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    Premier League tra stelle e… stelline: Ngumoha sulle orme di Rooney, Dowman in campo a 15 anni

    Tra stelle e stelline. La Premier League è la lega dei campioni affermati, dei migliori giocatori al mondo, delle cifre folli spese sul mercato e delle grandi giocate in campo: insomma, è il miglior campionato del mondo, per numero di talenti, livello medio e spettacolo. Ma è anche il campionato dei giovanissimi, di chi ha appena cominciato ad accarezzare il sogno di diventare davvero un calciatore di altissimo livello. Insomma, è il campionato del talento: che tu LEGGI TUTTO

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    Sliding door Chiesa: quando un gol può cambiarti la vita  

    Chiudi menuTuttosport.comNaviga le sezioniabbonatiLeggi il giornaleSegui le DiretteLiveI nostri socialFacebookInstagramTwitterTelegramContinua ad esplorareContattaciFaqRSSMappa del SitoLa RedazioneEdizione DigitaleAbbonamentiFaqCookie PolicyPrivacy PolicyNote legaliCondizioni generaliPubblicitàChiudi menuTuttosport.comLoginregistratiabbonatiLeggi il giornaleTuttosport.comTuttosport.comABBONATICercaCercaLiveLeggi il giornaleABBONATIAccedi LEGGI TUTTO

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    Ora il Crystal Palace ci ha preso gusto!

    LONDRA  – Il Crystal Palace ci ha preso gusto: 85 giorni dopo aver conquistato il primo trofeo della propria storia, la FA Cup vinta contro il Manchester City, esattamente nello stesso luogo, il tempio sacro di Wembley, la squadra di Oliver Glasner conquista un altro trofeo, il Community Shield, battendo il Liverpool campione in carica della Premier e, ovviamente, favoritissimo, a maggior ragione dopo un’estate di spese pazze, peraltro non anc LEGGI TUTTO

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    Atalanta, quelle lacrime di Percassi per la Dea di Anfield

    Post su Facebook, a firma Massimo Branda, pescato fra le centinaia in calce alla splendida, emozionante immagine di Antonio Percassi in lacrime, ad Anfield, davanti ai duemilacinquecento bergamaschi in delirio che acclamano l’Atalanta in delirio per avere appena battuto il Liverpool 3-0, consegnandosi alla storia del calcio internazionale.Titolo: “Se tu non hai mai visto un uomo piangere”. Svolgimento: “Ai temi della Benetton, mi capitò di dover negoziare, anche duramente, con Antonio Percassi, Genio del business che avevo conosciuto sulle figurine Panini. Beh, dopo quell’esperienza, mai avrei creduto che lui potesse un giorno piangere. E, invece, eccolo qui”.

    Lacrime di gioia

    Già. Ma come si fa a non piangere di gioia nella pazzesca notte di Liverpool se ti chiami Antonio Percassi e sei cresciuto con la maglia nerazzurra addosso da quando eri alto così? Debutti in prima squadra non ancora diciottenne, il tuo compagno di reparto e grande amico si chiama Gaetano Scirea, classe 1953 come te. Nell’Atalanta, giochi 110 partite in sette stagioni, ne diventi capitano prima che un brutto infortunio ti costringa al ritiro a 25 anni, per iniziare l’altra carriera che ti porta a diventare uno dei più affermati imprenditori italiani, a capo del Gruppo con il tuo nome (novemila dipendenti, quartier generale a Bergamo, strutture e uffici anche a Milano, Parigi, Londra, Berlino, Madrid, Lisbona, Sr. Moritz, Glattburg, Varsavia, Grand Canyon, New York, Shangai, Hong Kong, New Delhi, Istanbul e Dubai). Come si fa a non piangere di gioia ad Anfield, la sera dell’11 aprile 2024, quando ti chiami Antonio Percassi, diventi presidente dell’Atalanta una prima volta nel ’90, alla morte di Achille Bortolotti, un altro nome nella storia della Dea insieme con il figlio Cesare e lo ridiventi vent’anni dopo, raccogliendo il testimone da Alessandro Ruggeri, figlio di Ivan, anche lui nel pantheon atalantino.È il 4 giugno 2010, l’Atalanta è in Serie B, la prima cosa che fai è confermare Mino Favini, il miglior scopritore di talenti del calcio italiano; la seconda, è investire 800 mila euro per piantumare tutto il centro sportivo di Zingonia, primo intervento per trasformarlo nella struttura attuale di assoluto livello europeo. Non a caso si chiama Achille e Cesare Bortolotti e lì, oggi, si trova anche l’Accademia Mino Favini perché la memoria non è un optional. Nella storia dell’Atalanta tutto si tiene, nel nome dei padri e dei figli, di ieri e di oggi. Luca, 43 anni, il delfino della Dea, della quale da quattordici anni è l’amministratore delegato, scelto da Antonio, è uno dei più bravi dirigenti del calcio italiano: l’acquisto e la ristrutturazione dello stadio, operazione da cento milioni di euro; i botti di mercato sublimati (per ora) dall’operazione Hojlund, otto bilanci consecutivi in utile, la partnership con Stephen Pagliuca, presidente di Bain Capital, fondo americano che gestisce circa 190 miliardi di euro di capitali di investimento, comproprietario dei Boston Celtics, da 102 partite co-chairman dell’Atalanta, anche lui giovedì notte a Liverpool in preda a una piacevole euforia.

    L’età dell’oro

    Come si fa a non piangere di gioia, se ti chiami Antonio Percassi e nel 2016 porti Gasperini a Bergamo: lui perde quattro partite nella prime cinque, ma, alla vigilia della gara decisiva con il Napoli, vede il suo presidente piombare negli spogliatoi e arringare la squadra, avvertendola: “Comunque vada a finire, domani, sappiate che l’allenatore è e rimane Gian Piero Gasperini”. È in quel momento che inizia l’Età dell’Oro: tre terzi, un quarto, un quinto e un settimo e un ottavo posto in campionato e oggi un’altra rincorsa europea; tre campagne consecutive in Champions League, con la prima vittoria ad Anfield (2020) e una semifinale sfiorata; tre campagne in Europa League, una delle quali sino ai quarti; due finali e quattro semifinali di Coppa Italia, l’ultima tuttora in corso. Sul sito del Gruppo, si legge: “Il nostro successo è stato il frutto dell’osservazione della realtà, di uno sguardo attento, unito al desiderio e l’ambizione di fare qualcosa di nuovo e di migliore”. Firmato Antonio Percassi. È anche così che, in un’indimenticabile sera d’aprile, sbanchi Anfield e scoppi a piangere, perché l’emozione è così forte che non va più via. LEGGI TUTTO

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    United, rimonta clamorosa: Liverpool ko al 121’! Anche il Chelsea in semifinale

    Poker Chelsea al Leicester
    Nell’altro quarto di finale, il Chelsea stacca il pass per la semifinale dopo una vittoria thriller per 4-2 contro il Leicester. Blues padroni del campo nel primo tempo chiuso sul 2-0 con i gol di Cucurella (13′) e Palmer (45’+1) oltre al rigore sbagliato al 36′ da Sterling, nella ripresa però arriva la reazione delle Foxes con l’autogol di Disasi (51′) ed il pareggio di Mavididi al 62′. Quando il match sembra destinato ai tempi supplementari ecco la zampata dei padroni di casa: gol al 92′ di Chukwuemeka che chiude un perfetto triangolo con Palmer arrivando davanti al portiere per il 3-2. Madueke che cala il poker al 98′.
    Zaniolo salva l’Aston Villa
    Finisce 1-1 tra West Ham e Aston Villa nell’unica partita di Premier League in programma oggi valida per la 29′ giornata. Hammers che si portano in vantaggio al 29′ con Antonio, vengono ripresi al 70′ da Zaniolo e nel finale succede di tutto. Assalto del West Ham con Soucek che in mischia segna al 96′ il gol del 2-1 ma dopo la revisione al Var la rete viene annullata per fallo di mano di Bowen. Pareggio che aiuta la rincorsa Champions del Tottenham 5° ora a sole 3 lunghezze dal 4° posto dei Villains. LEGGI TUTTO

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    Percassi: “Liverpool-Atalanta? In Champions ad Anfield ci abbiamo vinto”

    Liverpool-Atalanta, Percassi: “Abbiamo sempre sognato notti così”
    A Sky Sport Percassi ha dichiarato: “Non è stato un sorteggio fortunato, al tempo stesso abbiamo il piacere di giocare contro i più forti. Per Bergamo sarà qualcosa di straordinario ospitare il Liverpool che rappresenta uno dei più grandi club al mondo. La cornice dei tifosi sarà sicuramente spettacolare. Il Covid ci impedì di poter far ammirare ai nostri tifosi tanti campioni in occasione della sfida di Champions, adesso potranno farlo e ad Anfield ci abbiamo già vinto. Bergamo è una città famosa per la capacità di costruire, dietro il progetto Atalanta c’è tanto lavoro dentro e fuori dal campo, per noi giocare con il Liverpool è straordinario, è qualcosa che abbiamo sempre sognato. Speriamo di poter vivere queste notti per tanti anni”. LEGGI TUTTO

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    Liverpool, il New Deal lo disegna Edwards: Xabi Alonso in pole per il dopo Klopp

    Il ritorno di Edwards
    Edwards, che in questi mesi ha rifiutato offerte importanti di altre società, fra cui anche il Chelsea e il Man United, e che inizialmente aveva respinto anche il nuovo approccio dei Reds, alla fine ha ceduto al corteggiamento insistente del suo vecchio club, e dopo un incontro risolutivo avvenuto a Boston la scorsa settimana ha accettato la sfida di riprogettare il nuovo Liverpool, e di farlo con ancora maggiori poteri e responsabilità.
    Il 44enne ex insegnante di informatica ricoprirà infatti il ruolo di CEO del Fenway Sports Group football. In pratica, ogni decisione riguardante la parte sportiva dovrà passare da lui. Innanzitutto, la scelta del nuovo allenatore, colui che dovrà sin da subito cercare di non far rimpiangere il mito Klopp, e di sfruttarne al meglio l’eredità.
    Xabi Alonso in pole per la panchina dei Reds
    Da questo punto di vista i dubbi sono pochi: il prescelto è l’ex centrocampista dei Reds, oggi tecnico di grande successo, Xabi Alonso. Il compito di ingaggiarlo spetterà ovviamente a quello che diventerà il nuovo direttore sportivo, Richard Hughes, amico di Edwards e stimatissimo nell’ambiente soprattutto per quanto fatto in questi anni con il Bournemouth. È innegabile, però, che nella scelta del tecnico spagnolo un ruolo fondamentale potrebbe averlo proprio l’influenza esercitata da Edwards.
    Fu così anche con Klopp: nel 2015, infatti, dopo l’addio di Brendan Rodgers, la società era orientata a puntare su un nome di un certo blasone: il prescelto era Carlo Ancelotti. Fu proprio Edwards a convincere tutti che il nome perfetto per un Liverpool che aveva bisogno di ricostruirsi dalle fondamenta era invece quello di Klopp. Così come, qualche tempo dopo, (e Klopp non ne ha mai fatto un mistero), fu sempre lui a convincere il tedesco che la migliore soluzione per il ruolo di esterno offensivo non fosse Julian Brandt (che era il preferito del tecnico), ma Momo Salah.
    Tutti i colpi di Edwards
    Sue intuizioni sono stati anche gli acquisti di Mane, Wijnaldum, van Dijk, Alisson, Robertson, Matip, Konate e Fabinho: insomma, la spina dorsale che ha poi condotto il Liverpool a vincere la Champions, la Premier e tutti gli altri trofei collezionati in questi anni. E anche sul fronte cessioni, il suo lavoro era stato straordinario, avendo contribuito a creare quella sostenibilità fondata sull’autofinanziamento che la proprietà ha sempre posto alla base della sua gestione: in tal senso, rimane emblematica la cessione di Coutinho al Barcellona per oltre 160 milioni di euro.
    Dunque, un ritorno al passato che ha l’obiettivo di mettere le radici per i prossimi successi. E per farlo, la Fenway Sports Group ha affidato a Edwards anche un altro ambizioso progetto: quello di individuare e gestire un secondo club in cui far transitare i talenti che verranno acquistati in giro per il mondo.
    “Uno dei fattori più importanti nella mia decisione è stato l’impegno ad acquisire e supervisionare un ulteriore club, facendo crescere quest’area dell’organizzazione – ha ammesso Edwards. Credo che per rimanere competitivi siano necessari investimenti e un’espansione dell’attuale portafoglio calcistico”. Insomma, a Liverpool il futuro è già iniziato. LEGGI TUTTO