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    De Bruyne, è tridente Napoli: “Dopo Guardiola, ora Conte: un fenomeno”

    Napoli, Kevin De Bruyne si presenta: la conferenza stampa

    “I primi tre motivi per cui ho scelto Napoli? Dal punto di vista della competitività è il posto migliore per me, hp la possibilità di dimostrare le mie qualità. Il Napoli è campione d’Italia, ha mostrato tutte le sue qualità. Cambia molto rispetto all’Inghilterra, ma anche questo mi rende molto entusiasta. Ho voglia e qualità per essere competitivo a questo livello. Cambia il clima rispetto all’Inghilterra e volevo dimostrare di poter giocare al più alto livello. Quando Manna è venuto a mostrarmi il progetto sono rimasto entusiasta, credo che Napoli sia stata la miglior scelta per me”. Kevin De Bruyne mette subito le cose in chiaro, e avverte gli scettici: la voglia di stupire c’è e sarà la guida per tutto il prossimo campionato.

    E sulla Serie A il belga spende delle belle parole: “Ci sono tante squadre con tanta qualità in questo campionato, ma il nostro obiettivo è fare bene su tutti i fronti. Speriamo di piazzarci il più alto possibile in campionato e fare un bel percorso. Devo vedere come adattarmi alla squadra, a Napoli cambia parecchio rispetto a quello a cui ero abituato al Manchester City. È una nuova esperienza per me, ad alto livello, e ne sono entusiasta. Sono appena arrivato e ho il tempo per adattarmi, sono molto sereno”.

    Kevin De Bruyne su Lukaku e il numero 10

    Quanto è stato importante il ruolo svolto da Romelu Lukaku (amico e compagno di Nazionale) nell’accettare la proposta del Napoli? “Ho chiamato sia Lukaku che Mertens per avere le loro opinioni su città e squadra. Mi hanno dato informazioni, ma è stata alla fine una mia decisione, presa insieme alla mia famiglia. Romelu è rimasto molto contento quando ha saputo che sarei venuto qui. Lo conosco da quando avevamo 13 anni, è un’amicizia stretta, abbiamo anche convissuto al Chelsea per 2-3 mesi quando eravamo a Londra. Conosco Romelu, è qualcuno che conosce già l’allenatore e la squadra, ma ripeto che è stata una mia decisione al 100% e non ho rimpianti”.

    Ai più non è passato inosservato il numero 10 indossato dal belga in allenamento. La stessa sorpresa che ha provato anche De Bruyne: “Sono rimasto un po’ sorpreso a dir la verità perché sapevo che il numero di Maradona fosse stato ritirato. È stato un bel gesto da parte della società. Ma non credo che mi dia più responsabilità, anche perché quanto si gioca in una grande squadra come il Napoli la pressione c’è già. Qui si vuole vincere e la pressione c’è, il numero non cambia nulla. Maradona è una leggenda, ha fatto la storia, ne sono orgoglioso ma io sono De Bruyne e voglio essere me stesso. Voglio fare belle prestazioni per dare gioia ai tifosi”.

    E sulle ragioni della “scelta napoletana”: “È stata la prima volta nella mia carriera in cui mi sono trovato in una situazione del genere, è la prima volta che passo a parametro zero in un’altra società. Man mano che avanzava il tempo durante la scorsa stagione, cominciavo a sentirmi stressato. Il Napoli ha presentato il suo progetto, così come altre società. Questo progetto è molto diverso in merito a stile di vita e competitività rispetto a ciò a cui ero abituato. Napoli è stata la scelta migliore per me. Qui è tutto diverso, c’è il sole, ma io sono un calciatore e voglio essere competitivo e performante, voglio dimostrare di poter essere così, voglio dimostrare le mie qualità, devo ancora dimostrare quello di cui sono capace”.

    Su Conte e le differenze con Guardiola

    De Bruyne sulle differenze tra Conte e Guardiola: “Non ho parlato ancora molto con l’allenatore, abbiamo fatto un paio di sedute in campo in cui ci siamo parlati, ma in campo. Lo conosco perché ha allenato Chelsea e Tottenham in Premier, anche se allora giocava a cinque ed è diverso rispetto al nostro modulo attuale. So che è molto tattico. Il fatto che un allenatore di questo calibro, uno tra i migliori degli ultimi dieci anni, è un gran bel segno. Credo di poter imparare tanto con lui, ma finora abbiamo fatto solo due sedute. Ora mi sto guardando intorno, vedo cosa fa la squadra. Credo che a inizio campionato sarò pronto, sfrutto questo tempo per vedere come funziona la squadra, come lavorano allenatore e staff, in 5-6 settimane sarò pronto”.

    E sul “peso” di Conte nella scelta: “Aiuta sicuramente la presenza di un allenatore così. È bello poter lavorare con lui. Ho lavorato con Guardiola 9 anni, ma poi ho lavorato anche con altri ottimi allenatori prima. Ogni allenatore ha il proprio stile. Tutti gli allenatori più bravi siano fenomenali dal punto di vista tattico, sono un po’ pazzi, un po’ come noi giocatori. Non credo che la squadra venga costruita attorno a me. Io posso dare il mio contributo con la mia esperienza, ma sostanzialmente sono qui per aiutare la squadra a crescere. Darò il 100%, ci saranno tante partite e servirà il contributo di tutti”. LEGGI TUTTO

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    Come il cambiamento climatico sta influenzando lo sport: cambiano i calendari di Serie A e Champions League?

    Il cambiamento climatico sta progressivamente alterando molteplici aspetti della nostra vita quotidiana, e lo sport, nella sua organizzazione e nella sua fruizione, non fa eccezione. In un contesto in cui le estati diventano sempre più roventi e gli inverni sempre meno rigidi, anche i calendari delle competizioni sportive più importanti d’Europa — come la Serie A e la Champions League — potrebbero presto subire trasformazioni sostanziali. Non si tratta più solo di una possibilità remota, ma di un’ipotesi che comincia a trovare fondamento concreto tra gli addetti ai lavori, esperti climatici e dirigenti sportivi. Attualmente, le principali competizioni calcistiche europee prevedono una pausa invernale relativamente breve o, in alcuni casi, nulla affatto, mentre i campionati iniziano già ad agosto, in piena estate.

    Come cambiano i calendari

    Ma alla luce dell’aumento costante delle temperature, e soprattutto delle sempre più frequenti ondate di calore estremo, questa struttura potrebbe diventare insostenibile. Si profila all’orizzonte un possibile cambiamento radicale del calendario sportivo, che vedrebbe una pausa estiva più lunga, con l’inizio delle competizioni spostato a settembre, e un prolungamento della stagione calcistica verso i mesi primaverili, quando le condizioni meteo risultano ormai più favorevoli.

    “Giocare ad agosto non è più sostenibile”

    Secondo quanto dichiarato da Peppe Caridi, direttore di MeteoWeb, una delle principali testate meteorologiche italiane specializzata in previsioni meteo, questo scenario è tutt’altro che fantasioso. “Negli ultimi anni abbiamo assistito a un cambiamento netto delle condizioni climatiche nei mesi invernali”, ha spiegato Caridi. “Le ondate di gelo sono sempre più rare, le nevicate significative quasi assenti, mentre d’estate si raggiungono spesso temperature che mettono a rischio la salute stessa degli atleti. Pensare di giocare a calcio a metà agosto con 40°C non è più sostenibile. Il futuro dei calendari sportivi sarà necessariamente riorganizzato in funzione delle nuove esigenze climatiche”.

    Le soluzioni di Uefa e Lega Serie A

    Queste parole non arrivano a caso. L’estate 2022, ad esempio, è stata una delle più calde mai registrate in Europa, con diverse partite giocate in condizioni limite, e il trend si è confermato anche negli anni successivi. Oggi, la preoccupazione non è solo quella degli atleti, ma anche dei tifosi, dello staff tecnico, degli operatori sanitari e persino delle emittenti televisive, costrette a ripensare alla fruizione degli eventi sportivi in orari diversi, più compatibili con la sopportazione del caldo. Anche l’UEFA e la Lega Serie A stanno iniziando a monitorare con attenzione l’evolversi della situazione, studiando soluzioni che possano mitigare l’impatto climatico sul calcio professionistico. Non si esclude che già nei prossimi anni si possa assistere a una revisione completa del calendario, non solo per motivi sanitari e ambientali, ma anche per garantire la massima competitività e qualità dello spettacolo in campo.

    Ipotesi slittamento date

    Dopotutto, le performance atletiche sono fortemente condizionate dalla temperatura e dal tasso di umidità, elementi che influiscono su resistenza, rischio di infortuni e rendimento fisico. L’ipotesi più accreditata prevede dunque una rimodulazione dei periodi di attività, con un progressivo spostamento delle date d’inizio di Serie A e Champions League a settembre, per evitare l’esposizione al caldo torrido di agosto. Allo stesso modo, l’inverno non rappresenta più un ostacolo significativo: “Se prima si temevano i mesi invernali per via di ghiaccio, neve e temperature rigide, oggi possiamo affermare che gennaio e febbraio sono spesso miti, specie nelle grandi città italiane”, aggiunge Caridi. La Realtà del riscaldamento globale, quindi, si riflette non solo sull’ambiente, ma anche su uno degli ambiti più popolari e seguiti al mondo: il calcio. Lo sport dovrà adattarsi, come tante altre componenti della società, alle mutate condizioni del pianeta.

    Il cambiamento climatico non fa sconti

    E mentre si discute di transizione ecologica, sostenibilità e rinnovamento energetico, il pallone potrebbe presto rotolare su campi ben diversi da quelli a cui siamo abituati — non per geografia, ma per stagione. Con la pressione crescente dell’opinione pubblica, dei sindacati degli atleti e delle stesse federazioni sportive, è plausibile che già entro i prossimi cinque-dieci anni assisteremo a un vero e proprio riassetto del calendario calcistico internazionale, dettato dalla necessità di rispettare non solo le logiche sportive, ma anche quelle climatiche. Il cambiamento climatico, in fondo, non fa sconti a nessuno. Nemmeno alla Serie A o alla Champions League. LEGGI TUTTO