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    Come il cambiamento climatico sta influenzando lo sport: cambiano i calendari di Serie A e Champions League?

    Il cambiamento climatico sta progressivamente alterando molteplici aspetti della nostra vita quotidiana, e lo sport, nella sua organizzazione e nella sua fruizione, non fa eccezione. In un contesto in cui le estati diventano sempre più roventi e gli inverni sempre meno rigidi, anche i calendari delle competizioni sportive più importanti d’Europa — come la Serie A e la Champions League — potrebbero presto subire trasformazioni sostanziali. Non si tratta più solo di una possibilità remota, ma di un’ipotesi che comincia a trovare fondamento concreto tra gli addetti ai lavori, esperti climatici e dirigenti sportivi. Attualmente, le principali competizioni calcistiche europee prevedono una pausa invernale relativamente breve o, in alcuni casi, nulla affatto, mentre i campionati iniziano già ad agosto, in piena estate.

    Come cambiano i calendari

    Ma alla luce dell’aumento costante delle temperature, e soprattutto delle sempre più frequenti ondate di calore estremo, questa struttura potrebbe diventare insostenibile. Si profila all’orizzonte un possibile cambiamento radicale del calendario sportivo, che vedrebbe una pausa estiva più lunga, con l’inizio delle competizioni spostato a settembre, e un prolungamento della stagione calcistica verso i mesi primaverili, quando le condizioni meteo risultano ormai più favorevoli.

    “Giocare ad agosto non è più sostenibile”

    Secondo quanto dichiarato da Peppe Caridi, direttore di MeteoWeb, una delle principali testate meteorologiche italiane specializzata in previsioni meteo, questo scenario è tutt’altro che fantasioso. “Negli ultimi anni abbiamo assistito a un cambiamento netto delle condizioni climatiche nei mesi invernali”, ha spiegato Caridi. “Le ondate di gelo sono sempre più rare, le nevicate significative quasi assenti, mentre d’estate si raggiungono spesso temperature che mettono a rischio la salute stessa degli atleti. Pensare di giocare a calcio a metà agosto con 40°C non è più sostenibile. Il futuro dei calendari sportivi sarà necessariamente riorganizzato in funzione delle nuove esigenze climatiche”.

    Le soluzioni di Uefa e Lega Serie A

    Queste parole non arrivano a caso. L’estate 2022, ad esempio, è stata una delle più calde mai registrate in Europa, con diverse partite giocate in condizioni limite, e il trend si è confermato anche negli anni successivi. Oggi, la preoccupazione non è solo quella degli atleti, ma anche dei tifosi, dello staff tecnico, degli operatori sanitari e persino delle emittenti televisive, costrette a ripensare alla fruizione degli eventi sportivi in orari diversi, più compatibili con la sopportazione del caldo. Anche l’UEFA e la Lega Serie A stanno iniziando a monitorare con attenzione l’evolversi della situazione, studiando soluzioni che possano mitigare l’impatto climatico sul calcio professionistico. Non si esclude che già nei prossimi anni si possa assistere a una revisione completa del calendario, non solo per motivi sanitari e ambientali, ma anche per garantire la massima competitività e qualità dello spettacolo in campo.

    Ipotesi slittamento date

    Dopotutto, le performance atletiche sono fortemente condizionate dalla temperatura e dal tasso di umidità, elementi che influiscono su resistenza, rischio di infortuni e rendimento fisico. L’ipotesi più accreditata prevede dunque una rimodulazione dei periodi di attività, con un progressivo spostamento delle date d’inizio di Serie A e Champions League a settembre, per evitare l’esposizione al caldo torrido di agosto. Allo stesso modo, l’inverno non rappresenta più un ostacolo significativo: “Se prima si temevano i mesi invernali per via di ghiaccio, neve e temperature rigide, oggi possiamo affermare che gennaio e febbraio sono spesso miti, specie nelle grandi città italiane”, aggiunge Caridi. La Realtà del riscaldamento globale, quindi, si riflette non solo sull’ambiente, ma anche su uno degli ambiti più popolari e seguiti al mondo: il calcio. Lo sport dovrà adattarsi, come tante altre componenti della società, alle mutate condizioni del pianeta.

    Il cambiamento climatico non fa sconti

    E mentre si discute di transizione ecologica, sostenibilità e rinnovamento energetico, il pallone potrebbe presto rotolare su campi ben diversi da quelli a cui siamo abituati — non per geografia, ma per stagione. Con la pressione crescente dell’opinione pubblica, dei sindacati degli atleti e delle stesse federazioni sportive, è plausibile che già entro i prossimi cinque-dieci anni assisteremo a un vero e proprio riassetto del calendario calcistico internazionale, dettato dalla necessità di rispettare non solo le logiche sportive, ma anche quelle climatiche. Il cambiamento climatico, in fondo, non fa sconti a nessuno. Nemmeno alla Serie A o alla Champions League. LEGGI TUTTO