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    Juve, Pogba e Chiesa i colpi di gennaio

    TORINO – L’atalantino Maehele o un altro esterno destro che si alterni con Cuadrado, certo… Ma i due acquisti più importanti a gennaio la Juventus li farà nella propria rosa: da dove finalmente Massimiliano Allegri potrà finalmente pescare Paul Pogba e, a tempo pieno, Federico Chiesa. Cinquantanove minuti in campo (in tre spezzoni) e un assist, quello per il 3-0 di Milik alla Lazio, Chiesa ha già mostrato – cosa di cui peraltro non c’era bisogno – quanto più pericolosa potrà diventare la Juventus con lui in campo a tempo pieno e in forma. Pogba sarà invece a tutti gli effetti un nuovo acquisto, mai in campo finora in partite ufficiali, lui che doveva essere l’uomo più importante della Juventus 2022-23.Guarda la galleryLa Juventus e il fischietto arancione contro la violenza sulle donne FOTO
    Cremonese nel mirino
    Lo sarà solo della Juventus 2023 e sta lavorando al caldo di Miami per poter cominciare a dare il suo contributo, almeno per uno spezzone, già il 4 gennaio alla ripresa contro la Cremonese. In Florida con tabella e preparatore bianconero al seguito, sosterrà una visita di controllo dal professor Volker Musahl a Pittsburgh prima di rientrare alla Continassa per la ripresa degli allenamenti fissata il 6 dicembre. Il francese si dedicherà a una settimana / 10 giorni di allenamenti personalizzati, poi verso metà dicembre rientrerà in gruppo. Sarà in gruppo da subito, invece, Chiesa, che dopo la fine della stagione bianconera è stato convocato in Nazionale, giocando un minuto contro l’Albania e 45 contro l’Austria. E non è da escludere che anticipi alla prossima settimana il rientro alla Continassa.

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    Torino, visto Sonego nell'arena di Malaga? Un Toro. Il club: «Orgogliosi di te»

    TORINO – (e.e.) Lorenzo Sonego batte Denis Shapovalov nel primo match della semifinale di Coppa Davis contro il Canada ed esplode la curva. Prima quella azzurra, a Malaga. Poi quella granata, in salotto e sui social. Il club di Urbano Cairo lo festeggia con un post: «Orgogliosi di te, ragazzo del Toro! Forza azzurri, avanti così!». Lorenzo ha giocato un match con gli attributi, non mollando mai, stando sempre sul pezzo. Il ko nel tie break del secondo set non lo ha smosso e anzi lo ha tenuto bello vivo dentro il match, giocato punto su punto, da autentico combattente granata. Grazie Sonego, vero Toro nell’arena di Malaga. LEGGI TUTTO

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    Cordoba fa il mercato dell’Inter: “Prendi Lucumì, ha tutto”

    Ivan Ramiro Cordoba non si nasconde dietro le maschere di Barranquilla. Maschere colorate che ci guardano mentre davanti a un buon calice di Chardonnay de Potrero (il vino prodotto a Mendoza, in Argentina, da Burdisso) parliamo di Inter. Della sua Inter. A Milano ha deciso di vivere, costruirsi un pezzo della sua Colombia con Mitù. Oggi Ivan dell’Inter è tifoso, ma soprattutto è dirigente, nonché socio di minoranza al Venezia: «Un motivo per dare ancora di più. Questa condizione mi porta ad avere più responsabilità verso la squadra, i tifosi e la città».

    È scontato essere un bravo dirigente dopo essere stato un grande calciatore? 

    «Nulla è scontato. Bisogna prima prepararsi. Bisogna studiare. Bisogna avere l’umiltà anche di cominciare un percorso diverso da quello del calciatore. In tanti si stupiscono perché io sia a Venezia e non all’Inter. Io no. Io mi sto ancora formando come dirigente. Se un domani dovessi arrivare all’Inter voglio essere preparato. Ho fatto il corso da direttore sportivo, ho fatto il corso da allenatore, ho fatto un master alla Bocconi. Per adesso mi piace quello che sto facendo. Ci sto mettendo l’anima e prima di tornare all’Inter, voglio sentirmi pronto». 

     La vera Inter è quella dei passi falsi in campionato o quella bella in Champions? 

     «La vera Inter è quella che va al Camp Non e fa la partita. Se fai questo a Barcellona vuol dire che sei forte. Se non hai quelle qualità, quelle capacità non fai una partita del genere. Non ci riesci. Devono trovare la continuità che li ha portati a vincere lo scudetto. Manca solo quella all’Inter oggi». 

     La partita di Barcellona di oggi le ha ricordato quell’impresa al Camp Nou del 2010? 

     «Ho rivisto quello spirito, di una squadra che non aveva paura di sbagliare. E sono contento che non abbiamo vinto… Meglio restare con i piedi per terra e continuare a lavorare per migliorare. Ma questa squadra ha dimostrato di essere una corazzata». 

     L’Inter come si difende?  

     «In difesa l’Inter non si deve preoccupare. Forse io avrei preso un difensore in più prima, fin da subito. Non avrei aspettato la fine del mercato per prendere Acerbi. L’Inter aveva bisogno di un giocatore in più. Se giochi con una difesa a tre devi averne almeno cinque. Noi giocavamo con due difensori centrali e ne avevamo sei…» 

     Skriniar ha pagato inizialmente il mancato rinnovo? 

     «Per me Skriniar non si discute mai. Può avere alti e bassi ma è un giocatore che ti dà sicurezza, che garantisce un rendimento alto e costante nel corso della stagione. Il contratto? In estate la società lo ha messo in una condizione non semplice, forse dovevano proteggerlo un po’ di più». 

     E Bastoni? 

     «Se non punti su giocatori come Skriniar o Bastoni che sono sul futuro su chi devi puntare? Sono il futuro dell’Inter e Alessandro è anche il futuro della Nazionale di Mancini».  

     E Acerbi? 

     «È una bella conferma. Poteva esserci il dubbio del salto in avanti, del potersi meritare una squadra come l’Inter. Inzaghi lo conosce bene e la sua fiducia lo ha sicuramente aiutato e ha dimostrato di essere un giocatore affidabile. Non sarà il giovanissimo ma da lui sai cosa aspettarti». 

     Mentre De vrij… 

    «De Vrij è forte. Può aver avuto un momento no. Ma Stefan non si può discutere…» 

    In chi si rivede? 

    «Dico Skriniar per l’aggressività, per quella voglia di andare a prendere il pallone. Finché non prende il pallone non è contento. È una vocazione. Come l’attaccante muore per far gol, lui muore per recuperare il pallone. Anch’io ero così…» 

    Un difensore da consigliare all’Inter? 

     «Dico Jhon Lucumí e non perché sia colombiano. Lo seguo da quando giocava nel Calì e con la maglia della Colombia Under 17. Lo seguo anche oggi che gioca nel Bologna. È forte fisicamente, è mancino. Può fare il terzino o il centrale, può giocare a tre come a quattro».  LEGGI TUTTO

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    Champions, la Coppa proibita per la Juventus: Dna, avversari, arbitri o sfortuna?

    «Eh, ma la Juve non ha il Dna europeo». La frase è trita e avrebbe un senso solo se per il Dna europeo s’intendesse un’innata capacità di vincere le finali. Perché sette finali perse su nove disputate di Coppa dei Campioni/Champions League (e in assoluto cinque trofei europei alzati al termine di sedici finali) rappresentano una statistica sconfortante, ma questo significherebbe equiparare il Dna europeo al semplice palmares. E questo è decisamente troppo semplicistico. Perché è indubbio che la Juventus abbia un problema con le finali e vale sicuramente la pena capire se c’è una spiegazione o un filo logico che accomuna così tante sconfitte, ma nello stesso tempo vale la pena ricordare che la Juventus nelle coppe europee è sempre stata fra le protagoniste e, per esempio, è stata la prima squadra del mondo ad aver vinto tutte e tre le competizioni Uefa, venendo per questa premiata dalla stessa Uefa con una targa che nessun altro club può vantare.Sullo stesso argomentoGianni Agnelli e il Dna della Juventus: il supertifoso a cui ispirarsiJuventus

    Juve senza Dna europeo? Falso

    Sì, qualsiasi tifoso scambierebbe quella placca consegnata a Giampiero Boniperti nel 1985 con almeno un’altra Champions, ma resta il fatto che è tecnicamente sbagliato definire la Juventus una squadra «senza Dna europeo», perché è una squadra che ha disputato per ventuno volte le semifinali di Coppa Campioni/Champions League (quinta di sempre insieme al Liverpool), perché ha accumulato 374 punti nell’ideale classifica perpetua della Coppa Campioni/Champions League (quinta di sempre), perché negli ultimi trent’anni è l’unica squadra insieme alla regina d’Europa per eccellenza, il Real Madrid, ad aver disputato tre finali consecutive (1996, 1997, 1998 a cui aggiungere,nel 1995, quella di Coppa Uefa), perché è stabilmente nella top 10 del ranking Uefa da mezzo secolo (con la sola eccezione del periodo post Calciopoli). E quindi, anche se tutti questi numeri non contano assolutamente nulla perché a contare sono i trofei in bacheca, non si può affermare che il problema della Juventus sia con le competizioni europee o con la Champions in particolare, ma con le finali. Le maledette finali.

    Guarda la galleryQuanta Juventus! Il raduno dei campioni a casa di Lippi

    Il problema delle finali

    La Juventus ha, infatti, una tanto sinistra quanto accentuata tendenza a perderle, le finali. Soprattutto quelle di Champions League. Perché? Dopo aver scartato l’approssimativa spiegazione del Dna europeo (che poi qualcuno, prima o poi, dovrà spiegare cos’è in concreto), si può provare a classificare queste sette sconfitte per capirci qualcosa di più. Tre di quelle sette finali, la Juventus le ha perse contro squadre indiscutibilmente più forti: nel 1973 contro l’Ajax di Crujjf, Neeskeens e Krol, ossatura dell’Olanda del calcio totale due volte seconda al mondiale (a proposito di perditori seriali di finali); nel 2015 contro il Barcellona di Messi, Neymar, Suarez, Iniesta e Xavi; nel 2017 contro il Real Madrid di Ronaldo, Benzema, Kroos, Modric, Casemiro e Sergio Ramos, in grado di vincerne cinque in nove anni, di Champions. In quelle tre situazioni sarebbe stato un miracolo clamoroso ribaltare il pronostico: è innegabile che le tre Juventus in questione fossero all’altezza di giocarsela, ma più deboli delle corazzate vincitrici.

    Sullo stesso argomento”La Juve ruba, si sa…”: il postulato mai dimostrato, ma utile a tantiJuventusIscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Djidji a zero: occhio Torino, l’Inter ha un alleato

    MILANO – Trova conferme nell’ambiente nerazzurro l’indiscrezione di giovedì del nostro giornale, ovvero l’interesse dell’Inter per Koffi Djidji, 30enne difensore franco-ivoriano del Torino in scadenza di contratto nel giugno 2023. Il centrale, che con Ivan Juric ha scoperto una seconda vita calcistica, non sembra al momento così vicino al rinnovo col club granata, anzi. La prospettiva di poter disputare gli ultimi anni di carriera in una società come l’Inter, dunque potendo lottare per lo scudetto e giocare la Champions, lo intriga. Il fatto poi che fra i suoi procuratori ci sia Paolo Busardò chiude il cerchio. L’agente internazionale ha lavorato moltissimo con l’Inter la scorsa estate, operando da intermediario nelle operazioni Bremer e Skriniar, poi non concretizzate, e quella per il trasferimento di Casadei al Chelsea; il tutto ricordando che Busardò fa parte dell’agenzia Caa Base Ltd di Frank Trimboli e che fra i suoi assistiti c’è Bellanova passato proprio in estate dal Cagliari all’Inter. Djidji, che con Juric gioca per lo più da braccetto di destra, è stato individuato dalla dirigenza dell’Inter – che ragiona su un contratto da 2-3 anni a 1.5 milioni – come perfetto rinforzo low-cost per completare il pacchetto di alternative ai titolari della difesa nella stagione ’23-24, in attesa di capire cosa succedere con i tanti elementi in scadenza, ovvero Skriniar, De Vrij, D’Ambrosio e Darmian, oltre ad Acerbi che andrà eventualmente riscattato dalla Lazio.Iscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Juve, Locatelli si allena con la Next Gen

    TORINO – Manuel Locatelli continua ad allenarsi nel periodo di pausa: dopo essere tornato ieri alla Continassa, il centrocampista si è presentato oggi all’allenamento della Juventus Next Gen, impegnata nella preparazione del prossimo impegno del campionato di Serie C, in programma domenica all’Allianz Stadium contro il Mantova (calcio d’inizio ore 14.30). Ad annunciarlo è stata proprio la Juventus Next Gen attraverso i propri canali social: “I ragazzi sono tornati in campo con la presenza di Manuel Locatelli nel gruppo”. Senza quindi attendere il ritorno a lavoro del 6 dicembre e per farsi trovare tirato a lucido in vista della ripresa di gennaio, Locatelli ha scelto di unirsi alla seduta dei bianconeri di Brambilla, che stanno attualmente vivendo in campionato un momento magico, reduci da tre successi consecutivi. Iscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Pogba da Lenny Kravitz, ma il dettaglio è un altro: Zulay è incinta!

    Paul Pogba, centrocampista della Juventus, diventerà padre per la terza volta. L’annuncio, forse non voluto, arriva proprio dal profilo Instagram della moglie Zulay. La modella di origini boliviane ha infatti condiviso sui social network una foto che la ritrae, con un gruppo di amici tra cui Lenny Kravitz, abbracciata da Paul e con un ‘pancino’ che non lascia nessun dubbio: la moglie di Pogba è incinta. Il post è stato poi cancellato da Zulay ma i tanti follower hanno trovato comunque il tempo di notare il ‘dettaglio’ della foto e di lasciare numerosissimi messaggi di auguri e congratulazioni. Paul e Zulay stanno insieme dal 2017 ma la loro storia è diventata ufficiale durante i Mondiali in Russia nel 2018. Si sono sposati poi nel 2019 e hanno già due figli.  LEGGI TUTTO

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    La cura Juventus ha reso grande Danilo. I tifosi: «Il nostro vero capitano!»

    TORINO – Danilo e Alex Sandro sugli scudi ai Mondiali in Qatar. I due difensori della Juventus sono stati perfetti nell’esordio del Brasile contro la Serbia, mostrando una buonissima condizione. Il muro verdeoro ha nei lati i due bianconeri. Che corrono e rintuzzano: Alex Sandro prende anche un clamoroso palo. E Danilo è leader vero.
    Danilo capitano, non Bonucci
    Lui attizza i tifosi della Juve: «Il nostro vero capitano» scrivono sui social. E non se ne abbia Leo Bonucci. Ma è il brasiliano la bella immagine della rimonta in campionato e della consacrazione internazionale. Quello che ci mette la faccia e che non molla mai. Buono per ogni ruolo. Sempre ad altissimo rendimento. Ora l’unico inconveniente è la caviglia dolente, a seguito di una distorsione. Può saltare i prossimi due match. LEGGI TUTTO