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    Nuova Juve contro il Monza, tra punti fermi e qualche incognita. La sicurezza di Allegri

    TORINO – Alla Continassa sta germogliando una nuova Juventus. Lo racconterà, innanzitutto, la lista dei convocati per la sfida interna al Monza, intanto lo ha confermato tra le righe anche Massimiliano Allegri. Che, nella consueta conta di presenti e acciaccati, ha aperto a un cambiamento di assetto tattico in virtù dei preziosi rientri. Non nell’immediato, ma nelle prossime settimane. Il tecnico è infatti pronto a riabbracciare Pogba e Vlahovic, che già contro i brianzoli potrebbero essere impiegati a gara in corso per 20 o 30 minuti. Ma, al contempo, dovrà rinunciare a Chiesa e Cuadrado, alle prese con i fisiologici acciacchi di chi è ritornato in campo dopo tanto tempo: l’obiettivo è averli a disposizione per la Lazio, dato che le Coppe rappresentano un focus importante.Guarda la galleryJuventus-Monza, Allegri l’ha pensata così: probabile formazione

    Serve compattezza

    Il vero problema, nell’immediato, è la corsia di sinistra, dove si candida giocoforza Soulé. Senza Chiesa, senza Cuadrado e anche senza McKennie, in partenza per una nuova avventura al Leeds. Spazio all’argentino, dunque, con il rientrante De Sciglio a disposizione dalla panchina per una partita dall’importanza capitale, a maggior ragione in virtù del delicato contesto che circonda la squadra. «Campionato falsato? La mia opinione non conta: dobbiamo pensare a difenderci in campo, anzi, ad attaccare lì perché dobbiamo recuperare punti», il pensiero di Max. Che, intanto, chiama tutti a raccolta. Parlando di un «blocco granitico», quello che deve raggruppare spogliatoio, dirigenza e anche tifosi in queste settimane difficili. Contro l’Atalanta se n’era avuto un primo assaggio. Per il match con il Monza lo Stadium è chiamato al bis. LEGGI TUTTO

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    Il figlio di un ex Juventus al Cosenza! L’avete riconosciuto?

    COSENZA – Essere figli d’arte nel mondo del calcio non è mai facile, soprattutto se il papà ha vinto 6 campionati di Germania, una Champions League, una Coppa Intercontinentale e si chiama Hasan Salihamidzic. Per il figlio Nick è arrivata la prima grande occasione per dimostrare il suo talento grazie alla chiamata del Cosenza che ha prelevato il classe 2003 proprio dal Bayern Monaco, dove ora papà Hasan è direttore sportivo. In Italia, dopo l’avventura con la Juventus di Salihamidzic padre dal 2007 al 2011, è il momento del figlio Nick che con la maglia dei Lupi vorrà mettersi in mostra nel campionato cadetto.

    Salihamidzic al Cosenza: il comunicato

    Questa la nota del club rossoblù: “La Società Cosenza Calcio comunica di aver acquisito il diritto alle prestazioni sportive, con la formula del trasferimento temporaneo, del calciatore, Nick Salihamidzic proveniente dal Bayern Monaco. L’esterno difensivo, nato a Monaco l’8 febbraio 2003, dopo aver mosso i primi passi nello SpVgg Unterhaching, è entrato a far parte del settore giovanile del Bayern Monaco, club con il quale ha compiuto tutta la trafila. Nel luglio 2022 si è trasferito in Canada, nel Vancouver Whitecaps. Aggregato alla seconda squadra, nella prima parte di stagione ha disputato cinque presenze nel campionato di MLS Next Pro. Nick da oggi indosserà la maglia rossoblù” LEGGI TUTTO

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    Juve al lavoro, Pogba e Vlahovic pronti: test con la Next Gen in vista Monza

    Il tecnico bianconero spera di avere finalmente a disposizione Paul Pogba (ancora zero minuti in stagione) e Dusan Vlahovic (out da fine ottobre), pedine fondamentali per la risalita in classifica della Vecchia Signora. Il francese e il serbo verranno impiegati in un test con la Next Gen giovedì 26 gennaio per valutarne le condizioni e per capire se entrambi potranno essere convocati per la sfida contro la squadra di Palladino, che nel girone d’andata si impose per 1-0 contro i bianconeri. LEGGI TUTTO

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    Juve, De Winter e la notte magica contro l'Inter: i bianconeri osservano

    Voglia di rivalsa. Potrebbe racchiudersi in queste parole la prestazione di De Winter contro l’Inter. Il difensore belga è stato uno dei migliori in campo nella notte magica dei toscani a San Siro. La vittoria per 0-1 è la ciliegina su una prestazione importante da parte dei ragazzi allenati da mister Zanetti. Il centrale, in prestito dalla Juventus, ha avuto la sua occasione per l’assenza di Ismajli e l’ha sfruttata alla grande. Annullare Lautaro, Dzeko e in parte anche Lukaku vuol dire aver messo in campo una prestazione di livello. Concentrazione e, appunto, la voglia di rivalsa di De Winter. Guarda la galleryJuventus Next Gen, è 1-1 nella partita infinita con il Renate
    De Winter, dall’amara Supercoppa con la Juve alla rivincita con l’Empoli
    La vita ti regala sempre la possibilità di rifarti poi sta a te provarci cambiando le sorti un pronostico alla vigilia già scritto. La squadra di Inzaghi avrebbe dovuto trovare tre punti facili, specialmente dopo l’ottimo periodo che sta vivendo e la spinta della vittoria contro il Milan in Supercoppa, ma non ha fatto i conti dell’Empoli. ‘Giovani Wannabe’ canterebbero i Pinguini Tattici Nucleari, e nella notte di San Siro proprio i giovani azzurri sono stati decisivi contro l’Inter. 
    De Winter dicevamo. Un anno fa in panchina nell’amara notte di Supercoppa, dove Sanchez in pieno recupero decise la partita a favore dei nerazzurri, e ora in campo per trovare la sua personale rivincita. Non c’è Ismajli. Un segno del destino? Forse sì. Zanetti sceglie il belga per comporre la coppia con Luperto e dare battaglia contro gli attaccanti dell’Inter. Sfruttare l’occasione, viste le poche presenze raccolte in stagione del centrale. Risultato? 0 tiri in porta di Lautaro&Co e lo zampino è anche quello del classe 2002. Notti magiche a San Siro per una rivincita in salsa belga.  LEGGI TUTTO

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    John Elkann sulla Juventus: “Un'ingiustizia. Ci difenderemo con fermezza”

    TORINO – Parla John Elkann nel ventennale della scomparsa del nonno Gianni Agnelli. Lo fa con un’intervista ai giornali della sua Gedi. Ecco da Repubblica lo stralcio sulla Juve e l’inchiesta. Ma l’Avvocato oggi sarebbe orgoglioso anche della Juventus? “In questi 100 anni di vita insieme abbiamo attraversato un periodo di grandi soddisfazioni e di grandi difficoltà: negli ultimi 20 anni la Juventus ha vinto 11 scudetti sul campo, 6 supercoppe italiane, 5 coppe Italia, più i successi delle Women. Il titolo mondiale del 2006 e l’europeo del ’21 sono stati vinti da una Nazionale con forte dorsale juventina. E con la vittoria quest’anno dell’Argentina la Juve è la squadra con più giocatori che hanno conquistato un campionato del mondo. Il -15? La Juventus è la squadra italiana più amata e seguita: rappresenta il nostro calcio nazionale. L’ingiustizia di questa sentenza è evidente: in molti l’hanno rilevato, anche non di fede bianconera, e noi ci difenderemo con fermezza per tutelare l’interesse dei tifosi della Juve e di tutti quelli che amano il calcio. Spero che insieme alle altre squadre e al governo possiamo cambiare il calcio nel nostro Paese, per costruire un futuro sostenibile e ambizioso. La Juventus non è il problema, ma è e sarà sempre parte della soluzione. Qui è in gioco il futuro della serie A e del calcio italiano, che sta diventando marginale e irrilevante”. LEGGI TUTTO

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    Juve, Fagioli clamoroso: “Potevo essere dell'Inter. Sogno la 10 e la Champions”

    TORINO – Nella lunga chiacchierata sul canale Twitch della Juve Nicolò Fagioli ha risposto alle domande dei tifosi raccontando molte di sé e della squadra, a partire dalla grande prestazione di domenica sera. “C’è rammarico per non aver battuto l’Atalanta: peccato per i 5 minuti iniziali della ripresa, ci siamo ripresi bene dopo lo svantaggio, è un grande segnale da parte della squadra, alla fine abbiamo strappato un punto. Come squadra è un buon momento, 8 vittorie di file in campionato, poi il ko di Napoli e la bella prestazione contro l’Atalanta. A livello personale sono molto contento per cosa sto facendo, ma è soltanto un punto di partenza».

    Penalizzazione?

    “Non ci aspettavamo 15 punti in meno in classifica, ma non possiamo farci niente. Dobbiamo solo scendere in campo e cercare di arrivare in Champions. Il presidente Ferrero e l’ad Scanavino ci hanno detto che loro combatteremo per questi 15 punti, di stare tranquilli e di mettere ancora più passione in campo”.

    Messaggio ai tifosi

    “La Juve è la squadra più odiata da tutti: restando uniti come società, tifosi e giocatori ne usciremo alla grande”.

    La svolta a Lecce?

    “Il mio primo gol in Serie A a Lecce: è stata un’emozione fantastica, quella settimana è stata perfetta. Ho giocato in Champions con il Psg, poi con l’Inter dove ho segnato ancora, una cosa che sognavo fin da bambino perché l’Inter è la nostra vera rivale storicamente. Erano mesi che non giocavo tantissimo, era la prima esperienza alla Juve con i grandi. Non è facile perché ci sono tanti campioni, aver segnato è stata una liberazione per me e per la squadra”.

    L’importanza di Danilo?

    “È un punto di riferimento per me e per tutti, ha tanto carisma, ha sempre una parola in più per i compagni, aiuta i singoli. Mi ha sempre sostenuto fin dai tempi di Pirlo, lo ammiro tanto come persona ed è un giocatore fenomenale”.

    Sogni bianconeri?”

    “Il mio più grande sogno con la Juventus è vincere la Champions League. Poi il campionato, sperando di riuscirci a breve”.

    L’approdo alla Juve?

    “Ero al Piacenza ma il club fallì, così andai alla Cremonese: in quel periodo stavo andando a fare il provino all’Inter. Avevo quasi firmato, poi è arrivato Gigi Milani che ha cambiato tutto. Ho scelto la Juventus fin da subito. Milani è la persona più importante qui alla Juve, mi ha portato in questa società, lo sento spesso e mi dà tanti consigli”.

    Il settore giovanile?

    “Fare le giovanili alla Juve ti aiuta e ti prepara bene. Dall’U23 c’è stato un picco di giocatori che sono venuti fuori, ti confronti con tanti giocatori professionisti che in Primavera non affronti. Poi mi ha aiutato molto anche il campionato fatto in Serie B alla Cremonese. Ha avuto un grande valore quel prestito, mi sono ritrovato con un gruppo forte e con Pecchia che conoscevo già dai tempi della Juve. Era una squadra che andava in campo per vincere il campionato”.

    Il rapporto con Allegri?

    “Ero molto felice quando, nel 2018, Allegri parlò di me in conferenza stampa: è stato emozionante giocare quella tournée. Mi ricordo che stavo giocando in Primavera quando sentii queste parole”.

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    Juventus-Atalanta 3-3: ripartire da cuore e Di Maria

    TORINO – Carattere e Di Maria, ma non solo: la Juventus non è riuscita a ripartire con una vittoria dopo la mazzata dei 15 punti di penalizzazione subita venerdì dalla Corte d’appello federale e vede allungarsi ulteriormente la distanza dalla zona Europa e dalla zona Champions, ma nel 3-3 con l’Atalanta può trovare comunque solidi appigli a cui aggrapparsi per tentare l’impresa della scalata.Guarda la galleryJuve-Atalanta, Di Maria show: rincorre l’arbitro, segna il rigore e esulta così

    Il cuore

    Il carattere, intanto. Che forse non è bastato a evitare contraccolpi psicologici della penalizzazione, o almeno è il dubbio che viene nel vedere, dopo quattro minuti, Locatelli regalare palla all’Atalanta sbagliando una verticalizzazione normale e Szczesny deviare maldestramente nella propria porta il destro con cui Lookman chiude il successivo contropiede, potente ma diretto proprio sui guanti del portiere polacco. Ed è il dubbio che torna al 1’ della ripresa quando è Danilo a regalare sulla trequarti bianconera il pallone da cui nasce il 2-2 di Maehle. Di certo, però, i bianconeri di carattere ne hanno avuto abbastanza per reagire sia alla situazione durissima in cui li ha gettati la Corte d’appello della federazione, sia agli errori con cui per due volte l’hanno resa ancora più dura. Perché dopo lo 0-1 hanno preso in mano la partita e non solo con il carattere, ma eludendo spesso il pressing dell’Atalanta con una circolazione veloce e precisa, soprattutto quando il pallone passava dai piedi di Fagioli e Di Maria. Il primo peraltro si è guadagnato il rigore dell’1-1 e ha servito l’assist per il gran gol di Milik (sul quale potevano starci altri due rigori, uno in avvio e uno a fine primo tempo per falli di Palomino e Toloi), il secondo ha firmato dal dischetto l’1-1, innescato l’azione del 2-1 con una tra le tante giocate di gran talento mostrate e ha toccato di suola la punizione del 3-3 di Danilo.

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    La classe

    Come detto, il Fideo assieme al carattere è un altro appiglio a cui Allegri e la Juventus possono guardare con fiducia. Dopo i lampi di Napoli, l’argentino ha confermato (ammesso che ce ne fosse bisogno) di poter fare la differenza: e dopo il gol di Chiesa in Coppa Italia è sempre più chiaro (anche in questo caso ammesso che ce ne fosse bisogno) quanto possa aver pesato per la squadra bianconera dover fare a meno di entrambi. E di Pogba e, spesso, di Vlahovic. Quelli del Polpo e di DV9 saranno i prossimi grandi rientri, i prossimi appigli a cui aggrapparsi nell’arrampicata che sembra impossibile. In attesa di poterli afferrare Allegri adesso deve trovare il modo di sfruttare assieme Chiesa e Di Maria, anche costo di modificare il 3-5-2 che ha funzionato bene da metà ottobre, ma che complica la coesistenza dell’azzurro e dell’argentino. Può lavorarci avendo come base quanto di buono mostrato nel corso delle otto vittorie di fila e anche, al netto degli errori grossolani, nel 3-3 di ieri. Da qui riparte la scalata.

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    L'urlo social di Cuadrado, cuore Juve agli sgoccioli

    TORINO – Lui, il 1° luglio che verrà, sarà molto probabilmente altrove, lontano da Torino. A meno di novità davvero impreviste, Juan Cuadrado è agli sgoccioli della sua esperienza nella Juventus, alla quale dal 2015 a oggi ha dato tutto, griffando istanti storici (come nel derby dell’ottobre di quell’anno) e ogni tanto sollevando le proteste popolari per un rendimento oggettivamente in calo. Dimenticando, però, che il colombiano è uno dei pochi calciatori della rosa di Massimiliano Allegri in grado di saltare l’uomo in scioltezza, di creare superiorità numerica, di conquistarsi calci piazzati assai invitanti. Ecco, Cuadrado in un momento così delicato della storia bianconera ha deciso di unirsi al coro dei calciatori che sui social invitano a fare gruppo, a compattarsi, per fare in modo che la Juve torni vincente il prima possibile.Guarda la galleryJuve penalizzata, tifosi furiosi sui social: tv, istituzioni, club, non si salva nessuno

    Il monito del Panita

    Così l’ex Chelsea sui social: «Qui bisogna lottare sempre e quando sembra che tutto sia perduto, crederci ancora, la JUVE non si arrende mai». Parola, nel senso del copyright, di Omar Enrique Sivori, El Cabezon, che ha firmato parte del mito bianconero e il cui pensiero, alla luce degli ultimi fatti e della penalizzazione di 15 punti in classifica comminata a carico degli juventini, risuona terribilmente attuale. Il messaggio di Cuadrado è accompagnato dalla foto della piscina del Training Center bianconero alla Continassa, lì dove campeggia la frase in questione. Forse non servirebbe neanche appenderla negli spogliatoi, ché i giocatori passano spesso e volentieri per la piscina per ricaricarsi dalle fatiche, eppure è una riflessione da mandare a memoria. Anche da parte di chi, a fine giugno e dopo otto stagioni torinesi, vedrà scadere il contratto con la Juventus di cui, dovunque andrà a giocare, non potrà non mantenere un ricordo positivo. LEGGI TUTTO