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    Ternana, quante nubi sul dopo Bandecchi

    TORINO – Tempi difficili per la Ternana. Entro pochi giorni si definirà il cambio di proprietà del club, da Stefano Bandecchi a Nicola Guida, imprenditore nel ramo farmaceutico e degli integratori, proprietario di Pharmaguida. Il passaggio di consegne si è reso necessario quando Bandecchi è diventato sindaco di Terni, c’era incompatibilità fra le due cariche. Ma come ha rivelato il portale Tag24, sito d’informazione dell’Università Nicolò Cusano, cioè il principale dei suoi beni, Bandecchi sarà il presidente onorario della Ternana mentre l’Unicusano terrà per sé il 5% delle quote azionarie, tra il 15 e il 20 luglio tutto sarà definito. Nel frattempo però, per le Fere tira una brutta aria. Con l’imminente cambio di proprietà, il tecnico Aurelio Andreazzoli, che era tornato in panchina dopo aver abdicato nel corso della scorsa stagione, ha rescisso il contratto. Per la successione, dopo tanti allenatori contattati, dovrebbe toccare a Fabrizio Castori, reduce dalla retrocessione in C col Perugia. Per quale futuro? Guida, nelle poche dichiarazioni che finora ha concesso, ha parlato di una Ternana che dovrà ridurre monte ingaggi ed età media della rosa. Già Bandecchi programmava una rifondazione da zero della Ternana, presto sarà nei fatti con Guida. La tifoseria è molto preoccupata. Le Fere, tornate in B nel 2021, vengono da due campionati al di sotto delle loro possibilità, con qualche rimpianto. Perché il gruppo aveva mostrato di avere valori importanti, non del tutto espressi. Il giocatore più talentuoso, Anthony Partipilo, è già stato venduto al Parma. Di Tacchio, il regista-mastino del centrocampo, è passato al Sudtirol. Palumbo, altro grande talento delle Fere, bel mediano capace di fare il trequartista atipico, ha mercato sia in A che in B, si tratta solo di capire chi farà l’offerta giusta. E anche Diakité, il più promettente dei difensori, classe 2000, è molto ambito, per non parlare del coetaneo Niccolò Corrado, terzino sinistro che fa gola anche in A. Insomma, tira aria di ridimensionamento e ciò potrebbe anche essere pericoloso, visti i problemi che la squadra ha vissuto nella parte finale della scorsa stagione, salvandosi con qualche brividino, anche se in avvio di stagione, dopo cinque vittorie di fila, le Fere erano andate in testa da sole. Inoltre, ad alimentare il pessimismo che serpeggia nella piazza, c’è il possibile ingresso di Massimo Ferrero in società. L’ex proprietario della Sampdoria ha più volte partecipato alle riunioni per definire la cessione. Interpellato sul suo possibile ingresso nella Ternana, il Viperetta ha fatto il vago, dice che lui è soltanto “un operaio del calcio”. Fatto sta che larga parte della tifoseria lo vede come fumo negli occhi e infatti Guida, nelle ultime ore, si sarebbe convinto a non imbarcarlo nell’avventura a Terni. Tuttavia, le sensazioni per la prossima stagione restano perlopiù negative. Ma da tempo fra squadra e tifoseria il feeling s’era fatto sempre più difficile. L’entusiasmo per il ritorno in B nel 2021, con una squadra capace di vincere la Lega Pro a suon di record, è un ricordo ormai sbiadito. Nelle due successive annate di B, raramente il Liberati s’è riempito, la media presenze allo stadio è rimasta costantemente bassa e anche questo non aiuta a programmare un futuro migliore. Ma per capire come butterà con Guida, bisogna aspettare che vada in porto il passaggio di proprietà. Dopo quella tappa, potrà sbloccarsi anche il mercato in entrata. E solo a quel punto si potrà capire con quali obiettivi la Ternana si misurerà con la prossima B. LEGGI TUTTO

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    Ecco come sarà la Sampdoria di Grosso

    TORINO – Come sarà la Sampdoria di Fabio Grosso? L’eroe del Mondiale 2006 è reduce da una stagione formidabile sulla panchina del Frosinone, coi ciociari che hanno dominato la B per due terzi del torneo, vincendo lil campionato a mani basse. Prima di questo exploit, Grosso era nel mirino della critica, quando nel marzo 2021 sbarcava a Frosinone, il prossimo tecnico blucerchiato era reduce da tre esoneri di fila per Verona, Brescia e Sion, ed era tutt’altro che un allenatore in rampa di lancio, come invece è adesso. Certo, a Frosinone è stato importante per Grosso incontrare, come dg, quel Guido Angelozzi che già fu decisivo nella sua ascesa da giocatore. Ma poi, decisivo soprattutto al termine della stagione 2021/22, quando il primo Frosinone di Grosso mancò all’ultima giornata la qualificazione ai playoff, preceduto in classifica da squadre sulla carta più deboli come Ascoli e Perugia. In un’altra piazza si sarebbe arrivatti alla separazione, non a Frosinone dove al contrario, da quella delusione si sono messe le basi per il sorprendente botto dell’ultima stagione, dove il Frosinone puntava ufficialmente a una salvezza tranquilla e invece è arrivato uno straordinario 1° posto con un organico che al massimo era accreditato di un piazzamento ai playoff. Ma come è stato possibile tutto ciò? Vediamo nel dettaglio il “metodo Grosso”. Il modulo, innanzitutto: il 4-3-3 è quello di riferimento ma non è un dogma. A seconda dell’avversario, Grosso ha mostrato una certa duttilità, anche a gara in corso se le cose non vanno per il meglio. Difficile, quasi impossibile, che si schiodi dalla difesa a quattro. Ma da metà campo in su, possono esserci variazioni a seconda del tipo di avversario. Però, la caratteristica vincente di Grosso, è la capacità di saper lavorare coinvolgendo tutta la rosa a disposizione. E’ come se Grosso, nell’arco della stagione, a ogni partita facesse un mini-turnover, dando sempre il cambio ad almeno 1-2 dei potenziali titolari. Tant’è che azzeccare la formazione di partenza diventa un’impresa perché di fatto non è mai la stessa. Così, spalmando al meglio il minutaggio dei giocatori in campo, al momento cruciale della stagione, la squadra si mostra più fresca della concorrenza. Il Frosinone che ha dominato l’ultima B, di fatto ha sbagliato la prima partita soltanto alla 30ª giornata, quando all’ultimo minuto perse in casa dal Cosenza. La concorrenza invece – ad esempio la Reggina che era partita fortissima – molto prima mostrava la corda perché più legata a un blocco di titolari e alla lunga non poteva competere per brillantezza e continuità di risultati. Non solo, tenendo coinvolta tutta la rosa, Grosso, nell’ultima B, è stato l’allenatore i cui cambi sono stati i più decisivi, spesso le vittorie dei ciociari sono arrivate con gol e assist dei subentrati. Insomma, col suo metodo si pensiona la figura dell’allenatore legatissimo a una ristretta cerchia di giocatori che vanno in campo a dispetto di tutto, talvolta perfino in condizioni fisiche precarie. Pure in questo Grosso è differente. Il suo ultimo Frosinone ha avuto un certo numero di infortunati, anche in figure cardine. Ma non si è mai affrettato il rientro: han giocato al loro posto le alternative (senza deludere) e quando, con molta calma, sono tornati i titolari, risultavano più decisivi di prima. E poi Grosso, giocando un calcio equilibrato, sa essere sia “giochista” che “risultatista”. Il suo Frosinone non soltanto è sempre stato bello a vedersi e di norma dominante in campo. Ma ha trovato fin da subito una continuità di risultati con la quale ha stroncato la concorrenza, incapace di tenere il suo passo. Certo, la Sampdoria sarà tutta un’altra storia. Grosso innanzitutto si troverà ad allenare una squadra che dovrà smaltire le scorie della caduta in B. Capita spesso, alle retrocesse dalla A, di avere grossi problemi in B, anche se nell’ultima stagione Genoa e Cagliari sono state capaci di riconquistare subito la massima serie (ma è stata un’eccezione: bisogna risalire al 2019, col Verona ai playoff, per trovare una retrocessa che risale subito).. Però, nella Genova blucerchiata c’è un clima diverso da quello di quando si viene da una retrocessione: nell’ambiente sampdoriano è prevalente l’entusiasmo per il salvataggio societario, dopo che si è convissuto per mesi con lo spettro della ripartenza dai dilettanti. La squadra che affronterà la B poi, sarà molto diversa da quella proveniente dalla A. Dunque vanno messi in preventivo iniziali problemi di amalgama? Forse no. Perché se guardiamo il Frosinone 2022/23 e lo confrontiamo a quello dell’annata precedente, troveremo nelle formazioni titolari delle due stagioni al massimo 2-3 giocatori in comune. Perché soprattutto questo è stato il Grosso capolavoro: dare fin da subito un’identità a una squadra che era stata completamente rifondata, proprio come accadrà a questa Sampdoria. Il Frosinone di Grosso giocava a memoria fin dalla prima amichevole estiva. Accadrà lo stesso anche in blucerchiato? Ce ne sarà ancora più bisogno, visto il più che probabile -4 in classifica con cui la gestione Radrizzani farò ancora i conti con la situazione ereditata dal Viperetta Ferrero. LEGGI TUTTO

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    Ferrero: “Cessione Samp, nessun acquirente. Lanna peggior presidente della storia”

    Massimo Ferrero è tornato a parlare del suo legame con la Sampdoria e lo ha fatto alla sua maniera, in modo molto schietto. Attualmente è ancora il proprietario del club, nonostate la bancarotta fraudolenta che ha portato al suo arresto. Il proprietario blucerchiato ha parlato della cessione del club e si è scagliato contro la gestione di Lanna, attuale presidente. LEGGI TUTTO

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    Finché c'è Fede, c'è Juve: Chiesa fenomenale!

    TORINO – La Juve che più verde non si può, età media 24 anni con tre 2003 titolari (Soulè, Muretti e Iling), un 2001 (Fagioli) e un 2000 (Kean), regala effervescenza e bollicine nella Coppa Italia contro il Monza anche se, come leggerete tra qualche riga, gli applausi potenti arriveranno con la resurrezione di Chiesa!

    Juventus-Monza 2-1: tabellino e statistiche

    Juventus, via alla linea verde

    Allegri, squalificato e rimpiazzato in panchina da Landucci, sposa la linea della nuova dirigenza che il giorno prima, al battesimo, era stata caldeggiata proprio dal presidente Gianluca Ferrero e dall’amministatore delegato Maurizio Scanavino, entrambi in tribuna all’Allianz Stadium per la loro prima gara ufficiale da “reggenti”. Dunque contro i brianzoli che in campionato avevano conosciuto la loro prima storica vittoria proprio contro gli juventini, spazio a un tasso di spensieratezza più alto per cercare anche una vivacità di gioco e di pensiero maggiore a scapito di un tasso tecnico inferiore rispetto a ciò che possono garantire i big.

    Guarda la galleryChiesa torna al gol e sui social esplode la gioia dei tifosi Juve

    Chiesa, questione di Fede

    E così dopo aver sfiancato un Monza più che apprezzabile con i giovani ecco che il cambio di passo decisivo arriva dopo un’ora, quando entrano Chiesa e Locatelli per Soulè e Miretti mentre Di Maria un quarto d’ora dopo prende il posto di Fagioli. Dunque è Chiesa che 378 giorni dopo il suo ultimno gol, a poco più di un anno dal suo ko al crociato, torna imprendibile e potente sulla sinistra, resiste a due trattenute della maglia, penetra in area e scaglia un tiro di destro potente e preciso che va a sbattere sul palo lontano prima di entrare in rete e siglare il 2-1 che vale il quarto di Coppa Italia il 2 febbraio contro la Lazio.

    Guarda la galleryFerrero all’Allianz Stadium: la prima partita da presidente della Juventus

    Palladino, un ex molto bravo

    Il primo tempo era stato di marca bianconera con lo strapotere fisico sulla sinistra di Iling a servire dopo 5 minuti Fagioli che di prima sfiora il palo e quindi ecco il vantaggio all’8’ quando Kean devia di testa il cross dalla destra di McKennie, imbeccato da un vivace Soulè. Ma il Monza di Palladino non è venuto a Torino a fare passerella e così offre un fraseggio interessante anche se il pareggio lo trova al 25’ su angolo, con Valoti che di testa infila Perin sfruttando una marcatura a zona che fa evidentemente acqua. Nella ripresa dopo 4 minuti Kean si mangia il gol a tu per tu con Cragno, centrandolo con un tiro a botta sicura. Poi la Juve torna a volare con il suo Chiesa ritrovato. LEGGI TUTTO

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    Juventus, le schede dei cinque membri del nuovo CdA

    Domani è in agenda l’assemblea dei soci che nominerà i membri del nuovo Consiglio di amministrazione. La lista dei 5 candidati è stata depositata da Exor N.V. (di cui John Elkann è ad), titolare di una partecipazione pari al 63,8% del capitale sociale di Juventus.

    Fioranna Negri

    Commercialista, revisore e iscritta all’albo dei Consulenti Tecnici d’ufficio del tribunale di Milano, ha maturato un’esperienza di 35 anni in società di vari settori, quotate e non. E’ l’esperta di revisione e di bilanci, oltre che di controllo dei rischi. Svolge incarichi professionali in società quali Satispay, Wikimedia, Guala Closures, Fincantieri e Autostrade per l’Italia. LEGGI TUTTO

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    La nuova Juventus nasce mercoledì: tutti sono in discussione

    TORINO – La manita in faccia presa dal Napoli al Maradona brucia sul volto, rimasto rosso, della Juventus. Brucia per mille ragioni: lo schiaffo è arrivato da uno dei nemici storici, di fatto mette fuori uso i bianconeri in chiave rincorsa scudetto e stoppa la rimontona che vedeva la formazione di Allegri vincente nelle ultime otto partite, in cui non aveva incassato nemmeno un gol! Dunque 90 minuti al Maradona paragonabili a un uragano in grado di spazzare via se non tutto, molto. In assoluto una sconfitta storica in Serie A per la Vecchia Signora, che una legnata del genere, 1-5, non la prendeva da 30 anni: 1993 a Pescara, dove negli abruzzesi giocava e segnò anche il tecnico livornese. Ieri l’allenatore ha comunque concesso la giornata di riposo al gruppo che oggi tornerà ad allenarsi per iniziare a preparare la partita di giovedì sera degli ottavi di Coppa Italia, calcio d’inizio ore 21, contro il Monza all’Allianz Stadium. Partita che apre un miniciclo lombardo, domenica l’Atalanta e poi di nuovo i monzesi ma in campionato, per un trittico che Szczesny e compagni non possono sbagliare per mantenere saldo il posto che garantirà la Champions League della prossima stagione e approdare ai quarti di Coppa Italia dove si affronterebbe la Lazio o il Bologna.Guarda la galleryJuve horror a Napoli: Bremer diventa Ogbonna sui social

    Mercoledì la nuova Juventus

    Il momento è delicato in Casa Juve dove oltre a preoccupare il presente imminente, lo stesso futuro non è così delineato. Mercoledì si insedierà la nuova Juventus con la nomina del nuovo presidente Gianluca Ferrero e del nuovo consiglio di amministrazione con Maurizio Scanavino amministratore delegato al posto del dimissionario Maurizio Arrivabene, e così scatterà ufficialmente il nuovo corso bianconero. E si sa che quando cambiano i vertici, tutti diventano osservati speciali sotto esame. Dai manager delle aree non strettamente legate al settore tecnico, a chi governa l’aspetto nevralgico della Juventus, ovvero il tecnico e il direttore sportivo Federico Cherubini per non parlare dei giocatori stessi. Alla Juventus sono dunque tutti sotto esame e i risultati che la squadra otterrà in campionato, Coppa Italia ed Europa League assumeranno un peso doppio.

    Sullo stesso argomentoJuventus, Chiesa non può essere un casoJuventus LEGGI TUTTO

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    Juve, dopo Scanavino dg Ferrero nuovo presidente

    Gianluca Ferrero sarà indicato per la carica di presidente della Juventus. A riferirlo è Exor in una nota:  “Con riferimento alle decisioni assunte ieri dal Consiglio di Amministrazione di Juventus e in vista della sua Assemblea convocata per il 18 gennaio 2023, Exor comunica che indicherà Gianluca Ferrero per la carica di Presidente di Juventus. Ferrero possiede una solida esperienza e le competenze tecniche necessarie, oltre a una genuina passione per il club bianconero, che lo rendono la persona più adeguata a ricoprire l’incarico”. Exor comunicherà la lista completa dei candidati per il rinnovo del cda entro i termini di legge, cioè 25 giorni prima dell’assemblea del 18 gennaio.Sullo stesso argomentoNasce una nuova Juventus: cosa è successo e cosa succederàJuventus

    Gianluca Ferrero: il profilo

    Gianluca Ferrero è nato a Torino nel 1963, laureato in Economia e Commercio nel 1988, è presidente del collegio sindacale di Fincantieri, Luigi Lavazza, Biotronik Italia, Praxi Intellectual Property, P. Fiduciaria, Emilio Lavazza Sapa, Gedi Gruppo Editoriale, Nuo e Lifenet. Ricopre la carica di sindaco effettivo in Fenera Holding. È vicepresidente del consiglio di amministrazione della Banca del Piemonte e componente del consiglio di amministrazione di Italia Independent Group, di Lol srl e di Pygar srl.

    Guarda la galleryJuve, i colpi dell’era Agnelli: da Pirlo a Vlahovic, passando per il re Cristiano RonaldoIscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    L'ascesa di Giovanni Ferrero, la Nutella, Facebook e la Juventus

    TORINO – (e.e.) Giovanni Ferrero, 58 anni, ha preso in mano l’azienda di famiglia alla morte del fratello Pietro. Non voleva essere catapultato in prima linea, ma il destino ha voluto diversamente. E lui si è calato molto sul serio nel ruolo, prendendo per mano la Ferrero e conducendola con saggezza verso nuove sfide. Secondo Billionaires Index di Bloomberg, Ferrero ha superato Mark Zuckerberg, proprietario di Facebook. Il produttore della Nutella è il primo imprenditore italiano nella celebre classifica, raggiungendo il ventunesimo posto con un patrimonio pari a 38,6 miliardi.Sullo stesso argomentoLa Nutella supera Facebook: la classifica degli uomini più ricchi del mondoAttualità

    Ferrero e il calcio, sponsor non proprietari

    Da anni il nome celebre di Alba (Cuneo) ogni tanto viene associato a qualche grande club, ma la Ferrero non ha mai voluto un impegno diretto nel mondo del pallone. Come sponsor sì, come proprietario no. E in famiglia, ci sono da sempre due anime, quella granata e quella bianconera. Giovanni Ferrero, per l’appunto, è tifoso della Juventus. Come rivelò in una rara intervista (su Style del Corriere della Sera): «Non ho la passione per le macchine, le moto, le barche. Mangio poco e, Juventus a parte, non seguo lo sport. Il mio lusso è prendermi del tempo per viaggiare e per scrivere. E quando gioco a calcio con i miei figli scopro che lavorare è meno faticoso». LEGGI TUTTO