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    Bruno Conti, un amore infinito chiamato Roma: “Io la notte non ci dormo…” 

    Bruno Conti, come ci si sente a settanta anni?«Mi sento in formissima, mi sento giovane, pieno di voglia di cose da fare. Sto bene fisicamente. Sto superando una situazione delicata, sta andando tutto alla grande, quel male brutto è passato, l’ho messo alle spalle. È tutto sotto controllo, gli ultimi test sono andati benissimo». 

    Quanto è stata importante la famiglia in questo periodo LEGGI TUTTO

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    I settant’anni di Bruno Conti: da De Rossi a Ranieri, tutte le intuizioni geniali

    C‘era Francocausio il Barone. C’era Claudiosala il Poeta. E poi, anzi prima in ordine di genio, c’era Brunoconti il MaraZico, come si spinsero a qualificarlo shakerando i picchi artistici di Maradona e Zico, i meglio piedi su piazza. In quei tempi nessuno si sentiva minorato chiamando questo genere di giocatore ala, tra parentesi un’immagine sublime, qualcosa di etereo che fa decollare la squadra. Poi l’adanismo, poi i telegeometri con i loro neologismi evoluti (?), fino a dire che adesso Brunoconti sarebbe un esterno, offensivo controsenso, perchè l’esterno evoca qualcosa o qualcuno fuori da tutto, mentre quel genere di talenti era dentrissimo, nella centralina del gioco, tra velocità, agilità, dribbling e soprattutto tanta, tanta, tanta fantasia (l’ho detta, so che oggi è blasfema, pago la penale e dico tre pateravegloria).

    Brunoconti bisognava sempre dirlo tutto per esteso perchè nella Roma bazzicava il portiere Paolo Conti e in qualche modo andavano distinti. Anche se oggi diventa un settantenne gajardo, lui certo perdonerà noi ancora e sempre fermi al Mundial dell’82, l’estate in cui non siamo mai stati così giovani. Di quel luglio la memoria e i libri sono pieni zeppi di simboli intoccabili, l’urlo di Munch però di Tardelli, il presidente Pertini che esulta in faccia al re di Spagna, la pipa di Bearzot, Zoff che alza la Coppa… Ma sarebbe scandalo e delitto se in questa galleria favolosa dell’indimenticabile non ci fosse un posto per Brunoconti, il tappo di Nettuno, più capigliatura che il resto, un metro e virgola di tecnica eccelsa, capace là sulla fascia di mettere in piedi ogni volta una Disneyland di effetti speciali, con quei poveri disgraziati dei terzini (diamine, ho detto anche terzini, pago seconda penale e altri tre pateravegloria), quei poveri disgraziati dei terzini a diventare matti per metterci un argine, un freno, un filtro, in finale quel panzer ipertrofico di Briegel, ben noto in Italia, ma niente, palla a Brunoconti e via, dribbling da ubriacare come mohiti stracarichi, cross a tagliare difese come burro, qualcosa veniva sempre fuori, nella finale il rigore d’apertura sbagliato orrendamente da Cabrini, sul finire la palla ad Altobelli per il terzo gol tombale. 

    Il regalo di Bruno Conti

    Brunoconti era quello, il diamante nella collana d’oro della formazione mondiale, il tappo immarcabile con la postura fatta e finita di Speedy Gonzales, padrone della fascia, padrone del campo, padrone del calcio. Lui con gli altri, ma lui in modo pesante e decisivo con le sue fughe che strappavano, ci regalò un’estate mai più dimenticata, quel batuffolo di tenerezza che ad anni e anni di distanza ogni volta tampona l’anima. Anche quella volta, immancabilmente, l’Italia caricò sul trionfo sportivo una caterva di significati spropositati, del genere nuovo rinascimento, proprio così, come poi abbiamo sentito trilioni di volte per una Luna Rossa o un oro olimpico. Svalvolate di popolo senza senso e senza significato, perché per fortuna (o per sfortuna) i destini di una nazione non dipendono da un trofeo. Però, però. E però la vita di una nazione può prendersi una vacanza di felicità, finchè dura, finchè resiste, chiudendola nel forziere dei sorrisi a futura memoria. Quella volta, dopo un’estate nelle fontane, dopo i deliri di spiaggia, arrivò settembre e subito il fatato 1982 diventò il lugubre 1982: a Palermo trucidarono il generale Dalla Chiesa e la sua giovane signora, richiamandoci brutalmente alla realtà. A luglio non eravamo mai stati così giovani, due mesi dopo non ci eravamo mai sentiti così vecchi. 

    Conti e le sue intuizioni

    Brunoconti sta dentro quella storia e lì noi l’abbiamo dolcemente lasciato. Anche ingiustamente, certo. Perché lui ha continuato a vivere una vita degna anche dopo, una vita tutta corederoma, mezzo secolo senza tradire mai, molto prima di Totti, molto prima di De Rossi, anzi lui De Rossi l’ha fatto giallorosso prendendolo col biberon nel settore giovanile, lui da dirigente ha preso pure Ranieri allenatore molto prima dei Friedkin: questo per dire che forse, dovendo tirare su monumenti, il vero monumento in tinta giallorossa tocca proprio a Brunoconti, perchè nessuno è stato più figlio della Lupa. 

    Poi si sa, bisogna anche vendersi bene, in questa società poca sostanza e tutta apparenza. E solo qui forse starebbe il limite del personaggio, comunque bellissimo pregio della persona. È una sua riservatezza, un suo decoro, una sua capacità di tacere, senza spacciarsi mai per quello che non è, tanto meno saccente e saputo. 

    In questa età della ragione, gli è toccato anche il Briegel della malattia, il tumore al polmone che non ha bisogno di spiegazioni. A settant’anni, può festeggiare dicendo questo: «Ora sto bene, è tutto a posto. Mi è riuscito un altro dribbling…». La sua festa è la nostra festa. La vecchiaia può attendere, Brunoconti è immarcabile, le sta già scappando via sulla fascia.  LEGGI TUTTO

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    Il tabellone completo dei quarti di finale di Champions League

    Chiudi menuCorriere dello Sport.itCorriere dello Sport.itabbonatiLeggi il giornaleNaviga le sezioniSegui le DiretteLiveI nostri socialFacebookInstagramTwitterTelegramContinua ad esplorareContattaciFaqRSSMappa del SitoLa RedazioneEdizione DigitaleAbbonamentiFaqCookie PolicyPrivacy PolicyCondizioni generaliNote legaliPubblicitàChiudi menuCorriere dello Sport.itCorriere dello Sport.itLoginregistratiabbonatiLeggi il giornaleCorriere dello Sport.itABBONATI LiveABBONATI Leggi il giornaleCercaAccediCorriere dello Sport.it LEGGI TUTTO

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    Gran Galà del Calcio AIC: le shortlist dei potenziali vincitori

    Votano i colleghi
    Dalle shortlist dei premiati uscirà l’undici ideale della Serie A maschile e femminile, ruolo per ruolo, che comporranno un’ipotetica super squadra dell’anno, senza contare la premiazione del Calciatore e della Calciatrice della stagione 2023-24. A completare il quadro, sarà assegnato il riconoscimento per l’Allenatore dell’Anno, l’Arbitro dell’Anno, la Società dell’Anno e il Miglior Giovane di Serie B. «Questo riconoscimento – ha ricordato il Presidente dell’AIC, Umberto Calcagno – ha un valore particolare, perché da sempre lo differenzia il fatto che sono i calciatori e le calciatrici a votare i propri colleghi, compagni e compagne di spogliatoio o avversari e avversarie sul campo. È il calcio che premia il calcio, celebrato in una serata speciale che anche quest’anno metterà in primo piano la parte più bella del nostro mondo». Parola a Demetrio Albertini, Ceo della DA: «Siamo felici di supportare anche quest’anno l’AIC nell’organizzazione di un evento di grande prestigio come il Gran Galà del Calcio. Insieme abbiamo lavorato per creare una vera e propria festa del calcio, capace di rappresentare tutte le anime di questo mondo: calciatori e calciatrici, allenatori, arbitri e dirigenti che si riuniscono condividendo la gioia di ricevere un premio così ambito».
    I selezionati
    Ecco le shortlist di questa edizione:
    TOP 11 MASCHILEPORTIERI: Di Gregorio, Maignan, SommerDIFENSORI: Bastoni, Bellanova, Bremer, Buongiorno, Calafiori, Dimarco, Dumfries, Theo Hernandez CENTROCAMPISTI: Barella, Çalhanoglu, Dybala, Koopmeiners, Mkhitaryan, Rabiot ATTACCANTI: Gudmundsson, Lautaro Martínez, Leao, Lookman, Thuram, Zirkzee
    TOP 11 FEMMINILEPORTIERI: Ceasar, Durand, SchroffeneggerDIFENSORI: Boattin, Cascarino, Di Guglielmo, Faerge, Lenzini, Linari, Minami, OlivieroCENTROCAMPISTI: Boquete, Caruso, Catena, Giugliano, Greggi, MagullATTACCANTI: Beccari, Cambiaghi, Cantore, Giacinti, Haavi, Janogy, Viens
    ALLENATORE: Gasperini, Inzaghi, MottaARBITRO: Di Bello, Guida, OrsatoSOCIETÀ: Atalanta, Inter, JuventusGIOVANE DI SERIE B: Busio, F. Esposito, Ghilardi
    Le reti più belle
    Sono ancora aperte le votazioni di “Vota il Gol”, il sondaggio che decreterà il gol più bello della stagione 2023-24, al maschile e al femminile. Il riconoscimento sarà determinato dalle preferenze dei tifosi, chiamati a scegliere sul sito del Gran Galà del Calcio AIC tra una rosa di 10 reti del campionato maschile e 10 del campionato femminile, tutti selezionati dall’autorevole redazione sportiva della Rivista Undici. Con oltre 20 mila voti complessivi sin qui raccolti, i gol più votati delle due categorie sono quelli di Malinovskyi, Politano e Thuram al maschile; Cantore, Linari e Picchi al femminile. Le votazioni chiuderanno alle 23.59 di domenica 24 novembre. Possibile votare i gol maschili al link: https://bit.ly/cs-vota-il-gol-maschile-2024. Possibile votare i gol femminili al link: https://bit.ly/cs-vota-il-gol-femminile-2024. L’hashtag di riferimento di questa edizione sarà #GGDC24. LEGGI TUTTO

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    Juve, nuovi servizi per i fan con disabilità: tutte le novità

    La stagione sportiva 2024/2025 è iniziata con alcune novità per la community di tifosi con disabilità. Juventus ha infatti implementato due nuovi servizi, confermando l’impegno del Club nel percorso verso una sempre maggiore inclusività e accessibilità.
    Traduzione in Lingua dei Segni Italiana (LIS)
    Dalla prima partita di questa Stagione, il Club ha avviato la traduzione simultanea in LIS di tutte le conferenze stampa pre-gara della prima squadra maschile, degli inni Juventus e dei messaggi di servizio comunicati dallo speaker durante i match casalinghi all’Allianz Stadium (disponibili sui maxischermi dello stadio). La traduzione delle conferenze stampa è disponibile sul sito Juventus.com ed è accessibile agli utenti registrati. L’attivazione di questo servizio è il risultato del dialogo e dell’interazione con la community sorda bianconera.
    Servizio di Audiodescrizione

    La seconda novità di questa stagione partirà in occasione del match di domenica 6 ottobre! Per i fan con disabilità visiva, durante ogni partita casalinga della prima squadra maschile, Juventus fornirà il nuovo servizio di audiodescrizione dedicato. Un commentatore specializzato offrirà una narrazione dettagliata che, unita al suono digitale in alta definizione e all’atmosfera dello stadio, creerà un’esperienza unica e immersiva. Questo servizio è stato valutato e testato con successo in occasione delle ultime due partite di campionato della scorsa stagione, grazie alla collaborazione con una rappresentanza di tifosi non vedenti. Per usufruirne, sarà sufficiente disporre di uno smartphone o di un dispositivo con accesso a internet e connettersi alla piattaforma dedicata tramite il link o il QR code da richiedere al Fan Service Juventus al numero: 0114530486. LEGGI TUTTO

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    Juve, festa Primavera: tris al Cesena, Magnanelli sorride

    Juve Primavera-Cesena, rivivi la diretta

    95′ – Termina qui, dopo cinque minuti di recupero!La Juve trova la prima vittoria in campionato. 

    90′ – GOL JUVENTUS!Grosso serve il pallone a Di Biase sul filo del fuorigioco, la prima occasione dell’attaccante coglie il palo ma il pallone gli torna tra i piedi e cala il tris. 

    87′ – Doppio cambio per la Juventus!Dentro Lontani e Grosso, fuori Ripani e Crapisto. 

    85′ – Nisci impegna Veliaj, pallone in angolo.Non impeccabile il portiere del Cesena che si lascia sfuggire la sfera. 

    82′ – Altro cambio per il Cesena!Dentro Gningue per Tampieri.

    76′ – Cambio anche nel Cesena.Dentro Cavaliere e fuori Abbondanza. Entrano anche Pitti per Perini e Domeniconi per Mattioli. 

    75′ – Tre cambi per la Juve di Magnanelli!Dentro Ventre, Di Biase e Keutgen. Ed escono Pugno, Pagnucco e Florea. 

    73′ – GOL JUVENTUS!Ngana coglie impreparato Veliaj con un tiro dalla distanza, sulla respinta corta il più leto è Pugno che in scivolata è bravo a depositare in rete. 

    71′ – Tampieri va al tiro su punizione, pallone alto. 

    66′ – Cooling break!

    62′ – La Juve spinge!Pagnucco in area perde il tempo e il suo tiro viene deviato dalla difesa del Cesena. Ottima occasione creata da Nisci sulla detra. Azione da esterno a esterno per i padroni di casa. 

    59′ – MIRACOLO DI ZELEZNY!Wade ci prova con un tiro potente, ma il portiere della Juve si tuffa e devia in angolo. 

    55′ – Cambio per il Cesena!Dentro Wade e fuori Tosku. 

    50′ – OCCASIONE JUVE!Pugno tutto solo si fa ipnotizzare da Veliaj. 

    48′ – Ammonito Ronchetti, il centrocampista ferma con le cattive Florea.

    46′ – Iniziata la ripresa.

    INTERVALLO

    45+3′ – Termina la prima frazione con la Juve avanti.

    45′ – Tre i minuti di recupero.

    43′ – GOL JUVENTUS!Florea fa un capolavoro sulla destra, salta dtre avversari ed entra in area poi serve un pallone perfetto a Pugno che non può far altro di mettere in rete.

    40′ – Castorri inventa per Tosku che sbaglia una ghiotta occasione.Gol che sarebbe comunque stato annullato per fuorigioco dell’attaccante del Cesena

    38′ – Miracolo di Veliaj!Il portiere del Cesena vola sulla conclusione di Ripani e mette in angolo.

    37′ – Alza i giri del motore la Juventus!Montero scarica per Ripani, il centrocampista colpisce di prima intenzione col mancino e pallone che sfiora il palo dalla parte opposta. 

    35′ – Pagnucco ci prova dal limite, pallone alto. 

    30′ – OCCASIONE JUVE!La prima vera palla pericolosa: Pagnucco crossa al centro per Pugno, l’attaccante di testa impegna Veliaj che devia sul palo. 

    28′ – Occasione Cesena!Perini lavora un bel pallone sulla destra e mette dentro per Ronchetti che va al tiro a botta sicura, pallone deviato in corner. 

    22′ – La Juve prova a farsi vedere in avanti!I bianconeri si conquistano due calci d’angolo ma non riescono a impensierire il Cesena.

    19′ – Pressing dei romagnoli!Perini prova il tiro dalla distanza, tiro deviato da Bassino in angolo.

    17′ – Fatica la Juventus di Magnanelli, mentre spinge forte il Cesena.Mattioli va al cross, Tosku di testa non trova la porta.

    15′ – Ancora il Cesena!Tampieri prova il tiro da fuori, pallone fuori. 

    12′ – OCCASIONE CESENA!Castorri va al cross, Dolce sfiora e dietro di lui Perini non trova la porta di pochissimo.

    10′ – Gestisce il possesso palla Juve in mezzo al campo. 

    7′ – Tampieri svetta più alto di tutti di tesa, Zelezny para. 

    6′ – Pericoloso il Cesena sulla destra!Tosku va al cross, bravo Martinez a liberare in angolo.

    1′ – Iniziato il match a Vinovo.  LEGGI TUTTO

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    E se il campionato iniziasse oggi? Le venti formazioni di Serie A

    Le formazioni delle squadre di Serie A
    ATALANTA (3-4-2-1): Carnesecchi, Djimsiti, Hien, Kolasinac, Zappacosta, De Roon, Koopmeiners, Ruggeri, Lookman, ZANIOLO, Scamacca. All.Gasperini (confermato)
    BOLOGNA (4-2-3-1): Skorupski, Posch, Lucumi, Beukema, MIRANDA, Aebischer, Freuler, Orsolini, Ferguson, Ndoye, DALLINGA. All.Italiano (nuovo)
    CAGLIARI (3-1-4-2): Scuffet, Wieteska, Mina, LUPERTO, Prati, ZORTEA, Makoumbou, Deiola, Augello, Lapadula, Luvumbo. All. Nicola (nuovo)
    COMO (4-2-3-1): REINA, Iovine, DOSSENA, Goldaniga, MORENO, Braunoder, Bellemo, Strefezza, Cutrone, Da Cunha, BELOTTI. All. Fabregas (confermato)
    EMPOLI (4-2-3-1): Perisan, Stojanovic, Ismajili, Walukiewicz, Pezzella, Grassi, Fazzini, Gyasi, HENDERSON, Shpendi, Caputo. All. D’Aversa (nuovo)
    FIORENTINA (3-4-2-1): Terracciano, Martinez Quarta, PONGRACIC, Ranieri, Dodo, Mandragora, Bianco, Biraghi, Gonzalez, Beltran, KEAN. All. Palladino (nuovo)
    GENOA (3-1-4-2): Leali, De Winter, Vogliacco, Vasquez, Thorsby, ZANOLI, Frendrup, Malinovskyi, Martin, Gudmundsson, Retegui. All.Gilardino (confermato)
    INTER (3-1-4-2): Sommer, Pavard, Acerbi, Bastoni, Calhanoglu, Dumfries, Barella, Mkhitaryan, Dimarco, Lautaro, Turam. All.Inzaghi (confermato)
    JUVENTUS (4-3-2-1): DI GREGORIO, Gatti, Danilo, Bremer, Cambiaso, DOUGLAS LUIZ, Locatelli, THURAM, Miretti, Yildiz, Vlahovic. All.Thiago Motta (nuovo)
    LAZIO (4-2-3-1): Provedel, Marusic, Romagnoli, Gila, NUNO TAVARES, Guendozi, Rovella, TCHAOUNA, NOSLIN, Zaccagni, Castellanos. All.Baroni (nuovo)
    LECCE (4-3-3): Falcone, Gendrey, Baschirotto, GASPAR, Gallo, Kaba, Ramadani, Oudin, Pierotti, Krstovic, Dorgu. All.Gotti (confermato)
    MILAN (4-2-3-1): Maignan, Calabria, Tomori, Thiaw, Hernandez, Bennacer, Reijnders, Pulisic, Loftus-Cheek, Leao, MORATA. All.Fonseca (nuovo)
    MONZA (3-4-2-1): Sorrentino, Carboni, Izzo, Pablo Marì, Birindelli, Bondo, Gagliardini, Kyriakopoulos, Pessina, Caprari, Djuric. All.Nesta (nuovo)
    NAPOLI (3-4-2-1): Meret, RAFA MARIN, Rrahmani, BUONGIORNO, Di Lorenzo, Anguissa, Lobotka, SPINAZZOLA, Politano, Kvaratskhelia, Osimhen. All.Conte (nuovo)
    PARMA (4-2-3-1): SUZUKI, Del Prato, Circati, Osorio, VALERI, Estevez, Bernabè, Man, Hernani, Mihaila, Bonny. All.Pecchia (confermato)
    ROMA (4-3-3): Svilar, Celik, Mancini, Ndicka, Angelino, LE FÈE, Parede, Pellegrini, Dybala, Abraham, ElShaarawy. All.De Rossi (confermato)
    TORINO (3-5-2): Milinkovic-Savic, COCO, Schuurs, Masina, Bellanova, Vlasic, Ricci, Gineitis, Lazaro, ADAMS, Zapata. All. Vanoli (nuovo)
    UDINESE (4-2-3-1): Okoye, Perez, Bijol, Kristensen, Kamara, Zarraga, Lovric, Ebosele, Samardzic, Thauvin, Lucca. All. Runjiaic (nuovo)
    VENEZIA (3-4-3): Joronen, Altare, Sverko, Busio, Jajalo, Candela, Zampano, ORISTANIO, Pohjanpalo, Gytkjaer. All. Di Francesco (nuovo)
    VERONA (4-2-3-1): Montipò, Tchatchoua, Magnani, Dawidowicz, FRESE, Duda, Serdar, Suslov, HARROUI, Lazovic, MOSQUERA. All. Zanetti (nuovo)
    Gioca a FANTACUP! Parte il nuovo gioco di Tuttosport, in palio premi da urlo! LEGGI TUTTO

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    Chi è Lamine Yamal da Rocafonda: il fenomeno del quartiere operaio tra rabbia e… Rabiot

    Partiamo dalle generalità perché sta diventando sempre più famoso e non è più il caso di continuare a chiamarlo in maniera sbagliata: Lamine Yamal Nasraoui Ebana. I primi due sono il nome composto (come potrebbe essere Luis Enrique o Gian Piero), il terzo il cognome del padre e il quarto, com’è buona abitudine in Spagna, quello della madre. Per tutti, però, è soltanto Lamine Yamal che, nel suo circolo più intimo, diventa Lamine e basta. Sabato prossimo, alla vigilia della finale dell’Europeo di Germania, il crack del Barcellona non sarà a casa per festeggiare il suo diciassettesimo compleanno.
    Le origini di Yamal
    Sarà la prima volta che lo passa lontano da papà Mounir e mamma Sheila (oggi divorziati) e, soprattutto, dalla cara nonna Fatima e in un posto diverso da Rocafonda che, parafrasando gli Ska-P, è il barrio obrero (quartiere operaio) di Mataró, grosso centro industriale a 25 minuti a nord di Barcellona. Ed è proprio al posto che continua a considerare casa che Lamine Yamal dedica i suoi gol più importanti, ricorrendo all’oramai famoso gesto del “304”, le ultime tre cifre (le prime, 08, due sono uguali per tutta la provincia di Barcellona) del codice postale di quello che i militanti di Vox amano definire, con la classe che li contraddistingue, un «letamaio multiculturale». Ed è proprio per aver tirato uova e uno schiaffo a un militante del partito di estrema destra spagnolo che Mounir Nasroui è stato costretto a pagare una multa di 546 euro dopo essere stato condannato per lesioni e danni: «Quello che fanno e dicono non è giusto, siamo nel XXI secolo. Gli pagherò gli occhiali, ma se l’ho fatto è perché avevo le mie ragioni», ha assicurato l’anno scorso il papà di Lamine.
    I valori della Masia
    Un quartiere povero e difficile dove le politiche, siano esse di destra o di sinistra, hanno fallito completamente, quello dov’è cresciuto – molto più in fretta dei propri coetanei di centro città – il piccolo Lamine Yamal che, ancora oggi, ogni volta che torna a casa è seguito per strada da uno stuolo di bambini a cui basta rimanergli vicino per sognare il riscatto: se lui ce l’ha fatta, potrei riuscirci anche io. E non necessariamente nel mondo del pallone. Basta avere un passione e seguirla fino in fondo, proprio come ha fatto Lamine che a sette anni si è trasferito alla Masia, dove vive ancora oggi e lo farà fino al raggiungimento dei 18 anni. Perché se c’è una cosa che il Barcellona non ha perso, malgrado le poche gioie sportive degli ultimi anni, sono proprio i valori della propria cantera. E poco importa se, a differenza di quasi tutti gli altri inquilini della Masia, il crack blaugrana potrebbe permettersi il più lussuoso degli appartamenti: le regole sono regole e, come lui, anche Pedri e Gavi, gli ultimi due Golden Boy made in Barça, le hanno rispettate fino in fondo. Trofeo che difficilmente sfuggirà di mano al fenomeno di Rocafonda che, martedì sera, ha annichilito un altro fenomeno diventato simbolo del quartiere in cui è nato e cresciuto: ci riferiamo, naturalmente, a Kylian Mbappé, anche lui storia del Golden Boy, e la sua Bondy.
    La finale con la Spagna ed i saluti a Rabiot
    A Rocafonda la metà delle famiglie vive sotto la soglia della povertà e compra il pane arabo da zio Abdul che, ogni mattina, da 30 anni alza la saracinesca alle otto in punto. Suo figlio, Mohamed (per gli amici Moha), oltre a essere cugino di Lamine ne è anche l’autista personale. È lui ad accompagnarlo alla Masia e, nei giorni liberi, ad andarlo a prendere per riportarlo a casa: «Ricordo ancora che l’ultima fase finale di un Europeo l’ho vista in un centro commerciale con i miei amici e oggi, invece, faccio parte della nazionale maggiore», ci ha tenuto a sottolineare la stella della Roja, subito dopo aver messo in ginocchio la Francia con il suo splendido gol. Una rete con una dedica speciale per un volto noto della Serie A, Adrien Rabiot che, alla vigilia dell’incontro, aveva pensato che fosse una buona idea provocarlo, ignaro, probabilmente, di quanto fosse grande la sua personalità: «Se vuole arrivare in finale dovrà fare molte più cose di quello che ha fatto sinora». Ed è stato proprio il centrocampista bianconero a gustarsi, suo malgrado, da pochi centimetri la genesi dell’opera d’arte dello spagnolo che, prima di battere Mike Maignan con uno straordinario tiro a giro, lo ha mandato fuori tempo con una finta: «Parla ora», il messaggio recapitato allo juventino in mondovisione subito dopo la fine dell’incontro.
    La benedizione di Messi
    E, del resto, uno che prima di debuttare con la primavera aveva già esordito con la prima squadra e che prima di segnare con il Barcellona lo aveva già fatto con la sua nazionale non può davvero temere lo scontro dialettico. Men che meno se sei cresciuto a Rocafonda e ne vai, giustamente, fiero: «Quando ho segnato il gol ho cercato di pensare alla squadra, che è la cosa più importante, e non ho dato importanza alle cose esterne. Dico sempre che il tempo mette tutti al loro posto». Parola di Lamine Yamal, il prossimo numero 10 del Barcellona e, questa volta sì, degno erede di un certo Lionel Messi, uno che dopo aver portato a casa il Golden Boy ha anche vinto sette Palloni d’Oro. Un primato difficile da battere anche per lui che di record ne supera uno a partita. A meno che non riesca a vincerli entrambi nello stesso anno. Difficile, ma non impossibile. Domenica sera ne sapremo di più. LEGGI TUTTO