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    Vagnati presenta Lazaro e Soppy: “Noi, pronti a tutto per il Toro”

    TORINO – Il direttore tecnico granata Davide Vagnati presenta i due nuovi arrivi Lazaro e Soppy. Ma lascia lo spazio ai due giocatori: «Contento che Valentino sia di nuovo con noi, noi abbiamo bisogno di lui e lui di noi. Ha grande qualità e voglia di migliorarsi». Ed ecco l’austriaco, ex Inter: «Sono contento di tornare qui. E’ stato facile perché conosco tutti. Lavoriamo duro ma questo mi piace. In squadra siamo tutti amici. Quest’estate mi volevano altre squadre ma io pensavo solo al Toro. E la decisione di tornare qui è stata facile, volevo una squadra che mi consegnasse fiducia e questa squadra era il Toro. Adesso voglio gol e assist. Abbiamo tanti attaccanti che possono fare gol e io farò di tutto per servirli. Obiettivi? Viviamo alla giornata e poi a marzo tireremo le somme. Lavoriamo e basta. Fisicamente sto bene, ho fatto un ottimo precampionato con l’Inter e sto bene. Ora la parola al campo».

    Soppy dall’Atalanta al Toro per sognare

    Tocca a Brandon Soppy, arrivato dall’Atalanta. Il primo pensiero è di Vagnati: «Ragazzo vero e puro. Che ha voglia di dimostrare. Mi piace. Vuole mettere in difficoltà tutti per ritagliarsi spazio. Con questo sorriso e questa voglia si toglierà soddisfazioni». E ora l’ex bergamasco: «Spero di giocare con più continuità rispetto allo scorso anno per servire tanti assist. Quando si è presentato il Toro non ci ho pensato due volte. Juric mi può può aiutare molto a crescere. A Udine ero giovane e in una nuova realtà e per questo ho incontrato difficoltà. Anche a Bergamo ho giocato poco ma in entrambe le occasioni ho imparato molto. E ora sono pronto per il Toro. Voglio aiutare la squadra a vincere». LEGGI TUTTO

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    Toro, il piano di Juric per ottenere il meglio da Pellegri

    E così un guaio muscolare mette ko Sanabria, in stagione partito con le stimmate dell’attaccante che fa anche giocare bene la squadra, ma che segna poco, ed evoluto in questo 2023 a bomber di razza. Ha però forse giocato troppo, il paraguaiano che adesso si arrende a un infortunio dopo 30 partite disputate e 11 gol segnati in campionato. Non esce dal campo da novembre, quindi da prima dell’inizio del Mondiale: nel 2023 le sue gare sono state 20, i gol 9. Juric lo ha impiegato a ripetizione per cavalcarne la prolificità, ma anche per mancanza di alternative. Spesso, infatti, Pellegri non è stato disponibile per la lunghissima serie di problemi fisici che lo hanno frenato.

    Toro, l’ora di Pellegri

    Ora, però, l’attaccante sembra finalmente aver raggiunto una buona condizione: contro il Verona è entrato con il giusto piglio, e un suo diagonale non è andato in rete solo a causa dell’intervento con i piedi di Montipò che ha deviato in angolo. A Monza era rimasto in panchina, ma dopo che nel turno precedente era tornato al gol. Si ricorderà la sua partenza in campo aperto, e il tiro imparabile per Ravaglia. Si avrà memoria, pure, della sua esultanza polemica ai danni della tifoseria della Samp, come delle successive scuse rivolte ai blucerchiati. Un gesto gratuito, quello di Genova, subito stigmatizzato anche pubblicamente da Juric. Il quale con Pellegri sta portando avanti un lavoro specifico. Rivolto alla parte fisica, come a quella tattica e soprattutto mentale. Tante le carezze rivolte dal tecnico croato all’attaccante fortemente voluto al Torino. Uno, più che una carezza, era stato un vero e proprio caldo abbraccio.

    Juric e Pellegri

    Così aveva parlato, l’allenatore granata, alla vigilia del successo sul Bologna: «Pellegri deve migliorare in tanti aspetti, su troppe cose il livello è davvero basso. Se calcia con il destro va bene, mentre con il sinistro fa fatica: deve migliorare nella gestione della palla, ci sono davvero un sacco di cose da fare, con Pietro. Il potenziale però ce l’ha, quando lo vedi te ne accorgi e pensi che con lui valga la pena perdere tempo e lavorare. Il processo però è lungo, ci vorranno anni per farlo esplodere, non è questione di qualche partita o di alcuni mesi. Pellegri può diventare un top player, adesso però è al 10%. Altri sono buoni giocatori, ma top un è un’altra cosa: credo sia l’unico, in questo gruppo, che abbia le qualità per diventare un top». In altre circostanze Juric aveva evidenziato una notevole pazienza, nei confronti del centravanti che, come Sanabria, è legato fino al Torino da un contratto con scadenza 2025. Queste, infatti, erano state le parole del croato prima di affrontare la Roma: «Sta cercando un equilibrio, lo lasciamo libero di allenarsi con i ritmi che sente perché possa trovare pace con il suo fisico». Ora, con l’infortunio di Sanabria, la speranza del tecnico è che la maturazione di Pellegri possa subire una repentina accelerata. Fin dalla sfida di domenica contro la Fiorentina, in classifica appaiata a quota 49 al Toro (con lo stesso numeri di punti c’è pure il Monza): dovesse andare in gol, Pellegri salirebbe a 3 stabilendo il personale primato di reti, in A. Restano poche, è chiaro, ma in questa come nelle precedenti stagioni l’attaccante ha dovuto saltare tante partite, per un notevole assortimento di guai fisici.

    Torino, verso la Fiorentina

    Potrebbe così essere lui, a sostituire il paraguaiano contro i viola. Per quanto nella gara d’andata, decisa da una rete di Miranchuk (in dubbio, per domenica), il centravanti fosse stato Seck. Quella volta autore di una prestazione importante, al centro dell’attacco granata. Ci sono anche un paio di alternative, all’occorrenza: una porta a Karamoh, che però ha evidenziato di trovarsi molto più a suo agio partendo dalla fascia, l’altra a Vlasic, che però ugualmente ha dimostrato di trovarsi decisamente meglio potendo avviare l’azione dalla corsia. Questo mentre Pellegri ha voluto ricordare nonno Fernando, mancato lo scorso 30 agosto e che ieri avrebbe compiuto 85 anni: «Una tra le persone più importanti della mia vita. Ovunque tu sia auguri, nonno». Quel nonno decisamente complice, nella genoanità del figlio Marco (team manager del Torino) come del nipote Pietro. LEGGI TUTTO

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    Torino, in gruppo al Filadelfia c'è anche Pellegri

    TORINO – Allenamento a porte  aperte in casa Toro. Al Filadelfia entusiasmo e applausi per Ivan Juric e i suoi ragazzi. In gruppo si è rivisto anche Pietro Pellegri. L’attaccante è stato bersagliato dagli infortuni e cerca ancora una volta di mettersi a disposizione dopo una lunga assenza. Il tecnico croato lo ha sempre definito un potenziale campione, ma i guai fisici fin qui lo hanno bloccato. Assenti solo gli infortunati: Zima, Lazaro, Vlasic e Vieira. LEGGI TUTTO

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    Toro: Beidi e Pellegri in tv contro il razzismo

    La squadra del Torino (con in prima fila l’under 18 Beidi Gallea e Pietro Pellegri) è la protagonista della nuova puntata di “Offside Racism” (mettiamo il razzismo in fuorigioco), il programma di Rai Kids che ogni settimana apre una finestra sul calcio giovanile dei club di A. Appuntamento domani, venerdì 20 gennaio, alle ore 17.45, su Rai Gulp (canale 42 del digitale terrestre) e su RaiPlay. Il programma (giunto al secondo anno) è  realizzato con il patrocinio della Lega di Serie A. Ideato, scritto e firmato da Armando Traverso con Mario Bellina, Giovanna Carboni e Federica Romano (regia di Riccardo Menicatti), va in onda tutti i venerdì e ogni settimana porta in primo piano una squadra diversa. “La maglia del Toro mi ha insegnato che devo sempre mettere il cuore in quello che faccio”: con queste parole Beidi Gallea, difensore centrale della squadra Under 18 del Torino, aprirà la puntata di domani di “Offside Racism”. Beidi è nato in Mali, ma da quando ha tredici mesi vive in Italia. La sua passione per il calcio nasce quando ha tre anni. Da quel momento non molla mai il pallone fino a quando a otto anni non corona un piccolo grande sogno: entrare nel settore giovanile del Torino nel quale cresce fino ad arrivare a giocare nell’Under 18 dove milita attualmente.
    “COSì CONTRO IL RAZZISMO” – Per Beidi il calcio non è solo un divertimento o una professione ma anche un rifugio da tutto quello che di più brutto c’è nel mondo: fare parte di una squadra vuol dire avere sempre qualcuno su cui contare e tenere duro insieme, anche nei momenti più difficili.  E’ questo che gli ha insegnato il calcio a non mollare mai e condividere vittorie e sconfitte con i compagni, nel rispetto di tutti, anche degli avversari. Un rispetto che sui campi di calcio e soprattutto sugli spalti e tra le tifoserie alle volte manca. Lo sa bene Beidi che nella sua giovane carriera si è trovato vittima di insulti razzisti, di parole che fanno davvero male, soprattutto se a subirle è un ragazzo così giovane. E confessa alle telecamere quanto di fronte a quelle offese si sia sentito ferito ma anche come grazie all’aiuto della squadra sia riuscito a lasciarsele alle spalle e a relativizzare l’accaduto.
    PELLEGRI AL FIANCO – Le parole di Beidi sono una testimonianza importante del valore del calcio e dello sport nella lotta alle discriminazioni, una testimonianza che viene premiata da Pietro Pellegri, l’attaccante della prima squadra del Torino, che al termine della puntata dona al giovane calciatore la maglia ideata dalla Lega Serie A con la scritta “Keep Racism Out”, un simbolo concreto della campagna di sensibilizzazione di Lega Serie A contro ogni forma di razzismo e discriminazione. LEGGI TUTTO

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    Toro, Juric perde ancora Pellegri: ecco come cambiano i piani di Vagnati e Juric

    TORINO – Domani, venerdì 23 dicembre, alle ore 14.30 allo stadio Grande Torino, amichevole tra il Toro e la Cremonese. Non ci sarà Pietro Pellegri, che nell’allenamento di mercoledì 21 si è procurato un indurimento muscolare e dunque, per precauzione, non sarà schierato. Per il giovane attaccante continuano i problemi fisici. Di sicuro ci sarà Antonio Sanabria. E gli occhi saranno puntati su di lui. Il paraguaiano, che sino ad oggi sotto il profilo del gol ha deluso, deve dimostrare di essere ancora in grado di realizzare qualche rete necessaria alla squadra per fare il salto di qualità. Se il 26enne tra Cremonese e Monza (ultimo test) non si sbloccherà, la società a gennaio andrà alla ricerca di una prima punta in grado di raggiungere la doppia cifra. LEGGI TUTTO

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    Tempo scaduto: Sanabria, servono i gol

    TORINO – Dieci presenze e due soli gol. Il bottino di Tonni Sanabria, prima punta del Torino, è scarso. Il Toro ha bisogno di gol per diventare ambizioso e l’attaccante in questa prima parte di stagione ha dimostrato di non poter soddisfare le giuste esigenze della squadra. A dire il vero nel suo passato il paraguaiano non ha mai segnato molto: 14 gol in 54 partite al Betis, 9 in 39 match nel Genoa e 13 in 53 presenze in granata. In una sola stagione, calcolatrice alla mano, non riesce a raggiungere la doppia cifra. E questo per Juric è un problema. Il tecnico sperava che il giocatore riuscisse a raggiungere questo minimo traguardo per un bomber. E lo spera ancora, ma più passa il tempo e più le perplessità montano. E se a tutto questo aggiungiamo che Pellegri spesso si ferma per problemi fisici, il quadro è piuttosto preoccupante. E per questo motivo il direttore tecnico Vagnati sta setacciando il mercato alla caccia di un bomber vero. Con la partenza di Belotti nel reparto offensivo si sono aperte delle proprie e vere voragini. Sanabria gioca per la squadra, apre varchi, fa a sportellate, tiene palla e il più delle volte si rende utile. Ma tutto questo non basta.  Il giocatore nel ritiro spagnolo si sta allenando con grande impegno e punta a ripartire con il gol, già dalla ripresa del 4 gennaio contro il Verona, squadra tra l’altro che sembra interessata a lui. C’è grande voglia di riscatto da parte sua. Perché sa benissimo che nelle prime partite del mese di gennaio si gioca la permanenza in granata. Juric aspetta, ma la pazienza ha un limite.Iscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Torino, Pellegri e i postumi dell'infortunio di Bologna

    TORINO – Non c’è mai pace fino in fondo per Pietro Pellegri. Incredibile come la sfortuna continui a perseguitare un ragazzo schiavo dei suoi tantissimi infortuni. L’ultimo in ordine di tempo è l’emblema della malasorte: si fa male immediatamente dopo il calcio d’inizio contro il Bologna, scivolando malamente sulla propria caviglia. Una caduta che gli costa l’uscita dal campo, ma anche i seguenti forfait contro Sampdoria e Roma (sebbene si sia seduto in panchina all’Olimpico, ma solo per onor di firma). Un vero peccato, perché Pellegri stava vivendo un momento magico. Poteva diventare il bivio decisivo della sua stagione: il gol pesantissimo contro l’Udinese, ma anche la grande prestazione contro il Milan lo avevano rilanciato. Pietro sembrava avesse imboccato il sentiero della continuità, ma ancora una volta il suo corpo ha avuto idee diverse. E la caviglia, quella uscita malconcia dalla sfida contro il Bologna, non è del tutto sistemata. Ieri al Filadelfia, infatti, l’attaccante granata ha svolto una seduta personalizzata. Non ha lavorato coi compagni a puro scopo precauzionale: meglio prepararsi nella maniera migliore possibile alla partenza per il ritiro a Murcia piuttosto che forzare la mano a 36 giorni di distanza dalla prima gara ufficiale del 2023 contro il Verona. Sullo stesso argomentoTorino: Pellegri vuole bruciare i tempiTorinoGuarda la galleryBologna-Torino, Pellegri che sfortuna: si fa male dopo 2 secondi

    Il recupero di Pellegri

    Pellegri adesso pensa solo a stare bene. Anche durante la sosta ha lavorato tantissimo: tanta palestra, tanti dettagli curati alla perfezione per rispondere presente alla ripresa. Per farsi trovare in perfetta forma da Ivan Juric, il suo primo grande estimatore. Il tecnico non si è mai tirato indietro sulle qualità del giocatore: «Pietro ha la potenza giusta e i movimenti idonei per poter diventare un centravanti moderno. Senza dubbio, ha molte cose ancora da imparare perché è giovane e ha ancora poca esperienza di campo nella sua carriera, però ha il merito di essere un ragazzo che vuole imparare tanto. Mi auguro che, ora, trovi la continuità fisica per acquisire anche una giusta sicurezza mentale». Tutto passa dalla testa, ma se c’è un ambiente in cui Pellegri può esplodere è proprio quello granata. Intorno a lui si respira tantissima stima: aspetto indispensabile per un ragazzo molto sensibile, per un attaccante che si nutre della fiducia di società e compagni. Juric ci ha creduto per primo a Genova e adesso l’attaccante classe 2001 vuole ripagarlo: con i gol e con grandi prestazioni. Con poche parole e tanti fatti, il modo giusto per coltivare il rapporto con un allenatore che fa decidere soltanto il campo. Si giocherà un posto con Sanabria, ma è chiaro che l’attaccante del futuro del Toro non possa che essere Pietro. Quando sta bene le potenzialità di Pellegri non hanno limiti.  

    Sullo stesso argomentoPellegri è ancora koTorinoIscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO

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    Pellegri è ancora ko

    TORINO – Ripresa degli allenamenti per il Torino dopo le due settimane scarse di ferie. Per Juric la possibilità di iniziare l’esame dei compiti delle vacanze svolte dai granata, prima sulla bilancia e poi in campo.

    Al Fila senza otto titolari

    Con alcune limitazioni: Ola Aina, reduce dalla lesione miotendinea del bicipite femorale sinistro, ha svolto soltanto terapie, mentre Schuurs si è limitato a un lavoro differenziato e Pellegri a un programma personalizzato. Si pensava potesse essere più agevole, il recupero da quell’assurdo infortunio dopo pochi secondi dall’avvio di Bologna-Torino. E invece la caviglia dell’ex del Milan non guarisce del tutto («C’è contusione ossea», spiegava Juric prima della sosta per non derubricare a minimo il guaio del centravanti): il tempo per recuperare comunque c’è, visto che anche domani e fino al 6 dicembre i granata si alleneranno al Filadelfia, quindi il 7 partiranno per proseguire il lavoro, ma a Murcia dove le massime stagionali toccano i 20 gradi. Nelle prime prove tattiche il ruolo di centravanti è quindi interpretato da Sanabria, con Karamoh secondo attaccante. Il tecnico granata non può infatti contare nemmeno su Vlasic e Radonjic, ora al Mondiale con Lukic, Rodriguez e il portiere Milinkovic-Savic.
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