consigliato per te

  • in

    Como-Brescia, un derby cruciale

    TORINO – La 24ª giornata di Serie B si apre stasera, fischio d’inizio alle 20.30, con uno dei tanti derby lombardi della B, Como-Brescia. Riduttivo definirla una sfida da playoff. Vincendolo, i lariani conquisterebbero, almeno per una notte, la zona promozione diretta, scalzando dal 2° posto la Cremonese che verrebbe sopravanzata di una lunghezza. Il Brescia invece, con 3 punti, almeno per un giorno si troverebbe in settima posizione, con gli stessi punti del Catanzaro e, più in generale, le rondinelle metterebbero pressione alle non poche squadre che possono ambire agli ultimi due-tre posti della griglia playoff. Sulla carta, parrebbe favorito il Como, reduce da un grande mercato di riparazione che ha portato i lariani, in teoria, sul livello tecnico delle più forti. Ma il Brescia, da quando è guidato da Maran, dimostra di essere una delle squadre più organizzate della B e va guardato con molto rispetto, non parte certo battuto anzi, mai dimenticare che nei derby, spesso chi parte sfavorito poi se lo aggiudica. Dei tanti acquisti fatti a gennaio dal Como, basta citarne uno, l’attaccante italo-brasiliano Gabriel Strefezza, 26 anni, acquistato dal Lecce per 5 milioni, l’affare più oneroso fatto nell’intera stagione della B. Strefezza che al suo esordio coi lariani a Terni ha deciso la partita con un gran gol dei suoi, è tornato in B, insomma, come quando l’aveva lasciata nel 2022, quando in avanti con Coda, il bomber simbolo della B, nel Lecce era uno spettacolo vederlo giocare. Ma anche il Brescia è reduce da una vittoria convincente, un 2-0 che ha formalmente aperto la crisi del Cittadella che al Rigamonti ha incassato la terza sconfitta di fila. Risultato chiave per il Brescia che dà linfa nella corsa per un piazzamento ai playoff, prendendo tre punti a una diretta concorrente che se continua di questo passo, rischia di non farli. Il Brescia invece, non va dimenticato che non è molto dissimile dalla squadra che nella scorsa stagione retrocedette in C dopo i playout col Cosenza e che è stato riammesso in B soltanto per l’esclusione dal professionismo della Reggina. E che a inizio stagione, sotto la guida di Gastaldello, a un certo punto sembrava potesse ripetere la scorsa complicata annata. E qui sta la grandezza del lavoro di Maran che ha portato una squadra poco accreditata su livelli difficilmente immaginabili prima del suo avvento. Ed è una bella rivincita anche per lo stesso Maran, una gran risposta la sua a chi lo dava già sul viale del tramonto dopo le sue precedenti fallimentari esperienze per Genoa e Pisa. Ma anche il lavoro del gallese Roberts – Fabregas, che deve conseguire il patentino, è rimasto nello staff – va visto con molto rispetto. A parte Strefezza, subito titolatissimo, gli altri nuovi arrivati vengono inseriti con gradualità: gli interessanti Braunoder, Ballet e Nsame a Terni sono subentrati a partita in corso, Gioacchini e Fumagalli sono rimasti in panchina. Di certo c’è che Roberts adesso dispone di una rosa sulla carta molto più competitiva, con la quale il Como può aggiudicarsi la volata per la A diretta perché adesso potrebbe disporre di almeno 18 titolari teorici. Ma stasera resta un derby. E per definizione può succedere di tutto. Come accadde all’andata, il 16 dicembre, quando il Brescia s’impose 2-0 (reti di Borrelli e Moncini nella ripresa), infliggendo a Fabregas l’unica sconfitta del suo breve mandato. LEGGI TUTTO

  • in

    Samp e Pirlo: eppure si può essere ottimisti

    TORINO  –  Apparentemente, l’ultima uscita della Samp di Pirlo potrebbe far pensare all’ennesima occasione persa in questa stagione dai blucerchiati, con quel 2-2 in casa col Modena dopo aver chiuso il primo tempo sul 2-0 e sfiorato la terza marcatura con la traversa colpita da Kasami. Un pareggio che lascia i blucerchiati a metà del guado, a 5 punti sia dai playoff che dai playout. C’è insomma il rischio concreto di chiudere la stagione senza infamia e senza lode. Ma la Samp in B non è una squadra qualunque, puntare ai playoff deve essere il minimo sindacale se rappresenti il club blucerchiato, nonostante le ristrettezze economiche che lo affliggono. E nell’ultima uscita non sono mancate le note lieti che possono far sperare in un finale di stagione in crescendo. Intanto la prima rete – molto bella – dell’attaccante uruguaiano Agustin Alvarez, giunto in prestito dal Sassuolo, perfino il mito Suarez gli ha fatto i complimenti per il gol. Per la B sarebbe una punta che non c’entra nulla con la categoria ma deve ritrovarsi dopo un brutto infortunio e proprio qui sta il punto: i dubbi sulla sua integrità fisica avevano portato ad avere riserve sulla bontà dell’affare fatto dalla Samp. Il gol al Sassuolo li ha spazzati via tutti, il giocatore c’è tutto, e può dare un contributo importante alla causa blucerchiata, anche se magari, ha bisogno di ancora un mesetto per trovare la forma migliore. Altre buone nuove sono giunte perfino da Giovanni Leoni, il 17enne giunto alla Samp nell’ultimo giorno di mercato in prestito dal Padova: contro il Modena è subentrato nel finale, al posto del più esperto Piccini (anche lui convincente, pure se aveva provocato il primo dei due rigori con cui il Modena ha pareggiato) e ha dimostrato di poter stare tranquillamente in B, nonostante la giovane età e l’ovvia inesperienza, dunque un acquisto che fino a sabato scorso non veniva neanche considerato e che invece può tornare quantomeno utile. Discorso analogo anche per Ebrima Darboe, il centrocampista gambiano giunto in prestito dalla Roma (il vivaio giallorosso è sempre garanzia di qualità), altro elemento che può dare il suo contributo alla causa, per quel che ha mostrato da subentrato. Insomma, l’1 febbraio, alla chiusura delle trattative, si diceva che il mercato blucerchiato era insufficiente e invece, per quel che hanno mostrato i nuovi, potrebbero essere arrivati elementi in grado di lasciare qualcosa d’importante (e se Verre andrà in Turchia, potrà essere ingaggiato Okaka, attaccante svincolato), non era scontato che ciò accadesse viste le limitazioni economiche che affliggeranno anche il prossimo mercato blucerchiato. Più in generale, il gran primo tempo col Modena ha dimostrato tutte le potenzialità dei blucerchiati che meritavano di chiudere la gara già all’intervallo sul 3-0. Lo ripeteremo fino alla noia quel che si sostiene fin dalla scorsa estate: questa è una squadra che non può competere con le più forti della B (anche per una questione di ricambi all’altezza che però ora potrebbero esserci, al netto dei tanti infortuni). Ma ha tutti i mezzi per raggiungere i playoff. Proprio come accadde nel 2012, quando i blucerchiati riconquistarono subito la A attraverso gli spareggi promozione, acciuffati solo all’ultimo. Certo, l’obiettivo ad oggi non sembra facile da raggiungere (quando lo si conquistò nel 2012, la squadra venne quasi rifondata al mercato di riparazione) ma in B, per definizione, può sempre succedere di tutto. Tanto più che, davanti ai blucerchiati, ci sono squadre che hanno non pochi problemi (il Cittadella reduce da 3 ko di fila, ma anche Catanzaro e Venezia non stanno certo incantando) e dunque per la SamPirlo è un dovere provarci fino all’ultimo. Anche se, per sfruttare l’effetto Marassi, i blucerchiati dovrebbero chiudere almeno al 6° posto. Giungendo settimi od ottavi, i liguri partirebbero ai playoff dal turno preliminare da giocare in trasferta. Ma non è ancora il momento di tirare le somme. Però, quando lo sarà, chissà che questa Samp pazzerella non stupisca ancora tutti. A iniziare dall’impegno di sabato alle 16.15 a Pisa, dove Aquilani forse ha ancora più problemi di Pirlo, con una squadra che non esce dall’anonimato e che raramente ha convinto. E se la SamPirlo dovesse essere un’altra delle non poche squadre che in questa stagione hanno già vinto all’Arena Garibaldi, allora poi se ne vedrebbero delle belle. E per la Samp e Pirlo dalla prossima settimana si farebbero tutt’altri discorsi. LEGGI TUTTO

  • in

    Bari, ufficiale l’esonero di Marino: De Laurentiis pensa a Cannavaro ma…

    Pasquale Marino è stato sollevato dall’incarico di allenatore del Bari. Il club pugliese ha deciso di esonerare l’ex tecnico di Udinese e Parma dal suo ruolo dopo la sconfitta nell’ultimo turno di campionato contro il Palermo per 3-0. I pugliesi sono reduci da due ko consecutivi e, dopo che l’anno scorso hanno sfiorato la promozione in Serie A, quest’anno staziona nella parte bassa della classifica a soli 27 punti.
    Il comunicato del Bari
    “SSC Bari comunica di aver sollevato Pasquale Marino dall’incarico di allenatore responsabile della Prima squadra. La Società intende ringraziare il tecnico siciliano per l’impegno e la serietà dimostrati alla guida dei biancorossi e augura le migliori fortune, professionali e non”. Tra i candidati a sostituirlo in lista ci sono anche Cannavaro e Longo: il Campione del Mondo del 2006 non sarebbe gradito però dalla piazza pugliese, poichè reduce da una stagione fallimentare a Benevento. E’ salita così la candidatura di Moreno Longo ma l’ex tecnico del Torino ha messo in chiaro che lui, per un contratto fino a giugno, non si muove e vorrebbe un’intesa che arrivi almeno al 2025. LEGGI TUTTO

  • in

    Parma-Venezia: chi scatta verso la A?

    TORINO –  Dopo l’anticipo di ieri (Palermo-Bari 3-0), la 23ª giornata di Serie B prosegue oggi con 8 partite, 5 alle 14, 3 alle 16.15. Il clou è Parma-Venezia (ore 14), cioé prima contro seconda, separate da 4 punti. Che Parma sarà, viene soprattutto da chiedersi: quello che finora ha primeggiato il campionato (ma senza andare mai veramente in fuga) o quello che una settimana fa veniva travolto a Modena (3-0), sconfitta che mette per la prima volta le avversarie nelle condizioni di insidiare la capolista di Pecchia? All’andata il Venezia s’impose 3-2, fu il primo ko in campionato degli emiliani (3 in tutto), dunque lagunari avanti negli scontri diretti e se ci restano anche dopo questa sfida, il Venezia sarebbe sopra al Parma in caso di chiusura della stagione a pari punti, ipotesi che in questa B incertissima non va certo scartata. Entrambe al mercato di riparazione si sono mosse poco o nulla: il Parma non aveva bisogno di niente e ha preservato tutti i suoi gioielli, liberandosi di Inglese, da tempo un separato in casa e ceduto al Lecco; il Venezia nelle ultime ore ha dato Johnsen alla rivale Cremonese, che ha gli stessi punti dei lagunari: è vero che il norvegese è un’ala talentuosa ma altalenante, però quando è in giornata fa la differenza, il rischio che il club di Niederauer abbia rinforzato in maniera significativa quello di Arvedi, c’è, lo ha fatto notare anche l’allenatore Vanoli alla vigilia, non nascondendo un certo disappunto. Però, rispetto al Parma, il Venezia viene da una vittoria, quella di 7 giorni fa in Laguna sulla Ternana, che ha riportato la squadra di Vanoli in zona A diretta, archiviando, forse, una fase in cui la squadra aveva perso qualche colpo. Spettatrice interessata della sfida è ovviamente la Cremonese che, alle 16.15, sarà di scena a Lecco, squadra finita sul fondo della classifica (con Spezia e Feralpisalò) dopo aver sempre perso nelle tre uscite del 2024 (la panchina di Bonazzoli in settimana ha tremato, coi grigiorossi patron Di Nunno potrebbe tirare le somme su di lui che era subentrato a Foschi). La Cremonese invece, va come un treno: non è in testa perché eredita l’inizio di stagione povero di punti vissuto con Ballardini ma dall’arrivo di Stroppa ha totalizzato 35 punti in 17 giornate, passo da A diretta. Sempre alle 16.15, il Como, quarto a -2 da Venezia e Cremonese e a -6 dal Parma, è di scena in casa della Ternana. I lariani sono quelli che si sono mossi di più al mercato di riparazione con 4-5 innesti teoricamente di livello (ma a digiuno del calcio italiano) che dovrebbero portare la squadra di Roberts sul livello delle più forti. Un po’ preoccupante però, il ko interno subito sabato scorso dall’Ascoli: è vero che la sconfitta è maturata in inferiorità numerica dopo il rosso a Odenthal ma in undici contro undici i lariani faticavano a trovare sbocchi. E dall’altra parte ci sarà una Ternana che, nonostante il ko di Venezia, ha dimostrato di poter lottare per la salvezza dall’arrivo di Breda in panchina. Alle 14, c’è una sfida chiave per i playoff, Brescia-Cittadella: lombardi che dopo la sconfitta con la Cremonese hanno perso l’8° posto, veneti che vengono da 2 ko di fila che hanno portato qualche dubbio sul fatto che il Citta possa restare in zona playoff (ora è sesto con 7 punti di margine sul Brescia). Sempre alle 14, il Catanzaro settimo in classifica sarà di scena al Picco contro uno Spezia disperato ma reduce dalla vittoria di Pisa in cui i liguri, con un Verde monumentale, hanno dimostrato di potersi ancora salvare mentre i calabresi spesso hanno molti problemi in trasferta. Curiosità anche per il Modena, reduce dal 3-0 sul Parma che ha riportato i canarini in zona playoff: alle 16.15 saranno di scena a Marassi contro una Samp che con la vittoria di Cittadella è tornata a respirare, dovesse battere anche il Modena (già superato 2-0 nell’andata al Braglia), la squadra di Pirlo farebbe ancora in tempo a coltivare la speranza playoff. Last but not least due gare alle 14 di un certo spessore: Cosenza-Pisa (calabresi reduci da due vittorie di fila e 4 punti dalla zona playoff; toscani che dopo il ko con lo Spezia distano 4 lunghezze da playoff e playout, Aquilani non ha ancora conquistato la piazza, anzi). Reggiana-Feralpisalò (entrambe in salute, hanno fatto 5 e 6 punti nel 2024, Nesta con gli emiliani può segretamente coltivare qualche ambizione playoff dopo il successo di Bari ottenuto con una squadra rimaneggiata, gardesani reduci da due vittorie di fila che hanno portato profumo di salvezza). Il turno si chiude domani, fischio d’inizio alle 16.15, col posticipo Ascoli-Sudtirol. LEGGI TUTTO

  • in

    Pirlo, la Samp e il mercato degli svincolati: “Può capitare l’occasione”

    Tra campo e mercato. Andrea Pirlo ha parlato alla vigilia di Sampdoria-Modena, valida per la ventitreesima giornata di Serie B. Si riparte dalla vittoria (2-1) a Cittadella: “Si cerca continuità ed è il momento di fare risultati. Le squadre dietro hanno fatto più punti di chi li precedeva. Se sbagli partita rischi di tornare in fondo. Abbiamo fatto un ottimo risultato a Cittadella. Il Modena è una squadra che gioca, ha sempre fatto le partite. Ha cambiato schieramento, domani vedremo un modulo diverso. Anche per noi sarà una partita diversa rispetto alla gara di Cittadella”.
    Samp, Pirlo sul mercato
    Il punto sul mercato di riparazione andato in archivio: “Abbiamo fatto quello che potevamo fare. Il mercato, lo sapevate, era un po’ paralizzato e in base a chi veniva ceduto potevamo far qualcosa. Sono arrivati giocatori giovani, li valuteremo”.
    Pirlo e il mercato degli svincolati
    Pirlo non ha escluso il ricorso al mercato degli svincolati: “Il mercato degli svincolati è aperto e magari può capitare l’occasione. Ora ci siamo un po’ sistemati. All’inizio eravamo senza un difensore dopo l’infortunio di Ferrari e ora abbiamo preso Piccini. I nostri centrali sono stati bravi ad avere poche squalifiche ed infortuni”. LEGGI TUTTO

  • in

    Palermo-Bari: derby del Sud da brividi

    TORINO –  La 23ª giornata di Serie B si apre stasera, fischio d’inizio alle 20.30, col derby del Sud per eccellenza, Palermo-Bari. Entrambe vivono una stagione al di sotto delle aspettative. I rosanero di Corini dovevano lottare per la A diretta ma, dopo un buon avvio di stagione, hanno perso continuità con troppi ko in casa, così oggi la classifica dice che il Palermo è quinto a -5 dalla zona promozione, anche se nel frattempo ha riconquistato il Barbera (vi ha vinto nelle ultime tre uscite, stasera si dovrebbero superare le 20mila presenze). Nulla di compromesso, dunque, del resto in questa B può veramente ancora succedere di tutto, la lotta resta aperta per tutti i verdetti. Però, per rilanciarsi in chiave A diretta, stasera i siciliani dovrebbero non solo portare a casa i 3 punti ma convincere anche, per dare spessore a un 2024 che li ha visti esordire col brutto ko di Cittadella (2-0), vincere in casa sul Modena (4-2, pescando il jolly Soleri nel finale, la differenza la fece la sua doppietta) e pareggiare a Catanzaro (1-1, prova discreta, pur passando in svantaggio, poi ci ha pensato la mezzala Segre, al 6° gol stagionale, tutti su azione, 4 di testa, è la sua miglior annata). Senza dimenticare che il City Group ha chiuso a questo mercato colpi significativi: Ranocchia, giunto dalla Juve, ha già mostrato buone cose, Diakitè, che era l’ultimo gioiello della vecchia Ternana, può dare ancor più peso a una difesa che sulla carta dovrebbe essere fra le migliori mentre il colpo dell’ultima ora è stato Chaka Traoré in prestito dal Milan, ragazzo in rampa di lancio che viene a farsi le ossa in B. Il Bari invece, se la passa decisamente peggio, anche se già in estate era chiaro che i pugliesi avrebbero fatto un altro campionato rispetto agli obiettivi che potevano avere i siciliani. Il Bari era partito forte nel 2024, con la bella vittoria sulla Ternana (3-1), la miglior prova stagionale in cui i dettami del giochista Marino venivano messi in pratica con efficacia. Poi, dal secondo tempo di Ascoli, col Bari avanti 0-2 e acciuffato sul 2-2, il blackout, proseguito nello scorso turno con la sconfortante caduta al San Nicola di fronte alla Reggiana di Nesta (0-2), che ha fatto un figurone pur rimaneggiata. Così la piazza è tornata sulle barricate contestando con forza i De Laurentiis perché le scorie della Serie A sfumata in finale playoff a giugno, al 94’ contro il Cagliari, sono sempre lì, covano sotto la cenere e qualcuno s’è spinto a chiedere che Mignani venga richiamato, anche se la squadra ha ancora 5 punti di margine sui playout mentre i playoff distano 4 lunghezze. Bari che ha fatto un mercato tutt’altro che disprezzabile. Kallon s’è presentato molto bene (già 2 assist), Lulic per la mediana deve trovare il ritmo partita, idem per Puscas davanti, presentatosi piuttosto giù di forma. Da capire quanto tempo avrà ancora Marino – scelta su cui il ds Polito ha puntato molto – nel caso la squadra dovesse deludere anche stasera al Barbera, dove nel Palermo in attacco rientra Brunori dopo aver scontato un turno di squalifica.  LEGGI TUTTO

  • in

    Frabotta a Cosenza: non è mai troppo tardi

    TORINO – Gianluca Frabotta: per la serie, non è mai troppo tardi. Il terzino sinistro che Pirlo lanciò giovanissimo nella Juve (stagione 2020/21), rischiava seriamente di perdersi, o perlomeno, di sparire dai radar, a 24 anni ormai pareva avesse un radioso futuro alle spalle. Uscito dalla Juve, aveva iniziato un lungo peregrinare per l’Italia, prima in A (Verona enLecce), poi in B (Frosinone e Bari), lasciando poche tracce di sé (nella promozione in A dei ciociari di un anno fa, non è che fosse un punto fermo, anzi). La scorsa estate c’era la possibilità che tornasse dal suo vecchio maestro, alla Samp di Pirlo, per provare a risalire la china. E invece dopo un passaggio anonimo al Bari, anche per problemi fisici, Frabotta si è mosso soltanto a gennaio, è ripartito dal Cosenza e pareva un altro passo indietro che seguiva i precedenti. E invece, a giudicare dalle sue ultime due partite per i lupi silani, Gianluca potrebbe aver finalmente trovato la piazza giusta per imporsi. Col Cosenza, Frabotta aveva esordito giocando la mezzora finale nel ko dei calabresi a Cremona, alla ripresa della B del 14 gennaio. Poi, una partita sontuosa (con tanto di assist) partendo titolare nel trionfo del Cosenza sul Venezia, un 4-2 (che era già 3-0 dopo 21’) con cui i rossoblù di Caserta sono usciti da una lunga crisi e impostato tutto un altro campionato. Lo si è visto sabato scorso nel cruciale scontro salvezza a Bolzano, tana del Sudtirol. E chi te la decide? Proprio Frabotta, con un sinistro pulito e chirugico dal limite dell’area messo nell’angolino grazie al quale il Cosenza è emerso dalla zona calda della classifica, tornando a imporsi in trasferta dopo 4 mesi. Una vittoria meritata, quella dei calabresi, con Frabotta match winner anche perché poco prima Forte aveva sbagliato un rigore (parato da Poluzzi in due tempi). E ora, può essere tutto un altro campionato, per il Cosenza e per Frabotta. Che a giugno tornerà nuovamente alla base. Stavolta però, continuando a giocare così, Frabotta potrebbe rientrare in bianconero con ben altre referenze, rispetto alle altre volte. Stavolta, come minimo, non sarebbe da mandare in prestito, potrebbe avere mercato e dare alla Juve la possibilità di realizzare una discreta plusvalenza con questo ragazzo nato a Roma che la Juve aveva pescato nella Primavera del Bologna. Mentre il Cosenza, che vive un ottimo 2024, fino a giugno potrebbe aver trovato quell’esterno sinistro che mancava e che ora fa sognare la piazza silana. Anche con un Frabotta così, il Cosenza può può mettere nel mirino una salvezza tranquilla, come minimo, che era poi l’obiettivo stagionale stabilito da patron Guarascio, stufo di mantenere la squadra in B dal 2018 fra mille peripezie. Il trionfo sul Venezia ha dimostrato che ad andare a vedere i rossoblù al San Vito-Marulla può essere molto divertente. E con un mancino come Frabotta, ancora di più. Si attende conferma sabato, quando a Cosenza sbarcherà il Pisa di Aquilani, squadra con non pochi problemi. Che se battuta, schiuderebbe ai calabresi una stagione tutta da scoprire. LEGGI TUTTO

  • in

    Ricordando Arpad Weisz, l’allenatore assassinato

    Costretto all’addio
    L’Italia era il Paese che Árpád Weisz aveva scelto per vivere. Non lo avrebbe mai detto, ma era andata così. Era uno studente di Giurisprudenza a Budapest quando aveva dovuto interrompere gli studi per andare a combattere contro gli italiani nelle fila dell’esercito dell’Austria Ungheria. Fatto prigioniero sul monte Merzli, al confine tra Friuli e Slovenia, era stato mandato in un campo di detenzione in Sicilia, nei pressi di Trapani, da dove era rientrato in Ungheria a fine conflitto. Pensava di non tornare mai più in Italia ed invece il calcio ce lo aveva riportato. I suoi figli, nati a Milano, erano di cultura italiana. Erano anche battezzati perché lui e la moglie Ilona, anzi Elena, non erano ebrei integralisti. Le leggi sulla razza imposero ai cittadini ebrei di origine non italiana, arrivati in Italia dopo il 1919, di abbandonare il Paese entro sei mesi. Nel gennaio 1939, di conseguenza, la famiglia Weisz lasciò Bologna, in treno, per raggiungere Parigi. Árpád, Ilona, Roberto e Clara erano impauriti, disorientati, increduli. Non poteva essere diversamente. Weisz sperava di trovare una squadra francese, magari il Red Star, da allenare. Ma al club parigino non c’era posto, così la famiglia si trasferì in Olanda.
    Weisz nei Paesi Bassi trovò un ingaggio al Dordrecht, nell’omonima città, un club minore che lui salvò al primo anno e poi lanciò ai vertici al secondo piegando Feyenoord ed Ajax. Proprio quest’ultimo club, che era nell’orbita della comunità ebraica di Amsterdam, si interessò a lui. Ma il 10 maggio 1940 i tedeschi invasero i Paesi Bassi e in sette giorni il Paese cade nelle mani dei nazisti. Dall’Olanda non si poteva più entrare né uscire. Pochi mesi dopo, nel 1941, Adolf Hitler da Berlino ordinò la “soluzione finale”. La Gestapo andò a prenderlo il 2 agosto 1942. Con lui furono arrestati la moglie ed i figli. Il 2 ottobre i quattro vennero inviati al campo di raccolta di Westerbork da dove vennero caricati su un treno blindato, destinazione Auschwitz, in Polonia. Dopo tre giorni di viaggio in condizioni disumane, Árpád fu dirottato ai lavori forzati nell’Alta Slesia, mentre la moglie ed i figli furono subito destinati alle camere a gas nel settore di Birkenau.
    C’era la neve ad Auschwitz
    Árpád Weisz rimase ai lavori forzati quasi sedici mesi. Poi, sfinito, fu anche lui mandato ad Auschwitz dove, senza conoscere la sorte della famiglia, privato del nome, dell’identità, della dignità, un numero tra i tanti, il 31 gennaio 1944, ottant’anni fa, venne spinto dentro una camera a gas, o forse morì di stenti, l’epilogo non cambia la tragedia. C’era la neve, quel giorno, ad Auschwitz. E c’era la neve anche un anno dopo, il 27 gennaio 1945, quando i cancelli del campo di sterminio furono sventrati dai carri dell’Armata Rossa, l’esercito dell’Unione Sovietica, e il mondo, incredulo, poté da quel momento iniziare a scoprire, con sgomento, cosa è stata la follia nazista.
    Árpád Weisz pagò con la vita una colpa che colpa non è. Non è una colpa essere ebrei. Se è una colpa essere ebrei, allora è una colpa essere cristiani, musulmani, induisti, buddisti, atei, e così via. Invece sei milioni di donne e uomini, tra cui il migliore allenatore degli anni Trenta e la sua famiglia, furono eliminati solo perché ebrei. È stato un orrore così grande, inspiegabile, raccapricciante, da sembrare impossibile. Invece è avvenuto tutto otto decenni fa, niente nella storia dell’Umanità. Un abominio. Non dimentichiamo cosa è accaduto negli anni del delirio nazista. LEGGI TUTTO