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    I guai del club, gli errori, la Juve che va… Conte senza pace

    L’allenatore nerazzurro serra le fila per lo scudetto. Ma Vidal, Handanovic, Sanchez deludono e la rivale avanza

    “Fermo”. Cinque lettere scandite alla Rai e impresse nel marmo. Il progetto Inter targato Suning è “fermo”. Immobile. Lo dicono i fatti, lo ha ribadito Antonio Conte subito dopo la delusione in Coppa Italia con la Juve. La tempesta societaria sulla testa della squadra ha un peso: il tecnico si aspettava ben altro dopo il primo anno di crescita impetuosa e, invece, ad agosto e soprattutto a gennaio ha assistito alla ritirata della proprietà cinese, costretta dal regime di Pechino e dalla contingenza economica a chiudere i rubinetti. LEGGI TUTTO

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    Sarri dirà no al Marsiglia. Ecco cosa ha in mente per il suo ritorno in panchina

    L’ex tecnico bianconero, non interessato alla proposta dei francesi, ha un piano preciso per tornare ad allenare

    Sarebbe bastato conoscere appena un po’ Maurizio Sarri per spegnere la voce Olympique Marsiglia ancor prima di alimentarla. Non ci sono i margini, non è una questione economica, stiamo parlando di un club ricco – quello francese – che non avrebbe certo problemi a trovare una quadra. Ci riferiamo ai cinque milioni abbondanti che legano Sarri alla Juve, penale da 2,5 milioni compresa, fino al prossimo giugno. Tenendo conto dell’opzione che, senza il pagamento della stessa penale, farebbe scattare un nuovo contratto fino alla stagione successiva. LEGGI TUTTO

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    Skriniar: “Felice di essermi ripreso il posto. Scudetto? Ne parliamo, ma…”

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    Milan Skriniar è tornato il muro che ha conquistato i tifosi dell’Inter quando è approdato a Milano. Il primo anno con Conte è stato complicato, lo slovacco ha faticato a entrare nei meccanismi della difesa a 3. Tanto che la scorsa estate è stato sul punto di partire se solo il Tottenham avesse alzato l’offerta. Una sliding doors che avrebbe cambiato il destino suo e probabilmente anche dell’Inter. “Ho un’età in cui è importante vivere un’esperienza del genere. E sono contento che non mi abbia spezzato. Mi sono fatto forza, motivato internamente e ho dimostrato a me stesso che potevo farcela. Non ho detto che stavo male per non combattere. Al contrario, ho dimostrato che era possibile e sono tornato“, racconta il difensore a Sport Aktuality in un’intervista rilasciata prima della gara di Coppa Italia contro la Juve.

    “La scorsa stagione ho giocato quasi sempre in campionato. Ho saltato solo le ultime due partite quando l’allenatore cambiava spesso la formazione. Non ho giocato in Europa League, in cui la squadra ha fatto bene. Giocavano quasi sempre gli stessi giocatori e io non appartenevo a quel gruppo. Tuttavia in nessun momento mi sono sentito arrabbiato. Al contrario, ho aiutato più che potevo la squadra. Sapevo che al momento era difficile scendere in campo. La situazione è cambiata, anche se è chiaro che è ancora vero che ci sono almeno due calciatori di qualità in ogni ruolo della squadra”.

    Nella difesa a tre si giochi insieme a Stefan de Vrij e Alessandro Bastoni. Come ti trovi con questi giocatori?
    “Penso che funzioni bene. Come squadra abbiamo subito un po’ più gol rispetto allo scorso anno, ma è anche dovuto al fatto che siamo più offensivi. Quindi, anche se abbiamo preso più gol, ne facciamo qualcuno in più”.
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    L’unico punto nero della stagione è la Champions League
    “È chiaro che la Champions League è stata un duro colpo per noi, perché non siamo riusciti ad andare avanti. Ci ha fatto male. Abbiamo ancora due competizioni e c’è qualcosa per cui lottare. Abbiamo i nostri obiettivi e credo che andremo più in alto possibile su entrambi i fronti”.
    In Serie A potete arrivare al primo posto. La parola “scudetto” è spesso citata nello spogliatoio? 
    “Siamo l’Inter e abbiamo un’ottima squadra. Questa parola si scrive ovunque, soprattutto sui giornali italiani. Nello spogliatoio ne parliamo ma in maniera umile. Allo stesso tempo, però, è naturale avere solo grandi obiettivi. Stiamo andando bene e negli ultimi nove anni c’è stata un’altra squadra a vincere, è una cosa che vogliamo che cambi. Tuttavia, il campionato è il più equilibrato degli ultimi anni ed è chiaro che dobbiamo gestire non solo grandi partite”.
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    I tuoi due gol sono la prova che stai andando davvero bene in questa stagione?
    “Ero, ovviamente, molto soddisfatto dei gol. Ciò che mi ha fatto più piacere, tuttavia, è stato che hanno aiutato in modo significativo la squadra. Quello contro il Verona è stato il gol vincente e nel duello con la Roma era il gol del pareggio. Interessante il fatto che fossero due gol fotocopia”.
    Sulla stagione
    “Sono contento che non solo io, ma tutta la squadra stia andando bene. Abbiamo giocato ottime partite, abbiamo ottenuto vittorie importanti. Ovviamente siamo contenti, ma la stagione è ancora molto lunga. In ogni duello successivo, dobbiamo confermare una buona prestazione e cercare di migliorare ciò che abbiamo ottenuto finora”.
    Quando si parla di vittorie importanti, lo è sicuramente il trionfo in campionato sulla Juventus di due settimane fa, giusto?
    “Decisamente. Non solo perché è il derby d’Italia, ma l’Inter non vinceva con la Juve da molto tempo. È stato un risultato estremamente importante per noi e per i tifosi. Siamo stati molto felici dopo questa gara”.
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    Che sapore ha avuto la vittoria per 2-1 sul Milan?
    “Dolce. È stato anche un duello importante. Tuttavia, questo è stato il nostro messaggio non solo verso il Milan, ma anche verso le altre concorrenti. La notizia che siamo qui e pronti a lottare fino alla fine per il nostro posto tra i migliori.  Abbiamo avuto molte occasioni, ma alla fine è stata una partita pazzesca. Anche perché l’arbitro si è infortunato e ci sono stati tanti minuti di recupero. Durante questo periodo, Christian Eriksen ha tirato una bella punizione e ci ha assicurato una grande vittoria e il passaggio del turno”.
    Hai giocato quindici delle diciannove partite di campionato e le tue prestazioni ti hanno portato nella top 11 della Serie A. Che cosa significa questo per te?
    “Mi rende davvero felice. È vero che alla fine della scorsa stagione, quando la squadra ha avuto successo in Europa League, sono uscito dalla formazione titolare. L’allenatore quindi non aveva motivo di cambiare l’undici titolare. Dopo la prima parte di questa stagione, tuttavia, sono tornato alle origini. Più tardi è arrivato il periodo sfortunato con il covid, ma poi ho continuato a giocare partite intere. L’Inter ha un’ottima squadra, l’allenatore può scegliere tra una forte concorrenza. C’è una lotta per un posto praticamente ogni giorno. Devo anche cercare di mantenere la mia posizione. Il fatto di essere tornato in tempi relativamente brevi è una soddisfazione per me. Ora devo solo andare avanti e continuare a lavorare su me stesso in modo che nulla debba cambiare in questa direzione. Le prestazioni sono buone, ma ciò non significa che non possano essere migliori. C’è sempre spazio per ulteriori progressi”.
    (Sport Aktuality) LEGGI TUTTO

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    Ibra-dipendenza? Macché… E l'Inter senza Lukaku? E la Juve senza CR7?

    I numeri dicono che i rossoneri, a differenza delle due avversarie, riescono a sopperire meglio all’assenza del leader d’attacco

    Ovviamente sono tutti e tre lassù, in cima alla classifica marcatori, con la Scarpa d’oro Immobile in agguato e pronto a giocarsela sino alla fine del torneo. Ibrahimovic, Lukaku e Ronaldo – citati in ordine alfabetico che, combinazione, corrisponde alla classifica delle loro squadra – insieme sommano 41 gol in campionato, che salgono a 56 considerando tutte le competizioni. LEGGI TUTTO

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    Genoa, Marroccu: “Destro qui a lungo. Shomurodov? Il meglio deve ancora venire”

    Genoa Marroccu (screenshot Youtube Genoa)

    Il Genoa vive un ottimo momento in campionato. La cura Ballardini ha funzionato e si spera possa continuare anche dopo la chiusura del calciomercato che ha visto il Grifone non perdere i suoi big ma, anzi, rinforzarsi. A fare un bilancio della sessione invernale appena conclusa è stato Francesco Marroccu, direttore sportivo dei rossoblù ai microfoni di TeleNord.

    Genoa: Marroccu su Destro e non solo
    Destro (getty images)
    “Abbiamo oggettivamente lavorato anche in maniera strategica sul mercato, avendo le idee chiare al nostro interno e avendo già stabilito il finale della storia”, ha detto Marroccu. “Sarà il tempo a dire se avremo lavorato bene o male. I bilanci comunque si fanno a maggio”.

    Tra le tematiche più positive, indubbiamente, l’aver confermato i due attaccanti che stanno facendo la differenza in questa stagione: Destro e Shomurodov. “La storia di Destro è semplice: le carte blindano la sua posizione contrattuale sia a tutela del club, sia del giocatore. Ma qui non è un discorso di carte. Destro sarà per tanti anni un giocatore che vestirà la maglia rossoblù, e non saranno i contratti a stabilirlo, ma la chimica nata tra giocatore e club”.
    E ancora su Shomurodov: “Per lui il meglio deve ancora venire. Deve ancora far vedere tutte le sue capacità. Deve ancora esprimere il meglio di quello che vediamo in allenamento. Sadiku è un giocatore forte, che vale più di una Primavera, ma è stato un acquisto mirato e funzionale”.
    Shomurodov (getty images) LEGGI TUTTO

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    Zenga: “Ho sbagliato, ma voglio che Andrea mi chiami. Sulle minacce ricevute…”

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    «Quando mi ha detto ciao Pa, avrei voluto violare le regole anti-covid19 e andare ad abbracciarlo». Nell’intervista che Walter Zenga ha concesso al settimanale CHI si è parlato del suo ingresso nella casa del Grande Fratello Vip, programma di Canale 5 al quale sta partecipando il figlio Andrea. L’ex portiere nerazzurro è stato accusato di essere un uomo freddo. Nelle sue parole si legge tutt’altro: «So che ci rivedremo, se non mi chiamerà lui lo chiamerò io. Perché spero abbia capito il mio non detto».

    «Perché ho deciso di andare al GF? Sono stato tirato in ballo da Andrea appena entrato in casa e anche dal fratello Nicolò in varie trasmissioni tv. E adesso quanto succede in tv poi si trasforma in post sui social e si riversa nei rapporti con la gente. Così tutti pensano di conoscerti quando in realtà non sanno proprio nulla. Io ho anche altri due figli piccoli e non posso ricevere minacce sui social. A me tutto serve, meno che la popolarità», ha aggiunto l’ex portiere dell’Inter.

    «Io e Andrea ci siamo visti l’ultima volta nel 2019, al matrimonio del fratello, mio figlio Jacopo. L’ho invitato a fare una foto tutti insieme, a bere una birra con me, ma è stato un muro contro muro. A malapena si è messo in posa per le foto di rito. E mia moglie Raluca ad un certo punto ha detto di mollare, non mi guardava neanche in faccia», ha sottolineato.
    Zenga ha anche ammesso di aver commesso degli errori: «Avrei potuto fare di più, ma lui deve cominciare a pensare al nostro rapporto con la sua testa. Ho sempre fatto avanti e indietro per i miei figli. Anche quando vivevo negli States. Con la mamma di Andrea c’è sempre stato un rapporto conflittuale e in una separazione conflittuale ci sono degli svantaggi. Poi io faccio l’allenatore, sono in giro per il mondo. Lavoro sette giorni su sette. Ripeto, ho sbagliato. Ma da quando sono grandi loro potevano raggiungermi ovunque. Vero, è un genitore che deve fare il passo più importante. Però i figli più grandi una telefonata possono farla. In una separazione conflittuale ci rimette sempre il genitore che è più lontano. Il sono lontano non deve però tradursi in ‘sei una me*** nelle interviste».
    «Il rapporto con il mio primogenito è diverso? Sì. Perché il padre è lo stesso ma le mamme sono diverse. Conosco bene Andrea, siamo simili di carattere. Il suo pianto dopo il nostro incontro è stato umano. Ma dobbiamo parlare noi due da soli. So che non potrà mai essere un rapporto normale dopo tanti anni, ma la verità è quella che ci racconteremo noi. Ora aspetto la sua chiamata, spero arrivi più tardi possibile dato che gioca per vincere», ha concluso l’allenatore.
    (Fonte: CHI) LEGGI TUTTO

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    BC Partners, altri fondi, nuovo stadio e i silenzi di Suning: tutto sul futuro dell'Inter

    Da Nanchino è arrivato un no agli inglesi, che formuleranno comunque un’offerta come punto di riferimento. Tornano in corsa diversi altri soggetti

    Sarà un febbraio di fuoco per l’Inter. Se la squadra, tra venerdì e il 21, è attesa da Fiorentina, Juve, Lazio e Milan, la partita chiave si gioca sull’asse Nanchino-Milano e riguarda il futuro azionario e finanziario del club. LEGGI TUTTO