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    L’Atalanta piomba su Scamacca, offerta sopra ai 30 milioni: Inter sorpassata

    La Dea ha raggiunto la quota chiesta dal West Ham, concedendo anche una percentuale sulla futura rivendita: ampio divario con la proposta dei milanesi che non parteciperanno ad aste

    L’attacco dell’Inter sembra stregato, l’ultimo ricordo positivo è la firma di Marcus Thuram in sede. Dopo di lui, soltanto molte amarezze. Prima l’improvviso dietrofront di Romelu Lukaku, poi le difficoltà a individuare un profilo che fosse raggiungibile e adatto alla mancanza di un centravanti per Simone Inzaghi e, ora, l’imbottigliamento sulla strada per il prescelto Gianluca Scamacca. Sembrava l’obiettivo più concreto, adesso invece c’è un’Atalanta di troppo in corsa per l’azzurro. Anzi, la Dea è proprio in vantaggio

    Il sorpasso—  Non si parla di speculazioni, bensì di concrete offerte sul tavolo del West Ham United. L’ultima proposta dell’Inter per l’ex Sassuolo è stata di 24 milioni di euro più 4 di bonus per riportare in Italia Scamacca: una cifra ritenuta comunque non sufficiente dai londinesi, che però adesso hanno dalla loro parte l’offerta dell’Atalanta. I bergamaschi, forti della maxi-cessione di Rasmus Hojlund al Manchester United, hanno sventolato davanti agli inglesi ben 30 milioni più una percentuale sulla futura rivendita. Ovviamente il calciatore preferirebbe l’Inter e quindi la Champions League, ma il divario tra i due club nerazzurri è consistente e il margine di forzature – attualmente – è limitato. Anche perché l’Atalanta avrebbe anche pronto un ingaggio di tutto rispetto per lo stesso Scamacca: l’Inter, in ogni caso, non parteciperà a sanguinose aste. LEGGI TUTTO

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    Napoli, squadra che vince non si cambia: pro e contro di una scelta

    I campioni d’Italia hanno rivoluzionato (tanto) la struttura dirigenziale, toccando pochissimo la squadra. A riprova del fatto che qualche volta i modi di dire abusati nel mondo del calcio hanno una loro profonda efficacia

    Si fa un grande ricorso, anche nel mondo del calcio, a frasi fatte e slogan. Io mi impegno e sarà il campo a decidere. In questo ritiro abbiamo lavorato tantissimo. Per arrivare sin qui abbiamo fatto tanti sacrifici. Con questo allenatore (sempre quello attuale… ndr) ci capiamo a meraviglia, è un grande maestro. La miglior difesa è l’attacco. Per finire con il classico “squadra che vince non si cambia”. Già, squadra che vince non si cambia. Esattamente quello che sta succedendo al Napoli. Perché – e questo è veramente strano, curioso e inusuale – la grande rivoluzione c’è stata fuori dal campo. Se n’è andato lo stratega di un meritatissimo scudetto, Luciano Spalletti. E ha salutato anche l’architetto, quello che ha contribuito con le sue intuizioni a piazzare i colpi più interessanti: Giuntoli. Insomma, due grandi novità, alla guida dello staff tecnico e nella piramide della direzione sportiva. Roba, per dirla alla Spalletti, che forse non si era mai vista. Perché dopo un grande trionfo è forte, quasi sempre, la voglia di proseguire il lavoro. Ma se il Napoli ha cambiato faccia in maniera radicale nei suoi “dirigenti”, altrettanto non si può dire della squadra. LEGGI TUTTO

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    Hjulmand, il vichingo che ha stregato Lecce (e sa cucinare le orecchiette)

    Il Milan pensa soprattutto al capitano giallorosso nel caso dovesse rimediare alla partenza di Krunic. Scovato da Corvino, il danese è sbocciato in Salento e costa sui 20 milioni. E la concorrenza è agguerrita…

    L’interesse per lui passa anche dalle parole di Pantaleo Corvino, l’uomo capace di scovarlo nella Bassa Austria per regalarlo al grande calcio. “Hjulmand? Tra le mie scoperte è secondo solo a Vlahovic”. Il d.s. del Lecce lo ha ribadito in più occasioni. Oggi il centrocampista danese ha addosso gli occhi di diversi club in Europa e in fila c’è anche il Milan, che valuta la sua candidatura alla luce dell’assalto del Fenerbahçe a Rade Krunic. LEGGI TUTTO

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    Szczesny: “Vlahovic al top fa la differenza. E io resto qui”

    Il portiere della Juve: “Finché a Torino mi vogliono non mi muovo. E mi sa che mi vogliono… Weah? Sfreccia”

    dalla nostra inviata a Orlando Fabiana Della Valle
    4 agosto – MILANO

    Wojciech Szczesny stringe il suo trofeo tra le mani: no, non è il premio di Mvp, che è andato a McKennie, ma un sacchetto bianco con dentro la maglia di Vinicius Jr. “È per mio figlio – racconta – sennò non mi fa rientrare a casa. Ora sì che è la serata perfetta”.  LEGGI TUTTO

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    I 50 anni di Filippo Inzaghi, Delneri si racconta, il ritiro di Pepito Rossi

    Sul settimanale della Gazzetta in edicola sabato al prezzo complessivo di 2,20 euro, l’intervista del campione del mondo 2006 alla vigilia di un compleanno importante. Non solo: abbiamo incontrato l’ex tecnico di Juve e Roma e l’italo-americano che ha appeso le scarpette al chiodo

    Tre quarti di esistenza passati a trasformarsi in Superpippo ogni volta che la palla transitava davanti alla porta avversaria, l’ultimo – la fase attuale della sua vita – nei panni di Filippo, futuro marito di e già padre. Mercoledì Inzaghi (Filippo, appunto) taglia il traguardo dei 50 anni, e ha deciso di festeggiarli in anteprima in nostra compagnia, raccontandosi a Gb Olivero. Un racconto senza veli, sospeso tra la nostalgia degli anni da calciatore e i progetti di uomo, in gran parte legati alla famiglia che ha costruito con Angela, che sposerà nel prossimo giugno e che gli ha già dato Edoardo ed Emilia. Un racconto che vale la copertina di Sportweek in uscita domani, sabato, come sempre allegato alla Gazzetta al prezzo complessivo di 2 euro. Inzaghi non è il solo ex campione che compie i 50 anni quest’anno. Da Bobo Vieri a Javier Zanetti, da Roberto Carlos a Fabio Cannavaro, sono tanti quelli che spengono le candeline di un compleanno speciale. Furio Zara li ricorda, e celebra, per noi. 

    delneri e pepito—  A seguire, un’intervista di Sebastiano Vernazza a Gigi Delneri, che di anni ne ha parecchi di più (73 il 23 di questo mese), ma che conserva intatta la sua lucidità di analisi del nostro calcio. Tra ricordi e aneddoti legati alla sua carriera di calciatore (“Ero lento di gambe, ma veloce di pensiero”) e di allenatore (per le sue amni sono passati Totti, Del Piero e Cassano), il tecnico dice la sua sul calcio di ieri e di oggi. Giuseppe “Pepito” Rossi non ha compleanni da festeggiare, ma in un certo senso celebra anche lui un momento importante, quello del fine carriera. A 36 anni, l’oramai ex attaccante italo-americano ha deciso di dire basta, dando finalmente pace alle sue ginocchia, martoriate da ben 8 otto interventi chirurgici ai quali sono state sottoposte in seguito ai traumi subiti in campo. Pepito sgrana il rosario dei ricordi, dai primi anni negli Stati Uniti al Parma, dove arrivò bambino senza sapere, lui, figlio di un emigrato abruzzese, una parola d’italiano, poi al Manchester United di Ferguson, al Villarreal, Fiorentina, ancora Parma, senza tralasciare naturalmente la Nazionale, alla quale lo lega anche il dispiacere di non aver mai preso parte a un Mondiale o a un Europeo. Entriamo infine nei segreti di Kama.Sport, il più grande database (così, almeno, dicono i giovanissimi proprietari italiani) di calcio al mondo: una enorme banca dati, appunto, che raccoglie numeri e informazioni legati ai giocatori, vivisezionandone le prestazioni in partita e in allenamento, sottolineandone i punti forti e deboli, quantità e tipologia degli infortuni comprese. Le consuete rubriche aprono e chiudono questo numero di Sportweek, il cui filo conduttore è quello dei compleanni dei campioni che hanno allietato le nostre domeniche. LEGGI TUTTO