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    Fiorentina-Cagliari, scontri fuori dal Franchi: cosa è successo

    FIRENZE – Momenti di tensione nei pressi del “Franchi” prima dell’inizio del match tra Fiorentina e Cagliari. Circa 30-40 tifosi ospiti hanno lanciato dei lacrimogeni verso alcuni supporters viola, tirando poi fuori delle spranghe con cui hanno colpito auto e motorini. Le forze dell’ordine, in assetto anti-sommossa, sono immediatamente intervenute e hanno dovuto fare ricorso a cariche di alleggerimento per disperdere il gruppo di tifosi sardi. Ingenti danni si registrano al momento all’esterno di un supermercato proprio in viale dei Mille e su alcune auto in via dei Sette santi.

    Scontri al Franchi, la ricostruzione

    Trenta tifosi del Cagliari, arrivati a Firenze con un pullman privato, avrebbero deciso di abbandonare il percorso predeterminato per puntare su viale dei Mille violando le direttive della questura di Firenze. Qui hanno incrociato una ventina di tifosi viola e sono iniziati i tafferugli. La polizia ha isolato il gruppo dei tifosi del Cagliari e li sta identificando: rischiano denuncia e Daspo. Durante i tafferugli un poliziotto della digos di Cagliari che segue le tifoserie in trasferta sarebbe stato colpito ed è finito a terra. Si sarebbe però rialzato, continuando a svolgere il servizio di controllo. LEGGI TUTTO

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    Motta, l’abbraccio e l’elogio a Ranieri: “Un signore, parla la storia”

    Nella ripresa i ragazzi di Motta sono scesi con un atteggiamento diverso in campo e hanno ribaltato il momentaneo vantaggio di Luvumbo con i gol di Zirkzee e la prima perla di Fabbian in Serie A. L’allenatore ha analizzato il match al termine dei novanta minuti.
    Bologna-Cagliari, le dichiarazioni di Motta
    Queste le parole dell’allenatore del Bologna, Thiago Motta, ai microfoni di Dazn: “Sono contento della nostra prestazione. Abbiamo un gruppo di grande qualità, i ragazzi sono bravi e sono capaci di mettere in pratica quello che gli chiedo. Zirkzee? Non sta ripagando la mia fiducia, ma il suo lavoro. Se sta così deve giocare per forza, è un giocatore forte. Ha fatto una grande prestazione, così come nelle prime due partite di campionato. Abbraccio con Ranieri? La storia parla per lui, è un signore fantastico, umile e capisce tanto di calcio. Un vero e proprio maestro, da prendere come punto di riferimento”. LEGGI TUTTO

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    Shomurodov: “È un Cagliari che ti ricarica”. E su Ranieri e Mourinho…

    «Mi trovo bene con la squadra, con i ragazzi, con il mister. Le vacanze sono state lunghe, praticamente sono durate un mese… I primi giorni è stato più difficile, ma adesso va molto meglio e sto bene. Mi sento carico e non vedo l’ora che inizi il campionato».
    Vacanze a casa?
    «Sì, in Uzbekistan».
    Ce lo racconta, l’Uzbekistan? Probabilmente la maggior parte di noi italiani non saprebbe collocarlo geograficamente in modo esatto… Nonostante una delle canzoni che hanno fatto la storia della musica italiana si intitoli proprio Samarcanda!
    «Samarcanda è una città storica, ci vengono tanti turisti. Poi ci sono Bukhara e Khiva. Tutte e tre sono affascinanti, artistiche. E c’è la capitale Tashkent, anche questa molto bella. Io sono nato a Jarkurgan, l’accademia l’ho fatta a Mashal, è lì che ho iniziato a giocare a calcio. In Uzbekistan amiamo molto il calcio, è il primo sport. Poi ci piace molto la boxe: otteniamo risultati alle Olimpiadi, ai Mondiali. Io, però, venendo da una famiglia di calciatori, ho subito iniziato a giocare a calcio».
    Il piccolo Messi…
    «Massì, i giornalisti mi hanno soprannominato così, anche se non c’entro niente con lui. Né come fisico, né come modo di giocare. E poi Messi è Messi. Chissà come è nata questa cosa. Ora comunque non ho soprannomi, sono Eldor e basta».
    C’è qualche attaccante che ha ammirato e studiato in modo particolare?
    «Da ragazzino avevo Drogba e Fernando Torres come idoli, li studiavo e cercavo di capire i loro movimenti. Ora, beh, studio soprattutto i movimenti e gli schemi che mi suggeriscono i miei allenatori. Studio con Ranieri».
    Com’è stato l’impatto con il mister?
    «Ottimo. Anche se non ci siamo ancora detti nulla di speciale, ovviamente. La stagione è solo all’inizio. Mi ha chiesto come stavo fisicamente. So che può aiutarmi a crescere, ad esprimermi al meglio».
    L’obiettivo è quello di tornare alle prestazioni e alla continuità dell’esperienza al Genoa, giusto? Cosa serve per rendere di nuovo a quei livelli?
    «Conta molto l’aspetto psicologico. Mi sentivo forte, c’era l’ambizione. Sentivo la fiducia. Qui a Cagliari ci sono tutti gli ingredienti per ripetermi e credo possa essere l’occasione giusta: allenatore esperto e preparato, una società che crede in me, un bel gruppo pieno di entusiasmo. Tanti tifosi sono venuti con passione a fare il tifo anche in ritiro. Al campo, in albergo: ci aiutano tanto. La rimonta dello scorso anno ha entusiasmato la piazza e in squadra sento che c’è consapevolezza, c’è fiducia. Quelle partite di carattere giocate contro il Bari hanno colpito anche me e sono state una delle cose a cui ho pensato quando è capitata l’occasione di venire al Cagliari».
    Tra i nuovi compagni chi la sta aiutando di più a entrare nel gruppo?
    «Edoardo Goldaniga, che conosco dai tempi del Genoa. Poi anche altri giocatori più “vecchi”, i senatori. Pavoletti, ad esempio».
    Ruolo d’attacco: ha preferenze?
    «Quando si gioca con due attaccanti per me è più facile, io ho sempre giocato così e sono più vicino alla porta. Se gioco a tre devo stare a sinistra e ho bisogno di più tempo: devo dribblare e attaccare lo spazio. È diverso». LEGGI TUTTO

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    Bari: come ripartire dopo la botta?

    TORINO – La botta è stata fortissima e non sarà semplice assorbirla. Una settimana fa il Bari, nonostante i 58mila del San Nicola, vedeva la A svanire al 94’ nella finale di ritorno dei playoff contro il Cagliari. Poco prima del gol di Pavoletti che ha riportato in paradiso i sardi, c’era stato il clamoroso palo di Folorunsho a portiere battuto, fosse stato gol la A era certa. E comunque, anche senza quella clamorosa occasione, la massima serie sembrava in tasca: dopo l’1-1 dell’andata, il pari del ritorno stava garantendo la promozione ai pugliesi, in virtù del miglior piazzamento in campionato. E invece no, un’annata meravigliosa rovinata da una rete incassata nel recupero dell’ultima uscita. No, non sarà semplice ripartire dopo una botta simile. Anche perché sul futuro del Bari pesano parecchie incognite. A iniziare da quelle del futuro degli uomini guida. La conferma dell’allenatore Michele Mignani non è scontata, anzi. L’attuale allenatore del Bari s’è preso un po’ di tempo per riflettere ma se l’è preso anche la società. Nell’ambiente barese non è piaciuto l’atteggiamento che la squadra ai playoff ha tenuto per due partite su quattro. S’è detto che nella finale di ritorno il Bari ha avuto un fare troppo attendista, che alla lunga non ha pagato. Ma era lo stesso atteggiamento tenuto dal Bari all’esordio dei playoff: anche al Druso di Bolzano, contro il Sudtirol, i galletti giocarono per il pari e come contro il Cagliari furono puniti nel recupero, salvo poi riscattarsi nel ritorno al San Nicola con una prova superlativa nella ripresa, andando a vincere in inferiorità numerica. Comunque Mignani ha fatto un gran lavoro. Club come lo Spezia lo corteggiano e fanno capire di essere pronti ad assumerlo. Fra l’altro, Mignani è genovese e dopo gli esordi da calciatore nella Sampdoria, non ha mai giocato né allenato nella sua regione, sta girando l’Italia da trent’anni. Ci sta poi, che sia corteggiato: Mignani in due anni ha portato dalla C a un passo dalla A un Bari che un anno fa non era certo considerato la terza forza della B, come ha poi detto il campionato, normale che ci sia interesse per lui. Ma almeno, la permanenza del ds Ciro Polito non dovrebbe essere più in discussione. Se Giuntoli lascerà il Napoli per approdare alla Juventus, da più parti si sosteneva che i De Laurentiis potessero portare Polito sotto il Vesuvio. Ipotesi che ora sembra tramontata, anche se sarebbe stata una promozione strameritata, Polito a Bari ha fatto un lavoro straordinario. Ha costruito la squadra che ha dominato la C nel 2021/22 con un budget inferiore a quello che c’era nei due anni precedenti, quando la promozione non arrivò, nonostante il Bari fosse già la squadra da battere nel girone C della Lega Pro. L’operazione Cheddira, prelevato dal Parma per un tozzo di pane, è stata un capolavoro. Ma sono tanti i giocatori da lui scoperti e valorizzati, Caprile su tutti, scovato in C alla Pro Patria, che proprio nella partita maledetta contro il Cagliari con le sue parate ha tenuto a galla il Bari fino all’ultimo, confermando di essere il miglior portiere italiano sotto i 23 anni. Per non parlare del talentuoso Gregorio Morachioli, l’ultimo colpaccio di gennaio, anche lui prelevato in C (dal Renate), diventato una delle rivelazioni più belle degli ultimi mesi del campionato. Tuttavia, la A sfumata, non obbliga i De Laurentiis a cedere il Bari. Finché il club pugliese giocherà in una categoria diversa da quella del Napoli, gli attuali padroni di entrambi i club avranno tempo fino al 2028 per disfarsi di una delle due società. Certo, riconquistare quella A che a Bari manca dal 2011 sarebbe stato il completamento di un gran lavoro iniziato nel 2018 con la ripartenza dalla Serie D. Ma è vero anche che con la promozione era reale il rischio di rivedere il film andato in scena nel 2021, protagonista la Salernitana, con Lotito, già proprietario della Lazio, che riusciva a cederla solo l’ultimo giorno dell’anno e a un prezzo molto più basso di quello sperato. Ora invece, la prospettiva di vivere un’altra stagione di B e soprattutto il fatto che i De Laurentiis non sono più obbligati a vendere il club, avrebbe fatto scemare l’interesse per il club. Ma, paradossalmente, potrebbe anche essere un bene, si potrà ripartire con una tranquillità che non ci sarebbe stata se fosse scattato l’obbligo di vendere. Tuttavia, a una settimana dal “San Nicolazo” vissuto col Cagliari, tante nubi s’addensano sul futuro del Bari. Tre dei protagonisti del bel film girato dai De Laurentiis (Mignani, Cheddira e Caprile), sembrano destinati a salutare. Per non parlare di Folorunsho, altro uomo chiave, dotato di una duttilità unica: il suo praticantato in B sembra finito, il  suo cartellino è del Napoli, col quale potrebbe iniziare il ritiro e a Garcia un giocatore come lui può piacere molto. Insomma, all’orizzonte, al momento, non si intravede come e da chi ripartire. La prossima settimana, dopo l’incontro fra Polito e Mignani, ne sapremo di più. LEGGI TUTTO

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    Walukiewicz, ufficiale all’Empoli: esercitato il diritto d’acquisto

    L’Empoli, dopo la conferma e il prlungamento di Accardi come direttore sportivo, è al lavoro per rinforzare la rosa in cista della prossima stagione di Serie A. Il club ha ufficializzato il diritto di opzione per l’acquisto a titolo definitivo di Walukiewicz. Il difensore ha trovato spazio con Zanetti soprattutto nel finale di stagione, dopo una prima parte in panchina.  LEGGI TUTTO

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    Bari-Cagliari: stasera la terza promossa

    TORINO – La stagione di Serie B si chiude in bellezza, davanti ai circa 58mila spettatori che stasera, fischio d’inizio alle 20.30, affolleranno il San Nicola di Bari per la finale playoff di ritorno fra i pugliesi e il Cagliari che sancirà la terza promozione in A dopo quelle di Frosinone e Genoa. Giovedì sera, alla Unipol Domus, è stato un beffardo 1-1. Al vantaggio sardo in avvio col solito Lapadula (4° gol nei playoff, 26 gol nella sua prima stagione in rossoblù), ha risposto l’infinito Mirco Antenucci al 96’, su rigore. Quando è stato assegnato il penalty, il tecnico Mignani lo ha mandato in campo per farglielo battere, considerato che in precedenza Cheddira ne aveva fallito uno, ben parato da Radunovic. Ma al di là della beffa, è stato un pari giusto, come ha riconosciuto Ranieri. Sir Claudio ha fatto notare come il suo Cagliari in tutta la partita sia andato a strappi: in alcuni momenti era dominante e dava un’impressione di superiorità netta. In altri subiva non poco e se è arrivato in vantaggio fino al recupero, lo si deve alle prodigiose parate di Radunovic, il migliore in campo. Stasera però, è tutta un’altra storia. A Cagliari si sogna il “San Nicolazo”: sarebbe la versione italiana del Maracanazo, cioé la più eclatante e inaspettata vittoria in trasferta nella storia del calcio, quando nel 1950 l’Uruguay strappò il titolo mondiale al Brasile, vincendo in rimonta al Maracanà, lo stadio cattedrale per eccellenza. Ma al San Nicola, lo stadio astronave disegnato da Renzo Piano per Italia 90, il Cagliari ha già conquistato una promozione in A: accadde il 6 maggio 2016, Rastelli in panchina, vittoria sarda per 0-3 e ritorno in A dopo un anno, come accadrebbe anche stavolta, se si replica quell’exploit, anche se sette anni fa gli spettatori erano 31mila. Teoricamente, i mezzi tecnici ai rossoblù non mancano, non è una missione impossibile. Ma è chiaro che il Bari, fuori dalla A dal 2011, parte con qualche vantaggio. I ragazzi di Mignani hanno chiuso in campionato al 3° posto (contro il quinto del Cagliari) e dunque, se finisse in parità anche stasera, niente supplementari ed eventualmente rigori: vanno in Serie A in virtù del miglior piazzamento in campionato. Inoltre, in campo i pugliesi potrebbero mostrare più freschezza dei sardi, considerato che il Cagliari ha esordito in questi playoff il 27 maggio e stasera gioca la quinta sfida in 15 giorni, essendo partito dal turno preliminare. Per il Bari invece, che ha giocato la prima gara contro il Sudtirol al Druso di Bolzano il 29 maggio, si tratterà della quarta sfida in 12 giorni. Giusto comunque che i pugliesi abbiano quei vantaggi che il regolamento riserva alla miglior classificata in campionato: a differenza del Cagliari, per diversi mesi hanno lottato per la A diretta e nei playoff se ne deve tenere conto. Certo, in caso di A, poi a Bari ne vedremo delle belle. L’allenatore Michele Mignani, 51 anni, diventerebbe un uomo di copertina: genovese da esportazione, debuttò nel calcio professionistico nel 1991, nella Sampdoria di Vialli e Mancini che quell’anno avrebbe vinto lo scudetto. Seguì un’onorevole carriera per la provincia italiana, era un buon difensore centrale che avrebbe meritato più considerazione. Magari l’avrà da tecnico: se riesce a portare il suo Bari dalla C alla A in due anni, bisognerà parlare assai di lui, del suo interessante 4-3-1-2, interpretato dai suoi con l’intensità, l’applicazione e l’equilibrio giusti. E se vince questi playoff, la sorte lo ripagherà di quanto gli accadde nel 2018, quando da tecnico poco più che esordiente arrivò col Siena alla finale dei playoff di C che perse dal Cosenza perché quel giorno aveva la squadra a pezzi. Ma soprattutto, se il Bari sale in A, la famiglia De Laurentiis, già proprietaria del Napoli, sarà costretta a mettere in vendita il club. Anche se ci sarebbero già offerte in caso di promozione (dallo sponsor Casillo, oltre a una pista statunitense che potrebbe comprendere Pallotta, ex Roma), è alto il rischio di rivedere quanto accadde nel 2021 a Lotito con la Salernitana che chiuse la cessione soltanto all’ultimo giorno dell’anno e senza incassare una cifra congrua. Ora i De Laurentiis chiedono 100 milioni: giusto, se vengono a vederti quasi 60mila tifosi. Ma l’obbligo di cedere potrebbe far tenere a chi acquista il coltello dalla parte del manico . LEGGI TUTTO

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    Stasera Cagliari-Bari: chi si prende la A?

    TORINO – Ci siamo: stasera, fischio d’inizio alle 20.30, va in scena Cagliari-Bari, finale d’andata dei playoff, il ritorno domenica alla stessa ora, quando sapremo quale delle due salirà in A dopo Frosinone e Genoa, promosse direttamente. Difficile stabilire chi sia la favorita. Per quel che si è visto in questi playoff, il Cagliari sembra avere qualcosa in più a livello tecnico e il manico di Ranieri si è fatto sentire (più di quello di Mignani nel Bari). Però, il pronostico resta incerto perché il regolamento dei playoff riequilibra tutto. Il Bari, che ha terminato il campionato al terzo posto (il Cagliari ha chiuso quinto), dispone di alcuni vantaggi sui sardi: va in A con due pareggi (non si disputano i supplementari in caso di parità dopo la gara di ritorno, conta il miglior piazzamento in campionato); nella gara di ritorno potrà fare affidamento sulla spinta unica che offrirà il San Nicola, lo stadio più capiente della B e già esaurito, già in semifinale contro il Sudtirol erano quasi in 52mila. Certo, anche stasera ci sarà un clima caldo alla Unipol Domus, già decisiva nel pazzesco 3-2 sul Parma nella semifinale d’andata. Ma sold out per sold out, quello sardo non avrà neanche un terzo di spettatori di quelli che ci saranno domenica sera al San Nicola. Per la finale di ritorno si dovrebbe battere il primato del club di 55.490 spettatori che risale alla stagione 1990/91, in un Bari-Inter di A. Inoltre, rispetto al Cagliari, la squadra pugliese ha avuto un giorno in più per preparare la partita e ha disputato una gara in meno dei sardi che a differenza dei pugliesi hanno iniziato i playoff dal turno preliminare. Questi ultimi due fattori solo apparentemente pesano meno dei primi due. Perché di fatto per tutta la stagione in B si sono preparate le partite sui 7 giorni e dunque c’è poca abitudine da parte dei giocatori a scendere in campo in maniera ravvicinata. Ma ci si gioca la A e si dovrebbe andare oltre la fatica. Ranieri ha bisogno di vincere la sfida di stasera per levare a Mignani il vantaggio dei due pareggi che varrebbero la promozione. Molto dipenderà dalla buona vena della coppia d’attacco Lapadula-Luvumbo, capaci in semifinale di ribaltare il Parma, andato all’intervallo sullo 0-2 ma capovolto nella ripresa dalla doppietta dell’angolano e dalla rete su rigore dell’italo-peruviano, a 3 reti nei playoff e già capocannoniere della B con 21 gol. Ma la variabile impazzita può essere Luvumbo: al Parma ha segnato due reti da cineteca (e procurato il rigore), era praticamente imprendibile. Se replica quella partita, per il Bari si fa dura. Tuttavia Luvumbo, classe 2002, è un ragazzo ancora in formazione. Certo, dotato di mezzi tecnici e atletici fuori dal comune ma è da verificare che possa ripetere quella strabordante prestazione, visto che in precedenza, nell’arco della stagione, non è che avesse incantato. Attenzione poi, a come finì in campionato la sfida all’Unipol Domus fra le due squadre. Era il 17 settembre, i ragazzi di Mignani, con una partita tatticamente perfetta, sbancarono Cagliari con una rete al 77’ dell’italo-marocchino Walid Cheddira. Ma quasi nove mesi dopo, sono cambiate tante cose. Quello era il Cagliari di Liverani, una squadra piuttosto fragile, nulla a che vedere con quella plasmata da gennaio da Sir Claudio Ranieri, il quale ha portato innanzitutto grande solidità (solo 2 ko da quando è in sella, e su quelle sconfitte pesarono gli arbitraggi sfavorevoli). Però anche lo stesso Cheddira è un po’ diverso da quello che furoreggiava ad inizio stagione: a settembre era gasatissimo per la convocazione nel Marocco col quale in seguito avrebbe vissuto l’avventura al Mondiale. Di ritorno dall’esperienza in Qatar, Cheddira ha mostrato un po’ di stanchezza, E non è ancora andato a segno in questi playoff, dopo i 17 gol in campionato e i 5 in Coppa Italia (capo cannoniere del torneo). Ma chissà, l’aria di Cagliari potrebbe suscitargli bei ricordi e sbloccarlo… Mentre Lapadula stasera riceve da Mauro Balata, numero 1 della Lega B, il Premio Pablito, intitolato alla memoria di Paolo Rossi, riservato al vincitore della classifica cannonieri del campionato, succede a Massimo Coda che vinse il trofeo con la maglia del Lecce. Probabilmente squadre speculari schierate col 4-3-1-2. Uno squalificato per parte, sono anche gli unici assenti: Dossena nel Cagliari, Ricci nel Bari, saranno rilevati da Goldaniga e Mazzotta. LEGGI TUTTO

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    Diretta Parma-Cagliari ore 20.30: dove vederla in tv, in streaming e probabili formazioni

    PARMA – Dopo l’incredibile 3-2 in rimonta dell’andata da parte del Cagliari, a Parma è tutto pronto per il ritorno della semifinale playoff di Serie B tra la formazione di Pecchia e quella di Ranieri. In palio un posto nella finale spareggio per la A dove è già arrivato il Bari grazie al successo per 1-0 contro il Sudtirol. Al Tardini sarà battaglia tra i ducali e i sardi, con due città a spingere le proprie squadre che sperano di tornare presto nella massima serie italiana. Una gara delicata che sarà diretta da Orsato, un arbitro di profilo internazionale per un match da dentro o fuori.
    Segui la diretta di Parma-Cagliari su Tuttosport.com
    Dove vedere Parma-Cagliari: streaming e diretta tv
    La semifinale di ritorno dei playoff di Serie B tra Parma e Cagliari si gioca questa sera alle ore 20:30 presso lo stadio Tardini di Parma .Sarà trasmessa in tv e streaming su DAZN, Sky Sport, SkyGo, Now, Helbiz Live e OneFootball.
    Parma-Cagliari: probabili formazioni
    PARMA (4-2-3-1): Chichizola, Delprato, Osorio, Cobbaut, Coulibaly; Estevez, Bernabé; Man, Sohm, Benedyczak; Vazquez. Allenatore: Pecchia. A disposizione: Santurro, Corvi, Balogh, Circati, Zagaritisi, Camara, Juric, Zanimacchia, Charpentier, Bonny, Mihaila, Inglese. Indisponibili: Ansaldi, Buffon, Valenti. Squalificati: nessuno. Diffidati: Chichizola, Estevez, Man, Mihaila, Vazquez.
    CAGLIARI (4-3-1-2): Radunovic, Azzi, Altare, Dossena, Zappa; Deiola, Nandez, Makoumbou; Mancosu; Lapadula, Luvumbo. Allenatore: Ranieri. A disposizione: Aresti, Ciocci, Barreca, Di Pardo, Goldaniga, Kourfalidis, Obert, Lella, Rog, Viola, Millico, Pavoletti, Prelec. Indisponibili: Capradossi, Falco. Squalificati: nessuno. Diffidati: Dossena, Kourfalidis.
    ARBITRO: Orsato. Assistenti: Lombardo-Perrotti. Quarto uomo: Sacchi. Var: Mariani. Avar:  Abisso.
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