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    Lazzari non vuole lasciare la Lazio: la verità sui social

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    Il piano di Giuntoli per rifondare la Juve: non solo Koopmeiners

    Rincorsa all’Inter, SuperChampions, Mondiale per club: con la squadra di oggi, con l’organico di oggi, la prossima stagione della Juventus rischierebbe di trasformarsi in una delusione. Se il 2024 si conclude con il terzo posto e con la vittoria della Coppa Italia, alla Continassa possono essere soddisfatti. Potrebbero essere di meno i punti che dividono i bianconeri dai futuri campioni d’Italia, ma la distanza è comunque netta e per ridurla, visto come si sta già muovendo l’Inter (già presi Taremi e Zienlinski), il lavoro di Giuntoli sarà durissimo. 
    La chiarezza prima di tutto: il post Allegri 
    Ma prima dei giocatori la Juve deve individuare la sua linea strategica, deve stabilire le sue reali ambizioni e soprattutto deve fare chiarezza. A chi affidare il nuovo corso tecnico? Dalle ultime parole di Elkann è chiaro che la storia con l’Allegri-bis è arrivata in fondo. Il futuro non prevede la presenza del tecnico livornese e allora va individuata quanto meno la figura del nuovo allenatore. È un amante della tecnica? Se sì, il centrocampo attuale va quasi tutto rifatto, vanno cercati esterni di qualità e difensori capaci di impostare il gioco da dietro, tipo Stones. O invece è un allenatore che predilige la forza d’urto, la pressione e, come si dice da un po’ di tempo, la riaggressione? Uno alla Klopp, insomma. Allora servono mezze ali che spingono e recuperano, alla Barella tanto per fare un altro esempio.  
    La storia della Juve e la voglia di vittorie
    Torniamo però al primo punto: può la Juve puntare davvero allo scudetto? Può individuare fra i suoi obiettivi una lunga permanenza nella nuova Champions e nel Mondiale per club? In definitiva: può tornare la Juve che il mondo conosce? Per restituirle la grandezza di un tempo c’è bisogno di un mercato sfarzoso che le risorse attuali non garantiscono. A Berlino, nella finale di Champions contro il Barcellona, il centrocampo della Juventus era formato da Pirlo, Marchisio, Vidal e Pogba. Per tornare a quella categoria, il centrocampo della Juve di oggi va rifondato. La squadra ha bisogno di aumentare lo spessore per migliorare il gioco, non proprio incantevole in questa stagione. Koopmeiners sarebbe una soluzione eccellente, ma l’Atalanta non regala i suoi giocatori e se per arrivare all’olandese la Juve deve cedere uno dei suoi pezzi migliori, la situazione cambia poco. Si alzerebbe il tasso tecnico anche con un trequartista tipo Gudmundsson, però nemmeno il Genoa fa sconti. 
    La rosa e le scelte sul mercato
    Va bene Szczesny e va bene Bremer, ma dietro vanno acquistati difensori di peso soprattutto se Danilo se ne andrà a fine anno. In mezzo al campo si devono individuare elementi di maggior qualità tecnica, soprattutto se a Rabiot non sarà rinnovato il contratto. Si parlava di Stones poco sopra, in Italia uno Stones in formato ridotto è Calafiori che in ogni caso potrebbe essere utile. E poi c’è il problema dell’attacco. Terza in classifica, la Juventus ha il sesto attacco del campionato nonostante i 15 gol di Vlahovic, vice capocannoniere della Serie A dietro a Lautaro Martinez. Rispetto all’Inter ha 20 punti in meno ma soprattutto ha 32 gol in meno. È una differenza enorme. Non solo, di Vlahovic si dice che, visto l’ingaggio, potrebbe lasciare Torino. Questo è un pericolo da evitare. Chiesa sta riempiendo la sua stagione di punti interrogativi: per Allegri è uno da 15 gol (mah), ragione per cui lo ha spostato dalla fascia al centro, però per adesso di gol ne ha fatti sette, di cui quattro nelle prime cinque di campionato. Colpa degli infortuni, è vero, però non ne esce fuori; Kean è disperso; Milik gioca pochissimo e segna pochissimo; Kostic gioca tanto e segna poco. Ci vogliono naso, intuito e un po’ di fortuna. Se la Juve non può acquistare Kane e tanto meno Mbappé, può tentare il colpo a sorpresa, deve pensare ad alternative ma di un certo spessore. Tre nomi come esempio: Guirassy dello Stoccarda, Openda del Lipsia e David del Lilla.  LEGGI TUTTO

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    Il Psg accelera per Osimhen, ma la clausola è ancora lontana

    NAPOLI – Il Psg si avvicina a Victor Osimhen. Però a piccoli passi, considerando le proporzioni, le intenzioni iniziali e il valore della clausola rescissoria inserita nel contratto del giocatore. I primi contatti, comunque, sono partiti, con una previsione di spesa che per il momento non si avvicina ai 130 milioni dell’escape: il club di Al-Khelaifi, per ora, sarebbe intenzionato a investire più o meno 90 milioni di euro tra base fissa e bonus. Quaranta milioni meno dell’opzione da accendere per liberare Victor, davanti al suo consenso, senza possibilità di opposizione del Napoli. Una storia destinata a proseguire e ad arricchirsi di altri capitoli, nuovi pretendenti, magari colpi di scena: Osi è corteggiato anche in Premier, con il Chelsea in prima fila e lo United e l’Arsenal che seguono a ruota. Ma certe posizioni di classifica rappresentano un notevole ostacolo: i Blues sono noni, a 16 punti dalla zona Champions, mentre il Manchester è sesto a -11.  
    I rapporti tra il Psg e il Napoli: tutti gli affari
    Nel frattempo, Nasser lavora. Forte anche di un rapporto consolidato con De Laurentiis: negli anni hanno viaggiato da Napoli in direzione Parigi prima Lavezzi, poi Cavani e infine Fabian Ruiz nell’estate precedente allo scudetto. Per un pelo è scappato via il quarto affare, ancora alla vigilia del trionfo: Keylor Navas in azzurro. Il Psg acquistò i due attaccanti accendendo proprio la clausola rescissoria, 31 milioni per il Pocho nel 2012 e 64 per il Matador nel 2013, mentre Fabian è stato preso versando 23 milioni: la somma di tutti e tre non copre il valore della clausola di Osimhen, uomo valutato 130 milioni di euro e soltanto per l’estero.  
    Napoli, il valore di Osimhen
    De Laurentiis, per il suo centravanti, non è intenzionato a fare sconti. O comunque non chissà quali e quanti: se Osi non andrà via per l’importo della clausola, la sua dovrà essere una cessione record. E ciò significa che 90 milioni non basteranno: si vedrà, si tratterà, la storia è soltanto al prologo e il grande giro dei centravati d’Europa non è ancora partito. In Premier, dicevamo, Osi annovera estimatori di lunga data: il Chelsea ci aveva provato anche un anno fa, ha intenzione di riprovarci ma al di là delle problematiche di classifica deve anche realizzare ingenti cessioni per soddisfare i parametri del fairplay ed evitare sanzioni in Premier; lo United alla fine investì su Hojlund; l’Arsenal osserva. E così, a conti fatti, toccò sempre al Psg fare la mossa più concreta nell’estate 2023: offrì 150 milioni, ma De Laurentiis rifiutò. Era il periodo del duecentino. Osimhen, tra l’altro, è molto legato a Parigi, alla città: ci va spesso, ha amici, affetti e non solo. È un ambiente che conosce perfettamente, anche dal punto di vista del calcio: è proprio in Ligue 1 che giocava quando nel 2020 lo acquistò il Napoli. All’epoca era del Lilla. Ed erano altri tempi: sono trascorsi anni e sono successe tante cose. E tanti sono stati anche i gol: l’ultimo domenica scorsa a Monza, volando a 223 centimetri da terra fino a dare il cinque al cielo. Un gesto atletico fenomenale, l’ennesimo. Del resto, è un centravanti speciale. Valutato come uno speciale: lo sanno tutti, da Napoli a Parigi.   LEGGI TUTTO

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    Tutto sul mercato di gennaio 2020

    Le squadre in difficoltà lo vedono come un’ancora di salvezza. Le squadre che stanno andando bene, invece, vogliono blindare i propri gioielli in vista del suo arrivo. Stiamo parlando della sessione invernale di calciomercato. Nemmeno il tempo di godersi gli acquisti dell’estate, che già i tifosi possono ricominciare a sognare nuovi arrivi. Mercato di riparazione, […] LEGGI TUTTO

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