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    Nasti: a Cosenza è nata una stellina

    TORINO – Martedì scorso, è il 90° di Cosenza-Reggina. Come da pronostico, gli ospiti stanno portando a casa il derby calabrese, grazie a una rete nel primo tempo dell’ex Gori. Poi, quando sta per iniziare il recupero, succede che il Cosenza la pareggia con Marco Nasti, attaccante classe 2003, prodotto doc del vivaio Milan, bravo a inserirsi di testa su assist di Delic, bruciando la difesa della Reggina. E non finisce qui. Al 92’, ficcante combinazione sulla destra del Cosenza, bella palla messa in area da D’Urso e Nasti, ancora lui, sfodera un impeccabile destro al volo che vale un pazzesco 2-1 col quale la formazione di Viali torna a sperare nella salvezza, 3 punti che per ora consentono ai lupi silani di abbandonare l’ultimo posto della B. Nel frattempo però, è nata una stellina: trovatelo un attaccante del 2003 italiano capace di segnare in 2 minuti una doppietta così bella e pesante in una sfida così importante. Marco Nasti, originario di Pavia, era uscito dalla Primavera del Milan la scorsa estate e si affacciava al professionismo con numeri importanti dopo una solida formazione nelle giovanili rossonere. Ma, ovviamente, andava verificato. Già a luglio il Milan aveva individuato nel Cosenza la piazza ideale per farlo maturare. Poi però, il campionato tormentato dei calabresi ha reso tutto più difficile, non è semplice per un ragazzo che compirà 20 anni il 17 settembre mettersi in mostra quando la classifica scotta. Così, prima dell’exploit nel derby, Nasti aveva segnato il suo primo gol in B il 18 dicembre scorso ma se n’erano accorti in pochi: il Cosenza aveva perso 1-3 dall’Ascoli e lui, subentrando nei minuti finali, aveva segnato il gol della bandiera. Adesso invece, con questa doppietta da vero centravanti, ha dimostrato quel che da tempo si diceva di lui, che ha stoffa da vendere e che può diventare una punta completa. Il primo obiettivo però, sarà riuscire a ritagliarsi un posto in pianta stabile nel Cosenza di Viali: finora Nasti ha raccolto 15 presenze, perlopiù frazioni di partite per un totale di 772’ di gioco. Ma la serata magica di martedì, potrebbe aver lasciato il segno sul suo futuro. Nasti ha raccontato dopo la doppietta un particolare gustoso: “Si dice che non attacco mai l’area, il mister in allenamento mi ha detto che se non l’avessi fatto, mi avrebbe cacciato. Per fortuna ho attaccato sul primo palo e mi è riuscito un gol bellissimo. Ci serviva fare punti, ce lo meritiamo per il lavoro che facciamo tutti i giorni”. Al Cosenza è in prestito secco, a giugno tornerà al Milan. Il club rossonero crede molto in lui. Dunque la prossima stagione si prospetta per Nasti un altro prestito in B, magari una squadra che possa garantirgli maggior minutaggio e con obiettivi più importanti della salvezza. Ma se continua così, chiudendo la stagione in gloria, Nasti al prossimo mercato sarà uno degli Under più ambiti dai club di B. Nell’attesa, la sua avventura proseguirà lunedì sera con un’altra tappa fondamentale per la sua formazione: giocare nel Tempio di Marassi, in casa del Genoa. E se dovesse lasciare il segno anche lì, in uno stadio importante, contro una delle principali forze della B, sfidando una delle migliori difese del campionato, da stellina Nasti diventerebbe stella. LEGGI TUTTO

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    Zico e quella lucida follia dell’Udinese che fece arrabbiare persino… la Cgil

    La storia dell’arrivo del campione brasiliano in Italia e le mille polemiche a lui legate Udine sembrava Hollywood. Alle 18.53 di domenica 31 luglio 1983 Arthur Antunes Coimbra detto Zico apparve in tutto il suo splendore, salutando la folla con la mano da una Torpedo blu del 1924 targata Taranto 2748. Erano in ottomila, per le vie della città; cinquemila in delirio solo in Piazza XX Settembre, dove ad attenderlo c’era una carrozza bianca con una coppia di cavalli dal mantello nero. Alle 19.24 Zico venne – letteralmente – incoronato, con una corona di fiori in testa, ringraziò in portoghese e disse – in un italiano meno stentato di quanto fosse possibile immaginare – che “anche io mi sento un po’ friulano”. Fu amore a prima vista. Un uomo salì sul palco, si impossessò del microfono e chiese alla folla se era d’accordo che quella piazza – dedicata ai bersaglieri friulani che nel 1870 erano entrati a Roma attraverso la Breccia di Porta Pia – fosse intitolata al campione brasiliano. Il boato fu così fragoroso che i cavalli, imbizzarriti, cominciarono a scalciare senza pace, certi dell’apocalisse che sarebbe arrivata di lì a poco. E infatti l’apocalisse arrivò, ma a ritmo di samba. LEGGI TUTTO

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    Rinnovo Leao, tutto tace. Tra una clausola fuori mercato e pretendenti solo presunte

    La possibilità che il portoghese lasci il Milan a fine stagione si fa sempre più concreta: il tempo passa e le variabili aumentano Nessuna nuova, buona nuova? Magari. Il silenzio attorno al rinnovo di Rafael Leao è invece una sorta di resa all’evidenza dei fatti. È trascorso anche il mese di febbraio senza che le parti si siano di fatto incontrate. E la sensazione è che anche marzo scivolerà con un sostanziale nulla di fatto. E ormai la stazione del mercato estivo è alla curva successiva, con la sempre più concreta possibilità che il portoghese traslochi a fine stagione. LEGGI TUTTO

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    Vieri e le montagne russe interiste: 123 gol, la causa per spionaggio e ora la Hall of Fame

    È il nono di sempre del club come numero di reti segnate, ma se n’è andato nel 2005, ricevendo una buonuscita, per firmare con il Milan. Alla società nerazzurra (e alla Pirelli) ha fatto causa per complessivi 21 milioni, ma ha anche chiesto alla Figc la revoca dello scudetto 2005-06 assegnato a tavolino a Moratti Bobo Vieri è nella Hall of Fame dell’Inter. Un riconoscimento meritato per un attaccante che, pur avendo vinto solo la Coppa Italia 2004-05 nelle sei stagioni nerazzurre, ha realizzato 123 reti, 24 delle quali in un 2002-03 nel quale è stato Re dei bomber della Serie A. LEGGI TUTTO

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    Il metodo Cardinale: perché è a Milano per lo stadio e non lo vedremo (mai) per Leao

    Il numero uno di RedBird si muove in prima persona soltanto nelle circostanze più delicate o urgenti. Tutto il resto è demandato al management, che a fine stagione sarà valutatoIn termini pratici è stata una toccata e fuga, ma basarsi soltanto sul tempo come parametro sarebbe un errore. Il blitz di Gerry Cardinale a Milano per parlare di stadio – del nuovo stadio – ha un’alta rilevanza, e non solo a livello simbolico. Il numero uno di RedBird in una sola ora – fra le 18 e le 19 di mercoledì – ha chiarito a tutti gli interlocutori che intende muoversi in prima persona, se occorre, per accelerare la pratica del nuovo impianto rossonero. E per farlo ha incontrato la prima carica cittadina e regionale. LEGGI TUTTO