consigliato per te

  • in

    Conte e Eriksen si ritrovano: la storia di un rapporto nato male e chiuso in trionfo

    L’attuale allenatore del Tottenham e il centrocampista del Brentford hanno vissuto 18 mesi inizialmente burrascosi all’Inter: la parabola, dagli attriti allo scudettoQuello straordinario romanzo che è il Calcio ci regala ogni volta capitoli inattesi, pagine che nessuno aveva previsto, men che meno i protagonisti. Sono storie che ci fanno pensare a quanto si diverta il vento a fare il suo giro, per poi soffiare in una certa direzione e darci appuntamento da qualche parte, a nostra insaputa. Se c’è un senso, tocca a noi trovarlo. Sabato 23 aprile, ore 18.30, Lionel Road, Londra, Community Stadium. Brentford vs Tottenham. Meglio: Christian Eriksen vs Antonio Conte. A unirli una storia comune, colorata di nerazzurro. Un anno e mezzo insieme all’Inter – dalla fine di gennaio 2020 alla fine di maggio 2021 – uno scudetto da rimirare come si fa quando Google Foto ci ricorda le tappe della nostra vita, un inizio gravido di incomprensioni, malintesi e dissapori, una storia che nata storta trovò infine e non senza fatica un suo equilibrio, perché l’uno capì di servire all’altro e viceversa, così funziona nel calcio. LEGGI TUTTO

  • in

    Eto'o, un futuro alla Weah: l'ascesa dell'ex bomber verso la presidenza del Camerun

    Eletto numero uno della federcalcio locale lo scorso dicembre, l’ex nerazzurro, nonostante lo abbia smentito, ha mire politiche ben più alte. E potrebbe seguire le orme di George, ora presidente della Liberia”Buongiorno signor presidente”. Un saluto che si addice a Samuel Eto’o Fils (il nome completo, dove Fils – figlio in francese – corrisponde allo junior inglese), in quanto numero uno della federcalcio del suo Paese, il Camerun. Ma che potrebbe diventare appellativo di ben altro peso se il percorso che sta intraprendendo lo portasse al traguardo a cui mira, pur continuando a negarlo: la poltrona di capo dello Stato. LEGGI TUTTO

  • in

    City, Red Bull, 777: viaggio tra le multiproprietà del pallone

    Nel 2015 fu Pozzo (Udinese, Watford e Granada) il precursore. Ora sono in molti a intraprendere questa strada. Non senza rischi di conflitti d’interesse o di alterazione della storia e cultura dei club coinvolto Le multiproprietà sono il simbolo della globalizzazione del gioco e uno dei fenomeni che sta crescendo con maggior forza. E rapidità, visto che solo qualche anno fa, nel 2015, Giampaolo Pozzo era l’unico in Europa ad avere tre club in altrettanti campionati tra i più importanti: l’Udinese in serie A, il Granada nella Liga e il Watford in Premier. LEGGI TUTTO

  • in

    Come si allenerà una squadra da Champions nel 2030

    Klopp ha già sviluppato un programma di training neuroscientifico che aiuta i calciatori a controllare la testa “quando conta di più”. Elettrodi, VR, sviluppi della biomeccanica e… Ecco il futuro della preparazione sul campoDopo la vittoria della Carabao Cup, la Coppa di Lega inglese, dello scorso 27 febbraio il Liverpool ha pubblicato sul proprio sito la foto di due perfetti sconosciuti col trofeo in mano. Un tizio coi capelli neri e la barbetta e un altro più basso, biondo, col viso pulito e gli occhiali. Sono Niklas Häusler e Patrick Häntschke, fondatori di Neuro11, società tedesca con sede a Potsdam. LEGGI TUTTO

  • in

    Parla Donnarumma: “La telefonata con cui il Milan mi ha detto addio. Ma resto rossonero”

    Gigio parla alla Gazzetta e rivela com’è finita tra lui e il Diavolo: “Tutti danno tutta la colpa a me, senza guardare cos’è successo dall’altra parte. Il Psg nel mio destino, ma ho gioito per il derby. E a Maignan faccio i complimenti”Il Milan rappresenta il passato, con qualche punto da chiarire, anche se poi gli è rimasto comunque nel cuore, da ex capitano e ormai da tifoso. Il Psg, invece, è tutto il suo presente, che vive con ambizione e con la determinazione di poter finalmente realizzare i suoi sogni. E il futuro, almeno sul breve periodo, deve passare comunque per il Mondiale in Qatar. LEGGI TUTTO

  • in

    Il calcio a Ibra, Mourinho, gli infortuni e…: ecco chi è Bailly, la roccia ivoriana

    Tra alti e bassi, la storia del difensore con il Manchester United. E se a febbraio sbarcherà a Milano ritroverà un amico, anzi due… Metti una cena in famiglia, risate e chiacchiere, domande e dubbi. “Eric, ma quindi lasci il Villarreal?”. “Non so nulla, se ne sta occupando il mio procuratore”. Sibillino, ma in fondo ci sta. Poi squilla il telefono. “Eric Bailly?”. “Sì, chi è?”. “Sono José Mourinho”. E il centrale sceglie lo United tra l’antipasto e il primo. LEGGI TUTTO

  • in

    Tuchel-Lukaku, il grande freddo. E se fossero incompatibili?

    L’allenatore ha una personalità ruvida che spesso lo porta a contrasti con giocatori e dirigenti. Il belga invece ama essere coccolato e sentire maggior fiducia nei suoi confronti Doveva essere il colpo dell’anno. La pedina che avrebbe permesso ai campioni d’Europa di diventare irresistibili, il bomber di razza che sapesse dare concretezza alla ragguardevole mole di gioco espressa dai Blues. E invece fino a questo momento il secondo matrimonio tra Romelu Lukaku e il Chelsea non ha funzionato secondo le attese. LEGGI TUTTO

  • in

    Haaland, il mercato d'inverno e le occasioni da non perdere

    Sul futuro del norvegese c’è incertezza, ma a gennaio si possono fare i colpi giusti per cambiare una stagione. Le italiane dovranno muoversi L’altra sera, dopo aver segnato un gol col mancino – sul rigore conquistato – e un altro di testa, Erling Haaland ha salutato i tifosi del Dortmund. Tutti, non solo quelli del “muro giallo”, manifesto delle curve del calcio. LEGGI TUTTO