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    Matri: “Ronaldo cannibale: la rosa è la forza dei bianconeri”

    L’ex punta segnò in finale di Coppa nel 2015: “Pirlo ha sempre avuto qualcosa in più”

    Alessandro Matri di Coppa Italia se ne intende: nella stagione 2014-15, quella del suo ritorno a gennaio alla Juventus, fu determinante per la conquista del trofeo. “Arrivai in prestito per sei mesi — racconta — giocai poco in campionato però in Coppa riuscii a ritagliarmi il mio spazio”. LEGGI TUTTO

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    Sabatini difende Dzeko: “È stato umiliato. Fonseca smetta di fare il capo”

    Walter Sabatini, attuale coordinatore dell’area tecnica del Bologna ed ex direttore sportivo della Roma, ha parlato nel corso della trasmissione televisiva Al Circo Massimo di vari temi d’attualità calcistica, dedicando particolare attenzione al momento che sta attraversando il club giallorosso. Queste le sue parole:

    Conosce Tiago Pinto? Le sembra l’uomo giusto per la Roma?Non lo conosco, non ho avuto la possibilità di confrontarmi con lui. Se lo hanno scelto devo pensare di sì, il calcio ormai cerca personaggi e dirigenti che riferiscono riguardo scouting, algoritmi e analisi circostanziate dal punto di vista dell’osservazione e delle statistiche. Lui vuole fare il direttore sportivo e tanto altro, non lo ha mai fatto e vuole cominciare a farlo qua alla Roma: augurategli tanta fortuna, così come faccio io in questo momento.

    Software e statistiche permettono di trovare giocatori importanti?Permettono di evitare di prendere delle toppe. Un giocatore però va annusato, va sentito quando viene visto giocare e vanno osservati comportamenti e risposte tecniche. Non sono un grande fan delle statistiche, sono utili se associate all’occhio e alla sensibilità.
    La Roma ha il dolore della sconfitta secondo lei? Perché non vince contro le grandi?Vedo spesso giocare la Roma e mi sembra molto ben organizzata, con idee chiare e tanti buonissimi giocatori. I calciatori che ha la Roma li hanno in pochi in Italia, e non penso solo a Mkhitaryan o Zaniolo: Villar mi ha impressionato, può diventare un playmaker di livello internazionale. Il club sta lavorando bene e si vede la mano dell’allenatore, quello di Fonseca non è un calcio votato alla sconfitta: è vero che a volte la finalizzazione è un po’ pigra, ma i giallorossi propongono un gioco molto importante. Uno come Mkhitaryan vale il 70% della serie A italiana.
    Che idea si è fatto del caso Dzeko?Alcune cose successe nella Roma non mi sono piaciute. Dzeko è un professionista di livello eccezionale e di grande educazione, non sarebbe mai in grado di creare problemi. Non è giusta una conseguenza così importante per un diverbio di spogliatoio, la Roma lo ha ceduto 4 volte in 2 anni e lui è sempre voluto rimanere. A cosa tende questa autodistruzione dell’ambiente per la presa di posizione di un allenatore? Fonseca lo avrà fatto per aumentare il suo carisma nello spogliatoio. Sarà bene che tutto torni alla normalità, la Roma ha obiettivi importanti da perseguire. Conosco lo spogliatoio, so che non può essere successo niente di così grave da permettere a Dzeko di destabilizzarlo: ha subito un’umiliazione importante, gli servono 20 giorni per tornare a regime, è inutile che i tifosi si chiedano se ancora lotta per la causa. Gli si ridia la fascia, non si degrada un capitano a meno che non abbia commesso un omicidio.
    Perché la Roma non ha puntato su Ricky Massara?Ha sbagliato, ha lasciato andare via un ragazzo di grande cultura e impegno incessante per il club. Massara arrivava alle 7.30 e andava via a notte inoltrata, la Roma ha fatto uno sbaglio esiziale. So che non è stato confermato perché ha tentato di difendere la figura di Monchi, l’uomo che oltre agli errori ha portato Zaniolo qui. Schierarsi con lui è stato letale. Parliamo di una vicenda piuttosto squallida, Massara è il Salah dei dirigenti e mi da gioie quotidiane. Spero che vinca.
    Conosce i Friedkin?Non conosco i Friedkin e non ho avuto contatti, non so bene che calcio pensano. Mi sembra sia gente che sa quello che vuole e che ha i propri sistemi. Si può vincere e credo vogliano creare i presupposti per raggiungere dei successi.
    Saresti tornato alla Roma?Sono e resto impegnato con il Bologna, ma…
    Sulla rosa della RomaSarei orgoglioso dei giocatori che ha questa Roma, tanti sono giovani. I difensori e Villar mi piacciono, anche Carles Perez ha colpi: deve entrare di più nella partita. Vedo un grande futuro per la Roma, non deve fare i capricci e deve rimettere a posto il capitano, che per me resta Dzeko. Il quarto posto non sarà facile da raggiungere, se devo combattere per la Champions non si può non puntare sul bosniaco. Chi prenderei dal Bologna fossi alla Roma? Ce ne sono tanti. Tomiyasu lo prenderebbero in molti, ma la Roma non è interessata. Abbiamo 4 giocatori che potrebbero piacere a chiunque.
    Su PastorePastore al netto dei guai fisici è l’incanto del calcio. Spero torni a giocare, ma quando un giocatore perde anni di attività è impensabile che possa tornare ad alti livelli. Mi dispiace enormemente per lui, avrebbe potuto deliziare i tifosi della Roma. E’ una sciagura, Roma ha questa sfiga che la porta a perdere sempre i giocatori di grande importanza. Servirebbe qualche rito propiziatorio.
    Su FonsecaE’ un bravo allenatore, ma deve smetterla di fare il kapò. Sul campo lo vedo davvero bene, un dirigente mi chiese se fosse il caso di presentarlo alla Roma e io spesi ottime parole per lui. Adesso bisogna vincere le partite, basta storielle.
    Sei stato contento quando Pallotta ha venduto la Roma? Sì.
    A chi manca la Roma, a lei o a Baldissoni?A me, ma non posso dirlo perciò dico a Mauro.
    Sulla sua esperienza da direttore sportivo della RomaOgni cosa che facevo la facevo con la consapevolezza di essere il direttore sportivo della Roma, questo club è stata la cosa più bella della mia vita. La mia operazione migliore? Dal punto di vista finanziario Alisson, è arrivato per 7 milioni, ha fatto un anno da dodicesimo ed era arrabbiatissimo con me, poi è decollato come è giusto che fosse. Il mio più grande rimpianto? Non riuscire a prendere Mkhitaryan quando era ancora allo Shakhtar Donetsk. Avevo anche preso Cuadrado, ma non voglio parlarne: dovrei denunciare un allenatore per questo, non lo farò mai.
    Ha la sensazione di essere più amato a Roma da quando se ne è andato?Forse sì, ma non ne ho la consapevolezza assoluta. Ogni tanto sento apprezzamenti estemporanei che mi danno un riconoscimento postumo.
    Su Strootman e NainggolanSono felicissimo per il ritorno di Kevin, glielo ho anche scritto, è una gioia immensa ma anche un dolore grande. Non lo ho trattato con il Bologna. Nainggolan è un poco di buono, mai ha voluto riconoscere a me una parte della sua felicità o della sua storia. Ho un affetto straordinario per lui, lo ho anche abbracciato quando era sudato ed è una cosa che non farei neanche con mio figlio, ma resta un poco di buono. Lo chiamavo di notte quando ero qui a Roma, mi giurava e spergiurava di essere a letto: un vero bugiardo, era sempre in giro. E’ ignobile per un professionista farsi riprendere ubriaco fuori da una discoteca, ma gli hai voluto un bene sportivo eccezionale, mi faceva emozionare con le sue scivolate. Quando arrivò a gennaio mi sembrava di aver fatto il colpo della vita, pensavo di aver preso il colpo di genialità tecnico-tattica che ci mancava. Si è messo da subito la maglia addosso.
    L’infortunio di Strootman ha privato la Roma di un trofeo?Pensi bene, con Strootman al 100% fino alla fine avremmo vinto. LEGGI TUTTO

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    Zaccheroni sa come si batte la Juve: “Montero 'ubriaco', Martins e le gomitate…”

    Il tecnico più vincente contro i bianconeri e artefice del 3-1 del 2003 inquadra la sfida di martedì: “Lukaku fenomenale, Cuadrado uomo chiave di Pirlo”

    “Per la verità in casa della Juve ho vinto anche con uno scarto maggiore, il 3-0 con l’Udinese”. Verissimo, ma Alberto Zaccheroni resta nella memoria dei tifosi interisti per quel 3-1 nella tana del “nemico” datato 29 novembre 2003. Un successo poi ripetuto soltanto da Mancini (0-1, nel 2005) e da Stramaccioni, nel 2012. Un altro 3-1, proprio il risultato che domani servirebbe all’Inter di Conte per centrare la finale di Coppa Italia dopo l’1-2 dell’andata al Meazza. LEGGI TUTTO

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    Sacchi: “Per restare in alto Pioli si ricordi Giulio Cesare. Ecco perché CR7 pesa più di Ibra…”

    L’ex c.t. dice tutto: “Il Milan stupisce grazie al suo collettivo. Se punterà su altro pagherà rispetto a Juve e Inter il gap rappresentato da forza, esperienza, qualità individuali, personalità. Serve strategia, non tatticismo”

    Con questo colloquio sull’attualità del campionato ma anche sulle strategie di allenatori e società, e sulle qualità dei giocatori inizia la nuova rubrica di Arrigo Sacchi su Gazzetta.it. LEGGI TUTTO

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    Luis Alberto show: “Cataldi casinista, litigo con Radu e il reggaeton di Correa…”

    Luis Alberto

    Il centrocampista della Lazio, Luis Alberto, ha rilasciato alcune dichiarazioni in una diretta Twitch con gli Autogol questo pomeriggio. A seguire le sue principali parole:
    “Sto benissimo. Ieri ho un po’ riposato, sto bene e non sono mai stanco. Oggi ci siamo allenati in mattinata e domani sarà il giorno libero. Dopo una partita non mi addormento prima delle 4 o delle 5 la mattina. Per chi gioca fa recupero nell’allenamento del giorno dopo, per chi non gioca deve fare allenamento completo. Io provo a dormire un po’ il pomeriggio. Ci sono molti calciatori che non scrivono niente sui social quando perdono. Con Lazzari, Escalante, Immobile giochiamo ad alcuni giochi online. Anche Musacchio è forte. A chi mi ispiro? A Riquelme, mi ha sempre divertito tanto quando era al Villarreal. Tra gli italiani mi piacevano Del Piero e Pirlo. Quest’ultimo faceva delle cose sul campo che non ho visto altrove. Alla Juve manca ancora qualcosa, ha iniziato a fare bene da 5-6 settimane. Tutti la davano morta, ma una squadra che vince così tanto non si può dare per morta. Secondo me è ancora la favorita per lo scudetto. Una squadra che mi ha impressionato di più quest’anno? Non c’è una in particolare, non c’è. L’Inter è la stessa dell’anno scorso, l’Atalanta anche è forte e menomale l’abbiamo battuta. La Juve l’abbiamo incontrata che non era ancora al massimo”.

    Luis Alberto in azione contro il Cagliari
    COMPAGNI E CURIOSITA’ – “Il calciatore più forte con cui ho giocato? Facile, Messi. Conosco il fantacalcio, qui in Italia sono malati. Spesso preferiscono vincere al fantacalcio che vedere la propria squadra vincere. Ma anche in Spagna esiste e ci ho giocato. I tifosi secondo me al 70% preferiscono vincere al fantacalcio. Pure se sono laziali se mi hanno contro vogliono che non segni. Ogni tanto vedo i commenti sui social, se mi scrivono per il fantacalcio li elimino subito. Non so se i miei compagni ci giocano, Reina fa quello spagnolo. Barella tra i centrocampisti più forti. Il più casinista è Cataldi, sta sempre arrabbiato e parla sempre. Il più calmo? Non c’è, parlano tutti tanto e litighiamo tanto. Quello con cui litigo di più è Radu. Quelli che ascoltano la musica peggiore? E’ facile: Patric e Correa. Ascoltano reggeaton, roba che non si capisce un caz**. Io ascolto una musica del mio paese, tipo il flamengo o il carnevale. Inzaghi ha voce fino al 50′, poi la finisce e deve chiamare altri che danno istruzioni. Si gioca molto a padel, è una bello sport che finalmente sta arrivando anche in Italia. Io sono il più forte ma ci gioco ogni tanto anche con Correa (è bravino), Parolo, Acerbi ma è scarso”.
    TOP 11 – “Più gratificante un assist o un gol? E’ uguale, a me piace giocare a calcio e divertirmi. A volte preferisco fare assist, a volte ho voglia di fare gol ma mi piacciono entrambe. Il mio piatto preferito? La carbonara in Italia. In Spagna patate fritte con l’uovo di campagna. Vi dico la mia top 11 dei calciatori del momento: 4-4-2. Ter Stegen; Alexander-Arnold, Van Dijk, Sergio Ramos, Alphonse Davis; Kimmich, De Bruyne, Cristiano Ronaldo, Messi, Benzema. Top 11 serie A senza Lazio: Handanovic, Calabria, De Vrij, Toloi, Theo Hernandez, Barella, Zielinski, Ilicic, CR7, Lukaku e Insigne. In quale altra squadra ha giocato Correa? Sampdoria. In che anno è nato Muriqi? Non lo so, dico 1994! Contro chi segnò Inzaghi quattro gol in una partita di Champions? Non lo so, dico Dynamo Kiev. Peccato, era il Marsiglia. Immobile ha giocato in Italia al Genoa, Torino e Juventus da piccolo. Nel Bologna mai”.  LEGGI TUTTO

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    Ibra sul trono d’Europa: ha una media gol migliore di Lewandowski

    Lo svedese fa meglio di tutti nei cinque tornei principali. E comanda anche per marcature multiple

    Il balletto realizzato in casa poche ore dopo la doppietta al Crotone, e piazzato sui social, rende bene il suo umore (a Sanremo avranno apprezzato). Indicatori schizzati verso l’alto, come Piazza Affari dopo la nomina di Draghi. D’altra parte per Zlatan Ibrahimovic non potrebbe essere altrimenti: gli ultimi due gol lo hanno consegnato, una volta di più, alla storia del pallone e si sa quanto Z tenga ai propri numeri. LEGGI TUTTO

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    Mauro: “La nuova Juve? Ha il DNA della vecchia e ha imparato a picchiare”

    “In campionato contro l’Inter si era vista una Juve senza intensità – spiega l’ex bianconero, ora opinionista -. Pirlo ha saputo far svoltare la squadra. E ora Dybala…”

    “La Juve ha corso un grosso rischio, ma Pirlo l’ha risollevata. Insegnandole a “picchiare” più degli altri”, parole e musica di Massimo Mauro, ex giocatore juventino e commentatore tv, che pare aver trovato il titolo della nuova saga bianconera. La storia parte infatti dal 2-o subito dalla Juve a San Siro lo scorso 17 gennaio. E da lì parte anche l’intervista a Massimo Mauro. LEGGI TUTTO