consigliato per te

  • in

    Amicizia, rivalità, progetti, Superlega: Agnelli contro Zhang non è una sfida qualunque

    Si conoscono da tempo, hanno visioni simili, si stimano, condividono il sogno dell’aggancio al treno scudetto. Storia e retroscena del rapporto tra due dei presidenti al top del nostro calcio All’Allianz Stadium saranno seduti vicini. Perché Andrea Agnelli, padrone di casa, non si perderà per nessun motivo il derby d’Italia e perché (a oggi) Steven Zhang ha manifestato la sua intenzione di seguire la squadra in trasferta a Torino, cosa peraltro già accaduta questa stagione in occasione degli incontri disputati al Franchi di Firenze e all’Allianz Arena di Monaco. Tra Agnelli e Zhang ci sono stima ed amicizia e di sicuro domani sera si intratterranno a parlare prima della partita. LEGGI TUTTO

  • in

    Milan-Leao: niente rinnovo prima del Qatar, l'effetto Mondiale diventa un rischio

    Dialoghi in corso, ma nessun incontro nè accordo sulle cifre. Rafa via a gennaio a oggi è impossibileC’è una clessidra invisibile sul comodino di ogni milanista. La sabbia scende lenta, un granello al giorno: si esaurirà solo a giugno 2024, quando scadrà il contratto di Rafa Leao, per opinione della Lega il giocatore più forte dell’ultimo campionato, per opinione comune il talento più grande del Milan di Pioli. LEGGI TUTTO

  • in

    Conference, Tare chiarisce: “Voglio vincerla, un trofeo resta per sempre”

    Il giorno dopo l’eliminazione dall’Europa League è rimbalzata sui social una vecchia dichiarazione in cui il d.s. della Lazio la definiva “la competizione dei perdenti”. Adesso precisa: “Voglio che la squadra la onori fino in fondo” Una precisazione, perché a volte è doverosa. Il direttore sportivo della Lazio torna a esprimersi sulla Conference League. Lo ha fatto qualche settimana fa, durante una lezione alla Luiss, e, rispondendo a una domanda provocatoria di un tifoso della Roma, l’ha definita “la competizione dei perdenti”. Estrapolata così una frase equivocabile, che può quasi sembrare una frecciata ai giallorossi che, nella passata stagione, l’hanno vinta. In realtà l’intento (percepito dai presenti alla lezione) era quello di spiegare che si tratta di una competizione che non è paragonabile alla Champions League a livello di introiti. Un club deve avere l’ambizione di arrivare a disputare stabilmente la massima competizione europea per crescere economicamente e, di conseguenza, strutturalmente. La crescita, con i premi che assicura la Conference, non può che essere limitata. Questo il senso del discorso. LEGGI TUTTO

  • in

    “Mi chiamo Maldini e sono felice. Raccomandato? Non me sono mai accorto”

    Con lo Spezia, ritrova suo papà Paolo e il suo Milan: “Uscire di casa mi ha responsabilizzato”. “Porto un cognome impegnativo e non è sempre un vantaggio” Togliamoci subito il pensiero: Daniel Maldini è tutto suo padre. E non è questione di talento: riguardo a questo, a parte i ruoli diversi – Paolo ex difensore, lui attaccante – solo il tempo dirà. Ma nei tratti del viso, nella corporatura e, quel che qui più conta, nel carattere, sembra la copia dell’altro. Lo conferma lui stesso, scegliendo e scandendo con cura le parole. “Sono timido. Riservato. E tranquillo. Sì, sono un tipo tranquillo”. LEGGI TUTTO

  • in

    Giroud, che affare! Il Milan se lo tiene stretto e lavora così sul rinnovo

    L’attaccante rossonero ha un ingaggio di circa 3,5 milioni ma ha convinto tutti per la sua affidabilità: il club potrebbe ritoccarlo verso l’alto fino al 2024, inserendo un’opzione per l’anno seguente. E intanto pensare a qualche gioiellino da affiancare agli esperti Oliviero bomber vero non è soltanto uno slogan a uso e consumo degli appassionati tifosi del Milan. Ma si tratta di una sacrosanta verità legata al calciomercato: Giroud è stato un affare, l’operazione a parametro zero dell’estate 2021 ha dato risultati di ogni tipo. LEGGI TUTTO

  • in

    Un solo lampo in mezzo al buio, quanto pesa il ritorno di Chiesa

    Di nuovo in campo in Champions dopo il grave infortunio a un ginocchio, che cosa cambierà negli equilibri e nei risultati della Juve Mancava grossomodo un quarto d’ora al termine di un girone di Champions che oscillava fra la mortificazione e la catarsi. Fra l’evidente perdita di sostanza d’un vecchio squadrone che non c’è più e l’autocoscienza di questa situazione, l’affioramento dal subconscio delle responsabilità, l’analisi spietata della distanza dalla forza rappresentata bene dalle due avversarie superiori, capaci di prendersi tutto dalla Juventus: il Psg (cioè la collezione di campioni, l’instant team che i bianconeri vorrebbero essere) e il Benfica – la visione di un calcio pensato, evoluto, che la Juventus ha tentato di essere un paio di stagioni fa, credendoci poco, preferendo prima ammirare e contare i gol di Ronaldo e poi tornare a rifugiarsi nel ricordo di se stessa. LEGGI TUTTO