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    Juventus, gli occhi su Gvardiol. Le mani verso Ndicka

    TORINO – Non si fermerà a Gleison Bremer e Federico Gatti il processo di ringiovanimento del pacchetto dei difensori centrali della Juventus. Dopo i due innesti di questa estate, l’ad Maurizio Arrivabene e il ds Federico Cherubini puntano a un terzo in vista della prossima stagione: giovane anche lui e di piede mancino o comunque perfettamente a proprio agio sul centrosinistra. Caratteristica, quest’ultima, che la Juventus aveva cercato anche nell’ultima estate, ma sulla quale aveva poi dovuto sorvolare, privilegiando il valore assoluto. LEGGI TUTTO

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    Torino, grana Lukic, Adopo e Ilkhan: tutti già in bilico per gennaio

    TORINO-  A centrocampo ci sarà da ballare, a gennaio, viste le partite già formalmente aperte sin d’ora. Il tutto, ricordando che più volte in questi mesi Juric aveva sottolineato il buco aperto dalla partenza di Pobega, rientrato al Milan, e di Mandragora, preso dalla Fiorentina. Questione di qualità tecniche, personalità e anche fisico. Il tecnico croato in diverse circostanze ha infatti lamentato anche l’assenza di questa specifica caratteristica a centrocampo: l’assenza di fisicità e di altezza, statura. Quel vigore che era tipico di Pobega nella scorsa stagione, da “tuttocampista” brillante anche nel gioco aereo (in entrambe le fasi di gioco) e di grande prestanza atletica. Ciò, nei pensieri di Juric, pur elogiando Ricci per i notevoli progressi compiuti da gennaio in granata, Lukic per il positivo rientro in squadra dopo l’ammutinamento di agosto e Linetty, per l’abnegazione e la crescita dopo un anno vissuto sostanzialmente senza prospettive. Il tutto, con al seguito due giovani rimasti più o meno ai margini, finora: il francese Adopo, 22 anni, rientrato dal prestito alla Viterbese, e Ilkhan, 18enne talento turco preso per 4,5 milioni dal Besiktas.

    Un rinforzo per il centrocampo

    Juric ha chiesto a Vagnati un rinforzo a centrocampo, un nuovo “tuttocampista” di personalità, qualità e dal fisico da corazziere, proprio per porre rimedio pure a quei limiti di cui si discorreva nelle righe precedenti e che rimarcava Ivan ancora pochi giorni fa, dopo il pareggio beffa di Roma. Il tecnico croato vorrebbe dunque un centrocampista di gran sostanza in più in mediana, ma il reparto, in ogni caso, non finirà in prima fila sul mercato di gennaio solo per questa ragione. Di Lukic si è scritto molto, in queste ultime settimane: stallo nelle trattative per il rinnovo del contratto in scadenza già nel 2024, nessun accordo sulla clausola rescissoria chiesta dal serbo, tensione crescente, indiscrezioni su un cambio di procuratore per poter aver più chance sul mercato internazionale…

    Lukic pensa all’addio

    Ora Lukic è ai Mondiali e già pensa all’addio: «Raggiungerò le grandi ambizioni che ho, dopo il Qatar o in estate». Stando così le cose, venderlo a gennaio, a maggior ragione se Sasa disputasse un buon Mondiale con la Serbia, sarebbe strategicamente la mossa migliore per il Torino, guardando ai bilanci e ricordando il caso Belotti (man mano che la scadenza si avvicina, il prezzo scende: le leggi del mercato sono queste). Il giovanissimo Ilkhan, poi, avrebbe bisogno di giocare con continuità per crescere nella realtà italiana: solo 4 presenze per un totale di 85 minuti in campionato, con appena un ingresso all’89’ da metà settembre in poi. Adopo, invece, ha trovato un po’ più di spazio e suscitato maggiori elogi pubblici da parte di Juric: il mediano francese 22enne, impiegato con successo durante il ritiro estivo anche da difensore centrale, ha raggiunto i 103 minuti giocati, pure lui in 4 comparsate. Anche Adopo meriterebbe un prestito formativo per la sua crescita. Ma ha il contratto in scadenza già nel 2023 e per ora le trattative legate al suo rinnovo si sono arenate. Cosa si svilupperà per lui a gennaio è un film ancora da scrivere.
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    Juve, Paredes ha solo l'Argentina nella testa: “Ora inizia il sogno”

    Un sorriso si allarga sul volto, al solito concentrato al limite del serioso, di Leandro Paredes. Le difficoltà palesate nei primi tempi alla Juventus, dopo il trasferimento sul gong del mercato estivo dal Paris Saint-Germain, sono alle spalle. Non che il 28enne di San Justo abbia (ancora) preso per mano la mediana bianconera, anzi: i progressi dei vari Locatelli e Fagioli ne hanno limitato il minutaggio nell’ultimo periodo. Ma l’argentino è a poche ore dal fischio d’inizio del proprio Mondiale.

    L’attesa è finita

    Un momento atteso da un quadriennio, un momento celebrato anche sui social. Con un sorriso, appunto. E, a margine della foto pubblicata con indosso una maglietta rigorosamente albiceleste, il pensiero: «L’attesa è finita. Domani inizia il nostro sogno». Appuntamento, per lui e per il compagno di club e di nazionale Di Maria, nella mattinata italiana: fischio d’inizio per l’Argentina alle ore 11, contro l’Arabia Saudita, per coltivare il sogno iridato.

    Guarda la galleryQatar 2022, ai Mondiali va in campo la Juventus: date e orari dei bianconeriIscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Ibra la notizia: che spettacolo a Striscia!

    MILANO – Nel febbraio 2021, con le sue doti da consumato istrione, Zlatan Ibrahimovic aveva incantato tutta l’Italia affiancando Amadeus nella conduzione del Festival di Sanremo. Magia che si è ripetuta a Striscia la Notizia, dopo una estenuante attesa (d’altronde il boccone era ghiottissimo da servire), lo svedese ha affiancato nella conduzione Sergio Friscia e Roberto Lipari. Tra una foto con il Gabibbo e un sorriso sornione a favore di telecamera, non è stato difficile coniare lo slogan “Ibra la Notizia”, ulteriore testimonianza di come lo svedese, una volta lasciato il calcio, avrà solo l’imbarazzo della scelta nel decidere cosa fare.
    La battuta di Pirlo
    Ibra – che punta a tornare in campo a gennaio con il Milan – ha fatto il suo ingresso in studio vestito in “total black” («Un mix di Van Basten, Maradona e Chuck Norris», ha detto Lipari). E, non poteva essere altrimenti, ha preso subito la scena: «Se mi è piaciuta la presentazione? Bastava dire Ibra. Perché tutti sanno chi è Ibra», il biglietto da visita dello svedese che, dopo aver collocato il suo nome scritto a caratteri cubitali sulla scrivania ha sottolineato con la solita faccia da schiaffi: «Perché Ibra è molto umile». Ma non finisce qui: «Dopo qualche sconfitta ho ridotto lo spogliatoio peggio di quel bar», il commento a un servizio di Vittorio Brumotti, prima del gran finale con gli imitatori di Andrea Pirlo e Antonio Conte (con il gatto Zlatan nel macchiettistico parrucchino): «Se è vero che Pirlo mi faceva degli scherzi? Pirlo ha fatto una battuta, poi è andato alla Juve», sottintendendo che per lo sfottò è arrivata la battuta del “giustiziere” svedese. Il finale è un omaggio a Raiola: «È stato troppo importante per me: ancora mi manca e mi mancherà tutta la vita».
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    Il sogno Mondiale di Vlahovic per far decollare la Serbia. E poi la Juve

    «Tutto comincia con un sogno più grande di te e tutto ciò che devi fare è credere che un giorno sarai grande come il tuo sogno». Parola di Dusan Vlahovic e il pensiero del serbo sbanca sui social di riferimento dell’attaccante della Juventus, in attesa del debutto iridato contro il Brasile. Una sfida che già scalda i cuori dei tifosi di tutto il mondo, in particolare di quelli bianconeri che potranno ammirare sul campo i movimenti non solo di DV9 (DV18 in Nazionale), ma anche di Filip Kostic, Danilo, Bremer e Alex Sandro tra i verdeoro. Perché è inutile negare l’evidenza: per il popolo juventino il Mondiale in Qatar deve essere l’antipasto di un 2023 talmente straordinario da cancellare gli stenti che hanno preceduto le ultime sei vittorie consecutive, con difesa imbattuta, della squadra di Massimiliano Allegri. Dusan è carichissimo, i tifosi juventini lo supportano anche se da lontano, davanti alla tv. E occhio alle “evoluzioni” mondiali di Angel Di Maria e Leandro Paredes: mai come in questa occasione l’Argentina sente di poter compiere la grande impresa di vincere la competizione iridata, 36 anni dopo. LEGGI TUTTO

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    Alcaraz come Lautaro, così l'Inter si prepara a un blitz argentino

    MILANO- Per ora Carlos Alcaraz, 19enne centrocampista del Racing, l’ha visionato dal vivo il suo vice, Dario Baccin, ma chissà che Piero Ausilio, ds dell’Inter, nel 2023 non possa tornare ad Avellaneda, come nel febbraio 2018 quando volò in Argentina per strappare alla concorrenza di diversi top club europei un certo Lautaro Martinez. Allora l’Inter aveva maggiore libertà economica (il “Toro” è costato complessivamente 29.5 milioni), ma alla fine del mercato di gennaio, i dirigenti nerazzurri avranno più chiara la situazione e potranno essere stilati i programmi in vista della prossima stagione.  Sullo stesso argomentoDzeko e gli altri precari: c’è mezza Inter in scadenzaCalciomercato Inter

    Le qualità di Alcaraz

    Alcaraz è uno dei giocatori di maggiore prospettiva e talento che l’Inter ha segnato sul proprio taccuino, un giocatore che per caratteristiche potrebbe essere l’ideale alter ego di Barella e prendere il posto in rosa di Gagliardini, il cui contratto è in scadenza nel giugno 2023 e difficilmente verrà rinnovato (anzi, sul centrocampista, che non pare volersi muovere fino al termine della stagione, ci sono diversi club interessati per averlo già a gennaio, fra cui Cremonese, Monza e Siviglia). A centrocampo, infatti, Inzaghi e l’Inter possono ritenersi a posto per cinque dei sei posti necessari nell’organico anche in vista della stagione ’23-24: Barella, Brozovic, Calhanoglu, Mkhitaryan e Asllani sono delle garanzie.  Alcaraz sarebbe la ciliegina sulla torta, un ragazzo del 2002 con alle spalle già un’ottima esperienza a livello di prima squadra visto che col Racing ha debuttato nel gennaio 2020 e ha già messo insieme più di 80 partite con 12 gol. Ovviamente sul ragazzo, così come già successe quasi cinque anni fa con Lautaro Martinez, c’è una grande concorrenza. L’Inter, come aveva rivelato nei giorni scorsi l’agente di Alcaraz, Sebastian Lopez, si è informata da tempo. In estate c’era stato un incontro fra la dirigenza e il procuratore, ma i nerazzurri avevano visionato Alcaraz e chiesto informazioni su di lui già prima, visto che il presidente del Racing, Victor Blanco, ne parlava così a maggio a “FcInterNews”: «Alcaraz all’Inter? I rapporti con loro sono da sempre buoni, un aspetto che è sempre d’aiuto quando si deve negoziare».

    Sullo stesso argomentoCalciomercato Inter: piace Matturro, ma ha una clausola da sei milioniCalciomercato Inter

    La strategia dell’Inter

    Il prezzo di partenza è alto, ma non altissimo. E’ vero che esiste una clausola di rescissione da 25 milioni, ma l’Inter sa che con 15 milioni, forse qualcosa meno, Alcaraz potrebbe essere acquistato. Il club nerazzurro, come abbiamo raccontato nei giorni scorsi, ha pure una carta in più da giocarsi per convincere il Racing e abbassare l’esborso economico: inserire nell’operazione il cartellino di Facundo Colidio, 22enne attaccante argentino che i nerazzurri hanno prestato a gennaio al Tigre dove ha collezionato 44 presenze con 8 gol e 8 assist. Colidio piace molto al Racing e al suo allenatore Gago… 
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    Verona, la rinascita passa per un nuovo ds. I piani di Sogliano

    Sean Sogliano si è presentato al Verona, il suo è un rientro dopo 7 anni: «Dobbiamo cercare di fare un’impresa. Questo ritorno per me è più emozionante della prima volta. Conservo tantissimi ricordi della mia prima esperienza qui. Sono orgoglioso che il presidente mi abbia dato la fiducia: essere qui è un grande orgoglio». Sogliano è l’uomo richiamato dal presidente Maurizio Setti e dal responsabile dell’area tecnica Francesco Marroccu per ribaltare una classifica che vede l’Hellas sul fondo: «Nelle ultime partite ho visto prestazioni valide. Le gare contro la Juve, il Milan o la Roma hanno mostrato una squadra tutt’altro che morta e vogliosa di ribaltare una situazione difficile. Non trovando il risultato può esserci anche un pizzico di mancanza di lucidità. Ma io non sono tipo da numeri, attendo di valutare questi giocatori e di guardarli negli occhi».

    Cioffi alla finestra

    Sogliano valuterà anche l’allenatore. Bocchetti ha raccolto zero punti in 6 partite, ma il nuovo ds non si sbilancia: «È un periodo particolare per prendere una decisione di qualsiasi natura nel mondo del calcio, con il Mondiale di mezzo. Parlerò con lui, i giocatori e il suo staff: in questo momento siamo tranquilli. Ficcadenti per la panchina? Ho un difetto: non riesco a parlare con nessun altro allenatore fino a quando non decido di mandare via quello che è in carica. Stimo moltissimo Ficcadenti, ma non ho parlato né con lui né con nessun altro allenatore». Il Verona però ha altri due allenatori a libro paga, oltre a Bocchetti: sono Gabriele Cioffi, che ha guadagnato tutti i punti finora raccolti dall’Hellas in classifica, ed Eusebio Di Francesco.
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    Torino: Rodriguez pronto al debutto mondiale

    TORINO – Uno dei cinque granata impegnati nel Mondiale è Ricardo Rodriguez, l’esterno sinistro che nella passata stagione è rinato dopo le esperienze poco gratificanti al Milan e al Psv Eindhoven. Rodriguez è titolare nella Svizzera, dove da poco ha festeggiato il traguardo delle cento presenze: il suo debutto nel torneo in Qatar è previsto per giovedì alle 11, quando i rossocrociati affronteranno il Camerun nella partita inaugurale del gruppo G, dove sono inseriti anche il Brasile e la Serbia, che si affronteranno in serata. Nella Serbia ci sono altri tre giocatori del Toro (Milinkovic-Savic, Lukic e Radonjic): la sfida con il compagno di squadra è in programma nell’ultima giornata della prima fase, venerdì 2 dicembre, alle 20. Per Rodriguez è un traguardo importantissimo, questo Mondiale. Anche nella prima stagione in granata, infatti, aveva trovato poco spazio e non aveva convinto particolarmente. Con Juric la rinascita: titolare inamovibile e una prestazione eccellente dopo l’altra, fino a meritare all’inizio del campionato la fascia di capitano dopo l’ammutinamento di Lukic alla vigilia della trasferta di Monza.Iscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO