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    Torna la Serie A, le probabili formazioni della 30ª giornata 

    FIORENTINA 4-2-3-1

    Allenatore: Italiano

    A disposizione: 30 Martinelli 22 Faraoni, 2 Dodo, 65 Parisi 28 M.Quarta, 37 Comuzzo 32 Duncan, 8 Maxime Lopez 17 Castrovilli, 72 Barak 19 Infantino, 11 Ikoné 99 Kouame, 18 Nzola

    Indisponibili: Christensen

    Squalificati: Bonaventura

    Diffidati: Milenkovic

    Ultime: Nico Gonzalez si aggrega solo oggi. Beltran nel ruolo di trequartista.

    MILAN 4-2-3-1

    Allenatore: Pioli

    A disposizione: 57 Sportiello 83 Mirante, 38 Terracciano 28 Thiaw, 80 Musah, 7 Adli 21 Chukwueze, 17 Okafor 15 Jovic

    Indisponibili: Kalulu, Kjaer, Pobega

    Squalificati: Theo Hernandez

    Diffidati: Loftus-Cheek, Musah, Pioli (all.)

    Ultime: oggi sarà valutato Kjaer, Gabbia e Thiaw in ballottaggio. Florenzi titolare a sinistra.

    SABATO A FIRENZE Stadio Franchi, ore 20,45

    TV: Dazn, Sky Sport Calcio, Sky Sport Uno

    ARBITRO: Maresca di Napoli

    Guardalinee: Passeri-Costanzo

    Quarto uomo: Ayroldi Var: Di Paolo Avar: Guida  LEGGI TUTTO

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    Tardelli e il caso Acerbi: “La sentenza una sciocchezza, Juan Jesus vincitore”

    Ne è convinto anche dopo il caso Acerbi-Juan Jesus? «I calciatori sono sotto i riflettori e dovrebbero essere esempi di educazione, quante volte lo sentiamo ripetere? Basterebbe avere la forza di dire “ho sbagliato” e non “sciacquatevi la bocca” come ho letto sui social». 

    Ritiene l’assoluzione dell’interista da parte del giudice sportivo una decisione ingiusta?  «Diciamo che nell’ultimo periodo sono state emesse delle condanne particolari da parte della giustizia sportiva. Sinceramente, credo che Acerbi abbia commesso una sciocchezza perché è un bravo ragazzo e un professionista serio. Ma penso anche che una sciocchezza più grande l’abbia commessa chi l’ha giudicato. Però è solo una mia idea». 

    È una storia in cui perdono tutti. «Non tutti. Juan Jesus aveva sistemato tutto, perdonando Acerbi già in campo. Lui è il vero vincitore». 

    Spalletti in Nazionale parla continuamente di valori e di rispetto della maglia azzurra. Lo racconterà agli studenti che vedrà all’Onu? «Luciano è una persona seria e onesta e per quello che l’azzurro ha rappresentato nella mia vita sono felice che pronunci certe parole. Ovviamente sì, la Nazionale è qualcosa di altissimo e prezioso. Ora però deve scegliere chi portare agli Europei».

    Qualche consiglio? «Saprà farcela da solo. Però gli manca il fuoriclasse, ed è un problema»

    Saremo all’altezza di Spagna, Germania, Inghilterra, Francia, Olanda? «E perché no? Nei momenti che contano sappiamo sempre cavarcela, io credo in questa Italia».

    Si parla spesso del rapporto tra giovani e risultati. Secondo lei, quelli bravi è meglio tenerli in U21 per conquistare una qualificazione all’Europeo o farli salire in Nazionale maggiore per giocare delle amichevoli? «Quelli bravi devono andare su. E non mi piace quando poi tornano giù, perché scendono con un’altra testa. L’obiettivo primario dev’essere la Nazionale maggiore, vale più di qualsiasi trofeo giovanile».

    Siamo protagonisti fino all’Under 20, poi il processo di crescita dei ragazzi sembra interrompersi. Perché?  «Perché i club non danno opportunità e i ragazzi smettono di giocare. Questo è un problema enorme, purtroppo».

    Tardelli, secondo lei la Juve poteva lottare per lo scudetto fino alla fine? «A un certo punto ci hanno creduto, ma oggettivamente la distanza con l’Inter era e resta enorme».

    Alla Juve manca un Tardelli a centrocampo? «Eh sì. L’Inter ha Barella, la Juve vorrebbe Koopmeiners. Solo che costa tanto, forse troppo. Ad Allegri manca anche un grande difensore, secondo me».

    Come giudica il triennio di Max? «È stato circondato da tante negatività extra-campo e quelle influiscono. Nonostante questo, è andato sempre in Champions. Anche da lui mi aspetto qualcosa in più, ma il bilancio è decisamente positivo».

    L’Inter ha dominato la stagione. «Si sono mossi bene sul mercato e Inzaghi è stato bravissimo. Peccato per la Champions a Madrid, ma hanno buttato la qualificazione nella gara d’andata a San Siro».

    Napoli e Lazio, prima e seconda l’anno scorso, sono le grandi delusioni? «A Napoli dopo Spalletti hanno fatto tante scelte sbagliate. Ci si è messo anche lo scarso rendimento di Kvara e il periodaccio di Osimhen. La Lazio ha perso Milinkovic, aveva bisogno di rinforzarsi e credo che Sarri non sia stato ascoltato».

    A proposito di grandi centrocampisti: l’avvio di De Rossi la sorprende? «No, perché Daniele è un ragazzo intelligente che ti entra nella testa e nell’anima. Ha capito la situazione dello spogliatoio, diciamo che ha aperto le gabbie e i giocatori hanno iniziato finalmente a dare tutto quello che avevano. Una cosa però mi ha sorpreso: il rendimento di Pellegrini. Non capisco cosa non andasse prima con Mourinho».  LEGGI TUTTO

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    Savoldi: “Osimhen e Lookman super: Napoli-Atalanta dipende da loro”

    NAPOLI – Gianluca Savoldi, 48 anni, non vota per la difesa a tre di Gasperini e neanche per la linea a quattro di Calzona. «Quest’anno ho giocato sia con il 3-4-3, sia con il 4-2-3-1». Allena la Primavera del Renate, in Brianza: ha vinto due campionati di fila e ora fila nel Primavera 2, lo stesso del Napoli. Atalanta-Napoli sarà un po’ la sua partita, per tanti motivi: «Sono cresciuto e vivo a Bergamo, ho vissuto a Napoli, poi ci ho giocato e mi ci sono anche sposato. Sono le città della mia vita insieme con Bologna, dove sono nato. I luoghi di mio padre». Giuseppe detto Beppe, Mister 2 miliardi o Beppe-gol, il primo della storia. Altri tempi: «Ecco, mi sa che per lui sarà una storia più complessa… Credo che sabato tiferà un pochino più per il Napoli». Lei, invece? «Sono atalantino da bambino, ma sa cosa? I due popoli, per quanto diversi, sono simili per l’amore viscerale e incondizionato nei confronti della propria terra». Andrà in scena uno scontro diretto clou per l’Europa. «Per tutti, è vero: hanno entrambe la legittima aspirazione di entrare in coppa dalla porta principale. La Champions». Due squadre, due filosofie. «Gasperini è il mio principale riferimento professionale: ha ispirato tante cose. Di Calzona ho letto una tesi quando studiavo a Coverciano. Teorizzava uno sviluppo difensivo a zona con una serie di novità, per l’epoca: priorità assoluta al reparto, con occupazione definita e predefinita dello spazio». Lei come difende? «Nella mia zona ad avere priorità è l’avversario: ci si avvicina all’uomo anche se non ha ricevuto ancora la palla. Tipo Gasp». Da ex centravanti: Osimhen o Lookman? «Bella coppia, meravigliosi insieme come nella nazionale nigeriana. Saranno decisivi anche senza gol, assist o un tiro in porta: quelli come loro condizionano il modo di difendere. Osi è devastante: chi farebbe uno contro uno secco con lui in campo aperto? Nessuno». Cosa pensa del caso Juan Jesus-Acerbi? «Una vicenda delicata e insieme triste». Ha mai affrontato casi di razzismo nei tornei Primavera? «Mai, nella mia esperienza. Con noi c’è un colombiano, ma non esistono razze, solo uomini. Abbiamo regole etiche e scritte, non potrei mai tollerare atti, frasi, gesti o battutine, ma devo dire che sono stato fortunato: ho sempre gestito ragazzi educati nonostante le esuberanze o le timidezze inevitabili, considerando l’età e la personalità in formazione». Giochiamo: selezioni la sua mista Napoli-Atalanta. «Difficile… Obbligato il 4-2-3-1: Meret; Di Lorenzo, Rrahmani, Scalvini, Ruggeri; Ederson, Lobotka; Lookman, Koopmeiners, Kvara; Osimhen». In panchina Gianluca Savoldi. «Per forza. Con Pasalic vice: non l’ho inserito perché sarei troppo di parte. È il mio preferito. Però lo porto con me, sempre». LEGGI TUTTO

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    Torino, nuovo tecnico e mezza rivoluzione: Vagnati ne cerca già otto

    Nelle sue conversazioni, saltellando da un procuratore all’altro, Vagnati comincia a stendere l’elenco della spesa: un viceportiere, un paio di difensori centrali di cui almeno uno necessariamente di piede mancino, un esterno sinistro, un esterno destro, una mezzapunta versatile e almeno un giovane attaccante, ma meglio due di esperienza e qualità differente. «D’accordo, Davide. Qualche idea per voi potrei anche già averla. Ma chi sarà l’allenatore? Avete già deciso?». No, al Toro non hanno ancora deciso. L’unica indicazione emersa chiaramente, fino a prova contraria, riguarda la fine del rapporto con Juric.
    Juric, futuro in bilico al Torino
    L’allenatore croato è sempre più chiacchierato quanto a un suo possibile trasloco all’estero. In Inghilterra, in particolare. Si era anche parlato, tempo fa, dell’interesse del West Bromwich, società che però non sa ancora in quale campionato militerà nella prossima stagione. Al momento è quinta nella Championship, la B inglese, con 8 punti di vantaggio sulla prima formazione esclusa dai playoff, l’Hull City, settimo. La disputa degli spareggi per la promozione in Premier farà chiarezza. E influenzerà anche le trattative con Juric. D’altra parte in Italia, al momento, non si intravedono grandi piste per Ivan. Anche perché, dal suo (legittimo) punto di vista, il tecnico spalatino non intende certo scendere dal piedistallo che si è costruito con merito in questi ultimi 5 anni, dal biennio a Verona al triennio in granata. Una riflessione che va fatta pensando sia alle ambizioni di Juric sia alla media dei suoi ultimi emolumenti (dai 2 milioni in su a stagione). Non risulta che Juric nelle ultime settimane abbia mandato segnali volti a innaffiare i rapporti nell’ottica di un prolungamento del contratto in scadenza a giugno.
    I possibili sostituti di Juric
    E, parimenti, da tempo in società non si scorge un interesse a ricucire i destini, al di là di certe dichiarazioni di facciata. Difatti si guarda già decisamente altrove. Vedasi Palladino: che però, restando in coda, mira a una big (Juventus, Milan, Napoli). Vanoli, tecnico rivelazione del Venezia secondo in B, è un’alternativa. Come Gattuso, più volte in passato vicino al Torino, reduce dall’esonero a Marsiglia. Decisamente sullo sfondo, Dionisi. Ma è ancora tutto prematuro: troppe le variabili, dentro e fuori dal Torino. Questione anche di effetto domino, visto l’ampio numero di panchine e allenatori chiacchierati sul mercato. Per cui Vagnati, che pure ha ben chiara nella sua testa una scaletta riferita ai possibili tecnici da Toro, tra preferenze e realistiche possibilità, deve navigare a vista sul mercato, in questa fase. Nemmeno escludendo la possibilità che, con un nuovo allenatore, si cambi anche il modulo tattico di riferimento (il primo bivio chiave: difesa a 3 o a 4?). Però determinate riflessioni anche con Cairo si sono già sviluppate. Tenuto conto, in primo luogo, che mezza rosa, grossomodo, è in bilico.
    Calciomercato Torino, sarà rivoluzione?
    Per dire: in porta, ferma restando l’attuale volontà dei vertici granata di andare avanti con Vanja, manca quantomeno un secondo (i giovani Popa e Passador sono destinati al prestito, mentre Gemello è in scadenza). A destra, ammesso e non concesso che resti il sempre più brillante Bellanova (si veda anche l’esordio di ieri sera in nazionale), Vojvoda è in bilico e va individuato un nuovo esterno. A sinistra, in questa stagione, Lazaro non ha affatto convinto: un nuovo fluidificante di qualità serve come il pane pure sulla sua fascia. Mentre in difesa partirà Rodriguez, in scadenza. Ammesso e non concesso (dobbiamo ripeterci) che resti Buongiorno, la priorità è un marcatore di piede mancino da aggiungere a Masina (riscatto più che probabile): e le ultime notizie su Pirola (sinistro naturale) si collocano in tale scenario. Praticamente scontata la permanenza di Schuurs (che tornerà in campo solo con la preparazione di luglio: non può avere un mercato intrigante, in quest’ottica). Andrà via anche Djidji, pure lui in scadenza come Rodriguez. Sazonov potrebbe restare, ma solo come riserva. Per Lovato il Torino non ha alcuna intenzione di spendere ben 4,5 milioni per acquistarlo dalla Salernitana.
    Torino, la situazione in attacco e a centrocampo
    Discorso che vale anche per Okereke, saltando all’attacco: riscatto da oltre 4 milioni, il nigeriano dovrebbe disputare un gran finale di stagione e la Cremonese provvedere a chissà quali sconti. In avanti, il giovane Kabic dovrà essere mandato in B a farsi le ossa. Vagnati ha poi intenzione di mettere sul mercato Pellegri (come già a gennaio) e di sostituirlo con un’altra giovane punta di belle potenzialità. Il Torino è anche pronto a valutare offerte per Sanabria: nel caso, avanti con un nuovo ingresso al suo posto (indicative le nuovi voci per Saldanha del Partizan, per esempio). Oggi come oggi, in attacco l’unico punto fermo ci pare Zapata. Che però tra pochi giorni compirà 33 anni. E fisicamente, muscolarmente, va gestito con attenzione quotidiana. Dovrebbe poi restare Vlasic, in assenza di offerte superiori ai 13 milioni.  Ma un’altra priorità già scontata è pure l’ingaggio di un jolly offensivo (mezzapunta, trequartista o ala: dipenderà dal modulo. Intanto si è riaperta la pista Laurienté del Sassuolo). E a centrocampo? Ammesso e non concesso (anche qui) che restino sia Ricci sia Ilic, con Tameze e Gineitis la mediana sarebbe composta. In bilico è Linetty. Ma, da qualche parte, almeno una gran plusvalenza dovrà uscire sulla base dei dettami presidenziali, pescando tra i gioielli di questa stagione. E per Ricci, Ilic, Buongiorno e Bellanova i veri giochi si faranno dopo gli Europei, tanto più in considerazione che 3 su 4 (l’unico out ci pare il centrocampista italiano) appaiono già destinati a disputarli: una vetrina straordinaria, sulla carta, per i giocatori e per Cairo. LEGGI TUTTO

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    Il Torino torna su Saldanha: idee mercato tra Sanabria, Zapata e Bonny

    Attacco granata: chi va e chi resta
    In tal senso e guardando alla prova di Udine è in questo momento Okereke la miglior spalla del sudamericano. Ma va riscattato e i 4 milioni stabiliti a gennaio con la Cremonese sono ritenuti troppi. Pellegri nel Toro non ha trovato la vena realizzativa, e a questo punto è bene vada a giocarsela altrove e possibilmente da titolare. Resta Sanabria: ha rinnovato e a inizio stagione era un inamovibile, ma ha segnato soltanto 4 gol e tatticamente non è il miglior compagno di Zapata. Tutt’altro che da escludere, quindi, la possibilità che dal Fila finiscano per andarsene ben tre attaccanti, a fine stagione. 
    Bonny e Saldanha sul taccuino di Vagnati
    Anche alla luce di questa prospettiva si legge l’attivismo di Vagnati, attento a più soluzioni per provvedere a quella che si annuncia come una probabile rivoluzione. Su Tuttosport di ieri si è dato conto dell’interesse per Bonny (21 anni da compiere), promessa del Parma con il talento per gli assist che ha una valutazione di poco inferiore ai 10 milioni. Un investimento importante, ma che il Toro potrà decidere di mettere a bilancio per dotarsi di un prospetto dal presente brillante e dal futuro potenzialmente dorato.
    Nell’immediato servirebbe però anche il giocatore più esperto: per questo il dt granata è tornato a sondare il terreno per Saldanha, centravanti brasiliano che nel Partizan sta segnando gol a raffica, ben 16 in 22 partite del campionato serbo. Costa come Bonny, qualcosa in più visto che il club di Belgrado chiede 10 milioni e non è intenzionato a effettuare sconti. Alto, ma all’interno dei parametri della società granata lo stipendio, fissato in un milione e mezzo netto l’anno. Il conto totale per i due cartellini, prevedendo cioè di prendere sia Saldanha che Bonny, fa 20 milioni.
    Sanabria e l’ipotesi cessione
    Metà dei quali potranno entrare dalla cessione di Sanabria. Elemento fin qui venuto un po’ a mancare, in quella che invece sarebbe dovuta essere l’annata della sua conferma, dopo le 12 reti della scorsa Serie A. Mentre se i granata faticano a entrare nelle prime otto posizioni della classifica, è anche e soprattutto a causa dei pochi gol messi a disposizione dal paraguaiano e da Vlasic (parzialmente riscattatosi con la rete di Udine).
    Chiaro che i gol di Saldanha – comunque realizzati in un campionato più modesto di quello italiano – ingolosiscano la dirigenza granata, alla feroce ricerca di un bomber da doppia cifra da schierare assieme a Zapata. Il Torino ha già provato a dare corpo alla coppia di attaccanti a gennaio, ma l’offerta formulata da Vagnati, e vincolata al tetto di spesa al tempo imposto da Cairo, non fu ritenuta sufficiente: 5, i milioni che erano stati messi sul piatto per arrivare a Saldanha.
    Ne servono il doppio, per accettare una ponderata scommessa: mantenendo il livello di reti attuali il brasiliano vedrebbe in breve tempo andare alle stelle la valutazione del proprio cartellino, ma l’altra faccia della medaglia è rappresentata dal balzo tra il torneo serbo e quello italiano. Sapesse adattarsi in fretta, i 10 milioni chiesti dal Partizan andrebbero stanziati e anche in tempi brevi. Una cifra analoga serve pure per arrivare a Laurienté, attaccante esterno del Sassuolo già seguito dal Torino. LEGGI TUTTO

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    Napoli, il Barcellona tenta l’assalto a Lobotka

    NAPOLI – Non si «inventa» un don Andrés dalla sera alla mattina e però, se all’improvviso, sei anni dopo io suo addio, s’intravede un Iniesta in sedicesimi, si ha il dovere di mettersi a girare intorno al Camp Nou, le mano dietro la schiena, e pensarci un attimo. La sera in cui si spensero le luci in quello stadio che sa di Storia, divenne complicato farsene una ragione: nulla è per sempre e con la genialità d’un calciatore irripetibile, nella fosforescenza d’un tempo ormai perduto, rimase un senso di incompiutezza che sembra adesso evaporato. «Ne ho parlato con Deco, il Barcellona lo prenderebbe, ma dovrebbero succedere prima tante altre cose». Joan Laporta non è un uomo qualunque, porta in sé il vissuto di un’epoca abbagliante, un decennio che sa di tikitaka, di Guardiolismo, d’un football nella sua Bellezza estrema che ora pare sfiorito tra le rughe che l’incedere delle crisi aggrava: e però domani è sistematicamente un altro giorno e da presidente bisogna illuminarsi per offrire ai gioielli della “cantera” un padre spirituale che li guidi, tra le insidie del palleggio e le perfidie di traiettorie ingovernabili. Stanislav Lobotka è il calcio moderno che sprigiona allegria, è un faro che s’accende e sprigiona le emozioni raccontate da Xavi («mi piacerebbe vederlo qui, in questa squadra») alla vigilia di Barça-Napoli o confessate con sincerità da Laporta al Mundo Deportivo proprio mentre ondeggia tra i sentieri d’un mercato da costruire con una frase che sa di investitura: «Ne abbiamo parlato con Deco». E’ il tratto distintivo di un’Idea forte, un messaggio chiarissimo che annuncia mosse future – scontate, prevedibili e però svuotate della riservatezza – è il desiderio di fare sapere a chiunque, al mondo Barça ma anche a De Laurentiis, che prima o poi, se le condizioni si realizzeranno, sarà necessario sedersi dinnanzi ad un caffé e ad un contratto per far fondere le due volontà, la sua ma anche quella del «piccolo» Iniesta, «denudato» dei propri sentimenti dal proprio manager: «Gli piacerebbe giocare in un club che lotta per vincere la Champions League. Ne abbiamo discusso con Deco». E però non c’è neanche tanto da romanzare, intorno ad vicenda così limpida e trasparente, con già tre personaggi in cerca di un autore coinvolti – e pure convinti – di avere individuato il profilo giusto: Stanislav Lobotka (30 anni il prossimo novembre), piace a Xavi (Xavi, eh, il socio di Iniesta!) ma anche a Deco (Deco, eh, il diesse del Barça con quel passato alle spalle) e, mica magicamente, pure a Laporta, il presidente d’una società che è «assai più di un club» e che nella sua fase di rifondazione complessiva ha bisogno (pure) di un leader che diffonda effetti speciali intorno a sé. 
     L’esplosione di Lobotka
    Lobotka è uno dei colpi del mercato invernale del 2020, il centrocampista costato venti milioni dal Celta Vigo e per diciotto mesi, durante la gestione Gattuso, divenuto oggetto misterioso, fino a sparire. Lobotka è però anche il simbolo dell’evoluzione della specie, favorita dal calcio e dalle idee di Spalletti, e nel triennio che sta alle spalle del regista slovacco riempito da 115 partite, da una centralità assoluta, da una personalità spiccata, da una naturalezza nelle verticalizzazioni con forme di somiglianze ad un fenomeno che sa di calcio, che sa Barça: non c’è – non si è notato in giro – un altro don Andrés, ma pure a Laporta dev’essere sembrato di rivederlo in Stanislav Lobotka.  LEGGI TUTTO

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    Roma-Sassuolo Femminile: show con Giugliano e Giacinti, rivivi la diretta

    17:10
    Prossima partita contro l’Inter
    La squadra di Alessandro Spugna resta saldamente in testa alla classifica, a più dieci sulla Juventus seconda in classifica. La prossima sfida sarà in trasferta contro l’Inter, in programma venerdì 29 marzo.

    17:03
    Roma, vittoria mai in discussione
    La Roma esulta per un trionfo mai in discussione, una bella partita che conferma il primato in classifica e permette alla squadra di Spugna di cominciare nel migliore dei modi la Poule Scudetto.

    16:52
    90’+3′ – Triplice fischio: vince la Roma
    Triplice fischio. La Roma supera 3-0 il Sassuolo. Decisiva la doppietta di Giugliano e la rete di Giacinti.

    16:50
    90′ – Tre minuti di recupero
    Assegnati tre minuti di recupero.

    16:49
    88′ – Giacinti ancora pericolosa
    Potenziale chance della Roma per il poker, ma Giacinti su assist di Pilgrim non riesce a concludere come avrebbe voluto e l’azione sfuma.

    16:48
    86′ – Roma vicina alla vittoria
    Ottimo impatto da parte di Di Guglielmo che corre sulla destra. Sempre in possesso di palla la Roma in attesa della segnalazione del recupero.

    16:42
    82′ – Entra in campo Tomaselli
    Cambio per la Roma: fuori Greggi, al suo posto Tomaselli.

    16:41
    81′ – Roma ancora in attacco
    Si distende ancora una volta la Roma sulla destra, tentativo di filtrante di Di Guglielmo, ma il pallone viene intercettato. Rimessa laterale.

    16:37
    77′ – Roma in pieno controllo
    Da qualche minuto ritmi più blandi anche e soprattutto per il risultato. La Roma gestisce senza affanni dopo il triplo vantaggio e si prepara un altro cambio.

    16:35
    74′ – Altro cambio per il Sassuolo
    Cambio anche nel Sassuolo: Jane prende il posto di Missipo, protagonista in negativo per il tocco di mano che ha portato al rigore della Roma quando il risultato era ancora sull’1-0.

    16:34
    73′ – Doppio cambio per la Roma
    Esce la grande protagonista del match, Giugliano. Al suo posto entra Feiersinger. In campo anche Troelsgaard per Kumagai.

    16:35
    70′ – Giallo per Linari
    Fallo a centrocampo di Linari. Primo cartellino giallo per la Roma.

    16:27
    68′ – Altri due cambi per il Sassuolo
    Altri due cambi per il Sassuolo: fuori Prugna per Mihelic e Filangeri per Simon.

    16:25
    65′ – Roma in scioltezza
    Gara a senso unico, in otto minuti nel secondo tempo la Roma ha sigillato il risultato con due gol ravvicinati. Ottima prova di Giugliano e Giacinti, in generale squadra giallorossa pimpante, ben messa in campo e cinica.

    16:22
    61′ – Due cambi per la Roma
    Primi due cambi per la Roma: Viens esce, al suo posto entra Pilgrim. Entra anche Di Guglielmo per Haavi.

    16:18
    59′ – Terzo gol della Roma: segna Giacinti
    Terzo gol della Roma: contropiede micidiale con Viens che porta palla centralmente, vede Giacinti a sinistra, assist perfetto e destro a giro per il numero 9 che segna il gol del 3-0!

    16:16
    57′ – Secondo cambio per il Sassuolo
    Cambio per il Sassuolo, il secondo del match, che coinvolge l’attacco: esce Clelland, entra Sabatino.

    16:13
    53′ – Ci prova Kullashi
    Timida risposta del Sassuolo, cross dalla destra di Kullashi e colpo di testa di Sciabica: pallone alto.

    16:10
    50′ – Raddoppio della Roma: ancora Giugliano
    Realizzazione perfetta di Giugliano che col destro spiazza il portiere. Pallone alla sua sinistra e Roma sul 2-0 con la doppietta del numero 10!

    16:09
    49′ – Rigore per la Roma
    Rigore per la Roma. Sul cross dalla destra di Sonstevold (che in precedenza stava segnando di testa, salvataggio sulla linea) c’è il chiaro tocco di mano di Missipo. Non ha dubbi il direttore di gara. Penalty per il potenziale raddoppio.

    16:06
    46′ – Inizia il secondo tempo
    Inizia il secondo tempo. Primo pallone per il Sassuolo. Subito un cambio per il Sassuolo.  Sciabica sostituisce Chiara Beccari.

    16:02
    Attesa per l’inizio del secondo tempo
    Giornata di sole, tifosi in attesa della ripresa. Vantaggio meritato per la Roma che sfrutta il gran gol di Giugliano grazie al quale ha chiuso avanti il primo tempo.

    15:48
    45’+2′ – Fine primo tempo
    Finisce qui il primo tempo, Roma avanti grazie al super gol al minuto 33 di Giugliano. Sinistro splendido all’angolino. Giallorosse in vantaggio all’intervallo.

    15:48
    45’+1′ – Giallo per Missipo
    Secondo giallo del match, ammonita Missipo per un intervento a centrocampo, classico fallo tattico a fermare l’incursione di Greggi.

    15:46
    45′ – Due minuti di recupero
    Assegnati due minuti di recupero. Si giocherà fino al 47esimo.

    15:45
    42′ – Tiro di Greggi
    Tentativo col mancino da parte di Greggi, bel tiro dal limite ma il portiere del Sassuolo non si fa sorprendere.

    15:42
    39′ – Rientra in campo Kullashi
    Rientra in campo Kullashi. In questo finale di primo tempo continua ad attaccare la Roma.

    15:39
    37′ – Gioco fermo: problemi per Kullashi
    Gioco fermo da qualche minuto per un problema fisico occorso a Kullashi che resta a terra. In campo i sanitari del Sassuolo. La partita non riprende. Problemi alla mano calpestata involontariamente da un’avversaria.

    15:35
    33′ – Rete clamorosa di Giugliano: Roma avanti
    Gol della Roma: Giacinti recupera palla sulla sinistra anticipando Filangeri, assist per Giugliano che dal limite scarica un sinistro clamoroso dopo uno stop volante. Rete bellissima e giallorosse avanti.

    15:32
    29′ – Meglio la Roma nella prima mezz’ora
    Mezz’ora in archivio, non si sblocca ancora il risultato, meglio la Roma in questa prima fase di match anche se non ci sono ancora state azioni pericolose. Solo qualche timido tentativo. Intanto primo giallo del match a Pleidrup del Sassuolo. 

    15:25
    23′ – Missipo calcia alto
    Altro calcio d’angolo per la Roma, provvidenziale l’intervento in scivolata di Sonstevold che anticipa Beccari. Dalla bandierina la palla arriva a Missipo che calcia altissimo.

    15:23
    21′ – Ci prova il Sassuolo
    Assalto del Sassuolo: triplo tentativo con tre tiri murati dalla difesa della Roma, l’ultimo di Kullashi col pallone in corner. Dalla bandierina nulla di fatto.

    15:20
    18′ – Roma in pressing
    Da qualche minuto la Roma ha alzato il baricentro e continua ad attaccare, il Sassuolo resiste e si difende con tutti i suoi effettivi.

    15:18
    16′ – Roma pericolosa
    Attacca la Roma. Corner di Giugliano, ci prova Kumagai di testa ma il pallone lo sfiora appena e l’azione sfuma.

    15:12
    11′ – Giugliano pericolosa
    Roma pericolosa: cross dalla sinistra do Haavi, inserimento di testa di Giugliano. Ma il suo tiro è centrale e Durand para in due tempi senza problemi.

    15:11
    9′ – Ci prova Beccari
    Timida risposta del Sassuolo con un pallone in profondità per Beccari che viene chiusa all’ingresso in area. Riparte la Roma.

    15:08
    6′ – Roma, ci prova Giacinti
    Primo tentativo per la Roma con una conclusione dalla distanza di Giacinti che termina a lato.

    15:07
    3′ – Le due squadre si studiano
    Primi minuti con la Roma in possesso del pallone e il Sassuolo ordinato a coprire ogni zona di campo.

    15:02
    1′ – Si comincia: prima palla alla Roma
    Si comincia. Parte Roma-Sassuolo. Primo pallone per i padroni di casa. Completo giallorosso per loro. In bianco gli avversari.

    15:01
    Minuto di silenzio per Joe Barone
    Minuto di raccoglimento per ricordare Joe Barone. Grandi applausi per lui dagli spalti e in campo.

    14:56
    Pochi minuti e si parte
    Tutto pronto per l’inizio della partita, a breve squadre in campo. Grande attesa per l’avvio del match.

    14:50
    Il regolamento della Poule Scudetto
    Le dieci squadre si porteranno dietro dalla prima fase i punti in classifica, così come la differenza reti e gli scontri diretti. In caso di arrivo a pari punti tra due o più squadre al termine delle due poule, conteranno i punti ottenuti e la differenza reti nei quattro scontri diretti, due della prima fase e due della seconda. Le prime tre classificate al termine della poule scudetto si garantiranno l’accesso alla UEFA Women’s Champions League 2024-2025.

    14:35
    Le formazioni ufficiali
    Roma (4-3-3): Ceasar; Bartoli, Linari, Minami, Sonstevold; Giugliano, Kumagai, Greggi; Viens, Giacinti, Haavi.
    Sassuolo (4-3-3): Durand; Orsi, Filangeri, Pleidrup, Philtjens; Pondini, Missipo, Prugna; Kullashi; Clelland, Beccari.

    14:25
    Roma, Spugna: “Contento di ricominciare”
    Queste le parole del tecnico della Roma, Alessandro Spugna, alla vigilia: “Siamo contenti di ricominciare e di iniziare questa poule. Abbiamo la possibilità di aumentare il vantaggio, ma non dobbiamo pensare ai passi falsi delle squadre che inseguono”. 

    14:16
    Roma, obiettivo allungo sul secondo posto
    La Roma, a quota 51 punti attualmente, può allungare sul secondo posto dopo il pareggio tra Inter e Juventus. Calcio d’inizio fissato alle ore 15.

    Stadio Tre Fontane – Roma LEGGI TUTTO

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    La Lazio presenta Igor Tudor, la conferenza del tecnico: rivivi la diretta

    15:25
    Tudor, decimo tecnico dell’era Lotito
    Igor Tudor è il decimo allenatore scelto dal presidente Claudio Lotito da quando è alla guida della Lazio. Senza contare l’interregno di Giovanni Martusciello, gli allenatori biancocelesti sono stati Mimmo Caso, Giuseppe Papadopulo, Delio Rossi, Davide Ballardini, Edy Reja, Vladimir Petkovic, Stefano Pioli, Simone Inzaghi e Maurizio Sarri.

    15:15
    Tudor vs Allegri: bilancio in parità
    Il nuovo tecnico croato esordirà sabato prossimo contro la Juventus. Igor Tudor e Massimiliano Allegri in carriera si sono affrontati soltanto in due occasioni, e il bilancio certifica una vittoria per parte. Nella stagione 2021-2022 Tudor vinse alla guida del Verona il confronto casalingo contro la Juventus battendo i bianconeri per 2-1. La formazione di Allegri nella sfida di ritorno si impose per 2-0.

    15:05
    Tudor, da giocatore un bilancio negativo contro la Lazio
    Da giocatore Igor Tudor ha avuto modo di affrontare la Lazio in undici occasioni. Il bilancio non è particolarmente propizio per l’attuale tecnico dei biancocelesti che ha vinto soltanto in due occasioni, pareggiando due partite e perdendone sette. Tudor ha giocato otto delle undici partite con la maglia della Juventus, le altre tre con quella del Siena. Tudor ha perso contro la Lazio due finali: quella della Supercoppa Italiana del 1998-99 (Juventus-Lazio 1-2) e la finale di andata di Coppa Italia (Lazio-Juventus 2-0) del 2003-2004 in cui venne espulso dopo 37 minuti

    14:50
    Tudor, tre volte da avversario con la Lazio
    Il tecnico croato nella sua carriera da allenatore ha affrontato la Lazio in tre occasioni rimediando una sconfitta all’esordio nel 2019 (Lazio-Udinese 2-0), una vittoria nel cencondo confronto (Verona-Lazio 4-1) e un pareggio nell’ultima occasione in cui l’ha incontrata (Lazio-Verona 3-3) sempre nel campionato 2021-2022

    14:35
    Tudor, partenza in salita
    Alla ripresa del campionato la Lazio avrà subito un esame importante contro una Juve in crisi di risultati. Sabato 30 marzo i biancocelesti ospiteranno all’Olimpico – alle 18.00 – la formazione di Allegri. Martedì 2 aprile – alle 21:00 – la Lazio sarà di scena allo Juventus Stadium per la semifinale di andata della Coppa Italia. Sabato 6 aprile i biancocelesti di Tudor saranno impegnati – alle 18.00 – nel derby di ritorno contro la Roma.

    14:25
    Tudor vuol fare in fretta
    Igor Tudor continua a spingere sull’acceleratore. La Lazio si allenerà anche nel weekend, in attesa del rientro dei sei giocatori che al momento sono a disposizione delle rispettive nazionali: Hysaj, Marusic, Vecino, Guendouzi, Isaksen e Zaccagni

    14:10
    Tudor: Luis Alberto può giocare ovunque
    “Luis Alberto? L’importante è avere giocatori forti. E Luis Alberto è un giocatore forte. Più giocare come mezz’ala, dietro alla punta. Se vogliamo essere super offensivi, può giocare anche davanti alla difesa. Lo vedo motivato, voglioso. Giocatori a fine ciclo? Non esiste, è un modo di dire che non mi appartiene. Ci sono giocatori che ce la fanno, e giocatori che non ce la fanno. Lazio anziana? Più che l’età, contano le caratteristiche dei calciatori che fanno la differenza”.

    14:05
    Tudor: Sarei potuto venire alla Lazio da calciatore
    “Sarei potuto venire alla Lazio da giocatore, in prestito, ma non so per quale motivo la trattativa a un certo punto si fermò. Alla Lazio mi lega anche la grande amicizia che ho con Alen Boksic che qui ha fatto la storia del club. Ho avuto modo di sentirlo, ci messaggiamo, spesso viene a Roma. Penso che un allenatore non debba rinunciare a niente: bisogna provare a dare tutto a una squadra. Divertimento? A me piace vincere. Quando guardo una partita che non mi piace, dopo dieci minuti cambio canale. Anche il club, vuole veder vincere la squadra. Bisogna mettere sempre un po’ di italianismo: se devo fare catenaccio per vincere contro una provinciale, faccio il catenaccio”.

    14:00
    Tudor: Un allenatore deve adattarsi ai giocatori che ha
    “L’allenatore si adatta sempre ai calciatori che ha. Tu puoi provare a fare le stesse cose, ma non sempre riescono allo stesso modo. Un tecnico deve adattarsi, senza mai rinunciare a mettere la propria parte. A me i numeri non interessano, l’importante è avere a disposizione giocatori forti. In difesa abbiamo un gruppo di giocatori interessanti, importanti: quando hai giocatori bravi, puoi fare tutto. Il calcio italiano all’estero è visto come un calcio molto tattico. Fuori dall’Italia c’è più ritmo, la Premier League è un campionato a parte. Il calcio va verso una maggiore fisicità, maggiore velocità, senza rinunciare alla struttura della squadra. Non è il ritmo a farti giocare bene, ma perché rinunciare al ritmo? Qui il ritmo è un po’ più basso, ma la Serie A è un campionato difficile, non è facile fare punti in Italia. Non sono mai uscito dal centro sportivo, vogliamo sfruttare ogni minuto. Non vedo l’ora che inizino le partite”.

    13:55
    Tudor? Lazio a due punte? Perché no…
    “Stimo molto Sarri sotto tutti i punti di vista: ha fatto un calcio importante, ha vinto tanto. Colgo l’occasione per mandargli un saluto. Lazio a due punte? Sì, potrebbe succedere. L’obiettivo è quello di fare il massimo. Non voglio entrare in questioni tattiche, ne parlo solo con i miei giocatori nello spogliatoio e dentro al campo. Loro hanno una grande cultura del lavoro, la fase difensiva è fatta bene, voglio lasciare qualcosa del calcio di Sarri. Ma non voglio dare ulteriori dettagli perché è una cosa che deve restare dentro allo spogliatoio”

    13:53
    Tudor, le qualità dei centrocampisti
    “I centrali di centrocampo devono avere tutto: intelligenza tattica, inserimento, palleggio, interdizione. Non ho ancora deciso come giocheremo: 3-4-2-1? Magari giocheremo a tre e mezzo…”

    13:50
    Tudor: Immobile ha fatto la storia
    “La Juve? Conta fare bene in queste due prossime gare. Anche io sono stato giocatore, e quando arrivano le grandi squadre i giocatori sono sempre più motivati. Ma io martello quando gioco con le provinciali, perché lì c’è il rischio di abbassare l’attenzione. Sono felice di essere qui. Immobile? Ciro ha fatto la storia alla Lazio, poi succede qualcosina e succede il finimondo. Tutti i laziali hanno un grande amore per Immobile, poi accade una cosetta e la notizia diventa enorme. Lo vedo voglioso, mi è piaciuto il suo atteggiamento a Frosinone quando era in panchina e ha segnato Castellanos”.

    13:45
    Tudor: La partenza in salita mi piace
    “Programmare a lungo termine non serve a niente. Credo nel presente. Dovremo partire subito forte, e non sarà facile trasmettere tanti concetti in poco tempo. All’inizio abbiamo partite difficili, ma a me piace partire in questo modo. Dobbiamo credere nel sacrificio, nel sudore: la differenza la fanno i giocatori con la loro voglia e le loro qualità. Penso che si possa far bene con questo organico. La lunghezza del contratto non mi interessa: se lavoro bene vado avanti, se non lavoro bene posso anche andare a casa domani. Vivo di presente, e vivo di lavoro. Guendouzi? Ho un buon rappoorto con lui, vuole giocare sempre e vuole vincere sempre. Sono contento di ritrovarlo, ha un grande bagaglio di esperienza: faremo bene insieme”. 

    13:43
    Tudor: Non sono un sergente di ferro
    “C’è uno stile di gioco e c’è un modulo di gioco. Non vorrei parlare dei singoli, io sono molto attento e scelgo sempre quello che vedo in allenamento. C’è una scritta nella palestra che mi rapprensenta: non è la voglia di vincere, ma la voglia di prepararsi che fa la differenza. Non sono un sergente di ferro, è una brutta descrizione. Poi, come diceva il presidente, ci vuole carota e bastone. Ma qui i ragazzi sono disponibili, hanno voglia di fare. Allenare in Italia è più facile perché c’è grande cultura del lavoro tra i giocatori. Sono un allenatore esigente negli allenamenti, i calciatori possono chiedermi tutto… tranne i soldi”

    13:38
    Le prime parole di Tudor
    “La Lazio mi ha lasciato una buonissima impressione, ci sono bravi ragazzi disposti a lavorare. C’è una cultura del lavoro che ha creato Sarri, e quindi a lui vanno fatti i complimenti. I ragazzi sanno che si può e si deve fare meglio, ma è un buon inizio. Io devo essere intelligente, devo mantenere le cose che mi piacciono e inserire a poco a poco le novità. Ho scelto la Lazio perchè è una squadra importante, ci sono pochi allenatori al mondo che non accetterebbero la Lazio. Qui la figura dell’allenatore è importante, visto da fuori qui c’è un progetto: c’è l’appoggio del club, ci sono le strutture, c’è una buona squadra. La tattica? Devo valutare ancora alcune situazioni. Ci sono giocatori che possono fare due moduli, ce ne sono altri che possono farne uno, ci sono calciatori che possono fare tutto. Ci sono ancora due mesi, con diverse partite di campionato e c’è la coppa: il risultato è quello che conta”.

    13:31
    Il presidente Lotito presenta Igor Tudor
    “Ho il piacere di essere qui, perchè lo ritenevo indispensabile – afferma il presidente Lotito – a scelta dell’allenatore è stata una scelta ponderata. Ho ritenuto che Tudor fosse la persona giusta per guidare la squadra perchè ha le caratteristiche idonee per guidare la Lazio a seguito di un momento imprevisto in cui la squadra ha avuto delle mancanze legate più per una mancanza di conoscenza dei propri mezzi e di concentrazione. Tudor è l’uomo giusto, sia dal punto di vista tattico che motivazionale. La scelta di Tudor è stata fatta per avviare un progetto nuovo. La squadra ha tutte le potenzialità per raggiungere gli obiettivi. Ho chiamato Tudor dopo le dimissioni di Sarri, e dopo aver fatto un’attenta valutazione. E’ una scelta convinta, sono contento: ho trovato una persona sana dal punto di vista morale, non ha retropensieri”.

    13:30
    Igor Tudor, la conferenza di presentazione
    Fra qualche istante, nella sala stampa del centro sportivo di Formello, inizierà la conferenza di presentazione del nuovo tecnico della Lazio Igor Tudor. (Leggi di più)

    13:25
    Lo staff di Igor Tudor
    Dopo le dimissioni di Sarri e del suo staff tecnico – ad eccezione di Martusciello – la Lazio ha assunto oltre a Igor Tudor anche altri tre collaboratori. Il tecnico croato avrà come suo vice Ivan Javorcic, nello staff anche l’allenatore dei portieri Tomislav Rogic e il match analist Giuseppe Maiuri.

    13:20
    Tudor: dall’Hajduk alla Lazio, le tappe della sua carriera
    Igor Tudor ha iniziato il proprio percorso con l’Hajduk Spalato nel 2013. Dopo due stagioni sulla panchina croata, ha allenato in Grecia, con il Paok Salonicco. Nel 2016 ha preso la guida tecnica dei turchi del Karabukspor, l’anno successivo si è trasferito al Galatasaray. Nel 2018 la sua prima esperienza in Italia con l’Udinese. Assume in corsa la guida dei friulani anche nel campionato successivo. Nel gennaio 2020 torna all’Hajduk Spalato. Nell’estate dello stesso anno accetta l’incarico come vice allenatore della Juventus accanto ad Andrea Pirlo. Nel campionato 2021-2022 allena il Verona. In seguito viene ingaggiato per guidare il Marsiglia. Dal 18 marzo 2024 è l’allenatore della Lazio.

    13:10
    Tudor, terza esperienza in Serie A
    Igor Tudor è nato a Spalato il 16 aprile 1978. Dopo la carriera da calciatore, il croato ha intrapreso quella di allenatore. E’ al suo terzo incarico su una panchina italiana dopo aver allenato Udinese e Verona.

    13:00
    Tudor, la conferenza stampa di presentazione
    Il nuovo tecnico biancoceleste risponderà alle domande dei giornalisti dalla sala stampa di Formello: segui la diretta.

    Formello LEGGI TUTTO