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    Sorprese, giocatori, conti e… birra. Ecco perché il Sassuolo somiglia al Leicester

    Le similitudini tra la squadra di De Zerbi e quella di Ranieri che vinse la Premier nel 2015/16 sono diverse: da Kanté e Locatelli ai bilanci in ordine, fino alla passione per il luppolo dei centravanti Vardy (consumatore) e Caputo (produttore)

    Per comprendere meglio la realtà, è un’abitudine comune cercare dei riferimenti conosciuti, paragoni che a volte sono pure un po’ forzati ma aiutano comunque a mettere a fuoco. Allora come tentare di spiegare con qualche suggestione il Sassuolo secondo in classifica, e potenzialmente primo per almeno quarantott’ore se venerdì sera batte l’Udinese nell’anticipo della settima giornata di campionato (il Milan andrà in campo domenica sera contro il Verona a San Siro)? LEGGI TUTTO

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    Lazio, l'ex Kishna confessa: “Depressione? La notte temevo di non risvegliarmi”

    ROME, ITALY – DECEMBER 01: Ricardo Kishna of SS Lazio during Training at Formello Center on December 1, 2016 in Rome, Italy. (Photo by Marco Rosi/Getty Images)

    Ricordate Ricardo Kishna? Bene, l’ex attaccante olandese della Lazio tra 2015 e 2017, oggi in Eredivisie all’ADO Den Haag, ospite dal programma ‘Andy Niet te Vermeijde’, ha confessato la sua pesante lotta contro la depressione proprio all’ex interista Van der Meyde: “Nel calcio è una specie di tabù raccontare che si sta male. Siamo tutti uomini, vogliamo tutti avere successo. Ma ci sono anche momenti in cui le cose non vanno come dovrebbero. Penso che sia molto importante condividerlo. Sono stato davvero depresso. Ogni notte, quando ero a letto, non osavo chiudere gli occhi perché avevo paura di non risvegliarmi. Mi sentivo seriamente come se stessi morendo. Dovevo prendere farmaci per essere in grado di affrontare normalmente la giornata”.

    Il 25enne nato all’Aia e portato in Italia da Mino Raiola ha raccontato: “Non potevo più prendermi cura della mia famiglia e mi sono trasferito, ho vissuto da un’altra parte. Ero davvero intrattabile in quel momento. Le mie relazioni si sono rotte, quasi tutto si è rotto. Se non riesci a vivere con te stesso, allora ti sfoghi con gli altri”.

    Poi ancora altri dettagli sui momenti duri passati da Kishna, calciatore inserito nel 2015 nella lista dei migliori giovani nati dopo il 1994 stilata dalla prestigiosa rivista Don Balón: “Sono impazzito. Pensavo di avere un tumore alla testa, un infarto, un ictus. Ho fatto una scansione della testa, del cuore e dei polmoni per escluderlo. Il punto più basso è stato quando ho pensato: ‘Se sto così male, non voglio più vivere. Non posso vivere con tutto questo’. Non volevo suicidarmi, ma pensavo davvero di non poter convivere con tutto quel dolore. Il mio psicologo mi ha detto: ‘Hai attacchi di panico’. Pensavo fosse pazzo. Ma mi ha elencato 50 sintomi di attacchi di panico e io ne avevo 38”. LEGGI TUTTO

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    Lazio, l'ex Kishna confessa: “Depressione? Prendevo i farmaci, mi sentivo morire”

    ROME, ROMA – JULY 09: Ricardo Kishna of SS Lazio during the SS Lazio Training Camp – Day 1 on July 9, 2017 in Rome, Italy. (Photo by Marco Rosi/Getty Images)

    ROMA – La depressione. Una malattia vera, tremenda, che colpisce tutti. Perfino i calciatori. Ricardo Kishna, ad esempio, ha confessato di averne sofferto per molto tempo. L’ex attaccante della Lazio, oggi in forza all’ADO  Den Haag, ha raccontato i suoi demoni ospite al programma Andy Niet te Vermeijde. Format televisivo condotto dall’ex interista Van der Meyde. Ecco la sua confessione:
    ROME, ROMA – JULY 09: Ricardo Kishna and Stefan De Vrij of SS Lazio during the SS Lazio Training Camp – Day 1 on July 9, 2017 in Rome, Italy. (Photo by Marco Rosi/Getty Images)
    “Nel calcio è una specie di tabù raccontare che si sta male. Siamo tutti uomini, vogliamo tutti avere successo. Ma ci sono anche momenti in cui le cose non vanno come dovrebbero. Penso che sia molto importante condividerlo. Sono stato davvero depresso. Ogni notte, quando ero a letto, non osavo chiudere gli occhi perché avevo paura di non risvegliarmi. Mi sentivo seriamente come se stessi morendo. Dovevo prendere farmaci per essere in grado di affrontare normalmente la giornata”. LEGGI TUTTO

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    Sessanta anni fa il primo gol di Rivera con il Milan: e che gol… in un 4-3 alla Juve

    Gianni Rivera (wikipedia free)

    ULTIME NOTIZIE MILAN NEWS – Il 6 novembre di 60 anni fa, Gianni Rivera metteva a segno la sua prima rete con la maglia del Milan.

    La partita in questione era il big match di Torino contro la Juventus, finito 3-4. Era la sesta giornata della Serie A 1960/1961 quando allo stadio Comunale, e agli ordini dell’arbitro Cesare Jonni, si affrontavano le due compagini. Il Milan era allenato da Paolo Todeschini, mentre la Juventus da Carlo Parola con l’ex rossonero Gunnar Gren come direttore tecnico. Il Milan passò subito in vantaggio grazie a un gol di Josè Altafini al primo minuto. Poi, al minuto 9, fu Santiago Vernazza a raddoppiare. Pronti via e la Juventus è sotto di 2 gol. I bianconeri rimasero tramortiti dalla partenza sprint dei rossoneri. Nella ripresa, il Milan controllò il match, soffrendo solo nel finale. Al minuto 50 fu ancora Altafini a segnare per il Diavolo, prima che Omar Sivori accorciò le distanze. Al minuto 59 però, arrivò il momento di Rivera, il quale, giovanissimo andò a segno per la prima volta con il Milan. Per la Juventus, John Charles e Bruno Mora resero meno pesante il passivo. In totale Rivera con il Milan segnò 164 gol in 658 partite giocate. In quel match contro i bianconeri, finirono espulsi sia Cesare Maldini che Sivori. LEGGI TUTTO

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    Morata-Ronaldo, la coppia è giusta. La Juve ha trovato il suo Benzema?

    Due gare e mezza assieme, il duo ha firmato 7 gol. E si sono visti anche movimenti positivi. Il passato insegna: individuato il partner per Ronaldo, poi si decolla

    Casemiro. L’intuizione principale di Zinedine Zidane, subentrante e debuttante in panchina (su quella piuttosto nobile del Real Madrid) fu inserire Casemiro, dargli un ruolo centrale, equilibrare una squadra squilibrata. Ma Zizou, che per Andrea Pirlo dovrebbe essere un modello assoluto (stesso salto triplo, stessa impossibilità di fare prove o precampionato, successo immediato) costruì il resto delle sue fortune sul rapporto e feeling con Cristiano Ronaldo. LEGGI TUTTO

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    La Asl inguaia la Lazio: nessuna comunicazione formale sui positivi

    L’azienda sanitaria non ha potuto disporre alcun tipo di mappatura dei contatti dei positivi così come previsto dalla legge e dal protocollo Figc. Immobile, oggi nuovi esami

    Si complica ancora la posizione della Lazio nel caso tamponi. Ad aggiungere un nuovo pesante elemento alla vicenda è ora la Asl Roma 1, l’autorità sanitaria competente per i calciatori biancocelesti e già oggetto di indagine della Procura federale, che nell’ambito della sua inchiesta vuole comprenderne i rapporti con i biancocelesti (a proposito, ieri gli ispettori sono andati nella sede principale della Synlab, il laboratorio incaricato dall’Uefa, ad acquisire nuovi documenti). LEGGI TUTTO