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    Giacomo Ferri: “Crisi Torino? Mi fido di Juric e della qualità della rosa”

    TORINO – Giacomo Ferri ha un legame fortissimo col Toro. Semplicemente indissolubile. Un rapporto figlio di tanti anni vissuti da giocatore sotto la Mole, ma anche da allenatore del settore giovanile e infine nei panni di team manager. Big Jim quando parla della maglia che ha amato più di se stesso si emoziona sempre. Così come quando pensa a suo fratello Riccardo, ora club manager dell’Inter. Per la famiglia Ferri il duello Torino-Inter non sarà mai banale.Giacomo Ferri, per lei la sfida di sabato avrà sempre un sapore particolare. Quando pensa a Torino-Inter, cosa le viene in mente? «Li ricordo tutti, soprattutto quelli in cui io e mio fratello Riccardo abbiamo giocato uno contro l’altro. Quando ci affrontavamo era un’emozione particolare, difficile da spiegare. Ma c’è una partita che mi è rimasta nel cuore: l’1-1 del 1987, quando per il Toro segnai io. Poi i nerazzurri acciuffarono il pari con Matteoli. Ma per me fare gol era un evento raro» Dopo il derby perso contro la Juventus il suo cuore ha sanguinato. Riesce a darsi una spiegazione dopo una prestazione così? «Difficile entrare nella testa dei giocatori, hanno perso molto male, c’è poco da aggiungere. Ma il Toro ha avuto la fortuna di vivere subito la sosta, senza tornare immediatamente in campo: 15 giorni sono sufficienti per riflettere, per guardarsi dentro. Vale per tutte le squadre. Anche l’Inter sicuramente non ha avuto una pausa felice: il pari contro il Bologna ha lasciato tanta amarezza» In casa Toro, come si riparte dopo un tracollo così? «Dalla qualità della rosa. Ci sono tanti giocatori forti, tanti giovani interessanti. Penso a Zapata, Ricci e Ilic: ma quante sono le squadre ad avere così tanta qualità in Serie A? Semplicemente il gruppo ha bisogno di ritrovare la condizione fisica giusta: sta mancando anche un po’ di intensità e quando il collettivo è in difficoltà anche i singoli faticano tanto ad emergere» Il cambio di modulo, con un possibile passaggio al 3-5-2, è una chiave per ripartire alla grande? «Non credo. O meglio: sono sicuro che Juric, che è un grandissimo allenatore, saprà adattarsi a seconda degli uomini a disposizione e degli avversari. Parliamo di un tecnico importante, ha solo bisogno di ritrovare tutta la rosa. Poi io sono favorevole al 3-5-2: Zapata e Sanabria possono giocare insieme. Lo sa anche Juric» L’Inter di suo fratello Riccardo vive una stagione fondamentale per il progetto, soprattutto in chiave scudetto. «Stanno lavorando per costruire un’annata di vertice, anche loro hanno bisogno di lavorare, esattamente come il Toro. E poi hanno un giocatore come Lautaro che è formidabile, uno dei primi 3/4 al mondo nel suo ruolo. Ha raggiunto una dimensione stellare, il Toro dovrà stare veramente attento» E di Juric cosa pensa? Il progetto granata è vivo o rischia di sopirsi? «Ho grande rispetto per Juric, sa perfettamente cosa serve per fare un grande campionato. In due anni al Toro ha dimostrato di saper avere un’identità. Per me è la più grande certezza dei granata, bisogna fidarsi di uno così» Il derby perso in casa della Juventus, in maniera così arrendevole, non rischia di lasciare strascichi pesanti? «Per me no, altrimenti non puoi fare il professionista. Penso al mio Toro: Rabitti e Ussello, ma anche l’Avvocato Cozzolino, sin dalle giovanili ci dicevano che la partita finiva sotto la doccia. Finita la doccia, si doveva subito pensare a quella dopo. Così deve essere per il Toro. Juric avrà sicuramente toccato le corde giuste: ha la squadra in pugno, non è un avvio di stagione così così a mandare alle ortiche un ciclo come questo. Il derby va cancellato dalla mente, ma non ho dubbi che sia così: i granata faranno una grande partita». LEGGI TUTTO

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    Milan, da Fernandez a Ouédraogo: ecco i nuovi obiettivi

    Il centrocampista argentino seguito a Buenos Aires, il tedesco dello Schalke piace

    Geoffrey Moncada ogni anno fa il rabdomante e cerca talento giovane nel mondo. Nell’estate 2022 ha spinto tanto per Malick Thiaw, poi preso da Maldini e Massara: bell’idea. Nell’ultima estate ha preso due 2002, Musah e Pellegrino: giudizio sospeso. Per le prossime puntate, si rischia di scendere con l’età.  LEGGI TUTTO

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    Conte a Belve, l’arrivo alla Juve e il sogno inconfessabile: “Anche per tornare”

    Antonio Conte ha partecipato a Belve, programma di Raidue, nel corso del quale è stato intervistato da Francesca Fagnani. Molti gli argomenti affrontati: l’ex tecnico bianconero ha parlato anche della sua esperienza in bianconero, sia da calciatore che da allenatore.

    Conte da calciatore: il primo anno alla Juve

    “In quel momento (stagione 1991/92) mi sembrava tutto troppo più grande, davo del voi a tutti. Questo timore l’ho pagato in termini di prestazione, sai quando ti senti inadeguato in una situazione e la vedi più grande di te? Per non uscire sconfitto e rimanere alla Juve ho tirato fuori le unghie e i denti affilati. E ce l’ho fatta”.

    Conte allenatore e il lascito

    “In tutti i club in cui sono passato ho lasciato grandi fondamenta e costruito qualcosa di importante, poi proseguito negli anni. Quando decido di cambiare è perché mi rendo conto di aver dato tutto e le energie sono finite. Si deve prendere un giocatore? Voglio dire la mia e la mia parola deve contare”. LEGGI TUTTO

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    Ronaldo, Pogba, ora Fagioli: Allegri, quanti problemi dal ritorno alla Juve

    Dal suo ritorno nel 2021, l’allenatore bianconero ha fronteggiato diverse grane: dall’addio di Cr7 al caso scommesse, passando per il cambio al vertice della dirigenza

    Eh sì, dal giorno del suo ritorno alla Juve non ha avuto un attimo di tranquillità. Chissà se, alla fine del suo primo ritiro, si sarebbe mai immaginato di dover fare i conti con la cessione del suo calciatore più importante, una star, uno che ha fatto la storia del calcio.  LEGGI TUTTO

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    Ricaduta per Cuadrado: salta il Torino ed è a forte rischio per la Champions

    Al colombiano, rimasto ad Appiano Gentile per migliorare la condizione atletica, si è riacutizzata l’infiammazione al tendine d’Achille sinistro: le condizioni saranno rivalutate la prossima settimana

    Mentre Simone Inzaghi comincia a riabbracciare i primi calciatori di rientro dagli impegni con le rispettive nazionali, deve fare i conti con una spiacevole ricaduta. È Juan Cuadrado, che era stato risparmiato dalla Colombia proprio per permettergli di ritoccare la propria condizione atletica dopo aver smaltito i problemi fisici. Purtroppo per l’Inter, però, l’esterno ex Juventus ha sofferto una ricaduta e ha già cominciato con lo staff un programma riabilitativo per recuperare dalla riacutizzazione dell’infiammazione al tendine d’Achille sinistro.

    I tempi di recupero—  Le condizioni di Cuadrado saranno rivalutate la prossima settimana e questo significa ovviamente che il colombiano non sarà a disposizione di Inzaghi per Torino-Inter di sabato alle 18. In più, è molto probabile anche il suo forfait per Inter-Salisburgo di Champions League, a meno di un recupero in extremis prima di martedì. La fascia destra nerazzurra, per le prossime due partite, sarà quindi terreno per Denzel Dumfries ed eventualmente Matteo Darmian. Finora Cuadrado ha giocato solamente 97 minuti in stagione, suddivisi in quattro partite. LEGGI TUTTO

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    Il soldato in Israele: “Mi manca la Lazio”. Immobile: “Sei un eroe, voglio conoscerti”

    Mayer Soliani, 21 anni, è un sergente italo-israeliano impegnato al fronte. Ha affermato che la cosa che gli manca di più sono i biancocelesti. Il bomber ha risposto

    Distrarsi. Guardare oltre gli orrori della guerra. O almeno provare a farlo. Il tutto attraverso il calcio. Mayer Soliani, 21 anni, è un sergente italo-israeliano dell’esercito impegnato al fronte. Fino a qualche giorno fa era sulla Striscia di Gaza, ora si trova nella città di Ashkelon per riposare, ma è pronto a tornare nella zona di guerra. Nel frattempo, in mezzo ai familiari e agli amici, ha infilato un pensiero per la sua Lazio.

    immobile—  Intervistato da Sportmediaset, Mayer ha parlato di ciò che gli manca di più: “La Lazio!”. Aggiungendo che ha in programma di andare a vedere la gara di Champions contro l’Atletico Madrid in programma il 13 dicembre alle 21. Nostalgia. Mayer è nato a Roma, si è trasferito in Israele a 12 anni e si è arruolato nell’esercito un paio di primavere fa. Ha un tatuaggio dedicato a Ciro Immobile sulla gamba, e infatti il capitano biancoceleste gli ha risposto su Instagram: “Caro Mayer, spero che tutto questo finisca presto. Sei un vero eroe, sarà un onore per me consocerti”. LEGGI TUTTO