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    Milan, colpo d'ala. Lang vuole il Diavolo, si può fare per 20 milioni

    La capolista lavora già al futuro: dialogo aperto con il 22enne del Bruges che lancia messaggi a Maldini Non è ancora il momento dei regali da scudetto, ma intanto il Milan ha cominciato a guardare le vetrine per selezionare i pezzi migliori da incartare nell’eventualità di una festa finale. Il campo visivo ha messo a fuoco il centro, dove si muovono – dalla difesa all’attacco – Botman, Renato Sanches e Origi, e si è allargato fino alle fasce, là dove serve un rinforzo per alzare il livello di una squadra già competitiva. LEGGI TUTTO

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    Perché Dybala e la Juve sono arrivati alla rottura

    Oggi l’incontro decisivo, ma il vento era già cambiato tre anni fa: tutti i passaggi che hanno portato al clamoroso divorzio Ci sono storie d’amore che continuano anche dopo essersi detti addio e altre che finiscono prima ancora che si abbia il coraggio di ammetterlo anche solo a se stessi. Il legame tra Paulo Dybala e la Juventus, intesa come tifoseria e maglia, sarà eterno, perché la Joya si sente bianconera dentro e non ha mai voluto vedere un futuro diverso. LEGGI TUTTO

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    Non solo Cissé: i 10 Primavera pronti all'esordio in Serie A

    Oltre all’atalantino, che ha risolto la sfida di Bologna, domenica hanno debuttato Miretti con la Juve e Terracciano col Verona. Ma ce ne sono altri pronti per il grande salto La favola di ieri è quella di Moustapha Cissé, in gol all’esordio in Serie A con l’Atalanta e che fino a due mesi fa giocava in seconda categoria. Ma non è stato l’unico debutto tra i grandi: sogno realizzato anche per Fabio Miretti, centrocampista della Juventus, e per Filippo Terracciano, centrocampista del Verona che Tudor ha messo in campo nei minuti finali della partita contro l’Empoli. Oggi inizia la primavera: chi sono gli altri Primavera, tra quelli a non aver ancora esordito in prima squadra (neanche in Coppa Italia), a caccia della prima presenza in Serie A? Andranno valutate le posizioni di classifica dei singoli club, ma la stagione delle prime volte è questa. LEGGI TUTTO

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    Dai progetti al mercato: Inter, cosa cambierebbe senza scudetto?

    Il tricolore vale pochi milioni rispetto ai piazzamenti ma peserebbe sul piazzamento europeoAl di là del fastidio di avere avuto il trofeo a portata di mano ma di vedere festeggiare qualcun altro e di dover rimandare l’appuntamento con la seconda stella, cosa comporterebbe per l’Inter la perdita dello scudetto? In termini economici, relativamente poco. Anche a livello di appeal su sponsor e giocatori, la vera discriminante resta la partecipazione alla prossima Champions League. LEGGI TUTTO

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    Abraham, la benedizione di Montella: “Attaccante moderno, letale negli spazi”

    Il tecnico dell’Adana è volato a Roma per vedere il derby dal vivo. Vent’anni fa segnò la stracittadina con 4 gol. E ora dice che…La vittoria del suo Adana, sempre più rivelazione nel campionato turco, e il viaggio a Roma. Montella non ha saputo resistere alla tentazione di andare a vedere il derby, lui che fu capace di segnare 4 gol in una stracittadina, primato davvero difficile da battere. LEGGI TUTTO

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    Il primo articolo di Gianni Mura per la Gazzetta. Che dovette riscrivere

    Tra le pagine rosa mosse i primi passi il fuoriclasse del giornalismo scomparso il 21 marzo 2020. Lo ricordiamo attraverso il suo primo pezzo: un’intervista a Germano, brasiliano del Milan. Era il 22 gennaio 1965 Gianni Mura, morto il 21 marzo 2020 all’età di 74 anni, è stato un figlio della Gazzetta dello Sport. È tra le pagine rosa che mosse i primi passi nel giornalismo, diventando poi il fuoriclasse riconosciuto da tutti. Entrò alla Gazza a 19 anni, per caso, grazie a una compagna di classe del liceo classico Manzoni, figlia del direttore amministrativo del giornale, che lo spinse a presentarsi per l’assunzione. All’epoca, però, il giovane Mura aveva ambizioni superiori, come lui stesso raccontò nel libro “Tanti amori-Conversazioni con Marco Manzoni”: “La Gazzetta non era il mio giornale preferito. Non solo leggevo il Giorno e il Corriere, ma pensavo che dovessero mandare in pensione Moravia e il Diario d’Africa e prendere me che l’avrei fatto meglio. Però non conoscevo nessuno al Corriere, allora ho pensato: ‘Vado a questa cazzo di Gazzetta, sto lì quatto o cinque mesi, poi mi laureo e, male che vada, insegnerò francese a Carate Brianza’. LEGGI TUTTO