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    Mou, ma che fine ha fatto Kumbulla? L'albanese è uscito dai radar

    Superate le difficoltà all’inizio della stagione passata e riabilitato dal portoghese dopo il disastro in Conference contro il Bodo-Glimt, il difensore quest’anno non ha ancora ingranato Ma Marash Kumbulla perché non gioca? Un interrogativo che a Roma si stanno ponendo in tanti. Il difensore che, durante il campionato 2019/20, aveva impressionato gli addetti ai lavori con la maglia dell’Hellas Verona e convinto Guido Fienga – all’epoca AD e uomo mercato scelto da James Pallotta – a spendere quasi 30 milioni per il suo cartellino (28.5). Un investimento importante su uno dei classe 2000 più promettenti in circolazione, già punto fermo della nazionale albanese. Arrivato nella Capitale quando sulla panchina romanista sedeva Paulo Fonseca, l’uomo che aveva avallato il suo acquisto e che – durante il suo ultimo anno in Italia – ha garantito a Kumbulla quasi 2000 minuti tra campionato e coppe. LEGGI TUTTO

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    Vlahovic caso Mondiale: ansia pubalgia per la Juve. E per la Serbia il tempo stringe

    Il serbo di nuovo alle prese col problema della scorsa stagione, dopo l’estate passata a recuperare: si allena a parte e non vuole rischiare, domenica con la Lazio ultima chiamata Un caso forse no, un problema di sicuro sì. Dusan Vlahovic fa preoccupare la Juventus e, di riflesso, anche la Serbia. Perché quel fastidio chiamato pubalgia è tornato a tormentare ormai da due settimane il bomber di Belgrado. DV9 sperava di averlo messo nel dimenticatoio in estate. E invece a Lisbona contro il Benfica le prime avvisaglie che qualcosa non andava. Dal minuto 70 di quella brutta nottata in cui la Juve ha dato l’addio alla Champions, Vlahovic non si è più visto in campo. Assente a Lecce, poi con Psg e Inter. Inizialmente si parlava di un piccolo affaticamento, poi è venuta a galla la realtà. LEGGI TUTTO

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    Profezia Kakà: “Ora un'Italia giovane modello Milan. Mondiale al Brasile, Neymar la stella”

    Il brasiliano: “Avete sottovalutato l’eliminazione del 2018. Ney può essere l’erede di Messi e Cristiano”L’appuntamento con Ricardo Kakà è più o meno all’ora dell’annuncio dei convocati del Brasile per il Mondiale. Quando il c.t. Tite comincia a leggere l’elenco, ascoltiamo insieme. Ricky ha un sussulto sentendo il nome di Dani Alves (“Non smetterà mai di giocare”) e, alla fine del collegamento, il sorriso da bravo ragazzo si trasforma in un’espressione leggermente malinconica: “Mi mancano queste cose, l’emozione della convocazione. A distanza di anni ti accorgi di quanto fosse bello. La nostalgia c’è, inutile negarlo, anche se ho fatto una splendida carriera. Gioco ancora, sa? Una volta alla settimana, a San Paolo”. Lì dove tutto iniziò, quindi. LEGGI TUTTO

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    Origi e De Ketelaere tra errori e anonimato: Milan, dove sono i colpi di mercato?

    A Cremona un’altra brutta prova dei due belgi, che non riescono a incidere. L’attaccante ha di nuovo sprecato sottoporta, il trequartista non ha saputo accendere la luceI vizi dell’ultimo periodo hanno trovato una sgradevole conferma, solo che stavolta nessuno è riuscito a metterci una toppa. Ma è stato un copione già visto – anche se non sempre – nelle ultime settimane. Un Milan macchinoso, non ispirato, quasi irriconoscibile rispetto alle linee guida pioliane, poco affamato e poco cattivo. Perché non sempre c’è Tonali a Verona o Giroud con lo Spezia, a togliere tutti dall’imbarazzo. LEGGI TUTTO