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    Conte: “Empoli difficile. Napoli? Lavori in corso, c’è troppa esaltazione”

    Empoli-Napoli, parla Antonio Conte
    Sono passati solo due mesi dall’inizio del campionato, è già possibile stilare un primo bilancio? “Siamo con il cartello lavori in corso, non può essere altrimenti dopo soli tre mesi altrimenti si andrebbe a sottovalutare un po’ tutti il percorso che c’è da fare in una fase di ricostruzione come la nostra. Però c’è sicuramente la soddisfazione del lavoro, stiamo lavorando tanto e bene, con un gruppo di ragazzi che ha voglia di lavorare e questo è ciò che conta di più. Ho un gruppo disponibile, c’è voglia di fare questo percorso e nei momenti di difficoltà dovremo essere forti tutti, quando le cose vanno bene è molto più semplice per tutti, ma so bene che durante questo percorso ci saranno momenti in cui conterà essere forti di testa, di cuore, di persona”.
    Si torna dopo due settimane di stop, quali sono le sensazioni? “Ho percepito troppa esaltazione, per fortuna torniamo a giocare. Sono stati 15 giorni in cui c’è stata un’esaltazione esagerata, sono passate solo 7 giornate. Ci fa piacere ricominciare da quella posizione, ma sappiamo benissimo che la classifica è corta, in 4 punti sono racchiuse tante zone e dovremo essere bravi a ripartire nella giusta maniera”.
    Il ritorno dei calciatori dalle nazionali non è stato dei migliori: “La sosta ci ha portato dei problemi, Lobotka è tornato con un problema al flessore, non è un problema gravissimo però bisogna affrontarlo e recuperare, inevitabilmente dispiace perché si stava esprimendo a livelli molto alti, al tempo stesso sarà l’occasione per vedere Gilmour, l’ho detto più volte che era uno di quelli che stavo penalizzando di più vedendo gli allenamenti, siamo sereni ed ho sempre detto che per costruire squadre forti e durature per competere in questi 3 anni bisogna essere bravi a riempire le caselle con doppi titolari. Abbiamo appena iniziato. Dietro a Lobo c’è sicuramente uno forte, dispiace, speriamo recuperi quanto prima, ma grande fiducia in Billy che dà garanzie”.
    Sull’Empoli, avversario ostico con la miglior difesa del campionato: “Parliamo di una squadra che ha subito l’unica sconfitta prima della sosta, negli ultimi minuti e su un campo difficile, contro la Lazio all’Olimpico. E’ molto ben organizzata, ha calciatori interessanti, sappiamo benissimo che il presidente Corsi è lungimirante, da tanti anni nel calcio ed ha creato qualcosa di sostenibile e crea sempre difficoltà agli avversari. Storicamente ho letto che Empoli è sempre stato un campo difficile, la storia va rispettata, ma bisogna essere pronti a scriverne altre, sappiamo che sarà difficile per la loro forza.
    Su Roberto D’Aversa: “Hanno un allenatore bravo che è anche un mio amico, oltre ad essere un professionista è anche una persona perbene e sono contento che si sta togliendo soddisfazioni. Dovremo fare attenzione. Ho letto anche delle dichiarazioni di alcuni giocatori che parlano di organizzazione e spirito di sacrificio e noi dovremo avere ancora più spirito per ottenere un risultato su un campo difficile”.
    Conte: “Ragioniamo di partita in partita”
    Dopo la sosta si apre un tour de force che potrebbe incidere molto sul cammino degli azzurri: “Chi mi conosce sa benissimo che non guardo oltre la prima partita, cerco di trasferire questo a tutti quelli che lavorano con me. Abbiamo l’Empoli che sta mettendo in difficoltà tutte le squadre, dovremo fare grande attenzione. Chi guarda dall’esterno è molto più superficiale, leggero nel dire che le prossime due sono alla portata e poi ci saranno tre più impegnative. Ogni gara va giocata, la prossima è quella della vita, ragioniamo di gara in gara, non si vince sulla carta, ma c’è il campo verde, l’arbitro, i tifosi, e dobbiamo dimostrare quel giorno lì di meritare i 3 punti. Poi arriverà quella dopo. Sarebbe sciocco pensare a lungo termine, ogni gara è difficile! Tutte quelle che abbiamo giocato e con l’Empoli sarà difficile. Alla sosta tireremo le somme, ma quando arriverà la sosta, quando arriverà! Oggi indirizziamo il nostro destino”.
    Come sta vivendo la pressione da quando è arrivato sulla panchina del Napoli? “La vivo come una responsabilità, la mia precisa responsabilità è riportare il Napoli a costruire una squadra solida che possa avere ogni anno l’ambizione di poter lottare per qualcosa di importante. Sento questa pressione, ma poi capisco: a me piace vivere la città e quando ti scoprono sotto il cappello e gli occhiali ti dicono ‘mister, lo Scudetto’ ed io rispondo ‘pazienza’, le vittorie si costruiscono, non si inventano, può capitare di inventarle improvvisamente, ma ciò che mi sento di garantire è di ricostruire fondamenta solide che possano durare nel tempo. Per il resto dico pazienza, sapendo che l’obiettivo è rendere orgoglioso il popolo napoletano”. LEGGI TUTTO

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    Il Napoli di Conte va più forte dell’Inter di… Conte: i dati che sorprendono

    NAPOLI – Antonio Conte di Napoli ha migliorato Conte Antonio dell’Inter, quello dello scudetto. Stagione 2020-2021, i futuri campioni d’Italia sono settimi in campionato con 12 punti alla settima giornata e un carnet di 3 vittorie, 3 pareggi e una sconfitta, con un totale di 16 gol realizzati e 11 subiti. Stagione 2024-2025, i giorni nostri: dopo sette giornate gli azzurri sono al primo posto con 16 punti, frutto di 5 vittorie, un pareggio e una sconfitta, e di un cammino scandito da 14 gol segnati e 5 incassati. Il presente racconta esattamente questo dato: l’avvio del Napoli di Conte è stato migliore di quello dell’Inter di Conte che a fine stagione festeggiò il diciannovesimo titolo della sua storia, con Romelu Lukaku nominato miglior giocatore del campionato. E oggi attaccante del Napoli del signor Antonio: fatalità.  
    Il futuro
    Il futuro ovviamente è un’incognita e in giro non sono stati segnalati indovini o profeti, ma per il momento va molto bene così: è la certificazione di un lavoro splendido, un’opera compiuta in soli 100 giorni (domani). Sono le fondamenta su cui, se il ritmo delle prossime ballate continuerà a essere rock, tra un po’ il Napoli potrà pensare di appoggiare sogni da costruire con perizia anche superiore. Si vedrà, a suo tempo. 
    Il cammino
    Ora, cioè domenica alle 12.30, i ragazzi arrembanti di Conte affronteranno l’Empoli, l’Empoli di un amico fraterno (D’Aversa) che di spianare la strada non avrà la minima intenzione, e a seguire dovranno cimentarsi con il Lecce, il Milan, l’Atalanta e l’Inter. Gran finale, ultima tappa prima della prossima sosta. Il giorno di un giudizio che avrà un bel valore, importante e indicativo: dall’ottava giornata in poi, infatti, l’Inter 2020-2021 costruì lo scudetto con una rimonta pazzesca alimentata da 8 vittorie consecutive, tanto per cominciare. E così, beh, calma e sangue freddissimo: Conte ha ereditato un Napoli nel caos, ridotto a brandelli, e lo ha rigenerato restituendogli anima, spirito, autorevolezza, punti. E arrivederci alle prossime puntate.  
    In attesa
    Il confronto, però, è confortante e anche entusiasmante considerando la forza e lo spessore di quell’Inter – capace di chiudere a 91 punti, 12 più del Milan -, ma il periodo davvero utile a tirare le somme e a stilare una griglia attendibile in vista del traguardo comincerà adesso. Dall’ottavo turno all’inizio del 2025, a cavallo tra la fine del girone d’andata e l’inizio di quello di ritorno. Certi obiettivi restano in attesa, congelati, ma è un discorso che vale per tutti: la classifica è un amen e il Napoli ha soltanto 2 punti più dell’Inter; 3 più di Juve, Lazio e Udinese; 5 più di Milan e Torino; 6 più di Atalanta, Roma, Empoli e Fiorentina. E così, beh, conviene non andare troppo oltre con i pensieri. Meglio soffermarsi sul weekend: il Napoli sfilerà a Empoli e parallelamente si giocheranno Juventus-Lazio e Roma-Inter. Si comincia a giocare su più campi. 
    La difesa
    Di certo, tornando al prestigioso confronto tra il Napoli di Antonio e l’Inter di Conte, c’è un dato che appare fondamentale: la tenuta difensiva. In sette giornate i campioni del 2020-2021 subirono 11 gol (35 alla fine), mentre gli azzurri sono a quota 5 con una postilla: 3 tutti alla prima con l’Hellas a Verona, unica sconfitta stagionale, e gli altri su rigore (Parma) e con un tiro da fuori (Como). La squadra ha trovato il suo equilibrio, distanze corrette e i meccanismi della fase difensiva sono in crescita costante: un fattore decisivo. E volendo anche sottolineare l’unico dato superiore dell’Inter da scudetto di Conte rispetto al Napoli di Antonio, cioè i gol realizzati, non è che ci sia questa grande differenza: 16 vs 14. Ma Lukaku, all’epoca, cominciò a segnare sin dall’esordio, mentre stavolta è entrato in scena alla terza. E non è un dettaglio.   LEGGI TUTTO

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    L’ex Napoli Tuanzebe ha rischiato di perdere un dito: cosa è successo

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    Diretta Napoli-Palermo ore 21: dove vederla in tv, in streaming e probabili formazioni

    NAPOLI – Il Napoli di Antonio Conte si gioca l’accesso agli ottavi di Coppa Italia ospitando stasera i Palermo (8° a pari merito con altre squadre in serie B). L’attesa della piazza per questo ritrovato derby del Sud è forte e il Napoli vuole anche riscattarsi rispetto alla modesta esibizione con il Modena, eliminato nel turno precedente solo ai calci di rigore. Vincere, magari anche in scioltezza, utilizzando una batteria di fuoco con Neres finalmente titolare e Ngonge sugli esterni, mentre Raspadori e Simeone si aiuteranno al centro dell’attacco. E il Cholito proprio contro il Palermo ha siglato una doppietta in campionato, nel dicembre 2016, quando indossava la maglia del Genoa. Stasera le squadre giocheranno con il lutto al braccio in onore delle 4 vittime di Saviano.
    Diretta Napoli-Palermo: quote e consigli sulle puntate
    Segui la diretta di Napoli-Palermo su Tuttosport.com
    Dove vedere Napoli-Palermo streaming e diretta tv
    Napoli-Palermo, gara valida per i sedicesimi di Coppa Italia e in programma alle ore 21 allo stadio Diego Armando Maradona di Napoli sarà visibile in diretta in chiaro su Italia1 e sull’app Infinity. In alternativa, sarà possibile seguire la cronaca testuale della sfida live sul nostro sito.
    Le probabili formazioni di Napoli-Palermo
    NAPOLI (4-2-3-1): Caprile; Mazzocchi, Rafa Marin, Juan Jesus, Spinazzola; Lobotka, Filmour; Nerres, Raspadori, Ngonge; Simeone. Allenatore: Conte.A disposizione: Contini, Turi, Buongiorno, Rrahmani, Di Lorenzo, Olivera, McTominay, Folorunsho, Anguissa, Zerbin, Politano, Kvaratskhelia, Lukaku. Indisponibili: Meret. Squalificati: nessuno. Diffidati: nessuno.
    PALERMO (4-3-3): Sirigu; Pierozzi, Baniya, Ceccaroni, Buttaro; Segre, Ranocchia, Saric; Lo Souaron, Appuah, Brunori. Allenatore: Dionisi.A disposizione: Desplanches, Nespola, Lucioni, Peda, Nikolaou, Diakité, Lund, Gomes, Vasic, Di Mariano, Insigne, Henry. Indisponibili: Blin, Di Bartolo, Di Francesco, Gomis, Nedelcearu, Verre. Squalificati: nessuno. Diffidati: Blin, Gomes, Henry.
    Arbitro: Collu (Cagliari).Assistenti: Mondin-Mastrodonato.IV uomo: Guida.Var: Pezzuto.Avar: Di Vuolo. LEGGI TUTTO

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    Non solo Conte e Giuntoli, riecco Manna: “Juve costruita per vincere”

    Juventus-Napoli, parla Giovanni Manna
    “De Laurentiis mi ha chiamato a fine febbraio, è stato inaspettato”, ha esordito così il nuovo direttore sportivo dei partenopei, aggiugendo: “sono molto orgoglioso di essere a Napoli. Per me è stata una chiamata inaspettata quella del Napoli, in un periodo molto tranquillo della mia vita. A fine febbraio mi hanno contattato il dottor Chiavelli e il Presidente: è stata una grande emozione, devo ammetterlo”.
    Sul caso dell’estate legato a Victor Osimhen e alcuni nuovi acquisti: “Voleva andare via, il prestito è stato appagante per tutti. McTominay e Gilmour volevano fortemente venire qui. Sicuramente è stato un mercato un po’ complicato, perché viziato dalla condizione di Victor ed altre uscite per poter finanziare le nostre entrate. Grazie alla lungimiranza del presidente siamo riusciti ad arrivare comunque agli obiettivi che ci eravamo prefissati. Speriamo che il campo ci dia ragione.
    Manna sul calciomercato del Napoli
    Sull’arrivo di Lukaku, in una trattativa durata forse troppo: “La situazione di Victor ci ha condizionato. Lui stesso ha espresso la volontà di non giocare più per il Napoli e di voler andare via: non ci sono state le condizioni inizialmente per far sì che questo trasferimento avvenisse. Ma ci mancava un attaccante diverso per caratteristiche che coniugasse le esigenze tecniche nostre e dell’allenatore. Da qui l’accelerata sul trasferimento di Romelu”.
    Osimhen in Turchia? “È stata un’opportunità, il mercato era chiuso in Europa. Loro si sono approcciati a noi appena finita la nostra sessione estiva. Non eravamo apertissimi all’inizio, perché si erano presentate delle situazioni analoghe lungo il mercato, ma né noi né Victor volevamo un prestito. Poi parlando con il calciatore siamo riusciti a trovare una quadra e la soluzione è stata appagante per tutti. È chiaro che noi avremmo voluto venderlo, ma non è stato possibile”.
    “Scott McTominay ha voluto fortemente venire a Napoli – continua Manna – e questo è stato appagante e deve esserlo per tutti noi. Se un calciatore del Manchester United sceglie di venire a Napoli, nonostante abbia altre opportunità, dobbiamo essere orgogliosi. È un’operazione che parte da lontano, già nei primi giorni di giugno avevo avuto qualche contatto con l’agente, ma non pensavo lo prendessimo. Abbiamo continuato a mantenere questi rapporti, fino al momento in cui ci siamo seduti con il Manchester United e abbiamo capito che si poteva fare, anche forti della volontà del calciatore”.
    La storia degli azzurri racconta di tanti grandi calciatori che hanno indossato la maglia all’ombra del Vesuvio: “Io nella storia recente del Napoli ricordo grandi calciatori. A Napoli ha giocato Gonzalo Higuain, che io reputo uno dei più grandi attaccanti degli ultimi anni. Ci sono stati giocatori che dal Real Madrid sono venuti a Napoli ed hanno finito qui la carriera. La vittoria dello scudetto e il consolidamento in Champions League hanno dato all’esterno un’immagine ancora più forte del Napoli. Nell’era De Laurentiis si è costruita step by step e ora si è in una fase di consolidamento. È quello che vogliamo fare. È importante ed è bello vedere la gente felice con l’arrivo di un certo tipo di giocatori”.
    Su Gilmour: “Billy è il primo centrocampista che abbiamo concretamente trattato e definito. Avevamo praticamente fatto nel mese di luglio, poi ci sono delle dinamiche di mercato che rallentano questi trasferimenti. Siamo rimasti sempre in contatto con il calciatore e con il club, poi quando la situazione sembrava essersi sbloccata, c’è stato l’infortunio di O’Riley. Loro ci chiedevano di fare l’accordo per gennaio. Abbiamo avuto una fase di stallo, ma poi il calciatore ha fortemente voluto venire a Napoli ed in modo corretto ha fatto valere la sua volontà con la proprietà e l’allenatore. Così l’ultimo giorno abbiamo avuto la possibilità di fare questo accordo. Avevamo tutto pronto ed in mezza giornata siamo riusciti a fare tutto”. LEGGI TUTTO

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    Conte: “Buongiorno colonna del Napoli”. Poi la frase sul test di Ventrone

    Napoli, il commento di Conte sul mercato

    La conferenza inizia subito con il tema mercato: “Stiamo dando dimostrazione di avere una visione chiara sulle cose da fare. Per un club come Napoli è giusto operare per il presente e per il futuro. Rafa Marin ha buone prospettive, un giovane. Lo stessovale per Buongiorno, anche lui giovane, prospetti che per anni possono essere colonne. Si ragiona anche sul presente per migliorare e c’è stata una grande occasione con Spinazzola e l’abbiamo colta. Stiamo facendo mercato in modo giusto, quello che deve fare il Napoli”.

    Quindi sull’ultima stagione degli azzurri: “È inevitabile che certe scorie non sono del tutto andate, non dimentichiamo che è stata veramente molto deludente, sotto ogni punto di vista. Io ho provato a metterci una pietra sopra con i ragazzi, di concentrarci sulla rivoluzione che ci attende, ma non dimentichiamo quella stagione, teniamola lì. Nessuno è contento ed abbiamo quell’esperienza così come due anni fa abbiamo l’esperienza della vittoria. Ci deve far diventare gente più esperta. E’ giusto metterlo in un cassetto, ma nell’eventualità lo riapriamo per rinfrescarci la memoria”.

    Napoli, Conte su Osimhen e lo scudetto

    Conte ha poi affrontato il tema del futuro di Victor Osimhen: “È un top player, un professionista con cui io ho parlato a lungo. È un calciatore del Napoli e sa benissimo che deve lavorare e avere il giusto atteggiamento. Quello che conta è il presente, del futuro non mi interessa”.

    Sullo scudetto: “È stato un gap netto, sono 41 punti di distanza dall’Inter, fino a -15 dalla quinta per la Champions e -10 dalle romane. Questa è la realtà dei fatti. Chi fa pronostici e previsioni deve essere ragionevole, altrimenti si finisce in qualcosa non dico di ridicolo, ma non veritiero. C’è questo margine, in più è andato via un giocatore simbolo come Zielinski che ha rinforzato proprio l’Inter, non sappiamo il nostro mercato come finirà. C’è un accordo, potremmo perdere Osimhen, il più forte, che ha fatto la differenza nell’anno dello Scudetto… Detto questo, a me questi giochino non fanno paura, se vogliono metterci pressione non è un problema, lo accetto, li lasciamo parlare, noi parliamo poco e siamo concentrati dopo un anno assurd e ingiustificabile. Abbiamo il dovere di migliorare, tornare nelle coppe, dalla porta principale, questo è l’obiettivo realistico.”

    Napoli, Conte: “Ho trovato un gruppo consapevole”

    Quindi un commento sulla squadra dopo i primi giorni di ritiro: “Ho trovato calciatori molto responsabili, hanno capito gli errori commessi. Quando abbiamo vinto, abbiamo vinto tutti, mentre l’anno scorso abbiamo perso tutti. I ragazzi hanno fatto una riflessione e penso di ritrovarli con più esperienza. Nei loro occhi ho visto un po’ di delusione quando hanno parlato dell’anno scorso. Il ritiro? Non mi capitava da tanto di vivere un ritiro in mezzo alla gente, sono tornato indietro nel tempo, quando ho iniziato e si andava in montagna. Sono emozioni forti, rivivendo il percorso fatto. In albergo c’è infatti una foto del mio Siena quando abbiamo vinto la B, facemmo ritiro a Dimaro. Queste emozioni mi stanno facendo molto bene”.

    Napoli, Conte: “Kvara e Di Lorenzo? Promessa mantenuta”

    Conte è poi tornato a parlare delle situazioni legate a Kvaratskhelia e Di Lorenzo: “Il presidente mi aveva promesso che sarebbero rimasti ed è stato così. Grande merito va alla società, che ha agito nella giusta maniera. Sono due bravi ragazzi. Di Lorenzo si era legato a vita al Napoli, la grande delusione lo aveva condizionato. Io ho riportato equilibrio in questa delusione, provando a spiegare che non possiamo gettare anni di lavoro. Il club ha agito come doveva, in questo va dato merito al presidente”.

    Spazio poi al campo, con la sceltra tra la difesa a tre e quella a quattro: “Noi lavoreremo su un tipo di costruzione che va bene per entrambe. Cambierà il tipo di pressione che puoi andare a fare in campo. Anche il mercato è stato fatto in funzione di questa idea con calciatori come Buongiorno e Di Lorenzo. Cercheremo di valorizzare le caratteristiche dei nostri calciatori, dando spazio alla qualità di giocatori come Kvara e Politano. La situazione è chiara dal punto di vista tattico, non voglio una squadra passiva. Dobbiamo fare la partita, poi è chiaro che quando giochi contro una squadra più forte devi anche saperti difendere”.

    Napoli, Conte sull’addio di Zielinski

    L’allenatore ha commentato il centrocampo a sua disposizione dopo l’addio di Zielinski: “La coppia Lobotka-Anguissa è una delle più forti. Devo essere bravo a tirare fuori da Cajuste un po’ di cattiveria, perché ha delle potenzialità importanti. Lo stesso vale per Folorunsho, ci dovrò lavorare. Durante questo ritiro farò delle valutazioni. Tutti i giocatori devono essere consapevoli che a fine campionato saranno migliori. Noi dobbiamo diventare una squadra che deve dare fastidio agli altri. In questo momento non è previsto l’arrivo di un nuovo centrocampista, poi in caso di cessione ci penseremo”.

    Conte non dimentica Ventrone: “Faremo lo yo-yo test”

    Conte ha poi dimostrato di non aver dimenticato l’ex preparatore atletico Gian Piero Ventrone, scomparso nel 2022, citando il metodo d’allenamento dello yo-yo test: “Lo faremo in corso d’opera, da ieri abbiamo iniziato a lavorare in maniera giusta. L’approccio non può essere subito duro anche se per alcuni l’approccio soft può sembrare subito duro. Abbiamo iniziato a lavorare tatticamente e fisicamente, ho trovato disponibilità. Se vuoi fare un calcio aggressivo devi averlo nelle gambe, altrimenti resta un’idea. Lavoreremo il giusto, io ho lavorato tanto da calciatore, non c’è paragone oggi con quello che abbiamo fatto noi. Quando a volte mi dicono se davvero facevano quelle corse… è inevitabile che c’è una metodologia e servirà un adattamento, ma ha sempre dato frutti e la porteremo avanti includendo anche un miglioramento di stress, di fatica, resilienza, tutte situazioni su cui non si lavora più”.

    Napoli, l’idea di Conte su Raspadori e Lindstrom

    L’allenatore ha parlato del possibile ruolo dei due calciatori nell’attacco del Napoli: “Per quanto riguarda Lindstrom, lui faceva l’esterno alto nel 3-4-3 al Francoforte. Cercheremo di rispettare le sue caratteristiche come per tutti gli altri. Per quel che riguarda Raspadori, è un calciatore per cui ho in mente un ruolo da sottopunta, ma sicuramente non in fascia. Poi mi aspetto delle risposte forti da parte di tutti”.

    Su Oriali che invece lo ha seguito dopo il percorso insieme all’Inter: “Abbiamo avuto il piacere di conoscerci in Nazionale, dove mi è stato proposto da Tavecchio. Siamo partiti insieme in Nazionale e poi l’ho riportato con me all’Inter e gli ho chiesto di accompagnarmi in questa esperienza al Napoli. Lui poteva stare anche a casa, ed invece ha accettato di buon grado di venire con me. È un po’ il mio braccio destro. È una persona molto importante per me e mi fa piacere che mi abbia seguito qui con grande entusiasmo”. LEGGI TUTTO

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    E Napoli conquistò Diego: quarant’anni fa l’arrivo di Maradona

    Quarant’anni fa, in una giornata di rinnovato sole, una intera città, di sole e di mare, di anime perdute e di anime salve, di balconi sulla felicità e sulla disperazione, si fermò per salutare, abbracciare e cantare un ragazzo argentino, con il volto da scugnizzo, venuto in uno stadio per miracolo mostrare, per una epifania calcistica che oggi è ballata popolare, odissea della nostalgia e del rimpianto, murales ed ex voto a illustrare la favola per i vicoli antichi, a portare avanti una narrazione che non avrà mai fine, nei secoli dei secoli. Io, giovane inviato di Tuttosport, diretto da Piero Dardanello, avevo seguito da Barcellona e ora lì, a Napoli, centro preciso è perfetto dell’universo del pallone, il trasferimento di Diego Armando Maradona.
    Maradona: la magia di un ricordo
    Il nostro calcio, che soltanto due anni prima, con una impresa epica, da realismo magico, aveva conquistato, passando dal buio al miele, il Mundial ‘82, metteva adesso insieme a quegli assi, da Zoff a Pablito, oltre a fuoriclasse come Zico e Platini, anche il talento più lucente, quel Dieguito che aveva deciso di lasciare il celebrato Barça per portare la sua fantasia e le sue meraviglie in una squadra che, da tempo immemore, tra delusioni e illusioni, attendeva la stella cometa di un nuovo e decisivo profeta: e ora, eccolo lì, sul prato verde al San Paolo, che ora porta il suo nome, come una basilica laica, fare il suo ingresso sul prato verde tra un battere di cuori, un delirio collettivo, tutto esaurito, ottantamila persone e forse anche di più, donne e uomini, anziani e bambini, i neonati, gli ingenui e i furbi, i generosi e gli arroganti, i filosofi e i pescatori, chi aveva letto Matilde Serao e chi sapeva imitare Totò.
    E fuori dallo stadio tanti altri in attesa, a immaginare, a lasciare comunque il segno di una presenza, di una riconoscenza e poi le radio accese da Posillipo ai Quartieri Spagnoli, fermo il traffico, sospeso il tempo. Ma il football, metafora della vita, elemento fondamentale della cultura contemporanea, antidoto alla malinconia, mai aveva conosciuto un momento simile. E là dentro, in quel luogo trasformato in un infinito scrigno capace di raccogliere tutti gli stupori, tutti i sospiri, a quel ragazzo dai capelli arruffati e dal sorriso a girasole, che si portava nell’anima un fanciullino mai domo, bastò calciare la palla al cielo e ringraziare i “napolitani” per entrare già nel mito. Ancora erano lontane le notti sbagliate, le cadute nel baratro della droga.
    Maradona e la “grinta della vita”
    Ma quel Maradona, non avrebbe mai cancellato il Diego della generosità, della partite su campi fangosi per beneficenza, degli scudetti, delle imprese possibili e impossibili, quella punizione a sovvertire le leggi della fisica a Stefano Tacconi, quella rete da centrocampo, quell’altra con le spalle voltate alla porta, in acrobazia, di testa, per terra, e qualcuno giura di averlo visto palleggiare con una goccia d’acqua.
    Osvaldo Soriano, arpiniano bracconiere di tipi e personaggi, non riuscì, prima del suo passo d’addio, a portare a termine due suoi desideri di scrittura: dare un seguito al suo primo capolavoro “Triste, solitario y final” con Emilio Salgari, il padre degli eroi, al posto di Philip Marlowe, il detective americano uscito dalla penna di Raymond Chandler) e dedicare un’avventura a quell’eroe dalla furibonde battaglie, anche politiche, contro il Palazzo della pelota, contro il capitalismo, per la dignità degli ultimi e degli emarginati e degli invisibili, dalla traboccante bravura.
    Diego Armando Maradona. Quel 5 luglio, per i presenti e per gli assenti, per le generazioni future, per i bambini che saranno chiamati Diego, per quello striscione al cimitero con sopra scritto “Cosa vi siete persi”, rimarrà una data da festeggiare, da commemorare, per dire ancora “grazie per averci donato una Utopia realizzata”: perché non è vero che tutto passa, che la memoria lascia vuoti e talvolta cicatrici: camminate per Napoli e a ogni passo sentirete il respiro di Dieguito, rivedrete quel suo sguardo racchiudere tutte le sfumature d’azzurro, quel suo essere un masaniello fragile, ma coraggioso e indomito, un esempio per tutti i suoi compagni.
    Tutti, nessuno escluso. E mi resterà per sempre una sua frase, una delle ultime, capace di riassume tutta la sua essenza di uomo e di calciatore: “Da giovane avevo la grinta della fame. Passata la grinta della fame, ho avuto la grinta della gloria. Adesso, ho la grinta della vita”. Una vita che è finita sulla terra, in solitudine, ma non nel pensiero dominante di tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo o, semplicemente, di vederlo all’opera, con il suo abbagliante sinistro a disegnare arabeschi colorati nel suo elemento naturale: un terreno di gioco, tra zolle e avventura, tra la folgore e l’imprevedibilità. Ti vogliamo sempre bene, Dieguito: nostro fratello di luminose primavere, dove in tutto c’è stata bellezza. LEGGI TUTTO

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    Diretta Udinese-Napoli ore 20.45: dove vederla in tv, in streaming e formazioni ufficiali

    Due avversari che come l’Udinese sono chiamati a lottare per non retrocedere. Buona la prestazione invece rimediata nell’ultimo impegno stagionale contro la Roma. Cannavaro scende in campo da terzultimo con 29 punti. La squadra di Nicola non è andata oltre lo 0-0 nello scontro diretto con i ciociari, e pertanto l’aggancio in classifica è un obiettivo raggiungibile già da questa sera. All’andata, il Napoli si impose al Maradona con il finale di 4-1.
    Segui la diretta di Udinese-Napoli su Tuttosport.com
    Dove vedere Udinese-Napoli: streaming e diretta tv
    Il match tra le formazioni di Cannavaro e Calzona è in programma lunedì 6 maggio alle ore 20.45 al Bluenergy Stadium di Udine. L’incontro sarà trasmesso in streaming sulla piattaforma DAZN.
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    Udinese-Napoli, le formazioni ufficiali
    UDINESE (3-4-2-1): Okoye; Kristensen, Bijol, Ferreira; Ehizibue, Walace, Zarraga, Kamara; Samardzic, Brenner; Lucca. Allenatore: Cannavaro
    A disposizione: Padelli, Mosca, Tikvic, Kabasele, Ebosele, Ferreira, Zemura, Success, Davis, Pereyra.
    Indisponibili: Debosse, Deulofeu, Lovric, Silvestri, Thauvin
    Squalificati: Payero, Perez
    Diffidati: Bijol, Giannetti, Ebosele, Kamara, Success
    NAPOLI (4-3-3): Meret; Di Lorenzo, Rrahmani, Ostigard, Olivera; Anguissa, Lobotka, Cajuste; Politano, Osimhen, Lindstrom. All. Calzona.
    A disposizione: Contini, Idasiak, D’Avino, Juan Jesus, Natan, Mario Rui, Mazzocchi, Traorè, Ngonge, Simeone
    Indisponibili: Zielinski, Gollini, Dendoncker, Raspadori, Kvaratskhelia
    Squalificati: nessuno
    Diffidati: Mazzocchi, Lobotka, Osimhen
    ARBITRO: Aureliano di Bologna. ASSISTENTI: Bresmes-Dei Giudici. QUARTO UFFICIALE: Tremolada. VAR: Marini. ASS. VAR: La Penna
    Udinese-Napoli: scopri tutte le quote. LEGGI TUTTO