giugno (6 mesi) una riduzione di circa 300 mila euro netti. A cui aggiungere altri 700 mila euro o giù di lì per la stagione 2023-’24, attualmente “coperta” dal contratto in essere col Leicester. Pur di tornare da Juric, insomma, Praet è pronto a rinunciare a una milionata di euro di qui a un anno e mezzo, rispetto a quanto guadagnerebbe se restasse in Inghilterra. Tant’è: andava detto, scritto, per sottolineare non solo le mire di Juric e il raggio d’azione di Vagnati, ma anche l’attivismo, l’impegno propositivo del belga. E così la telenovela Praet continua. 
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    Scirea, uomo e campione, unisce storia e filosofia della Juventus

    Giovani juventini, chiedete chi era Gaetano Scirea. Chiedetelo ai vostri genitori, a zie e zii, ai nonni, niente google stavolta, perché servono una voce e un racconto che seguano il filo delle emozioni, imboccando quando è il momento giusto il bivio per l’orgoglio, perché è lì che finisce ogni storia su Scirea, dove si sente più forte che in ogni altro luogo bianconero la fierezza del tifoso juventino. Scirea ha incarnato la juventinità più pura, ma nello stesso tempo l’ha definita attraverso la straordinaria coerenza con cui ha unito l’uomo e il calciatore, ovvero la persona meravigliosa che è stata e il campione che ha vinto tutto (nel senso letterale del termine). E qui si concentra l’unicità di Scirea che riesce a fondere la storia e la filosofia bianconere.Sullo stesso argomentoQuando fare l’antijuventino diventa un mestiereJuventus

    Un fenomeno autentico

    Scirea è, infatti, un campione. Un fenomeno autentico, perché innovativo nel suo ruolo in campo, dotato di un tecnica micidiale e di un’intelligenza calcistica superiore. Scirea era, per l’almanacco del calcio, un difensore, un libero per dirla con i nomi dei ruoli del suo calcio che oggi non c’è più. Ma Scirea si muoveva per tutto il campo e lo faceva con una dimestichezza totale: era difensore quando stava nella sua trequarti, era centrocampista quando organizzava il gioco avanzando a testa alta, era attaccante quando si faceva trovare in area avversaria, con tempismo da centravanti di esperienza. Aveva piedi educati e visione di gioco, anzi “comprensione del gioco”, che è ancora meglio: perché non si limitava a vedere l’azione, la capiva in anticipo e questo gli consentiva di fare sempre la scelta giusta.

    Guarda la galleryLa Juve ricorda Scirea: inaugurata mostra al J-Museum

    Scirea mai espulso

    Mai espulso in carriera, difendeva con puntualità e pulizia impressionanti, senza mai dover ricorrere al fallo per fermare un attaccante. In compenso metteva in grande difficoltà gli avversari che lo dovevano gestire quando avanzava. Renato Zaccarelli, feroce avversario in campo e grande amico fuori (ai tempi in cui i giocatori di Juventus e Toro si odiavano sportivamente e si rispettavano umanamente), un giorno ha spiegato: «Era un bel casino quando lo vedevi partire palla al piede, perché non sapevi dove aspettarlo e come prenderlo. Se rinculavi ti fregava con un passaggio smarcante, se lo aggredivi poteva anche saltarti». Scirea era insomma un giocatore totale, perno della Juventus per quattordici anni e della Nazionale campione del mondo nel 1982, anche grazie alle sue prestazioni e giocate, non ultima quella che nella finale contro la Germania lo ha visto, lui difensore, gestire il pallone in area avversaria, scambiandolo con Gentile, prima di offrire a Tardelli la palla del 2-0 con la scioltezza di un trequartista.

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    L’eccezionalità di Scirea

    Scirea, dunque, è stato un campione. Un campione fenomenale, ma in fondo la Juventus e il calcio ne hanno avuti tanti di fenomeni. L’eccezionalità di Scirea è che racchiudeva questo campione in uomo educato, corretto, saggio e leale. Una persona che applicava sempre le vere regole dello sport, perché aveva imparato quelle della vita in una famiglia povera ma tenace, nella quale i valori della vita erano gli unici pilastri su cui costruire il resto. Si rischia sempre di scivolare sulla retorica quando si racconta lo Scirea uomo, di sembrare esagerati nello scolpire una specie di santo laico, perché la memoria smussa gli spigoli e sballa le proporzioni dei pregi, ma andate a parlare con chi lo ha conosciuto, con i compagni e soprattutto con gli avversari, con gli amici e con chi lo ha visto anche solo una sera. Tutti, nessuno escluso, cambieranno il tono della voce nel raccontare la loro storia su Scirea. Tutti, nessuno escluso, andranno sopra le righe per riuscire a farvi uscire come le hanno percepite le doti umane di Gaetano. Anche i tifosi delle altre squadre, perfino quelle che più odiano i colori bianconeri provavano rispetto per lui. «Ci insultavano sempre molto negli stadi avversari», racconta spesso Tardelli: «Ma nessuno riusciva a insultare Gaetano. Quando scendeva lui dal pullman, con il suo volto sereno, lo sguardo pulito che poteva incrociare con quello di chiunque, e c’era sempre un attimo di silenzio, poi ricominciavano con le urla».

    Guarda la galleryDa Bettega a Causio, quanti ex Juve al J-Museum per ScireaIscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Juventus Women-Como 1-1: Grosso non basta, Roma a +6

    VINOVO (Torino) – Dopo il pareggio per 1-1 in settimana contro l’Arsenal in Champions League, la Juve femminile di Joe Montemurro frena anche in campionato e pareggia 1-1 contro il Como di Sebastian de la Fuente, prima neopromossa a uscire con dei punti da Vinovo. Ad aprire la sfida è Julia Grosso che, al 21′, porta avanti le bianconere. Poco dopo Peyraud-Magnin è superlativa sul calcio di rigore di Rizzon: parata e si va negli spogliatoi con le padrone di casa avanti. Nella ripresa Cantore sfiora in più occasioni il raddoppio, ma poi è l’ex Chiara Beccari, dopo una grande azione personale, a fissare il risultato sul definitivo 1-1. Ora sono dunque 6 i punti di distanza dalla Roma capolista a quota 27.
    95′ – Juve-Como finisce 1-1: Beccari risponde a Grosso.
    85′ – Zamanian ha una grossa opportunità per riportare avanti la Juventus, ma il suo tiro dal limite finisce alto.
    68′ – Pareggia il Como con Chiara Beccari: l’ex della sfida scambia con una compagna, scarta un paio di avversarie e col sinistro fredda Peyraud-Magnin.
    63′ – Cantore è la più pericolosa delle bianconere: la numero 9 calcia da pochi metri, Beretta vola e mette in angolo.
    54′ – Tiro di Caruso rimpallato, il campanile finisce sulla testa di Cantore che, però, colpisce debolmente da ottima posizione e fallisce una ghiotta occasione per il 2-0. 
    45′ – Finisce il primo tempo: Juve in vantaggio sul Como grazie alla rete di Julia Grosso.
    39′ – Juve a centimetri dal raddoppio: errore della retroguardia avversaria, Julia Grosso ne approfitta ma il suo tiro viene parato da Beretta, la sfera finisce sui piedi di Caruso che serve Bonfantini che colpisce la traversa.
    34′ – Calcio di rigore per il Como: sul dischetto si presenta Rizzon che, però, si fa ipnotizzare da Peyraud-Magnin. Si resta sull’1-0 per le bianconere.
    21′ – Juve in vantaggio, la sblocca Julia Grosso che, sola davanti al portiere avversario, insacca: la sfera prima di oltrepassare la line bacia anche il palo.
    17′ – Annullata una rete pure al Como, anche in questa occasione per posizione di offside.
    15′ – Gol annullato alla Juve: Cantore calcia, Girelli devia in rete ma è in fuorigioco: l’assistente alza la bandierina e segnala l’offside
    10′ – Grandissima occasione per Sofia Cantore che da buona posizione calcia con il sinistro, ma la sua conclusione è deviata in angolo da un’avversaria.
    1′ – Tutto pronto al Vinovo Training Center per la sfida tra Juve e Como femminile. Novità di formazione con Girelli al posto di Bonansea, infortunatasi durante il riscaldamento.
    Juventus Women-Como: le formazioni ufficiali
    Juventus Women (4-3-3): Peyraud-Magnin; Lenzini, Rosucci, Sembrant, Lundorf; Caruso, Pedersen, Grosso; Bonfantini, Cantore, Girelli. All. Montemurro. 
    Como Women: (4-4-2): Beretta; Lipman, Pastrenge, Borini, Beccari; Cecotti, Karlernas, Hilaj, Pavan; Rizzon, Kubassova. All. De La Fuente
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    Juventus Next Gen-Mantova 2-2: doppio Iocolano, pari Brambilla allo Stadium

    TORINO – Un grande Iocolano con una doppietta tiene in piedi la Juventus Next Gen allo Stadium. Contro il Mantova, in classifica in zona play-out, i ragazzi di Brambilla vanno sotto due volte in avvio di tempo per i gol di Matteucci e Yeboah e due volte raggiungono il pareggio grazie al classe 1989. Con questo pari i bianconeri restano all’ottavo posto in classifica a quota 23, a -7 dal primo posto occupato dal Pordenone a quota 30

    94′ FINISCE QUI! 2-2 ALLO STADIUM!

    83′ IOCOLANO! 2-2 JUVE!Ancora lui, ancora Iocolano! Tiro cross pericoloso deviato che mette fuori causa il portiere, la palla lo scavalca e si infila in rete!

    78′ Cudrig sfiora il pari!In tuffo di testa il nuovo entrato sfiora il palo alla destra di Chiorra!

    73′ dentro anche SekulovPecorino non ce la fa, altro cambio bianconero

    69′ ci prova BarbieriSinistro debole per il bianconero e palla fuori controllata da Chiorra

    62′ Dentro Cudrig e Da GracaFuori Rafia e Compagnon, Brambilla cambia

    48′ INIZIA LA RIPRESA, YEBOAH! 2-1 MANTOVATutto solo, l’attaccante del Mantova di testa colpisce di testa sulla punizione di Guccione e insacca a porta praticamente vuota vista l’uscita a vuoto di Garofani che resta a metà strada senza poter intervenire

    FINE PRIMO TEMPODue gialli, Rafia e Compagnon, il gol di Iocolano per rispondere alla rete di Matteucci (poi costretto a lasciare il campo prima dell’intervallo per infortunio), un paio di fiammate importanti nel finale: la Juventus Next Gen rimette in piedi subito la partita allo Stadium e va vicino al vantaggio prima della fine del primo tempo.

    46′ CHIORRA SALVA IL MANTOVA! 1-1 ALL’INTERVALLO!Due conclusioni pericolosissime di Barrenechea e Besaggio sulle quali si oppone alla grande il portiere del Mantova che manda i suoi compagni a riposo all’intervallo sul risultato di 1-1.

    40′ Compagnon pericoloso!Grande azione personale del numero 10 bianconero, la conclusione però non inquadra lo specchio della porta

    Partita in equilibrio nella splendida cornice dello Stadium, con oltre trentamila spettatori: uno spettacolo nello spettacolo

    8′ PAREGGIO JUVE! IOCOLANO DI TESTA!I bianconeri la rimettono subito in pari: altro colpo di testa vincente, stavolta di Iocolano, ed è 1-1

    5′ MATTEUCCI, MANTOVA AVANTIColpo di testa del numero 5 ospite sugli sviluppi di un angolo e partita che inizia in salita per i bianconeri LEGGI TUTTO

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    Torino: Vojvoda, dove sei finito? Ora devi svoltare

    La passione per l’Nba non è mai facile da far combaciare con gli impegni di campionato. Così Mergim Vojvoda ha approfittato della sosta per i Mondiali per volare negli Stati Uniti ed esplorare New York: visita alla città, con tappa serale obbligata al Madison Square Garden. Si è goduto da vicino la sfida di Eastern Conference degli Knicks contro i Trail Blazers, terminata 129-132. La sconfitta casalinga della compagine newyorkese, tuttavia, non ha spento il sorriso di Vojvoda, che in questi giorni ha comunque svolto un programma di allenamenti personalizzati, perfetti per non fargli perdere la condizione fisica. Il suo rientro al Filadelfia assumerà, nei prossimi giorni, importanti significati. Già, perché il suo 2022 in campionato non si è chiuso bene: il cambio alla mezz’ora con Singo, durante il match contro la Roma prima della pausa, ha lasciato strascichi di negatività. Vojvoda sa di essere una pedina fondamentale per il Toro e la sostituzione dell’Olimpico non ha scalfito il rapporto con Ivan Juric.Sullo stesso argomentoTorino in Qatar: in campo, in tribuna e pure sul lettinoMondiali 2022

    Alla ricerca della continuità

    Il kosovaro è uno dei pupilli del tecnico granata, che nella seconda parte di stagione avrà bisogno di lui. Della sua tecnica, dei suoi cross, del suo contributo alla squadra e di un giocatore che torni ad essere quello dello scorso campionato. Prima dell’infelice giornata di Roma, comunque, Mergim era stato protagonista di un’ottima prestazione contro la Sampdoria, condita da un assist. Anche se il miglior Vojvoda, soprattutto a causa degli infortuni, ancora non si è visto. Il 2023 dovrà essere il suo anno: l’obiettivo è quello di trovare una continuità di rendimento finora contraddistinta da troppe pause. Può cambiare le gerarchie sulle fasce, visto che ora il suo posto è prenotato da Singo (o Aina) e Lazaro. Ma deve tornare l’esterno brillante dello scorso torneo: solo così convincerà Juric.

    Guarda la galleryRicci signore della mediana, Miranchuk accende e difende: le pagelle di Roma-TorinoIscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO