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    Matthaus, tra il ricordo di Maradona, la nostalgia dell’Italia e la Champions: “Bayern favorito”

    Il tedesco ricorda il legame col Pibe de Oro: negli ultimi giorni ha consegnato a ‘Legends’, il museo di maglie storiche creato dall’argentino Marcelo Ordás che aprirà a Madrid nel 2023, la ‘camiseta’ che gli diede Diego alla fine del primo tempo della finale Mondiale del 1986, in Messico Rispetto, amicizia, stima. Il legame tra Lothar Matthaus e il compianto Diego Maradona era fatto di queste cose, si componeva di elementi sinceri, capaci di superare la rivalità calcistica, due finali Mondiali oltre ai tanti duelli in Serie A, e la barriera linguistica. “Ci siamo subito presi bene – dice Lothar –. E non ci siamo mai lasciati. Inizialmente più che parlare quando c’incontravamo bevevamo birre, tante birre. Poi grazie all’italiano le cose sono migliorate. E la vostra è diventata la nostra lingua”. Matthaus è passato da Madrid per consegnare a ‘Legends’, il museo di maglie storiche creato dall’argentino Marcelo Ordás che aprirà nel cuore della capitale spagnola all’inizio del 2023, la ‘camiseta’ che gli diede Maradona alla fine del primo tempo della finale Mondiale del 1986, in Messico. La cerimonia si è svolta all’ambasciata argentina sotto il titolo ‘Torna a casa’, ad officiare l’ambasciatore Ricardo Alfonsin, figlio di Raul che nel 1986 era presidente del Paese e che invitò Maradona e compagni alla Casa de la Moneda dopo il trionfo messicano. LEGGI TUTTO

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    Boniek: “La Juventus gioca in modo strano, non ha mai comandato il gioco”

    Partenza sprint in questa stagione per Destiny Udogie, galvanizzato dal trasferimento al Tottenham che si completerà nella prossima stagione. Partenza che conferma quanto di buono fatto l’anno scorso, un campionato che ha acceso su di lui i riflettori e l’interesse dei top club, Juventus compresa che lo aveva inserito nella lista dei desideri per la sessione di mercato estiva. Il trasferimento dell’esterno dai bianconeri friulani a quelli di Torino, però, non si è completato. Ieri sera, contro la Roma, Udogie è stato assoluto protagonista del trionfo della squadra di Sottil contro i giallorossi. Una prestazione, la sua, che non è passata inosservata ai tifosi della Juventus che, sui social, hanno espresso tutta la loro amarezza e il rimpianto di non poterlo vedere alla Vecchia Signora. Sfoglia la gallery per leggere i commenti.  LEGGI TUTTO

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    Juventus, ecco la terza maglia: “Ispirata al passato per creare il futuro”

    Dal sito ufficiale della Juventus: Ispirata al passato per creare il futuro: ecco a voi la nostra terza maglia per la stagione 2022/23 powered by Adidas Football! Il terzo kit farà il suo esordio in occasione di Juventus – Salernitana domenica 11 settembre alle ore 20:45 all’Allianz Stadium. Tornano due colori che hanno caratterizzato la nostra storia, […] LEGGI TUTTO

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    Paradosso Allegri: meno gioco, ma più punti

    Il tecnico criticato perché la squadra gioca male è certo di essere sulla via giusta, e aspetta gli infortunati: nel 2023 secondo i suoi piani la squadra al topMassimiliano Allegri è abituato ad andare controcorrente, sarà perché è cresciuto a Livorno, dove il mare è casa e bisogna saper tornare a riva sani e salvi anche quando è in tempesta. Negli anni ci siamo abituati a vederlo lanciare giacche e scattare negli spogliatoi furibondo a fine gara dopo una vittoria, a volte anche rotonda, e poi bacchettare la squadra nel dopo partita, oppure limitarsi a un laconico “Sono contento per la prestazione dei ragazzi” dopo un 1-1 senza un tiro in porta nel secondo tempo, com’è accaduto sabato pomeriggio a Firenze. LEGGI TUTTO

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    Juve, il mercato è stato stellare ma qualcosa è mancato: ecco i punti deboli

    Dal ritorno di Pogba allo sgarbo all’Inter per Bremer, la squadra di Allegri è stata riempita di rinforzi di qualità, ma rimangono dei dubbi sul terzino sinistro e sulla profondità al centro della difesa Il ritorno di Pogba, la fantasia di Di Maria, quel Bremer soffiato all’Inter e il regista tanto cercato e finalmente trovato in Paredes. Poi l’efficacia di Kostic e il prezioso ricambio Milik. Se quello della Juventus non è stato un mercato stellare, poco ci manca. A guardare la rosa, tuttavia, sorgono due “ma”. LEGGI TUTTO

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    Cheddira, bomber d'Italia, merita l'azzurro

    TORINO – Non si ferma più, sono già 8 reti e siamo solo a inizio settembre. Walid Cheddira, 24 anni, origini marocchine ma nato a Loreto nelle Marche, non è solo l’uomo in più del Bari, ma di tutto il calcio italiano: nessuno da inizio stagione ha segnato di più in gare ufficiali. Già 8 gol, appunto, così ripartiti: 5 in Coppa Italia (2 al Padova nel preliminare, 3 al Verona al 1° turno), 3 in campionato per tre partite di fila (nell’1-1 col Palermo, nel 3-1 al Perugia e sabato scorso nel 2-2 con la Spal). Walid, in questo inizio di annata, sta tenendo una media realizzativa stratosferica, segna un gol ogni 65’. E mettiamoci anche un rigore procurato e un assist nel 2-2 del suo esordio in B a Parma. Un talento indiscutibile che dopo l’ultima rete è stato orgogliosamente celebrato dal Bari sui social. E se ne sono accorti anche in Marocco: osservatori della Nazionale sono già andati a vedere Cheddira di persona al San Nicola, quando c’è una tifoseria che impazzisce per lui (il suo nome viene simpaticamente storpiato in Ualino, Pasqualino in barese) e anche Aziz, il padre di Walid, già calciatore di buon livello in Marocco, va in curva con gli ultrà a sostenere il figlio. Prestazioni che, si sussurra, avrebbero convinto il neo ct del Marocco, Hoalid Regragui, un oriundo come Cheddira ma nato in Francia, a chiamarlo per il paese dei suoi genitori, magari già a fine mese, quando il Marocco sosterrà due amichevoli. Insomma, ci sarebbe da spicciarsi per non correre il rischio di perderlo, Cheddira può fare molto comodo anche al calcio azzurro. Quest’estate il ct Mancini ha preannunciato che seguirà la Serie B con molta attenzione e dunque le sue prove non gli saranno certo sfuggite. Del resto, la B ha già dimostrato di essere molto formativa anche in chiave azzurra. Quando a giugno Mancini ha portato con sé per le partite di Nations League due come Gatti e Zerbin, che avevano appena chiuso la stagione da protagonisti in B nel Frosinone, il ct ha avuto ottimi riscontri. Chiamare Walid vorrebbe dire, quantomeno, non perderlo per il futuro perché il ragazzo ha intrapreso un’ascesa che pare travolgente. Basta non dirlo a Parma, dove si stanno ancora mangiando le mani per lui. Perché il club emiliano era stato il primo a scommettere su Cheddira scovandolo, ai tempi del ds Faggiano, in Serie D nella Sangiustese, dove in due stagioni da Under aveva messo a segno 19 reti. Gli emiliani lo misero sotto contratto senza poi mai fargli giocare una partita in maglia crociata. Quando era del Parma, Cheddira è sempre andato in prestito in C, con risultati che non facevano presagire la sua attuale esplosione: Arezzo, Lecco, Mantova, fino al Bari, dove nella passata stagione dà un buon contributo alla promozione in B dei pugliesi (7 gol). Così quest’estate il club pugliese e il Parma si sono sedute a un tavolo per discutere il riscatto. Astuto il ds dei pugliesi, Ciro Polito: ha lasciato che decadesse la cifra pattuita un anno prima (700mila euro) e qualche giorno dopo l’ha preso per la metà: col senno di poi, un affarone, favorito dalla ferma volontà di Walid di restare in Puglia. Perché Cheddira ora a Bari sta da re, è legatissimo alla città dove, fra le altre cose, gli è nato il primo figlio. In campo, Cheddira sa essere devastante: agilità, progressione irresistibile con cui divora gli spazi, buon dribbling, grande agonismo, ottimo tiro secco e porta che la vede sempre bene. E nell’ultima rete, sabato alla Spal, ha dimostrato di avere anche doti da opportunista che non possono mancare in un aspirante bomber: prima ha impostato l’azione servendo Antenucci, e quando il tiro dell’esperto attaccante s’è spento sul palo, Walid aveva letto tutto bene ed è stato pronto a ribadire in rete da due passi. Insomma, il ragazzo c’è tutto anche perché nelle sue dichiarazioni Walid dimostra di avere la testa sulle spalle. “Non mi pongo obiettivi, solo lavorare al meglio partita dopo partita – ha dichiarato ai canali ufficiali del Bari -. Quello che conta è il risultato di squadra. A livello personale, un attaccante punta sempre alla doppia cifra, ma ho tanto da migliorare. Rispetto alla C, quest’anno ci sono più spazi, le squadre giocano di più. Questo mi può aiutare”. E ora, non sarebbe male se il ct Mancini aiutasse lui nella sua irresistibile ascesa. LEGGI TUTTO