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    Kvara sfiora il gol: la reazione di Osimhen

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    Malagò sul derby di Roma: “Vederlo dopo Chelsea-City fa riflettere”

    Le sue parole: “Si è pensato più a non perdere che a vincere, tipico di una certa mentalità stracittadina”Giovanni Malagò, Presidente del CONI, ha rilasciato un’intervista ai microfoni di Rai News 24 e ha parlato del derby di Roma che si è giocato ieri. Queste le sue parole: “Il derby che ho visto è stato uno dei tanti con discreto agonismo. Non si può di certo dire che sia stata una bella partita: i giocatori si sono anche impegnati ma a me non è piaciuto per niente. Si è pensato più a non perdere che a vincere, tipico di una certa mentalità stracittadina. Se si guarda Chelsea-Manchester City 4-4 e poi il derby di Roma, ti vengono da fare delle riflessioni“.Se vuoi approfondire tutte le tematiche sul mondo Roma senza perdere alcun aggiornamento, rimani collegato con Forzaroma per scoprire tutte le news di giornata sui giallorossi in campionato e in Europa.
    13 novembre – 15:21
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    Futuro di Garcia? ADL preferisce non rispondere

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    Osimhen al podcast di Obi Mikel: “Mai pensato di andare via da Napoli, ma la Premier…”

    Così l’attaccante azzurro nel podcast popolarissimo in Nigeria: “Dall’Arabia Saudita offerte clamorose. Non ho una squadra preferita, ma ho due maglie: quella del Chelsea e quella del Manchester United”

    Gianluca Monti

    13 novembre 2023 – 17:34

    – NAPOLI

    Ha scherzato a lungo Victor Osimhen con il connazionale John Obi Mikel che conduce un podcast seguitissimo in Nigeria, al punto che l’ex centrocampista del Chelsea si è offerto per fare da mediatore in una ipotetica trattativa con i Blues. Solo una battuta, però, perché nel corso della chiacchierata Osimhen ha spiegato come la scorsa estate abbia deciso di rimanere a Napoli nonostante offerte più vantaggiose.

    DICHIARAZIONE D’AMORE—  “Devo essere sincero, non avevo mai pensato di andarmene anche perché il Napoli voleva trattenermi. Ma quando è arrivata l’offerta dell’Arabia Saudita è stato difficile rifiutare. Ogni volta che dicevo di no, loro incrementavano la proposta economica e poi ancora e ancora. Era davvero una cifra clamorosa che mi avrebbe cambiato la vita, ma alla fine gli ho detto: no ragazzi, resto dove sono”. Una vera e propria dichiarazione d’amore quella di Osimhen che sembra a tutti i costi voler restare in Europa e sogna ovviamente la Premier: “Non ho una squadra preferita, ma ho due magliette: quella del Chelsea e quella del Manchester United. Tanti amici miei sono tifosi del Chelsea, un po’ di meno lo sono dello United. La Premier League è il campionato più apprezzato e seguito da ogni calciatore africano”.

    Murale e spalletti—  Osimhen ha svelato anche la sua Napoli: “Non posso camminare in centro, non posso neanche visitare il murale di Maradona ma se vado a mangiare una pizza non mi fanno pagare e mi ringraziano per quel che faccio per la città: è pazzesco”. Quello che Osimhen dice su Spalletti non ha invece bisogno di aggettivi: “Quando si stava per avvicinare il momento dello Scudetto, ci ha mandato un lungo messaggio emozionante. Non è nato a Napoli ma sapeva tutto di questa città, del club e delle sue tradizioni. Ci ha evidenziato cosa avesse potuto significare vincere uno Scudetto qui. Ci ha fatto venire la pelle d’oca, non avevo mai vinto un trofeo. Fu un punto di svolta. Da quel momento in poi affrontammo ogni gara dando il massimo per via di quelle parole di Spalletti. Contro la Juventus all’intervallo ci fece alzare tutti in piedi, ci guardò negli occhi e ci disse di aver allenato più di mille partite ma di non aver mai vinto un trofeo. Ci disse che non voleva essere ricordato come l’allenatore senza trofei così come noi giocatori non volevamo essere ricordati come quelli che non avevano vinto nulla. Ci disse che avevamo un’opportunità per cambiare la nostra vita, di scrivere il nostro nome nei libri di storia. Ci disse, vincete questa partita e quando torneremo all’aeroporto capirete quello che vi sto dicendo”. 

    LUI E KVARA—  Bellissimo anche il paragone usato da Osimhen per descrivere il suo rapporto con Kvaratskhelia: “Quando venne acquistato, io arrivai per ultimo in ritiro e lui era già lì che si allenava. Stava giocando una partitella e io mi misi a guardarlo chiedendo chi fosse questo ragazzo. Finito l’allenamento ci sedemmo per conoscerci, sapevo che sarebbe stato utile per il modo in cui trattava il pallone. Parliamo sempre in campo, sin dal primo giorno di allenamento abbiamo fatto squadra completandoci l’uno con l’altro come Messi e Suarez”.

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    Napoli ha già “esonerato” Garcia: nel presepe ha la valigia in mano

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    Napoli, De Laurentiis ha il sì di Tudor: oggi la firma

    Il presidente ha voluto un colloquio a quattr’occhi col tecnico: Igor accetta 7 mesi di contratto, la società ha l’opzione per un’altra stagione

    Maurizio Nicita-Andrea Pugliese

    13 novembre 2023 (modifica il 14 novembre 2023 | 09:01)

    Tudor ha detto sì al Napoli e oggi il tecnico croato potrà firmare il nuovo contratto che lo legherà al club azzurro, col presidente Aurelio De Laurentiis che si è tenuto l’ultima parola prima dell’ok definitivo, alla fine di una giornata molto intensa a Roma. L’imprenditore ADL sa di essere in uno snodo importante per il futuro della sua azienda più redditizia e naturalmente vuole prendersi tutto il tempo per valutare una scelta che deve rilanciare ad alto livello la squadra campione d’Italia, perché oltre a difendere ancora lo scudetto c’è da restare comunque nelle prime quattro e migliorare il cammino in Champions in vista della probabile fase a eliminazione diretta di febbraio. 

    il sì a quattr’occhi—  Dunque Igor Tudor ha detto sì e ha dimostrato al probabile nuovo presidente tutta la voglia di prendere in mano la squadra azzurra per portarla in alto. Lo ha detto a quattr’occhi a De Laurentiis il quale a un certo punto della trattativa ha chiesto all’amministratore delegato Andrea Chiavelli e all’agente dell’allenatore croato, Anthony Seric, di lasciarli soli. Una tecnica consolidata quella del produttore cinematografico quando si tratta di scegliere i collaboratori più stretti e importanti per i progetti di realizzare. Un modo per valutarne le qualità umane e morali. E così ha voluto ascoltare quali siano i concetti di gioco di Tudor, che non si fossilizzano a un sistema o numerini particolari, ma portano avanti un calcio aggressivo e propositivo, oltre che coraggioso perché intende portare in attacco sempre tanti uomini. De Laurentiis ha sentito, chiesto chiarimenti e probabilmente alla fine si sarà convinto che nel Napoli il problema non è tanto il 4-3-3 ma il modo di stare in campo e la mentalità con la quale si attacca e ci si difende.

    l’accordo—  Su questo aspetto si è discusso a lungo perché Tudor non intende essere un semplice traghettatore ma ha l’ambizione di voler creare un suo piccolo ciclo al Napoli. Alla fine il croato, per dimostrare la sua voglia di rientrare ad alti livelli – un mese fa per questo motivo ha detto no alla Salernitana – ha comunque accettato 7 mesi di contratto (per circa 2 milioni netti) e un’opzione unilaterale di riconferma per la società con un ingaggio sino al giugno 2025 di 3 milioni netti. Al di là del lato economico Tudor ha voluto dimostrare di credere in questa scommessa. E De Laurentiis, che è rimasto colpito positivamente, oggi deve sciogliere la riserva per arrivare alla firma dei contratti. Se tutto procede come previsto, il tecnico sarà annunciato in giornata, parallelamente all’esonero di Rudi Garcia, che ieri mattina è volato a Nizza per stare nei giorni di riposo accanto alla compagna Francesca Brienza e alla piccola Sofia. Domani pomeriggio a Castel Volturno è prevista la ripresa degli allenamenti e sarà la prima seduta diretta da Tudor, che dovrebbe anche essere presentato ai media.Gazzetta digital + Box Panini + Album a soli 80€, il modo più veloce e conveniente per completare la collezione!

    la giornata—   La giornata Ieri De Laurentiis, dopo aver dormito domenica notte a Napoli, dopo le 10 era già a Roma e dopo un breve passaggio a casa insieme al braccio destro Chiavelli si è spostato in auto. Tutti pensavano fosse diretto alla sede della Filmauro, che da un paio di mesi si è trasferita nella centralissima piazza Venezia, sempre a pochi passi dall’abitazione del presidente azzurro. E invece il numero uno del Napoli ha incontrato altrove Igor Tudor e il suo agente, lontano da occhi indiscreti. Alla Filmauro, però, intanto c’era un viavai continuo di uomini del Napoli: da quelli della comunicazione sociale ad Antonio Sinicropi, club manager del club e compagno di Valentina, la figlia di Aurelio. C’era anche il dirigente Tommaso Bianchini, Chief Revenue Officer degli azzurri. Tutti lì presenti per vari motivi, e pronti a lavorare sull’annuncio del nuovo allenatore. De Laurentiis invece, concluso l’incontro con Tudor e Seric nel primo pomeriggio interveniva ad un convegno organizzato da Advant Nctm (“La riforma dello sport dopo il decreto correttivo: le nuove prospettive”), a cui partecipavano anche il ministro dello sport Andrea Abodi e il presidente del Coni Giovanni Malagò. Qui il patron del Napoli ha parlato di diritti tv e pirateria, soffermandosi poi sul problema della violenza (“Nelle curve italiane non c’è legalità. Dobbiamo guardare all’Inghilterra, dove hanno fatto anche le celle negli stadi. E non si sente mai un coro contro…”) e anche sulla sconfitta di domenica contro l’Empoli: “Il Napoli ha fatto una partita appannata, giocando la gara in modo improprio e improbabile. Ma il bello del calcio è anche questo”. Infine, uscendo dal convegno, il presidente azzurro ha preferito non commentare l’attuale situazione, da quella in uscita di Rudi Garcia a quella in entrata di Igor Tudor. Nonostante le richieste dei cronisti. Oggi si attende il cinguettio ufficiale con foto e firma di Tudor. Il Napoli cambia lingua: ma dal francese al croato l’importante è farsi capire dai giocatori. 

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    Dilemma Juve: Kean o Vlahovic? Sei gare a testa da titolare e la maglia è ancora in bilico

    In un attacco che ancora deve trovare il miglior assetto non segna più nessuno da oltre un mese. Eppure è opinione comune che sia il meglio assortito della Serie A

    Livia Taglioli

    13 novembre 2023 (modifica alle 16:00)

    Che la Juve abbia il parco-attaccanti migliore della A per numero e assortimento è opinione diffusa. Ma allo stesso modo è sotto gli occhi di tutti che ancora quel bendiddio non produca a dovere, soprattutto in fatto di gol. Colpa dei singoli o di chi dovrebbe mettere gli attaccanti nella condizione di rendere al meglio? Anche qui il dibattito è aperto e non certo da oggi, anzi. Sia come sia, quel che è evidente è che Allegri ha provato e riprovato col gioco delle coppie, mandando in campo le punte in varie combinazioni. 

    da coppia fissa…—  Se Chiesa è l’attaccante che più spesso è partito titolare (9 volte su 10, considerando le due assenze per infortunio), Vlahovic e Kean seguono con 6 chance a testa, davanti a Milik a quota 2. Nel progetto iniziale la coppia titolare avrebbe dovuto essere quella composta da Chiesa e Vlahovic, compresenti infatti nelle prime 5 gare, arco di tempo in cui hanno realizzato l’intero loro bottino di gol (4+4). Anche in questo caso la gara-spartiacque è stata la disfatta col Sassuolo. Da lì in poi, complice anche qualche infortunio, la coppia non è più stata ripresentata in campo insieme dal 1′. E Vlahovic è ripartito dall’inizio una sola volta, alla decima contro il Verona.

    … al gioco delle coppie—  Contro il Lecce, con Kean infortunato, Milik ha iniziato al fianco di Chiesa, soluzione che non ha poi trovato seguito nelle successive partite. Dall’Atalanta in poi infatti una delle due maglie titolari è sempre stata assegnata a Kean, in una serie di sei gare consecutive ancora aperta. Per tre volte l’azzurro è stato affiancato da Chiesa, una da Vlahovic, in un’occasione ha agito col supporto di Miretti, sostituito nella ripresa da Milik, col polacco confermato insieme a Kean dal 1′ per la gara successiva, quella contro il Milan (con Vlahovic e Chiesa al rientro dai rispettivi infortuni prima in panca e poi in campo).Gazzetta digital + Box Panini + Album a soli 80€, il modo più veloce e conveniente per completare la collezione!

    staffetta irrisolta—  Totale? L’impressione è che la Juve in attacco ancora non abbia trovato il miglior assetto e che l’alternanza Vlahovic-Kean non abbia prodotto risultati brillanti né dato risposte definitive. Chiesa e Vlahovic non trovano la via del gol da 609 minuti, Kean, apparso in calando col Cagliari, non ha ancora centrato la rete nemmeno una volta, almeno ufficialmente. Gli ultimi due gol firmati dall’attacco bianconero li ha realizzati Milik, alla sesta e all’ottava giornata, quindi oltre un mese fa. Un bilancio troppo scarno per considerare fatti i giochi dell’attacco bianconero. Che pressa e copre bene, ma stenta sotto la rete avversaria.

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