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    Dragowski ko con ironia: “ordina” la caviglia express. E Vlahovic…

    TORINO – Dopo qualche giorno di rabbia, dolore e frustrazione, Dragowski è riuscito a somatizzare e prendere atto di quello che è accaduto. Il terribile infortunio (poi rivelatosi meno grave del previsto) rimediato nell’ultima partita di campionato vinta dallo Spezia contro il Verona gli ha impedito di rispondere alla convocazione della Polonia per i Mondiali in Qatar, le sue lacrime al momento dell’uscita dal campo erano anche per quello, oltre che per il dolore in sé per sé dell’infortunio.Guarda la galleryDragowski, infortunio shock: addio Mondiale
    Dragowski torna sull’infortunio
    Adesso, però, Dragowski ha trovato la forza di scherzarci su, di fare autoironia, come testimoniato dal messaggio pubblicato su Instagram: “Volevo ringrazire tutti per i messaggi di sostegno. Ordinato nuova caviglia e se la consegna express funziona dovrei tornare presto”. Parole in cui ha cercato di sdrammatizzare, apprezzate anche dall’ex compagno di squadra alla Fiorentina Dusan Vlahovic. Il “mi piace” dell’attaccante della Juventus svetta sui tanti altri che hanno accompagnato il post del portiere polacco.
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    Juventus, Perin e la clamorosa rivelazione: “Sono stato vicino al ritiro”

    Mattia Perin, ospite in una diretta su Instagram, ha affrontato diversi temi delicati riguardanti la sua carriera e alcuni momenti piuttosto complicati, rivelando di essere stato a un passo dal ritiro. Per fortuna, però, non si è trattato di una scelta definitiva. Oggi, infatti, è una figura importantissima per la Juventus di Massimiliano Allegri, sia in campo che nello spogliatoio. In questa stagione, complice anche gli infortuni patiti da Szczesny, ha già collezionato nove presenze tra Serie A (sette, quattro delle quali senza subire reti) e Champions League (due).
    Perin e i sacrifici a inizio carriera
    L’estremo difensore di Latina, nella lunga chiacchierata sui social, riavvolge indietro il nastro e parla dei sacrifici compiuti a inizio carriera: “Quando si compiono dei sacrifici per la propria passione, non credo siano sacrifici. Ho fatto delle cose che erano utili per farmi raggiungere il mio obiettivo. Se ci fosse stato da fare ancora di più, l’avrei fatto. Come sono grato alla vita a tutto quello che ho, sono grato di fare il lavoro che amo”.
    Juventus, prima il piacere e poi il dovere: programma e amichevoli
    Guarda la galleryLa Juventus che non va al Mondiale: un 4-3-3 super competitivoIscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Buongiorno: “Ho il Torino nel cuore, resterò a lungo”

    La città delle ATP Finals si aggrappa ai propri simboli. Alessandro Buongiorno per Torino lo è, a tutti gli effetti. Il suo percorso è un esempio per tantissimi ragazzi: torinese, cresce nelle giovanili del Toro e in parallelo conclude brillantemente il suo cammino da studente al Liceo, esordisce in prima squadra e dopo unbiennio di apprendistato si prende la fascia da capitano. Il cammino dei sogni: per tanti suoi coetanei, ma anche per chi spera di ripercorrere le sue orme. Al suo fianco, a Palazzo Madama, c’è il cantante Willie Peyote, granata come lui. Buongiorno parte dalla sua torinesità: «Parlo poco piemontese, ma lo capisco. Essere capitano del Toro è stupendo, soprattutto perché in famiglia abbiamo tutti la stessa fede. Questo traguardo è emozionante, ma ogni volta che gioco è una grande gioia per me». Il giorno dell’esordio in Serie A – nella ripresa di Torino-Crotone, datata 4 aprile 2018 – è agrodolce: «Fu la giornata più bella e più brutta della mia vita: perché realizzavo il desiderio di esordire coi grandi, ma anche perché dopo pochi minuti mi infortunavo alla spalla». Diventare capitano, invece, è stato meraviglioso: «Quando sono arrivato nello spogliatoio a settembre, prima della partita col Sassuolo, mi sono ritrovato la fascia: un’emozione indescrivibile. Sento questo onere, ma per me è una gioia avere la fascia al braccio: sono cresciuto vicino allo stadio, ho tanti amici che vivono nei pressi del “Grande Torino” e da piccolo facevo il raccattapalle. Mai avrei pensato di arrivare fino a questo punto: non c’è stato un momento decisivo, ho iniziato a crederci piano piano, compiendo piccoli passi».

    Idoli, svolta e presente

    Sugli idoli, nessun dubbio: «Moretti e Burdisso mi hanno aiutato molto: le prime volte in cui venivo convocato mi davano grandi consigli. Mi spiegavano varie cose anche durante gli allenamenti, sono stati due fonti d’ispirazione». Buongiorno si è stabilizzato in prima squadra con Giampaolo, sebbene le prime convocazioni risalgano ai periodi con Ventura, Mihajlovic e Mazzarri. Periodo particolare, che il centrale ripercorre: «Il popolo granata ti trascina. Senza pubblico, durante il Covid, è stato diverso e le prime partite da titolare con lo stadio vuoto sono state strane. La mia svolta con Giampaolo non è stata semplice: tornavo dal Trapani, all’inizio ero ai margini, ma ho lavorato tanto e gradualmente ho capito che avrei conquistato sempre più spazio. Davo il massimo in allenamento, con lo spirito di chi non ha nulla da perdere». I giovani del Toro però, ad un certo punto, fanno le valigie. Buongiorno pensa solo al presente: «Devo tanto, anzi tantissimo al Toro, cerco sempre di dare il massimo. Devo restituire la fiducia che mi è stata data: spero di rimanere qui il più a lungo possibile e darò sempre il 100% per questa maglia». Leader in campo, ma anche fuori. Perché sa che le promesse è meglio non farle, senza avere la garanzia di rispettare la parola data. Sul rigore calciato dal suo ex capitano Belotti a Roma, Buongiorno glissa: «No comment». Arrossisce: traspare il naturale imbarazzo di un ragazzo che insegue, nel proprio piccolo, la perfezione. Bellissimo è il messaggio ai tanti ragazzi arrivati a Palazzo Madama per lui: «Allenate il corpo, ma soprattutto la mente. Non trascurate lo studio, anzi dategli la priorità». Un bell’esempio positivo, dato dal capitano del Toro che nel frattempo continua a studiare all’università. Buongiorno è da incatenare al Filadelfia. Un simbolo come lui, fiero prodotto del vivaio, è un dono prezioso da custodire.
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    Juventus, Fagioli debutta con l'Italia: “E' solo un punto di partenza”

    Nicolò Fagioli ha debuttato con la maglia dell’Italia nella vittoria degli azzurri in amichevole contro l’Albania. “E’ successo di tutto in due settimane, sono molto emozionato al momento, indossare questa maglia è il sogno di tutti. Con la Juve ho sorpreso? Il mister mi ha dato fiducia e sono contento di aver fatto bene, ma è solo un punto di partenza. Essere con questa maglia è un sogno, in campo mi sentivo a mio agio poi mi sono reso conto. Deve essere solo un punto di partenza. Insieme ai compagni speriamo di raggiungere il prossimo Mondiale ed essere in grado di vincere” ha dichiarato il centrocampista della Juventus a Rai Sport. LEGGI TUTTO

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    Juve, il pagellone del “campionato di apertura”: Rabiott… o

    TORINO – Avanti con il pagellone del “campionato di apertura” bianconero. Di difesa s’è parlato, ora passiamo al centrocampo. Uno dei reparti più in difficoltà, falcidiato dalle indisponibilità e dalle assenze: Pogba mai sceso in campo (ng), Paredes poco e nulla: insufficiente anche lui. Peraltro l’argentino ha dimostrato di non rispondere pienamente, finora, alle esigenze di Massimiliano Allegri il quale – di necessità virtù – ha reinventato un Locatelli che si è dimostrato all’altezza della situazione, sempre di più. Migliore in campo, in media: Rabiot (8?), diventato imprescindibile, sia pure in scadenza. LEGGI TUTTO

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    Cuadrado, vacanza in Israele

    TORINO – Juan Cuadrado è già in vacanza e non disputerà l’amichevole contro il Paraguay, che la sua Colombia ha in programma domenica in Florida, negli Stati Uniti. Il bianconero, che è uno dei più utilizzati da Max Allegri in questo inizio di stagione (con 20 presenze per un totale di 1463’ in campo è terzo per minutaggio dietro a Danilo e Kostic), ha postato alcune foto insieme con la moglie e un gruppo di amici da Israele.
    Tappa a Gerusalemme
    Non una meta qualunque per Cuadrado: il colombiano è profondamente religioso, a ogni gol rivolge un ringraziamento a Dio e la tappa a Gerusalemme ha assunto un significato particolare. «Un luogo che ci collega al passato, presente e futuro – ha scritto -. Una prova della nostra fede, una promessa che produce speranza. Israele è il miracolo del deserto. Una prova di come sia possibile prosperare nonostante le circostanze contrarie. Il luogo dove il nostro salvatore è nato, è morto è risorto e presto tornerà per ripristinare tutte le cose».
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    La Juve, Tottenham e Paratici che torna a Torino: ecco perché

    TORINO – L’altra sera Massimiliano Allegri nel box dei serbi con Dejan Stankovic in prima fila, adesso Fabio Paratici in dolce compagnia per godersi qualche ora di relax con il tennis in allegato. Chiamatelo l’effetto Djokovic (il campione serbo ha sfidato e battuto Andrej Rublev, mentre Max s’era goduto il successo di Nole su Stefanos Tsitsipas), magari agevolato dalla lunga quanto anomala sosta per via del Mondiale in Qatar, mescolate rumours, gossip, voci, notizie e avrete il cocktail perfetto: in Italia non si arriva mai per caso e sul web è già partita la caccia alle motivazioni legate alla rentrée torinese del dirigente del Tottenham.
    Fabio e Wes
    Inevitabile: i tifosi juventini si sono immediatamente scatenati con i loro commenti, non appena è diventata pubblica l’immagine che ritrae Paratici, direttore generale degli Spurs – nonché ex responsabile area sport nonché ex coordinatore area tecnica nonché ex direttore sportivo bianconero – all’ingresso del Pala Alpitour, sede delle Atp Finals di tennis. Tra le richieste, o meglio, le spiegazioni più insistenti di chi provava a chiedersi il perché della presenza di Paratici c’è chi ha pensato a un’accelerazione della trattativa che lega gli Spurs al centrocampista statunitense Weston McKennie, pane quotidiano dei tabloid d’Oltremanica. Un giocatore strautilizzato nella prima parte di questa stagione da Allegri, ma che poi – anche per via di un infortunio chissà come svanito al momento della convocazione pre-Mondiale in Nazionale – s’è gradualmente defilato con l’esplosione dei talentuosi Nicolò Fagioli e Fabio Miretti. Di Wes, infatti, si sono perse le tracce il 29 ottobre a Lecce dove, mentre la Juve osannava l’ex Cremonese goleador “alla Del Piero”, lui si beccava un 5 in pagella. Ed ora?
    Fabio oltre Wes
    Ora succede che Paratici a Torino faccia sempre notizia, a maggior ragione se nella foto in questione il dirigente sta smanettando il suo smartphone. Sui social, dove tutti possono scrivere di tutto, si è infiammato il dibattito. Risulta, ad ogni modo, che il dg fosse a Torino solo per staccare dal tran tran londinese. Ma ciò non toglie che McKennie e il Tottenham possano incrociarsi prima o poi. Detto questo, pare che l’ex Schalke non sia l’unico obiettivo degli Spurs, così come sembra che la Juventus non opporrà chissà quali barricate per cedere l’americano a gennaio, naturalmente alle giuste condizioni. Antonio Conte, nel frattempo, aspetta. E già quest’intreccio tra uomini che hanno ricostruito la Juve e giocatori e dirigenti attori della Juve di oggi avvampa la passione dei tifosi bianconeri.
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    Il miracolo di Papa Francesco e di Diego: tutti i Maradona riuniti

    TORINO – Il miracolo di Papa Francesco. E di Diego. Tutti insieme, per la prima volta in pubblico: ecco i Maradona. In occasione della Partita per la Pace, a Roma, con tanto di incontro con il Pontefice, si sono ritrovati gli eredi del Dieci: Diego Armando jr, Dalma, Gianinna, Jana e Diego Fernando, il più piccolo. «È stato un giorno meraviglioso!!! Certe cose le puoi vivere solo con dio nel cuore!!Sono sicuro che dal cielo sei orgoglioso di noi!!», ha scritto Diego jr. Un pensiero per il papà che manca tanto. A Loro. E a tutti gli amanti del calcio, a partire dai tifosi del Napoli. LEGGI TUTTO