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    Diretta Inter-Fiorentina ore 18: dove vederla in tv, in streaming e probabili formazioni

    E’ pronta a ripartire la Serie A dopo al sosta della nazionali e a San Siro va in scena un delicato incontro tra i padroni di casa dell’Inter e la Fiorentina. Inzaghi attende Italiano per il 28° turno e cerca riscatto dopo l’ultimo ko subito contro la Juventus davanti al proprio pubblico, dall’altra parte i viola arrivano alla trasferta milanese forti dei quattro successivi consecutivi che hanno ridato slancio alla classifica dei toscani. Inter che dovrà fare a meno di Skriniar, Calhanoglu e forse Dimarco con Inzaghi che guarda anche alla semifinale di Coppa Italia: “E’ inutile guardare a ciò che è passato. Cercheremo di recuperarli nel più breve tempo possibile perché abbiamo bisogno di tutti con così tante partite”. Italiano non avrà invece Jovic e Sirigu con la Cremonese in Coppa in arrivo: “Contro l’Inter ci aspetta una partita difficile, cercheremo di affrontarla mettendo con le qualità che ci hanno permesso nelle ultime partite di risalire in classifica e di ottenere risultati importanti”.
    Dove vedere Inter-Fiorentina, diretta tv e streaming
    La partita tra Inter e Fiorentina è in programma alle ore 18 a San Siro e sarà visibile in diretta tv e streaming su Dazn.
    Segui Inter-Fiorentina su DAZN. Attiva Ora
    Inter-Fiorentina, probabili formazioni
    INTER (3-5-2): Onana; Darmian, De Vrij, Acerbi; Dumfries, Barella, Brozovic, Mkhitaryan, Gosens; Lukaku, Correa. Allenatore: Inzaghi. A disposizione: Handanovic, Cordaz, Bastoni, Fontanarossa, Bellanova, Zanotti, Gagliardini, Asllani,, Carboni, Lautaro Martinez, Dzeko. Indisponibili: Skriniar, Calhanoglu, Dimarco. Squalificati: D’Ambrosio. Diffidati: Dumfries, Inzaghi
    FIORENTINA (4-3-3): Terraccaino, Dodo, Igor, Martinez Quarta, Biraghi; Bonaventura, Amrabat, Madragora; Ikoné, Cabral, Saponara. Allenatore: Italiano. A disposizione: Cerofolini, Milenkovic, Terzic, Venuti, Ranieri, Duncan, Bianco, Barak, Castrovilli, Kouamé, Brekalo, Sottil, Gonzalez. Indisponibili: Jovic, Sirigu. Squalificati: -. Diffidati: Bonaventura, Amrabat.
    ARBITRO: Maresca di Napoli
    ASSISTENTI: Colarossi-Capaldo
    QUARTO UOMO: Cosso
    VAR: Marini
    AVAR: Di Bello
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    Fiorentina, Italiano: “In un mese ci giochiamo tutto. Inter? Ecco cosa serve”

    FIRENZE – Alla vigilia della gara a San Siro contro l’Inter, è intervenuto in conferenza stampa l’allenatore della Fiorentina, Vincenzo Italiano: “Ci aspetta una partita difficile contro una squadra che ha tantissimi punti di forza. Dobbiamo andare a San Siro con l’idea di mettere in campo tutto ciò che ci ha permesso di risalire in classifica. Sappiamo la forza dell’Inter, soprattutto in casa. Dobbiamo rispettarli ma avere la giusta personalità”. 
    Italiano: “Sirigu? Mi dispiace molto, gli mando un in bocca al lupo” 
    Italiano sull’infortunio di Sirigu: “Mi dispiace tanto per Salvatore, purtroppo sono cose che capitano. Aveva anche una condizione psicofisica invidiabile. Era entusiasta di far parte della nostra famiglia. Gli mando un in bocca al lupo”. Sulle condizioni della squadra: “In squadra stanno tutti bene anche se alcuni si sono allenati poco. Sono tutti a disposizione ed è un fattore importante per affrontare il mese di aprile con la massima fiducia. Questo sarà un mese importante”.  LEGGI TUTTO

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    Fiorentina al Castellani, la sindaca di Empoli apre: “Parliamone”

    FIRENZE – Brenda Barnini sindaca di Empoli, dice la sua su un possibile approdo della Fiorentina allo stadio Castellani nella stagione 2024/2025 e 2025/2026, ovvero quando al Franchi saranno svolti lavori di restyling. “Il mio non è un no a prescindere. Il dibattito è partito col ragionamento del mondo viola che c’è uno stadio a meno di 30 km di distanza da Firenze. Io ho voluto mettere in chiaro che se questa discussione la vorremo fare, e questo dipenderà non da me ma principalmente dal sindaco di Firenze, dovremo discutere di tanti aspetti. Capisco perfettamente -ha continuato la sindaca- la volontà di trovare una soluzione all’interno della Città metropolitana. Io dico mettiamoci a sedere e vediamo tutte le situazioni che vanno affrontate, principalmente in termini di sicurezza, viabilità e così via”. LEGGI TUTTO

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    Fiorentina, brutte notizie per Italiano: Jovic non recupera

    FIRENZE – Dopo essere mancato contro il Lecce nell’ultima gara di campionato e con la nazionale serba per le partite di qualificazione europee con Lituania e Montenegro, l’attaccante della Fiorentina, Luka Jovic, salterà anche la trasferta di sabato contro l’Inter. Il serbo è stato sottoposto ad una visita specialistica di controllo programmata dopo il primo consulto effettuato con lo staff medico della nazionale per via dell’infezione virale che lo ha colpito. Stando al club viola, il problema è in via di risoluzione tuttavia Jovic dovrà svolgere allenamenti individuali ancora per qualche giorno prima di potersi riaggregare al gruppo. Quindi non potrà essere a disposizione per la gara di sabato a San Siro. LEGGI TUTTO

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    Fiorentina, Jovic in dubbio per l'Inter: le sue condizioni

    La società viola ha pubblicato la nota su Luka Jovic: “Fiorentina comunica che, nella mattinata odierna, il calciatore Luka Jovic è stato sottoposto a visita specialistica di controllo programmata dopo il primo consulto effettuato in Nazionale. Sebbene l’infezione virale sia in via di risoluzione, il calciatore dovrà effettuare allenamenti individuali ancora per qualche giorno prima di potersi riaggregare al gruppo”. LEGGI TUTTO

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    Biraghi esclusivo: “Firenze, io paro ogni colpo”

    Un traguardo di prestigio, Biraghi. Sorpreso? «Sto vivendo questa fase della carriera in modo sereno, concentrato sugli obiettivi che possiamo ancora centrare. Sono in una fase “di mezzo”, o almeno spero. Vorrebbe dire che ancora ho davanti tanti anni da passare qui». Si può dire che sia però la fase migliore? «Diciamo un buon momento, si può sempre migliorare. Ma già lo scorso anno abbiamo raggiunto un traguardo importante tornando in Europa. Adesso c’è la possibilità di fare ancora meglio». Intanto si sta confermando il miglior crossatore in A: se l’aspettava? «Sono contento perché per me parlano i numeri, non le chiacchiere. Quando eccelli in una statistica è un motivo d’orgoglio. Vuol dire che almeno in qualcosa riesco ad esprimermi al meglio». Sette vittorie di fila non sono un caso: vi state prendendo una rivincita? «Forse qualche ragazzo nuovo può aver sofferto qualche parola di troppo ma è bene capire subito che Firenze è una piazza esigente. Le critiche devono essere vissute come motivo d’orgoglio». E lei se ne intende. Due anni fa si definì “cane da bastonare”: si sente tuttora così? «È palese che il parafulmine della Fiorentina sia io. Mi va bene, se sono ancora qua è perché ho accettato questo status. Nel momento che non vorrò più subire critiche, ma difficilmente accadrà per il carattere che ho, lascerò da una parte la borsa e andrò a casa». Ma davvero c’è chi non riesce a lasciarla in pace? «È successo in passato e accade oggi: qualcuno ce l’ha sempre con me. Ora con sette vittorie di fila va bene tutto. Ma resto l’esempio vivente del giocatore che viene preso di mira. Ma avrei tanto un desiderio…». Quale? «Vorrei chiedere a chi mi critica il motivo per cui lo fa. So già che mi darebbe una risposta superficiale, perché non mi conosce. Spesso mi dipingono come scorbutico: ma come fai a giudicarmi se non sai chi sono davvero? Per fortuna a Firenze ho incontrato tante persone che si sono ricredute su di me. La cosa più importante è avere la stima di mister e compagni. Se dovessi perderla, inizierò a farmi due domande». Una persona che sempre ha difeso lei e la squadra è stato il presidente Commisso. «È una figura importante per noi. Avere la vicinanza così costante da parte sua è un aspetto fondamentale». Torniamo al calcio: Verona è stata la gara della svolta? «Sì, ma per il risultato. Anche nelle gare precedenti avevamo creato i presupposti per vincere, benché non arrivassero i successi». Ci racconta la sua prodezza dello 0-3 al Bentegodi? «Dalla panchina avevo notato che il portiere dell’Hellas stava molto alto sulle punizioni. Quando sono entrato, appena ho visto che c’era la possibilità di colpire, senza guardare Montipò ho calciato. È andata bene ma sa… la differenza tra un genio e un pazzo sta nel successo». Bel motto. Le servirà per gestire meglio la concorrenza nel suo ruolo? «Quella è sempre utile. Tutti devono dimostrare di saper far bene per alzare il livello, anche se si torna al discorso di prima». Quale? «Appena uno gioca al mio posto e fa bene, c’è chi lo vuole titolare. Per me però parlano i fatti: ogni anno dovevo essere fatto fuori e ogni anno ho giocato 35 partite». Sabato torna a San Siro: quella con l’Inter per lei resta una gara più speciale di altre? «Non può non esserlo. Specie in quello stadio là, dove sono cresciuto da tifoso e da giocatore. Poi in campo non ci penserò: sarà mio compito far vincere la Fiorentina». Ha vissuto male il suo mancato riscatto dell’Inter nel 2020? «Non ho rimpianti. Dovevo essere acquistato ma a causa del Covid furono bloccati i conti in Cina di Zhang e il club decise di prendere a zero Kolarov e Darmian. Sono tornato a Firenze con ancora più fame». Quella che vi è mancata nel ko per 4-3 dell’andata? «No, era solo una Fiorentina diversa. Impulsiva e focosa. Prendere quattro gol in casa non esiste. Adesso siamo maturi anche se sappiamo che quella di sabato sarà una gara complicata». Dopo l’Inter, torneranno le coppe. I capitani della storia viola che hanno alzato un trofeo non sono molti… «È vero e un po’ ci penso. Ma non amo sognare, piuttosto guardo la realtà. Siamo in corsa per due coppe e la possibilità di vincere c’è ma la strada è ancora lunga». Ma l’idea di una Firenze in festa che carica le dà? «Portare un trofeo qua sarebbe fantastico. Ogni giorno lottiamo per far felice la gente che da 22 anni non vince qualcosa. Che poi il trofeo lo alzi io o un altro poco importa. Basta farlo». Può essere l’elemento decisivo per permetterle di chiudere la carriera a Firenze? «Spero di giocare ancora per sei anni e non si sa mai cosa potrà accadere ma una cosa è certa: da qui non me ne vorrei mai andare e mi piacerebbe finire in viola». Davanti a lei ha un giornale, il nostro, che parla di una Fiorentina che traslocherà per due anni dal Franchi: se lo immagina? «Sarebbe penalizzante per noi, non prendiamoci in giro. Il mio pensiero va ai tifosi e alle spese che dovrebbero sostenere. Mi auguro che in caso di cambio di stadio la squadra possa giocare il più vicino possibile a Firenze». LEGGI TUTTO

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    Messi, 3 magie nella goleada argentina con Curaçao

    Marcatori: pt 21′ Messi, 24′ Nico González, 34′ Messi, 35′ Enzo Fernández, 37′ Messi; st 33′ rig. Di María, 42′ Montiel
    Argentina (4-3-3): Dibu Martínez (34′ st Armani); Montiel, Pezzella, Otamendi (5′ st Foyth), Acuña; Mac Allister (5′ st de Paul), Enzo Fernández (5′ st Palacios), Lo Celso (22′ st Di María); Messi, Lautaro Martínez (22′ st Dybala), Nico González. A disp. Rulli, Julián Álvarez, Correa, Lisandro Martínez, Molina, Paredes, Guido Rodríguez, Romero, Tagliafico. Ct. Scaloni
    Curaçao (4-3-1-2): Room; Gaari, Martina, van Eijma (28′ st Troupee), Floranus; Kuwas (28′ st Severina), Anita (39′ st Roemeratoe), Gorre (13′ Antonisse); Leandro Bacuna (39′ st Felida); Janga (13′ st Zivkovic), Juninho Bacuna. A disp. Bodak, Doornbusch, Carmelia, Hooi, Markelo, Ogeniua. Ct. Bicentini   
    Arbitro: Tejera (Uruguay)
    Note: ammoniti de Paul, Anita. Angoli: 13-1 per l’Argentina. Recupero tempo: pt 1′; st 1′
    SANTIAGO DEL ESTERO – 100, 102, 57, 9: giocatevi questa quaterna secca. Perché la notte di Santiago del Estero, anzi la notte di tutta l’Argentina, è stata rischiarata dalla Stella Cometa che s’è appoggiata, dolcemente, sul tetto dell’Estadio Unico Madre de Ciudades per annunciare l’ennesimo miracolo futbolistico di Lionel Andrés Messi Cuccittini. Ok, stiamo parlando di Curaçao, ma una tripletta, per di più in 37′, merita sempre e comunque applausi. E’ stata la terza festa argentina, dopo quella del Más Monumental contro Panamà, dopo il bis della scorsa notte ad Asunción quando la Selección è stata omaggiata dalla Conmebol, poco fa è arrivato il 7-0 contro i dilettanti dell’isoletta caraibica olandese. I ragazzi del ct Bicentini lasciano Santiago del Estero comunque con regali special: 25 magliette della Pulga, con autografo, mille foto ricordo e un’emozione incancellabile.
    Show, gol, assist, applausi
    La Noche del Diez comincia subito dopo l’inno, eseguito magistralmente dai Manseros Santiagueños, durante cui tutti e gli 11 dell’Albiceleste indossano la maglietta in sostegno della quadruplice candidatura latinoamericana al mondiale 2030 (ChUPAr, ossia Cile, Uruguay, Paraguay e Argentina): pronti, via e cioccolatino di Messi per Lautaro Martínez a cui però manca il tocco decisivo. Poco male: il miglior giocatore in attività decide di mettersi in proprio, il 100° gol in albiceleste è un boccone troppo goloso per farselo scappare. Logica conseguenza, dunque, il lampo del 21′, anche se arriva nel modo meno preventivabile: imbucata del Monito Lo Celso, Messi si fuma Martina e, di destro, fa 100 a 100 giorni esatti dal trionfo Mundial a Lusail contro la Francia. La Selección si diverte, Curaçao si scioglie: il 2-0, 180 secondi dopo, è del viola Nico González, sotto misura di testa, ma fa quasi tutto l’ex viola Germán Pezzella, che manda in tilt, sempre di testa, il portiere Room e il centrale difensivo Anita. Quando il cronometro segna il minuto 34′, è di nuovo l’ora del Messi show. Del resto, hai fatto 100 e non vuoi fare 101? Su assist di Nico González tocco gentile del 10, a girare, Room nulla può. L’Argentina non rallenta: 120 secondi ed è 3-0, stavolta Messi fa l’assist, quasi tipo quello del match con il Messico al Mondiale, con l’unica differenza che stavolta non è un suggerimento laterale bensì uno scarico all’indietro. Il risultato è uguale: il destro di Enzo Fernández è la sentenza del 4-0. A 6′ dall’intervallo, ancora Messi fa 5-0 in contropiede ancora su assist di Lo Celso. È tripletta, la 57ª in carriera, la 9ª con l’Albiceleste: Curaçao si unisce a Svizzera (2012), Brasile (2012), Guatemala (2013), Panamà (2016), Ecuador (2017), Haiti (2018), Bolivia (2021) ed Estonia (2022). Nella ripresa è solo accademia, ma c’è ancora tempo per il rigore battuto magistralmente dal Fideo Di María (al 34′ per il 6-0) e per il golazo del Cachete Gonzalo Montiel che, in una azione avviata ancora da Di María, si dimentica per un secondo di essere un terzino e su cross di Dybala trova da bomber vero il 7-0. La festa, albiceleste è di Messi, è completa. La gente è felice, acclama il suo Semidio vivente: il 10 lascia Santiago del Estero dopo questi giorni di festa nella Selección con un bagaglio pesante. Dentro ci dovrà far stare il pallone del match, 2 repliche della Coppa del mondo, un bastone (letteralmente, consegnatogli dalla Conmebol come comandante del calcio mondiale), una statua di se stesso di 170 cm, un quadro gigante dipinto e regalatogli da un ragazzo di 25 anni, un conto di 150 mila pesos al ristorante Don Julio e un abbraccio splendido con Soledad Pastorutti, cantante argentina che gli ha dedicato “Brindis”, la canzone preferita della Pulga, portandolo quasi alle lacrime per la commozione. Per lui dieci giorni indimenticabili, per gli amanti del fùtbol altre 3 perle per il museo del gol. LEGGI TUTTO

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    Fiorentina, la rivelazione su Sirigu: “Lesione grave, sul recupero…”

    Enrico Castellacci, ex medico sociale della Nazionale italiana, ha parlato a Radio Bruno dell’infortunio di Salvatore Sirigu. Il portiere della Fiorentina, arrivato dal Napoli a gennaio, si è rotto il tendine d’Achille nell’amichevole giocata al Franchi e sarà costretto ad operarsi.
    Fiorentina, le ultime su Sirigu
    Castellacci si è espresso così sui tempi di recupero, facendo un paragone con l’infortunio di Spinazzola all’ultimo Europeo: “Se si parla di intervento chirurgico vuol dire che la lesione è seria e serve una sutura del tendine. Penso proprio la sua stagione sia terminata e anche i tempi di recupero saranno molto lunghi. Una volta operata la lesione guarisce comunque molto bene, senza timori per il futuro. Basta vedere l’esempio di Spinazzola”. Da questo punto di vista un sospiro di sollievo quindi per la carriera del portiere 36enne. LEGGI TUTTO