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    Campioni e social, istruzioni per l’uso: chi si allontana e chi sceglie altre strade

    L’attaccante della Juve non segna in campionato da due mesi e si è preso una pausa. Non è il primo, e ci sono anche casi in cui la reazione è opposta… Dusan Vlahovic ha oscurato il proprio profilo Instagram, ottenendone in cambio, invece del (forse) agognato silenzio, un chiacchiericcio di fondo, perché nell’epoca della comunicazione continua, la quiete forzata è, di fatto, una gran notizia, soprattutto per chi, come il serbo, con i social non si diletta e basta, ma ci lavora anche. Finché non sarà lui a spiegarne i motivi nel dettaglio (qualora volesse farlo) è difficile improvvisare teorie, anche se online in molti si sono sbizzarriti, passando dall’improbabile attacco hacker al ben più plausibile desiderio di isolarsi dalle critiche feroci dell’ultimo periodo. LEGGI TUTTO

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    Dieci giocatori di Serie A che meritano una chance in una big

    Non più di primo pelo: in luglio compirà 38 anni. Con un curriculum da professore: è stato convocato dal Messico per cinque Mondiali. Ochoa alla Salernitana ha rinverdito la figura del portiere spettacolo: balzi felini, tuffi spettacolari, deviazioni impossibili. L’altezza è normale, nel calcio di oggi un portiere di un metro e 83 come Ochoa è considerato basso, e il particolare aggiunge simpatia e valore. Non è necessario essere spilungoni per difendere una porta. Per vicinanza geografica lo consigliamo al Napoli, può essere un pungolo e un’alternativa a Meret, in scadenza di contratto nel 2024. Ochoa è il numero 10 dei portieri e al Maradona si esalterebbe. LEGGI TUTTO

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    Ultras e violenza, dietro il mito del modello inglese

    “Servono leggi in stile Thatcher”, ha detto De Laurentiis dopo le botte in curva durante Napoli-Milan. Ma cosa fece davvero lo storico primo ministro inglese? E i suoi provvedimenti hanno davvero cancellato la violenza? Viaggio attraverso leggi, manganelli e rapporti tra politica e tifoSe il “modello inglese” avesse davvero cancellato la violenza attorno al calcio britannico, non avremmo visto i tifosi del Bristol City e quelli del Reading, due squadre di Championship, la loro Serie B, cercarsi, inseguirsi e menarsi nelle strade di Bristol, con i passanti impauriti a filmare la scena con i cellulari. Era sabato 1 aprile, pochi giorni fa, non prima della “stretta” voluta da Margaret Thatcher. E non avremmo dovuto raccontare il dramma del 55enne Tony Johnson, tifoso del Blackpool, morto in ospedale dopo due giorni di agonia, colpito ripetutamente alla testa fuori da un pub, lo scorso 4 marzo, durante una rissa con i tifosi del Burnley. Ancora una volta squadre di Championship, ancora uno scontro tra gruppi in strada, lontano dagli impianti. LEGGI TUTTO

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    Nella testa di Schmidt: cosa sta preparando per l’Inter il tecnico del Benfica

    L’allenatore tedesco ha vivisezionato i 180′ degli ottavi col Porto, contro cui ha perso venerdì. Ecco come pensa di imbrigliare i nerazzurri nonostante gli manchino due uomini chiaveQuante volte Roger Schmidt e il suo staff hanno visito e rivedranno Inter-Porto e Porto-Inter? Difficile dare una risposta, ma il numero in questione è alto. Il tecnico tedesco vuole arrivare preparato al massimo, sotto il profilo della conoscenza degli avversari, al match di martedì, ma il doppio confronto degli ottavi di Champions lo ha utilizzato anche per la sfida di venerdì scorso, persa dai suoi in casa contro i Dragoni (2-1). LEGGI TUTTO

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    Il Genoa di Gila a Como: missione 1° posto

    TORINO – Lunedì di Pasqua con tutta la B in campo, si gioca la 32ª giornata, si va in campo dalle 12.30 a sera. La capolista Frosinone, a +4 sul Genoa e a +10 sul Bari terzo, ospita l’Ascoli (ore 15) per fare un altro passo verso la Serie A che per la squadra di Grosso pare in tasca da mesi (gli scommettitori da tempo non accettano più puntate sulla promozione dei ciociari). Ma attenzione all’Ascoli: con la vittoria sul Brescia nell’ultimo turno, ha fatto un bel passo avanti verso la salvezza (ora è +4 sui playout), dovesse sbancare lo Stirpe (come è accaduto al Cosenza nell’ultima uscita interna dei ciociari), potrebbe fare un pensierino ai playoff, che ora distano 5 punti. Il Genoa secondo in classifica è di scena a Como (ore 15). I rossoblù di Gilardino viaggiano col vento in poppa, vengono da 4 vittorie di fila sono la squadra che ha fatto più punti nel girone di ritorno (27). Danno l’impressione di volere provare a prendersi il 1° posto per garantirsi almeno il secondo, l’ultimo buono per la promozione diretta. Per il Como, vale lo stesso discorso dell’Ascoli, visto che hanno gli stessi punti in classifica, in più c’è da riscattare il ko di Venezia dell’ultimo turno. Genoa che guarderà con interesse alla sfida più importante della giornata, Sudtirol-Bari (ore 15), cioè quarta contro terza in classifica, rispettivamente a -6 e -7 dai liguri. Come minimo, allo stadio Druso di Bolzano, esaurito da una settimana, ci si gioca il miglior piazzamento possibile alla griglia playoff (chi chiude al 3° posto teoricamente sale in A con 4 pareggi). L’altro big match si gioca a Pisa, dove sbarca il Cagliari (ore 18), anche qui siamo in ambito playoff, la sesta in classifica ospita la quinta. Test probante per i sardi di Ranieri che nell’ultima trasferta hanno vinto la loro prima gare esterna sotto la sua gestione (0-4 alla Reggina). Di fronte, c’è un Pisa reduce dal ko di Cosenza e che nel girone di ritorno ha concesso qualche punto di troppo in casa, anche se dal ritorno di D’Angelo in panchina la squadra ha fatto una rimonta straordinaria, passando dall’ultimo al 6° posto. Curiosità intorno alla Reggina che alle 15 ospita il Venezia. Mercoledì scorso gli amaranto di Pippo Inzaghi hanno vinto il recupero di Perugia, un 3-1 favorito dagli errori clamorosi di Gori, il portiere degli umbri. I 3 punti però, hanno restituito serenità a una squadra che nel 2023 è stata sconfitta 9 volte. Ora la Reggina potrebbe ritagliarsi un posto nei playoff (è settima) anche se pende la vicenda dei mancati pagamenti dell’Irpef alla scadenza di febbraio: il 17 si terrà l’udienza al Tribunale Federale Nazionale, c’è il rischio di un -4 ma poi partirà una battaglia legale dall’esito incerto, pur succedere di tutto. Attenzione però al Venezia: i ragazzi di Vanoli vengono da due vittorie di fila e nell’ultima trasferta avevano vinto ad Ascoli. Per il Parma all’8° posto (cioè l’ultimo buono per disputare i playoff) c’è una gara tignosa a Cittadella (ore 15). Gli emiliani di Pecchia vengono dalla vittoria sul Palermo ma spesso, dopo ogni exploit, hanno raccolto figure barbine e anche loro mettono in preventivo un -1 in classifica, come minimo, per un pagamento avvenuto in ritardo. E il Cittadella, oggi un punto sopra la zona playout, cerca una vittoria che manca da 5 giornate. Alle 20.30, il Palermo ospita il Cosenza con l’obiettivo di riprendersi la zona playoff, anche perché si giocherà sapendo i risultati delle altre. Sfida meno scontata di quanto appaia: intanto perché il Cosenza è una delle squadre più in forma (tre vittorie di fila e quattro successi nelle ultime cinque uscite che però non bastano a lasciare la zona playout). E poi perché, se si va a vedere la classifica del 2023 (cioè del girone di ritorno), si scopre che Palermo e Cosenza si equivalgono, hanno raccolto entrambe 18 punti. La Ternana, a -4 dalla zona playoff, alle 15 è di scena a Brescia, coi lombardi soli all’ultimi posto, reduci da 2 ko di fila e sulla strada per la C (i playout distano 6 punti, la salvezza diretta 8). Il Modena, a quota 39, cioè con gli stessi punti di Como e Ascoli, ha una trasferta delicata a Perugia, praticamente uno spartiacque: vincendo, gli emiliani avrebbero la salvezza quasi in tasca e potrebbero pensare a qualcosa di più. Con un ko invece, i canarini finirebbero nella bagarre salvezza e rilancerebbero un Perugia che oggi disputerebbe i playout col Cosenza. Il turno si apre alle 12.30 con Benevento-Spal, cioè il confronto fra le penultime: chi la vince può ancora sperare di riagganciare i playout ma nulla di più, la situazione è grave per entrambe e la C è dietro l’angolo. LEGGI TUTTO

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    50 anni di Roberto Carlos, terzino-bomber che manco la scienza riusciva a spiegare

    Il brasiliano, famoso nel mondo per il suo sinistro devastante e passato alla storia per il calcio piazzato in un Francia-Brasile del 1997, festeggia il mezzo secolo di vita Quando calciò quella fantasmagorica punizione dalla distanza di 34,75 metri che separavano il punto di battuta dalla porta difesa da Barthez – era Francia-Brasile, si giocava a Lione nel giugno del 1997 – il pallone viaggiava attorno ai 115 chilometri all’ora e la traiettoria fu così sorprendente – sembrava che il pallone dovesse finire fuori fuori fuori, poi virò all’improvviso cambiando direzione come se fosse stato spinto da una forza celeste o dal movimento di un joystick – che ancora oggi a parlarne c’è da rimanere senza fiato e si è colti – nel ricordo – da una vertigine di lussuria assoluta. Se c’è un gesto che ha consegnato alla leggenda Roberto Carlos, il gesto è esattamente quello. LEGGI TUTTO

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    Sarri è cambiato, in meglio: ecco perché la sua Lazio vola così in alto

    L’esperienza sulla panchina della Juve lo ha reso più attento e meno integralista, adesso la piazza romana appare perfetto. Dopo un anno di studio si vedono i primi, preziosi, frutti, figli pure del compromesso tra giochismo e risultatismo Se a sessant’anni si è e si vive come a trenta o a quaranta, il tempo è passato invano. Il tempo cambia le persone, inclusi gli allenatori. Maurizio Sarri, ad esempio. Sarri è partito dal basso e per due decenni lì è rimasto, tra dilettanti e Serie C. Un percorso senza sconti né padrini, con la forza delle idee come unico motore. Si è affacciato in Serie A ad Empoli, neppure dieci anni fa, con il ghigno del rivoluzionario e poteva permetterselo, perché tale era. Aveva rielaborato a modo suo la lezione dei maestri olandesi. LEGGI TUTTO

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    Il carattere del Cholo, il 4-4-2 moderno, la cura dei dettagli: Inter, così allena Conceiçao

    Sergente di ferro, con il Porto ha creato un binomio d’acciaio. Verticalizzazione rapida, calcio fisicamente dispendioso e nessun dogma predefinito. Ritratto del tecnico portoghese candidato al dopo-Inzaghi Spesso si dice che, quando un ex calciatore comincia ad allenare, le sue squadre gli assomiglino parecchio, ovviamente molto più sul piano caratteriale che tecnico. Basti pensare alle concezioni quasi militari di Conte e Simeone o alla liberazione dell’estro secondo Allegri. Sergio Conceiçao è molto vicino alla filosofia dei primi due, quel certo rigore si vedeva anche col pallone tra i piedi. LEGGI TUTTO