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    In una difesa a scadenza, Bastoni è la certezza dell'Inter

    Il Cies, incrociando una mole di dati statistici, ha eletto il difensore come l’Under 25 più incisivo al mondo: ci ha messo qualche partita per entrare in forma, ma al momento è l’unica certezza del reparto per il futuroQualcuno ormai se lo sarà dimenticato, ma all’inizio della sessione di calciomercato anche il nome di Alessandro Bastoni era circolato per qualche giorno come possibile sacrificio dettato dalle necessità economiche dell’Inter. È durato pochissimo, perché il diretto interessato si è messo di traverso e ha fatto sapere subito che da Milano non si sarebbe mosso, un secco “no” alla Premier League. In un reparto di centrali puri tutti in scadenza di contratto, lui è l’unico a essere legato alla maglia nerazzurra a lungo termine. LEGGI TUTTO

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    Vlahovic e questa Juve: come distruggere un investimento

    Servito poco e male, senza palloni in profondità e dalle fasce, con le sole palle inattive come valvola di sfogo: viaggio nel momento no di un bomber che riflette quello di tutta la squadra Come distruggere un investimento da 80 milioni, ingaggi esclusi, sennò si sfonda quota cento. Ieri sera Dusan Vlahovic non ha mai tirato una volta nello specchio della porta del Benfica. Unica eccezione il gol che gli è stato annullato per fuorigioco di De Sciglio, una conclusione che però non fa statistica, perché azzerata dallo sbandieramento del guardalinee. Zero tiri in porta di Vlahovic e minimo coinvolgimento nella produzione offensiva. LEGGI TUTTO

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    Inzaghi cambia mezza squadra a partita: guida al turnover dell'Inter

    Dopo il derby l’allenatore ha cominciato una rotazione di massa che sta iniziando a dare ottimi frutti. Dalla porta fino all’attacco spazio al trasformismo. Altroché rigiditàCambia che ti passa. C’era una volta un Simone Inzaghi che tendeva ad affidarsi solamente ai fedelissimi, ora quell’allenatore non c’è più. L’Inter cambia volto spesso e varia nei suoi interpreti con regolarità, perché il tecnico ha bisogno di tutti – come spesso ripete ai microfoni – e il turnover permette di distribuire fiducia e riposo ai vari componenti della rosa. Certo, esiste una buona componente di rischio, ma le due vittorie consecutive contro Torino e Viktoria Plzen sono un buon riscontro. LEGGI TUTTO

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    Juve-Allegri, dietro le parole di Arrivabene: il club è preoccupato, gli scenari per la panchina

    I conti del piano pluriennale si fondano anche sul passaggio alla seconda fase di Champions. Il tecnico sul banco degli imputati mai come ora: le sue valutazioni, le alternative sul mercato e la questione della tempistica Al di là dello spirito di voler fare una battuta più che dichiarare una presa di posizione del club, il giudizio su Allegri espresso dall’a.d. della Juventus Maurizio Arrivabene nel pomeriggio prima di Juve-Benfica – “lo paghi tu quell’altro che viene?” a un tifoso che chiedeva l’esonero – ha colpito per ragioni di opportunità, distante dall’atteso voto di fiducia al tecnico e per questo apparentemente maldestra. “Apparentemente” perché è altrettanto superficiale pensare che Arrivabene non conosca le leve della comunicazione e quando parla fuori dal canovaccio l’unica spiegazione possa essere l’ingenuità. La proprietà che lo ha messo in quel ruolo ne conosce le caratteristiche anche dialettiche. Ed è già successo, vedi gestione del rinnovo di Dybala, che Arrivabene decida di ricoprire il ruolo scomodo di quello che per la prima volta mette sul tavolo in un certo modo argomenti meno piacevoli, col rompendo il ghiaccio sulle questioni più delicate. LEGGI TUTTO

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    Più minuti ma ragionati: così Barella punta a tornare al top

    Confronto decisivo tra il centrocampista dell’Inter e Simone Inzaghi: pure lui riposerà per… volareDa circa una settimana Simone Inzaghi ha iniziato con successo una complessa operazione di soccorso: si è calato con una corda nel pozzo buio in cui era precipitata la sua Inter dopo Milan e Bayern e la sta riportando alla luce un metro alla volta. Ci vorrà tempo ancora per rivedere definitivamente il sole, per giocare con la testa sgombra e le gambe agili, serviranno anche partite più insidiose di quella di Champions, vinta due giorni fa contro i tenerissimi cechi del Viktoria Plzen. Ma servirà, soprattutto, la definitiva accensione del motore interista: Nicolò Barella. LEGGI TUTTO

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    Genoa e Parma, sveglia prima che sia tardi

    TORINO – Meglio invertire la rotta, prima che sia troppo tardi. Al via della stagione, gli scommettitori consideravano Genoa e Parma come la prima e la terza squadra favorita per la A (secondo il Cagliari). Dopo l’ultima uscita, in cui entrambe hanno perso la prima partita (liguri ko a Palermo 1-0, emiliani sconfitti 2-3 in casa dalla Ternana), sono emersi i primi dubbi, mentre il duo di testa, Reggina e Brescia, allungava a 4 punti dal Genoa e già a 6 dal Parma. Anche prima della caduta di Palermo, i rossoblù non avevano particolarmente convinto. Vero, nelle precedenti trasferte s’erano imposti a Venezia e Pisa, ma nulla di travolgente. Così come le uscite a Marassi, che hanno portato solo pareggi (0-0 col Benevento, 3-3 proprio col Parma). E’ ancora lecito definire il Genoa una corazzata perché nessuno ha fatto un mercato come il suo, dunque il tecnico tedesco Blessin inizia a essere bersaglio della critica e di parte della piazza che a giugno comunque aveva accettato la sua conferma, caso più unico che raro dopo una retrocessione. Di Blessin, non convince soprattutto l’utilizzo di Coda, cioè il capo-cannoniere della B negli ultimi due tornei. Nel 4-2-2-2 del tedesco, gioca davanti in coppia con Ekuban. Ma spesso si pestano i piedi e Coda è costretto ad arretrare e giocare da rifinitore per Ekuban, come a Palermo: gli ha servito due assist d’oro che l’italo-ghanese non ha (clamorosamente) trasformato in gol. E’ possibile che per l’uscita di sabato in casa col Modena, Blessin provi qualcosa di diverso, anche un cambio di modulo o, più probabilmente, Puscas al posto di Ekuban. In generale, il Genoa in campo deve però disfarsi di un atteggiamento presuntuoso e controproducente, che in B ha già spento, nelle scorse annate, le ambizioni di tante illustri squadre che non sono riuscite a tornare in A dopo la retrocessione. Come accadde al Parma un anno fa. Pecchia, coraggiosamente, dopo la promozione con la Cremonese, ha rinunciato alla A perché stuzzicato dalla scommessa Parma. Ma non è semplice spalare le macerie delle due precedenti annate fallimentari degli emiliani. Prima di sabato scorso, Pecchia sembrava poter imprimere la svolta, anche se aveva vinto una sola volta (col Cosenza) e raccolto 3 pari (con Bari, a Perugia e a Genova). Il 2-3 subito dalla Ternana, con gli umbri capaci d’imporsi nel finale dopo essere andati per due volte sotto, ha riproposto le fragilità che il Parma aveva mostrato nella scorsa stagione con Maresca e Iachini. Sabato gli emiliani vanno in casa del tosto Ascoli (che a Perugia nell’ultimo turno ha raccolto il primo ko stagionale), e sa già di sfida-verità. Anche se patron Krause, durante la presentazione del neo dt Fournier, si è detto soddisfatto dell’avvio di stagione. I tifosi un po’ meno. E ad Ascoli, saranno out per infortunio Ansaldi e Mihaila, ko pesanti. Dovrebbe essere confermato fra i pali Buffon, anche se il suo rientro è coinciso col primo ko stagionale.Iscriviti al Fantacampionato Tuttosport League e vinci fantastici premi! LEGGI TUTTO