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    Torino, lo strano caso di Ilkhan da salvatore a dimenticato

    TORINO – C’eravamo tanto illusi. Anzi, chi si è illuso, forse, è proprio Emirhan Ilkhan. Anche perché il centrocampista turco non ha venduto fumo ai tifosi. Al contrario si è fatto trovare pronto al momento giusto, dopo mesi di riabilitazione a causa dell’infortunio al crociato, aiutando un Torino in difficoltà a vincere una partita bloccata. È col Modena, il 18 agosto in Coppa Ita LEGGI TUTTO

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    Cristante sorride con l’Italia, Dovbyk l’altra faccia Roma: “Dovevo tirare anche il terzo rigore”

    C’era con Ventura, è diventato campione d’Europa con Mancini, ha vissuto il complicato biennio di Spalletti e ora, dopo una lunga pausa, rieccolo in azzurro con Gennaro Gattuso. Bryan Cristante ritrova la Nazionale e lo fa alla vigilia di due partite importanti, a cominciare da quella di sabato in Estonia. “A Tallinn l’atmosfera sarà tosta, come in tutte le partite europee e ancor di più in quelle della Nazionale dove ti confronti con i migliori di una nazione, quindi non c’è mai una gara da prendere sotto gamba. Non esistono partite facili, in tutte le gare internazionali vediamo che l’insidia è dietro l’angolo, però noi siamo pronti, sappiamo che dobbiamo vincere, andiamo là con un solo risultato da portare a casa. Sul fatto che l’Italia voglia qualificarsi per il prossimo Mondiale non c’è da discutere, vogliamo andarci con tutte le nostre forze, ma ora dobbiamo pensare solo all’Estonia. Ritengo sia fondamentale pensare partita dopo partita, cercando di vincerle tutte, poi si vedrà se arriveremo primi nel girone o se dovremo fare i play-off. Penso che sia fondamentale quello che ci sta trasmettendo il mister. Tutta la squadra ha in testa solo la partita di sabato”.

    Cristante: “La Nazionale è sempre un obiettivo”

    Dopo aver rivelato come per lui il Mondiale avrebbe anche una motivazione extra, visto che suo padre è nato in Canada, uno dei paesi che ospiterà il Mondiale (“Mio padre lì è solo nato, ma credo che gli farebbe piacere tornare in Canada per vedere qualche partita della Nazionale”), Cristante ha raccontato il percorso che lo ha riportato a vestire la maglia azzurra. L’ultima volta era stata agli Europei del 2024, titolare nella sconfitta contro la Svizzera che costò l’eliminazione agli azzurri di Spalletti. “La Nazionale è sempre un obiettivo – ha sottolineato il centrocampista azzurro -. E’ sempre un onore ed è bello venire qui, l’ultima volta era finita male, con una brutta esperienza, ora sono contentissimo di essere tornato. Speriamo di scrivere storie più belle rispetto all’ultima pagina” scritta contro la Svizzera. A richiamare in azzurro Cristante ci ha pensato uno che di centrocampisti ne capisce, dal momento che in quel ruolo ha vissuto una carriera che lo ha portato a vincere il Mondiale. “Ho esordito e ho giocato i miei primi anni quando mister Gattuso era ancora un giocatore – ha ricordato Cristante -. Ho visto il ct carico, ho trovato un ambiente carichissimo, tutti i ragazzi sono belli vogliosi e il mister ci mette la carica che ci ha sempre messo e che lo ha sempre contraddistinto”.

    “Sfortuna per la mancata qualificazione al Mondiale in Qatar”

    “Penso che stiamo lavorando davvero nel modo giusto, con l’intensità e le idee giuste, con queste condizioni c’è davvero una grande possibilità di poter fare un bellissimo percorso. Rispetto a quello degli Europei – prosegue Cristante -, il gruppo è cresciuto, ci sono tanti ragazzi giovani che però hanno già tanta esperienza a livello europeo, hanno diverse partite importanti alle spalle. Ci sono un’esperienza e una consapevolezza diverse e questo, quando ci si trova in partite delicate e decisive, aiuta sempre”. Il classe ’95 vede roseo il futuro azzurro. “Bisogna essere ottimisti perché abbiamo un gruppo forte, ho visto lavorare tutti davvero benissimo, c’è un grande senso di attaccamento alla maglia, il mister ha scritto la storia di questa Nazionale e ci trasmette tutto questo in modo molto naturale – osserva Cristante -. Vedo che è già riuscito a centrare questo obiettivo, io nelle prime convocazioni non c’ero, però ho visto che ha trasmesso a tutti questa sua grande voglia di far bene per la Nazionale”. Guardando indietro, Cristante dice: “Non so dire cosa non sia andato, sicuramente ci sono stati vari episodi e alcune volte c’è stata anche un po’ di sfortuna soprattutto per la mancata qualificazione al mondiale in Qatar: avevamo fatto un bellissimo percorso prima, fortuna e sfortuna non ci dovrebbero mai essere, ma in quel caso non fummo fortunati”. LEGGI TUTTO

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    Torino e il mistero Aboukhlal: la riserva da 8 milioni

    TORINO – Chissà se, sapendo in anticipo quanto Zakaria Aboukhlal sarebbe stato impiegato nelle prime otto partite ufficiali (tra campionato e Coppa Italia), Urbano Cairo in estate avrebbe ugualmente dato il proprio benestare all’operazione. Un’operazione da 8 milioni più 2 di bonus versati al Tolosa: insomma, non no LEGGI TUTTO

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    Napoli, nasce il modulo parallelepipedo

    Discussioni, opinioni, moduli al pettine, il Napoli come gioca, come dovrebbe giocare, come giocherà allo chalet di Peppino cameriere a Mergellina. Ragazzi, calmatevi, che cos’è questa agitazione, proclama don Ciccio portiere di palazzo, che cosa sono queste dispute. C’è questa spaccatura tra i fautori del 4-3-3 e i sostenitori del 4-1-4-1, chiarisce Salvatore pittore di alici. Ci siamo anche noi che vogliamo indicare una terza via, il 4-4-2, interviene Saverio Malaspina ragioniere. E perché non provare il 4-2-3-1, protesta Gennaro Piromallo salumiere.  

    Ma che ne sapete voi di moduli e strategie, si oppone don Ciccio portiere di palazzo. Se ne discute da appassionati, osserva Giacomo Frollo pasticciere alla Pignasecca. Il campionato comincia a fare le sue scelte e ogni modulo viene al pettine, si intromette don Peppino parcheggiatore allusivo. D’altra parte, anche il mister ha detto voi che siete tanto bravi ditemi con quale modulo devo giocare, eccepisce Saverio Malaspina ragioniere. Adesso Conte aspetta le vostre indicazioni, ironizza don Ciccio portiere di palazzo.  

    Il 4-3-3 è fallito contro il Genoa, osserva Totonno Speranza direttore di centro commerciale. Ma non s’è vinto col 4-1-4-1, obietta Gennaro Piromallo salumiere. Il Napoli ha vinto da squadra asimmetrica, dichiara Peppino cameriere. Il Napoli vince soffrendo, chiarisce Enrico Pignatiello baritono mancato al San Carlo, il modulo è la sofferenza.  

    Il mister ha detto siamo in costruzione, osserva Pasquale Pazienza giornalista on-line. Siamo in piena fase Lego, sottolinea don Peppino parcheggiatore allusivo. Il mister ha detto che i nuovi non sono ancora pronti, comunica Pasquale Pazienza giornalista on-line. Quelli che sono pronti si infortunano, osserva Carminiello-a-rezza pescatore di fravaglia.  

    State facendo solo confusione, protesta don Ciccio portiere di palazzo, il Napoli è in testa, che cos’altro volete, lo stadio è sempre pieno e Conte canta oj vita mia. Lasciamo lavorare il mister, esorta Salvatore pittore di alici. Però il 4-3-3 era bello, insiste Giacomo Frollo pasticciere alla Pignasecca. Era bello quand’era bello, osserva Saverio Malaspina ragioniere. Oggi abbiamo i Fab Four, devono giocare loro, sono quattro e gli altri attorno, espone don Peppino parcheggiatore allusivo. Allora andiamo col 4-4-2, De Bruyne vicino a Hojlund, coppia-gol e gli altri a macinare gioco, si esalta Carminiello-a-rezza pescatore di fravaglia. Io opterei per il 4-4-1-1, eccepisce Totonno Speranza direttore di centro commerciale. Scusate, signor Speranza, sempre giocando asimmetrici, chiede Salvatore pittore di alici.  

    Ma se Di Lorenzo va avanti e Spinazzola spinge a sinistra, in fase di possesso giochiamo 2-5-1-2, espone Peppino cameriere, con De Bruyne alle spalle di Hojlund e McTominay. E, in fase di non possesso, tutti dietro a inseguire, intercettare, disturbare, aggredire e ripartire, si entusiasma Giacomo Frollo pasticciere alla Pignasecca. Una squadra a fisarmonica, tutti avanti, tutti indietro che bel divertimento, osserva Pasquale Pazienza giornalista on-line.  LEGGI TUTTO

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    Lazio, promesse e realtà

    Un’estate senza mercato è come un matrimonio senza il prete. Hanno provato anche questa pena i tifosi della Lazio, fedeli quanto pazienti stando ai trentamila abbonati, sugli spalti a sbertucciare Lotito e a soffrire per la squadra. La vecchia squadra, identica a quella dell’anno scorso. Un’esperienza nuova per i sostenitori di ogni età, non c’è l’assenza di un mercato nella memoria dei calciofili più LEGGI TUTTO

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    Milan-Como si gioca a Perth: calcio e canguri, troppi canguri

    Mettiamo che a inizio febbraio il Milan di Allegri sia sorprendentemente primo, Inter e Napoli secondi a uno o due punti, Juve poco più indietro con la Roma o con chi volete voi. Il Como di Cesc, invece, a un passo dalla zona Europa League. Con merito.  

    Se film dev’essere, che il finale sia più horror che fantasy. La domenica seguente il Milan è impegnato a Pisa e il Como in casa con la Fiorentina. Per una ragione o per un’altra entrambi perdono. A quel punto si aprono le cateratte e la Lega calcio viene sommersa da offese di vario genere. Mi auguro che risparmino l’incolpevole Simonelli. Gli altri, da De Siervo a Butti, a Mauri, hanno le spalle larghe essendo abituati ad affrontare dissensi societari e popolari. Qualche vaffa raggiunge anche Giorgio Furlani che “ha operato attivamente per far giocare a Perth”. 

    Dicono che queste trasfertone promozionali servano a esportare il calcio nell’altro mondo. Sì, ma quale calcio? Quale genere di spettacolo poi? Non sarebbe più corretto ammettere che si va a quasi 14mila chilometri di distanza per una cifra tra gli 8 e i 9 milioni puliti, sacrificando l’aspetto sportivo? 

    Per amor di verità, devo dire che De Siervo l’ammissione l’ha pure fatta, rispondendo a Rabiot. Adrien aveva definito l’Operazione Kangaroo una follia o una cagata pazzesca. «Rispetti chi lo paga», ha chiosato l’ad. 

    Per cercare un minimo di consolazione, ho dato un’occhiata all’intervento di Ibrahimovic all’ex Eca, il regno dei sultani Nasser e Ceferin. Zlatan ha detto tutto e il contrario di tutto: in fondo mi ha ricordato la composizione degli equilibri societari del Milan. Ha prima esaltato la SuperChampions, i cui effetti sono lo svilimento della serie A e il prossimo dimezzamento dei diritti tv interni. Poi ha criticato i calendari delle nazionali, in particolare gli impegni dei tornei meno importanti, invitando a tutelare i calciatori. Ma ha anche spiegato che ai tifosi piacciono più le partite che gli allenamenti e che le rose di 25 gli sembrano sufficienti e insomma non ho capito dove volesse andare a parare.  

    Quando ha toccato il tema dei guadagni milionari di molti suoi ex colleghi, ha chiarito che la colpa è dei manager. Intendeva i presidenti di club o gli agenti? Io propendo da anni per i primi. Lui no, mi sa. 

    A tal proposito, ho un ricordo legato proprio a Ibra. Serata Eurochampion organizzata ventun anni fa a Udine dalla famiglia Pozzo. A tavola lui, appena arrivato in Italia, Raiola, Rafaela Pimenta, che a quel tempo era l’assistente di Mino, e il sottoscritto. A metà cena Raiola si rivolge a Zlatan: «Slatan (esse iniziale, nda) per guadagnare di più dovresti segnare più gol». Immediata la risposta dello svedese, accompagnata da un sorriso furbo: «Se segnassi di più non avrei bisogno di te». 

    Sempre ieri Ibra ha ricordato che la Juve lo strappò alla Roma: per i social senza attenzione al passato, un’autentica rivelazione, per chi c’era in quegli anni la scoperta dell’acqua calda. 

    PS. Pensierino del giorno di Carole Matthews: «Anche in quest’epoca in cui viaggiare è relativamente facile, dove il mondo è diventato un posto piccolo, un villaggio globale, l’Australia è ancora un “posto maledettamente lontano”».  LEGGI TUTTO

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    Milan-Como a Perth: De Siervo. Rabiot ha il diritto di dire che è folle

    Punto sul vivo dall’attacco frontale di Rabiot (“Milan-Como in Australia? È folle”), stamane l’amministratore delegato della Lega, Luigi De Siervo, ha risposto piccato: “Rabiot si scorda, come tutti i calciatori che guadagnano milioni di euro, che sono pagati per svolgere un’attività, cioè giocare a calcio. Dovrebbe avere rispetto dei soldi che guadagna e assecondare maggiormente quello che è LEGGI TUTTO